È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
 
Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

Il ritorno di Calciopoli

Ultimo Aggiornamento: 28/04/2017 00:22
OFFLINE
Post: 5.364
Città: ROMA
Età: 48
Sesso: Maschile
29/12/2010 16:14
 
Quota

Ripudiare Boniek, anatema juventino La curva ordina e la società ubbidisce. La colpa dell'antica gloria? Avere avuto opinioni non conformi su Calciopoli
E’ fatto così e niente e nessuno potrà mai cambiarlo. Il tifoso della Juventus non si rassegnerà mai alla democrazia sportiva. Rinunciare a guardare tutti – nel senso più letterale del termine – dall’alto in basso, è un’affronto difficile da digerire. La sua delizia, si sa, è essere abituato a vincere, ma la sua croce è essere condannato a farlo in continuazione. Altrimenti, della Juve non sa bene cosa farsene. Una bulimia da successo che finisce per offuscare la memoria, che della passione calcistica è spesso l’ingrediente più gustoso.

L’ultima vittima è Zibì Boniek, indimenticabile “bello di notte” (Avvocato Agnelli dixit) protagonista con 31 reti in 133 partite di una delle squadre più forti degli ultimi decenni, la Juve di Platini e (appunto) Boniek che dal 1982 al 1985 vinse uno scudetto, la tragica e sciagurata Coppa dei Campioni dell’Heysel, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa europea e una Coppa Italia. Successi in cui la firma del biondo polacco (considerato dalla Fifa tra i cento migliori calciatori viventi) non è mai mancata.

Nonostante il curriculum, però, il suo nome non figurerà tra le immagini delle “50 stelle bianconere” artefici della leggenda del giocattolo di casa Agnelli che, tra qualche mese, orneranno la pavimentazione esterna del nuovissimo stadio che sta sorgendo sulle ceneri del vecchio (e mai amato) Stadio Delle Alpi: un gioiello da 41 mila posti in perfetto english style la cui superficie (355 mila mq) è stata gentilmente venduta dal Comune di Torino al prezzo non certo esoso di 4,85 euro al metro quadro.
Zibì, in un primo momento, era stato inserito nella lista dei magnifici cinquanta dagli utenti registrati del sito juventus.com, ma ora il suo nome è stato depennato causa rivolta della tifoseria: “A seguito di un appello costante da parte di associazioni e tifoserie organizzate – ha comunicato il club alla vigilia di Natale – che asseriscono di rappresentare la maggioranza dell’opinione pubblica bianconera, Juventus Footbal Club, che intende mantenere con i propri sostenitori un dialogo costruttivo, comunica di aver deciso di sospendere l’assegnazione della stella a Zbigniew Boniek”.

Gli agnostici del calcio, a questo punto, si sentiranno autorizzati a catalogare la notizia come era in uso nell’epica rubrica del Cuore anni 90 diretto da Michele Serra: “E chi se ne frega”. Eppure, non ce ne vogliano, la faccenda è più complessa: certo, il tifo obnubila la ragione, ma l’affaire Boniek ci dice anche qualcosa dell’Italia, di cui i tifosi della Juventus, piaccia o no, sono la maggioranza.
Perché Zibì sta tanto sulle scatole al popolo bianconero? Non certo per il “tradimento” del 1986, quando passò all’odiatissima Roma. Quella è preistoria. Il problema è il Boniek (ottimo, mai banale) opinionista televisivo e le sue prese di posizione su Calciopoli. La principale pietra dello scandalo, sui forum bianconeri e su Facebook, è un’esilarante video del 2007, estratto della trasmissione “La Juve è sempre la Juve”: di fronte all’imbarazzo del conduttore, che gli chiede conto della sua “antijuventinità” nonostante i trascorsi bianconeri, Boniek rivendica candidamente la sua indipendenza di giudizio, riconoscendo che sì, la Juve di Moggi era la squadra più forte d’Italia, ma questo non giustificava l’indebita ingerenza della dirigenza sul mondo arbitrale e sul calciomercato. Non contento, il perfido polacco infiersce, ricordando alla platea che se tutti avessero pagato (disco rotto del vittimismo bianconero) significa semplicemente che tutti sono colpevoli, non tutti innocenti e alla Juve sarebbe andata molto peggio; altro che un anno di vacanza in serie B con Buffon, Nedved, Del Piero, Trezeguet, Chiellini e Camoranesi eccetera. Infine, al limite del sadismo, Boniek osa ricordare agli inorriditi interlocutori che la prescrizione in cui è naufragato il processo per doping alla premiata farmacia Juventus targata Capello-Agricola (cardiotonici per operazioni a cuore aperto somministrati ai giocatori, tanto per dirne una) non equivale a un’assoluzione.

È’ troppo. Ci perdonino i sostenitori bianconeri di sicura fede democratica, ma convincere uno juventino che ai suoi danni non è stata perpetrata alcuna ingiustizia è come persuadere un pasdaran berlusconiano che la magistratura in Italia fa soltanto il suo dovere. A Torino farete fatica a trovarne uno che provi anche solo un accenno di imbarazzo per calciopoli. Di più, tutti (o quasi) riporterebbero Moggi in sella seduta stante. E non è un caso che la bolla di censura su Boniek provenga da Andrea Agnelli, amatissimo neo presidente che del revanchismo bianconero si è fatto autentico alfiere.

Pazienza se Zibì (a fianco di Platini) abbia scritto pagine tra le più belle e romantiche della gloriosa storia del club di corso Galileo Ferraris. La bulimia da vittoria relega alla preistoria anche il passato prossimo. In fondo, non fu lo stesso popolo bianconero a rivoltarsi contro Fabio Capello (salvo poi, ovviamente, osannarlo) in quanto ex romanista, dimenticandosi della colonna del centrocampo bianconero anni 70 (165 presenze, 27 reti e 4 scudetti)? Per non parlare di Roberto Bettega, l’unico non rimpianto della Triade, nonostante sia da sempre la personificazione del dna juventino. Moggi, tra gli anni 80 e 90, regalò qualche bella soddisfazione al Torino (con la non trascurabile differenza che tra la sponda povera del Po non lo rimpiange nessuno), mentre Giraudo – allora dirigente granata – fu protagonista di un epico gesto dell’ombrello all’indirizzo di Giampiero Boniperti al termine di un derby vinto nel 1984.

Troppo in là nel tempo per ricordare. Ma per Boniek la partita non è chiusa. I tifosi possono reintegrarlo nella hall of fame. Lo facciano; sarà un bel modo per onorare il passato e, soprattutto, guardare avanti.
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 18:43. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com