| | | OFFLINE | | Post: 329 | Città: ROMA | Età: 54 | Sesso: Maschile | |
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22/02/2024 10:24 | |
giove(R), 20/02/2024 11:24:
mi sembra che sopra tu abbia dissentito con me.... non dissentendo.
su cosa dissentivi: sul mio "da regolamento"?
Beh ma come scrivevo nel mio "parere", nel regolamento vengono richiamati concetti legati all'idea di "attività", di "vantaggio fisico".
Una "semplice posizione" non sembra essere sanzionata, da regolamento (ho già illustrato doviziosamente).
Se mi parli di "uniformità" di giudizio, di giurispudenza, di precedenti, sono d'accordo con te.
Ma l'uniformità di giudizio è un po', è sempre stata, una chimera.
Per carità, auspicabile.
Detto ciò, nella "lettera del regolamento" non viene "prevista espressamente" alcuna fattispecie che riguardi "vantaggi" diversi da quelli dipendenti da un "comportamento attivo".
Per questo ho espresso il parere.... "dottrinale"...😀
Il punto controverso del regolamento (quello in cui si parla di "trarre vantaggio" senza ulteriori specifiche) è scritto male, è interpretabile (e quindi da adito a discrezionalità, il che non va bene).
Poi CONSIDERA ... che l'arbitro e i varisti non è che in quel momento stavano co il regolamento alla mano, focalizzati sul paragrafo, quello lì, che è stato oggetto delle mie analisi.
Cioè... come dire, rifacendomi al tuo richiamo alla "giurisprudenza"... in un giudizio-giudizio... un giudice si ritira in delibera e ha tempo di scartabellare TUTTO, dall'analisi della fattispecie, del caso concreto, di tutto il dibattimento, delle indagini, ecc. ecc. ecc. E ANCHE dei precedenti giurisprudenziali, o ancora, della "dottrina" (per chi non si intende di legge: la "giurisprudenza" sono i "precedenti" su casi simili o analoghi, e la "dottrina" consiste nei vari trattati, analisi, studi, approfondimenti, fatta da singoli giuristi, che si mettono a studiare un caso, o una situazione, o una fattispecie, e ne elaborano il senso, il fine, ne chiariscono (addirittura a volte si aprono nuovi fronti di interpretazione) i contenuti, le finalità, l'interpretazione...
Ecco, nel caso degli arbitri questo tempo in campo non c'è.
Quello che si potrebbe fare è dare continuamente disposizioni/aggiornamenti/interpretazioni che aiutino a ricordare il caso e a interpretarlo ...univocamente.
Però ripeto, sta a parlà di torto per quel gol è proprio da piagnoni cor lacrimatorio in mano.
Ritengo che di una questione come quella se ne possa parlre per ..3 secondi... 30 tiè... 3 minuti voglio rovinarmi!
Poi però stop e si pensi alle cose serie.
Concordo! Non è tanto il rosicamento per il gol che mi ha fatto appassionare al caso ma i suoi risvolti filosofici...Si tratta di un buco nero del regolamento, una terra di nessuno dove è impossibile arrivare a un verdetto certo. I varisti sono per l'annullamento e l'arbitro no, a Roma lo danno e a Lispia lo levano, il designatore che dice che non hanno sbagliato né gli uni, né gli altri...Insomma il delitto perfetto del fuorigioco, dove la discrezionalità del'arbitro è massima, il suo potere è assoluto, nel senso etimologico di ab-solutus, ovvero sciolto da qualsiasi vincolo: non c'è giurisprudenza o dottrina che tenga. E allora in quei 30 secondi i cui poteva decidere da solo la vita o la morte del gol cosa sarà passato per la testa a Marco Guida da Pompei? Non lo so, ma cci sua lo poteva anche annullare... |