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Popolo... religione... o comunque si voglia definirli.

Ultimo Aggiornamento: 04/04/2018 13:05
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26/03/2010 16:18
 
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perchè io sono "un razzista e di destra e mi dà fastidio chi è di sinistra" [SM=g27993] [SM=g27993] [SM=g27993] e anche che non so "quanta gente in Israele protesta" e sopratutto... "eehhh la guerra è zozza che ce voi fà...":



LA SINISTRA ISRAELIANA SENZA PACE
di Gideon Levy (giornalista israeliano, scrive su Ha'aretz, quotidiano israeliano)

Il movimento pacifista israeliano non è morto. Semplicemente, non è mai nato. Dall'estate del 1967 molti gruppi politici, radicali e coraggiosi, si battono contro l'occupazione. Bisogna riconoscere il loro merito. Ma in Israele non è mai esistito un movimento per la pace grande e forte.
Dopo la guerra del Kippur nel 1973, dopo la prima guerra del Libano nel 1982 e durante i giorni inebrianti di Oslo nel 1993 (come erano belli quei giorni!) gli israeliani sono scesi in piazza, sopratutto quando c'era bel tempo e alle manifestazioni si potevano ascoltare dal vivo i migliori musicisti del paese. Ma in pochi dicevano cose decisive e coraggiose, e ancora meno erano quelli disposti a pagare in prima persona il prezzo delle loro opinioni.
Dopo l'uccisione del premier Yitzhak Rabin, nel 1995, la gente è scesa in piazza per accendere candele e cantare le canzoni di Aviv Geffen. Ma neanche questo può essere un movimento per la pace.
E' vero che le posizioni del movimento Matzpen (un'organizzazione socialista israeliana che contesta l'occupazione compiuta dopo la guerra dei 6 giorni nel 1967) sono più o meno condivise dalla maggioranza degli israeliani. Finora, però, questo non ha avuto nessuna conseguenza. Ci si aspettava molto di più da una società democratica che assiste da tempo a un'occupazione crudele e il cui governo usa sopratutto il linguaggio della paura, delle minacce e della violenza.
In passato vari paesi hanno commesso ingiustizie spaventose in nome dello stato. Ma in alcuni di questi la sinistra ha reagito in modo chiaro, forte e deciso. E i suoi leader hanno corso rischi personali senza limitarsi a cercare facili consensi. Un paese in guerra dove la piazza è vuota da anni - a eccezzione di inutili cerimonie comemmorative e di manifestazioni di protesta per pochi intimi - deve assumersi le sue responsabilità. E devono farlo anche la democrazia e il movimento per la pace.
Se gli israeliani non hanno protestato durante l'operazione piombo fuso a Gaza alla fine del 2008, vuol dire che in Israele non esiste un vero movimento della pace. E se la gente non inonda le piazze ora che le occasioni di pace sono perse di continuo, che la democrazia subisce un colpo dietro l'altro, che la destra controlla la vita politica e i coloni sono sempre più forti, allora non esiste neanche una vera sinistra. Per dimostrare la condizione disastrosa della sinistra israeliana, non c'è niente di meglio del dibattito sul futuro del Meretz, un partito di ispirazione socialdemocratico nato nel 1992, che ha ottenuto un pessimo risultato alle ultime elezioni nel febbraio 2009. Il Meretz è sparito perchè è sprofondato nel silenzio, e non occorrono commissioni di inchiesta per scoprirlo. Ma anche quando attraversava momenti migliori, non è mai stato veramente schierato dalla parte della pace.
Quando il partito si è schierato a favore degli accordi di Oslo, ha deliberatamente ignorato il fatto che i campioni di quegli "storici" accordi di pace non hanno mai avuto intenzione di evacuare neanche un solo insediamento. Inoltre, il Meretz ha chiuso un occhio sulle violazioni degli accordi commesse da Israele. Ma sopratutto la sinistra israeliana aderisce ancora al sionismo nel suo significato storico.
Così come non può esistere uno stato ebraico e allo stesso tempo democratico - bisogna scegliere cosa è più importante - non può esserci neanche una sinistra fedele al sionismo vecchia maniera, che tra l'altro ha il merito di aver fatto nascere lo stato israeliano ma ormai ha esaurito il suo ruolo.
Questa sinistra non ha mai capito il problema palestinese (che è nato nel 1948, nascita di Israele, non nel 1967, quando in seguito alla guerra dei 6 giorni Israele espanse i suoi confini in territori altrui) e non ha capito che è impossibile risolverlo ignorando l'ingiustizia che ne è all'origine. Una sinistra che non è disposta a fare i conti con il 1948 non è una vera sinistra.
La sinistra israeliana, non ha mai capito il punto centrale del conflitto: per i palestinesi accettare il ritorno ai confini del 1967 e risolvere il problema dei profughi con il rientro di un numero simbolico di persone equivale a fare concessioni dolorose. Queste concessioni sono l'unico compromesso equo, senza il quale non si farà la pace. ma in realtà nessuno ha mai fatto una proposta del genere ai palestinesi (neanche i due leader più moderati Ehud Barak ed Ehud Olmert).
Il Meretz saprà sicuramente riorganizzarsi e tornerà a far eleggere alla Knesset qualche deputato. Ma non è un fatto importante. Gli altri partiti di sinistra - sia ebraici sia arabi - non entreranno in parlamento: nessuno ha bisogno di loro e sono troppo piccoli per esercitare qualche influenza.
Diciamo le cose come stanno una volta per tutte: il movimento per la pace israeliano è come un bambino non ancora nato.




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