BeautifulLoser, 07/02/2013 17:15:
in fondo è una strategia di quasi tutta la storiografia borghese (e quindi nazionalista).
che il racconto della storia segua più le regole del racconto che quelle della storia lo dimostrano anche pietre miliari come michelet che racconta la rivoluzione francese come un poema romantico o tocqueville che la racconta come una tragedia del fallimento.
nel suo uso pubblico la storia viene sempre costretta a fungere da arma ideologica e da mezzo di legittimazione per interessi particolari che vengono spacciati per interessi comuni (o nazionali) o derivati, appunto, dalla storia stessa diventando di conseguenza quasi dei diritti naturali.
per questo si usano deformazioni, falsi storici, omissioni, mitizzazioni, banalizzazioni.
come punto d'appoggio per approfondire la tematica della storia come forma narrativa ti consiglio "metastoria. l'immaginazione storica nel diciannovesimo secolo in europa" del grandissimo hayden white.
diciamo che sono abbastanza ferrato nell'ambito storiografico. Metstoria me lo sono già pappato.
Sono temi molto interessanti che illustrano bene il bisogno di una ricostruzione storica che derivi da un impianto scientifico rigoroso e scevro da categorizzazioni preconcette sopratutto quando ci si confronta con le fonti. ma tra un po' non ci saranno più soldi per farlo e quindi tutti si costruiranno in casa una storia su misura, la storia prêt-à-porter.
[Modificato da jandileida23 07/02/2013 17:25]
--------------------------------------------------------
Sono la rovina della Roma