Cinema

Minchia ma questo è un Mondrian.

Sì ho capito che intendi, però io l'ho presa più come una favola, un'ode ad un ideale di natura umana più che un documento storico (non dico che non ci siano casi del genere, anzi l'uomo certe volte ti sorprende pure). Ecco così l'ho apprezzata, però un carcere turco degli anni '80 mesà che somigliava di più a quello di fuga di Mezzanotte.

Voglio dì, è implausibile che in un carcere con criminali di un certo livello non ce ne sia manco uno non dico stronzo ma almeno un po' antipatico. Ecco, a me piacciono le opere in cui si vede la doppiezza umana, non quelle in cui sono o tutti buoni o tutti cattivi. PErché quasi nessuno è tutto buono o tutto cattivo. Qua erano tutti un po' troppo buoni.

L'innocenza dell'"idiota"(non dico in termini processuali) è un tema interessante ma un po' abusato, insomma già ce la diceva, a modo suo, Dostojevski 'sta cosa.

Sono molto d'accordo invece sul fatto che bisogna sempre andare oltre gli stereotipi "nazionali" che non è che non esistano ma appiattiscono proprio ogni tipo di discorso. Tranne che per gli olandesi, ecco lì valgono Ecco dove sei nato ti può dare un infarinatura, ma poi nell'essenza conta poco. A me è sempre piaciuta una frase, adesso mi sfugge di chi (mi pare Sandor Marai ma sicuro mi sbaglio) "la patria di un uomo è la sua lingua", ecco la lingua è dove pure io mi sento a casa ma non verso l'esterno, verso me stesso.

Ti potresti vedere Train de vie, forse ti piacerebbe pure quello. Adesso non me lo ricordo benissimo ma è una cosa sull'Olocausto più o meno dello stesso tenore di questo. E sennò ti spari Underground di Kusturica che per me è il suo unico capolavoro, filmone sulla guerra sui Balcani.

EDIT: Carcerario di un certo livello di consiglio Il Profeta, francese