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Coppa America

Ultimo Aggiornamento: 21/07/2021 09:13
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07/07/2011 17:53
 
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io ho sentito parlare di qualcuno tipo I Vampiris (forse Ivan Piris?), possibile?
se si, è una fortuna che si giochi in notturna..


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Lavezzi-Messi-Tevez, impalpabili. Maradona rimpianto
Andrea Colacione

L’Argentina e Messi sono ufficialmente scesi dal Paradiso e piombati negli inferi. Il “Checho” Batista ha presentato una Selecciòn ridotta un cencio e deve ringraziare gli attaccanti colombiani che hanno sbagliato più volte goal impossibili, oltre al proprio portiere Romero per aver salvato quantomeno il salvabile. L’Argentina se sconfiggerà il Costarica nell’ultima giornata del gruppo A approderà ai quarti come seconda o nel peggiore dei casi come una delle due migliori terze ma ormai ho le idee chiare: in questa “Copa” non andrà lontano e credo di sapere anche perché.

I problemi sono molteplici in campo e fuori dal rettangolo di gioco per colpa di una Federazione approssimativa e distratta da beghe politiche e da rapporti interni ed esterni che stanno logorando tutto il movimento calcistico. Tornando al campo, questa Selecciòn è una Ferrari senza benzina che è riuscita persino a trasformare un extraterrestre come Messi in un calciatore impotente, incapace di tirare fuori la lampada di Aladino. La scorsa notte la “Pulga” - che oltre ad essere un genio è anche un gran bravo ragazzo nonché un professionista esemplare - mi ha fatto quasi “pena”. Stavo quasi per piangere al posto suo, perché chi ama profondamente questo sport come il sottoscritto non può rimanere indifferente di fronte alla sua sofferenza, di fronte alla sofferenza di un grande campione.

Ho due fotogrammi stampati nella memoria, due fotogrammi che probabilmente ricorderò per sempre. Il primo risale al minuto ottanta quando Messi ormai in preda ad un esaurimento nervoso calcia una punizione alle stelle come un qualsiasi “scarparo” di turno ed il secondo due minuti dopo, quando inquadrato dalle telecamere è stato colto con lo sguardo smarrito nel vuoto. Queste due immagini hanno un significato profondo perché ci danno un’esatta dimensione di come sia ridotta attualmente la nazionale argentina, ricca di diamanti che non producono nulla. Diamanti che portano i nomi di Lavezzi, Tévez, Aguero tutta gente che di solito fa la differenza e che invece contro la Colombia è stata semplicemente inguardabile. Lavezzi ha fatto solo confusione e si è divorato un gol fatto appoggiando delicatamente sui piedi del portiere “cafetero” un pallone che avrebbe dovuto spaccare la porta; Tevez si è dannato l’anima ma non ha mai trovato la posizione e non ha mai inciso, Aguero entrato a mezz’ora dalla fine è stato risucchiato nel vortice dell’orrore e non ha ripetuto quanto di buon fatto vedere contro la Bolivia.

Batista alla vigilia aveva ribadito il concetto che non voleva che Messi si sfiancasse nei rientri per averlo lucido in zona gol ma è stato puntualmente disatteso. Messi lo abbiamo visto sfinito rientrare persino a centrocampo per impostare l’azione. E come possiamo dargli torto visto che non gli è mai arrivato un pallone decente?

L’Argentina ha palesato un campionario di problemi da far rabbrividire; il centrocampo si è limitato a tocchi scolastici ed ha mostrato una totale incapacità nella costruzione della manovra, senza mai trovare la profondità. Sono mancate le verticalizzazioni e ad ogni pallone perso è andato sempre in grandissimo affanno con Cambiasso che è sembrato un ex giocatore. Insomma come direbbe un telecronista locale, l’Argentina non ha incontrato “rumbo”. Il 4-3-3 di Batista è un totale fallimento: è un progetto affascinante ma il campo ha dimostrato che non può essere messo in pratica se si ha un centrocampo completamente privo di dinamismo, di idee nella costruzione e che ha bisogno della bombola d’ossigeno ogni qualvolta perde il possesso della sfera.

E a proposito di difensori, la coppia Burdisso-Gabriel Milito è stata inguardabile, quasi comica. L’episodio avvenuto al 25’ del primo tempo dice tutto. Milito che sbaglia incoscientemente un facilissimo appoggio all’indietro e Burdisso che atterra Ramos con Moreno che sul proseguimento dell’azione calcia fuori con la porta spalancata. Sull’azione c’erano rigore per la Colombia ed espulsione dello stopper interista ma l’arbitro brasiliano non ha visto oppure ha preferito lasciar correre. Quest’episodio però ha spaventato ed innervosito ulteriormente gli argentini, mentre la squadra di “Bolillo” Gomez ha acquisito ulteriore fiducia con lo scorrere dei minuti, aiutata dal fatto che i centrocampisti biancocelesti marcavano male e che il pacchetto arretrato difendeva in ritardo, aspettando sempre che gli avanti colombiani ricevessero prima il pallone. Il primo tempo si è poi chiuso con una bella parata del “Chiquito” Romero che ha spedito in angolo la conclusione di Moreno.

E poi giù fischi da parte di un pubblico che temeva il peggio. Batista ha provato fino in fondo a non sconfessare sé stesso, ripresentandosi in campo con gli stessi impalpabili undici che hanno iniziato il match ma per usare il linguaggio di Arrigo Sacchi ha continuato a mancare armonia oltre a tutti i sincronismi tra i reparti. L’Argentina era ferma; tutti aspettavano il pallone sui piedi ed una volta ricevuto non sapevano cosa farsene. Ed allora ecco i primi cambi con Gago al posto di Cambiasso ed Aguero al posto di Lavezzi fino all’ingresso in campo di Gonzalo Higuain al posto di Banega, mossa tattica che ha sconfessato il 4-3-3, passando al 4-2-3-1 con il nuovo entrato vertice alto. Solo allora si è visto qualche timido segnale di miglioramento ma i colombiani sono rimasti tranquilli: l’Argentina nel finale ha provato a vincere la gara con il cuore perché sotto l’aspetto calcistico non ha mai prodotto nulla.

Anzi deve ringraziare il proprio portiere, unico a salvarsi nella mediocrità generale che nel secondo tempo ha salvato ancora su Falcào Garcia. La Colombia ha giocato molto bene; si vede come vi avevo più volte anticipato che è una squadra organizzata e con sincronismi che funzionano; ha un’ottima circolazione della palla ed alcuni elementi di grande qualità: su tutti il duo del Porto, Guarìn-Falcào che ieri mi sono piaciuti molto, come al solito. Anche la difesa tiene molto bene; Il “Bolillo” deve solo allenare la mira dei propri attaccanti che hanno sbagliato più volte occasioni facilissime da tramutare in gol.

Ora tutti invocano Pastore e rimpiangono “El diez” Diego Armando Maradona, osannato dai cori che sono piovuti a fine match insieme ai numerosi e più che giustificati fischi. Era quello che desiderava l’ex “Pibe” che non nutre certo amore per il suo ex compagno di nazionale Sergio Batista. E’ solo una delle tante guerre interne che stanno dividendo il calcio argentino, anzi che lo stanno distruggendo. Francamente quando vedo una leggenda calcistica come la nazionale Argentina sbriciolata in polvere provo sempre un grande dispiacere.

E’ il segno del cambiamento dei tempi ma per fortuna ho potuto assaporare prima di questo match un eccellente antipasto, assistendo a Cruzeiro-Gremio, gara del Brasileirào. Lì mi sono goduto fino in fondo Walter Adrìan Montillo, un fantastico rifinitore argentino che fino a poco tempo fa giocava in Cile con la U. Montillo ha fatto il Messi, realizzando due splendide reti che hanno fruttato al Cruzeiro la terza vittoria consecutiva ed a lui la vetta dei cannonieri con 6 goal, dopo aver scavalcato Ronaldinho.

A parte i clamorosi errori tattici di Batista (come si fa a giocare con un centrocampo a tre che non è dinamico, non copre e non costruisce mai gioco?), più in generale mi sono posto un’altra domanda a cui mi sono dato da solo anche una risposta. Il calcio delle nazionali, così come è collocato non serve proprio più a nulla: bisogna rivisitare i calendari e bisogna farlo con urgenza. I giocatori arrivano a queste competizioni (compreso il Mondiale!) completamente sfiancati dai rispettivi club di appartenenza. Si gioca troppo e soprattutto lo si fa con ritmi sempre più elevati, a discapito della tecnica e dello spettacolo, per buona pace di coloro i quali hanno ancora il coraggio e la voglia di pagare un biglietto per esibizioni che tradiscono sempre più le attese. E non è tutto: stanotte forse avremo bisogno di un’endovena per poter assistere fino in fondo a Bolivia-Costarica, sperando che il calice non sia troppo amaro.
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08/07/2011 12:10
 
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ho visto la replica di Argentina - Colombia e un grandissimo Falcao.
discrete parate di Romero anche se molte sono più difficili a vedersi che a farsi. comunque bravo.

Messi cos'ha? verso la fine era piegato... è rimasto poi secondi interminabili con lo sguardo nel vuoto, sembrava spento.
il migliore m'è sembrato Zabaleta. e Mascherano.
quando è entrato Gago l'argentina è sembrata avere un pò pià di costrutto.
ho letto che Batista sta cercando di modellare l'argentina intorno a messi ispirandosi al barcellona... ora ricollegandomi all'altro post sul gioco del Barcellona, credo che Batista sbagli nella convinzione che il gioco del barcellona lo ricrei mettendo 3 punte che fanno movimento e basta...
ma se c'è una cosa che ti serve per fare il gioco del barca quella è solo e soltanto una, anzi due, una coppia come Xavi e Iniesta.
cazzo non puoi fare i Doors se non hai la tastiera - basso di Manzarek... e nemmeno creare quel misticismo se il cantante canta solamente e non ha i trip di Morrison...

c'è poco da fare... ma cosa crede la gente? ma perchè il Barcellona e la Spagna giocano uguali? ma perchè hanno los tesso identico fulcro così caratterizzante come quella coppia lì.

cioè certe cose sono chiare, ferme e intellegibili, persino nel calcio che è materia opinabilissima.

allora dico, oltre le tre punte caro Batista, dovresti trovare primo un regista preciso e che faccia movimento, e poi un giocoliere tuttofare freddo lucido e preciso anche in mezzo a una mandria di bufali al galoppo nella savana.

oggettivamente all'argentina mancano questi centrocampisti. ma si è accorto Batista che Mascherano nel Barca inanto se gioca a centrocampo lo fa dietro quei due, e non è tutto... la finale l'ha giocata da centrale di difesa!

insomma trovatevi qualche buon creatore di gioco, non basta la coppia Cambiasso Mascherano.
non per riprodurre lo schema Barcellona a misura di Messi.

Messi che comunque mi sta fugando gli ultimi dubbi.
non è il Genio che era Maradona.
è enorme, immenso quanto volete, ma gli mancano alcune cosette... a cominciare dal carisma e dalle spalle larghe.

caro Messi quando vincerai con squadre fatte di gente media, e non con a disposizione almeno 2 Fuoriclasse come te (e parlo di Fuoriclasse nel senso pieno non di Campioni, Stelle, Stelline no... Fuoriclasse nel senso pieno dalla parola dalla prima all'ultima lettera)....


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08/07/2011 12:17
 
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a proposito del rigore di Burdisso, a me è sembrato che fose intervenuto prima sulla palla.
non lo definirei come Colacione "una coppia comica"... lì Burdisso ha provato il tutto per tutto, uno come lui "ci va" anche rischiando il rigore (lo ha fatto anche in questa stagione un paio di volte e il rigore lo ha causato davvero).
lì o sei il tipo che molla o sei il tipo che ci va.



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08/07/2011 12:36
 
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x quanto riguarda i giocatori migliori di sempre sono legato al passato.Se dovessi fare una lista dei miei preferiti di tutti i tempi(almeno quelli che ho visto a partire da fine anni '80) non includerei messi (e nemmeno c.ronaldo).E' un campione,ovvio,ma non sono un suo fan.La penso un po' come catalani( [SM=g27995] ).
Del Barcellona i due attaccanti che mi piacevano di più erano romario e rivaldo.Oggi mi piace Villa.
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08/07/2011 13:22
 
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beh rispetto a quelli del passato Messi ha il vantaggio/svantaggio che degli altri abbiamo una fotografia ormai definita, di lui c'è ancora tanto da vedere e capire.



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09/07/2011 01:08
 
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gioca il "mio" sebastian coates nell'uruguay...seconda presenza in nazionale maggiore e sta giocando pure bene, daje seba, magari vieni da noi(anche se pare andrà al porto)
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09/07/2011 01:57
 
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Campbell ricorda Eto'o, Bolivia affossata. Uruguay-Cile, tutti pronti per lo show

di Andrea Colacione

Ieri è stata la notte della Costarica e del suo cittì, “El Bigotòn” (il baffone) Ricardo La Volpe. Ed è stata una notte magica. I “Ticos” hanno letteralmente asfaltato la Bolivia che come vi avevo anticipato è stata soltanto un fuoco di paglia. Non è mai bello togliere meriti a qualcuno però personalmente nel pareggio contro l’Argentina della prima giornata ci vedo una serie di demeriti dei padroni di casa, come ci ha poi confermato il match disputato contro la Colombia. La Costarica, nonostante avesse di fronte un avversario decisamente modesto, ha incantato, soprattutto per lo stile e per la spensieratezza. Ci ha regalato un raggio di sole in un calcio che va sempre più verso la monotonia e che fa di tutto per farsi disprezzare.

Che dire della pantera “Joel” Campbell o dello splendido centrocampista Allen Guevara, punte di diamante di una pattuglia di spregiudicati ragazzini che hanno fame e che quindi mordono ogni pallone che rappresenta per loro una speranza di riscatto, non solo in ambito calcistico. Questa under 23, guidata dallo stratega La Volpe (uno che ha fatto molto bene nel campionato messicano e con la nazionale messicana) ci ha fatto ampiamente capire che ha intenzione di stupire, anche se forse non arriverà troppo lontano. Questi ragazzi ci hanno fatto capire anche che non dobbiamo sottovalutarli e che soprattutto abbiamo il dovere di monitorarli con la giusta attenzione. Ora affronteranno l’Argentina, una squadra infarcita di stelle ma che ha dimostrato di non possedere né una testa e né una coda e quindi nella “Copa” delle sorprese non mi stupirebbe più di tanto l’ennesimo miracolo, anche se per ovvie ragioni si cercherà di mandare il più avanti possibile l’albiceleste.

Mi ricordo perfettamente di quella Costarica che ad Italia ’90 uscì agli ottavi di finale, perdendo soltanto per 1-0 contro il Brasile di Sebastiào Lazaroni che poi allenò senza particolari acuti la Fiorentina. Mi ricordo perfettamente di Juan Cayasso e di Hernàn Medford, in seguito comprimario nel Foggia di Zemanlandia. Ma francamente alcuni di questi ragazzini terribili di oggi mi sembrano decisamente migliori rispetto ai protagonisti di una ventina d’anni fa. Di Jonathan Campbell, la pantera del Saprissa che è addirittura un ’92 ho scritto molto nei giorni precedenti e lo aspettavo con ansia; il paragone con Samuel Eto’o è scomodo e probabilmente non l’aiuta però è innegabile che lo ricorda, almeno nelle movenze. Anche il suo partner d’attacco Josué Martinez non è da trascurare: è un ’90 e gioca insieme a lui nel Saprissa, ecco perché l’intesa ha funzionato a meraviglia. Loro due hanno griffato la vittoria della scorsa notte, timbrando il cartellino, ma Allen Guevara, classe ’89 dell’Alajuelense ha disegnato calcio come un ingegnere. E’ un elemento che avevo già visto e che ha confermato di avere ottime qualità, così come il guardiano Moreira, classe ’90 dell’Herediano entrato in squadra all’ultimo per sostituire Alvarado che ora ha altro a cui pensare e come l’altro centrocampista David Guzmàn, classe ’90, nonché ennesimo elemento del Saprissa.

Mi domando come mai in tempi come questi in cui in Italia non gira un euro non vengono mai esplorati mercati alternativi; la Costarica produce dei talenti e li rivende a prezzi più che abbordabili. All’estero paesi come Olanda, Germania e Spagna esplorano tutti i mercati ed al momento giusto non si fanno trovare impreparati. Da noi invece c’è sempre il preconcetto e soprattutto certi giocatori si comprano solo quando arrivano a costare molto o quando finiscono sulla bocca di tutti. Forse qualcuno mi prenderà per pazzo ma differenza di ruolo a parte mi domando cosa abbia di meno Campbell rispetto ad Erick Lamela, tanto per fare un esempio? In comune hanno soltanto l’età, per il resto Campbell a mio avviso è molto più forte ed esplosivo. Solo che il campionato costaricano non ha la visibilità di quello argentino, le partite del Saprissa non vengono trasmesse come quelle del River e per il resto la differenza la fanno i procuratori.

Forse è un bene che questi ragazzi non vengano a giocare in Italia; certi allenatori storcerebbero subito il naso e digerirebbero mal volentieri i loro istinti e la loro anarchia tattica che in realtà significa libertà e capacità di giocare a calcio con gioia. Ma si sa che qui da noi si preferisce una diagonale ad un dribbling o il pressing ad una finta di corpo. E poi come al solito non si vince mai nulla. E’ ovvio che sto estremizzando il concetto perché nel gioco del football l’organizzazione e l’ordine tattico contano eccome ma solo a patto che riescano a sposarsi con il talento e la fantasia dei singoli. In Europa sono già arrivati ragazzi come Marco Urena (Kuban in Russia), come Christian Bolanos (FC Copenhagen) e come Bryan Ruiz, già campione d’Olanda con il Twente e protagonista in Champions. Tutta gente che non ha affatto deluso; Campbell è soltanto un ’92 e va lasciato crescere in santa pace. Per il momento si gode il suo secondo gol in nazionale (dopo quello dell’esordio) ma sono sicuro che questo ragazzo se non perderà la testa fuori dal campo e se non troverà sulla sua strada qualche tecnico fissato con gli schemi più del dovuto arriverà certamente lontano.

El “bigotòn” ieri sera ha vinto la partita perché è riuscito a miscelare perfettamente l’imprevedibilità e la spensieratezza dei suoi giovanissimi allievi con l’ordine e la disciplina tattica, senza imbrigliare però la fantasia del suo straripante felino in una gabbia. Soltanto Luciano Gaucci con cui ho lavorato quando guidava il Perugia come suo consulente ci aveva visto giusto; di lui è stato scritto e detto tutto: ma non tutti sanno che oltre ad essere vulcanico a volte aveva delle intuizioni geniali ed una di queste è stata proprio la voglia di esplorare certe terre e di scommettere su calciatori di questi fantastici posti. Stasera tornerà in campo il gruppo B con Perù-Messico ed Uruguay-Cile, due gare sulla carta dall’esito tutt’altro che scontato e che ci forniranno preziose indicazioni sul futuro prossimo di queste quattro nazionali. Il Cile avrà qualche assenza importante (dovrebbe però recuperare Mati Fernandez) ma non si piange addosso ed ha tanta voglia di stupire: la nazionale charrùa schiererà invece ancora una volta il tridente delle meraviglie. Dovrebbe esserci spettacolo: questa volta forse varrà davvero la pena andare a dormire all’alba.

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09/07/2011 10:42
 
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Vargas ieri due pali pesanti.
Il Perù si sarà divorato 10 occasioni prima di farne uno facile
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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10/07/2011 13:02
 
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Re:
lucaDM82, 07/07/2011 22.50:

Lavezzi-Messi-Tevez, impalpabili. Maradona rimpianto
Andrea Colacione

E a proposito di difensori, la coppia Burdisso-Gabriel Milito è stata inguardabile, quasi comica. L’episodio avvenuto al 25’ del primo tempo dice tutto. Milito che sbaglia incoscientemente un facilissimo appoggio all’indietro e Burdisso che atterra Ramos con Moreno che sul proseguimento dell’azione calcia fuori con la porta spalancata. Sull’azione c’erano rigore per la Colombia ed espulsione dello stopper interista ma l’arbitro brasiliano non ha visto oppure ha preferito lasciar correre. Quest’episodio però ha spaventato ed innervosito ulteriormente gli argentini, mentre la squadra di “Bolillo” Gomez ha acquisito ulteriore fiducia con lo scorrere dei minuti, aiutata dal fatto che i centrocampisti biancocelesti marcavano male e che il pacchetto arretrato difendeva in ritardo, aspettando sempre che gli avanti colombiani ricevessero prima il pallone. Il primo tempo si è poi chiuso con una bella parata del “Chiquito” Romero che ha spedito in angolo la conclusione di Moreno.




Burdisso è romanista [SM=g7554] ..
cmq quanto a coppie centrali pure Lucio-Thiago Silva nn è che ieri abbiano brillato..anzi..
al posto di Colacione ci andrei piano co ste stroncate nette..questa Copa America almeno x ora nn mi pare attendibilissima..rischiano di andare avanti Venezuela e Perù che nelle qualificazioni ai mondiali racimolano al max 10-15 punti..

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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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10/07/2011 16:05
 
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comunque ieri ho visto un ottimo Estigarribia, Esticazzi..o come chezzo si dice.
anche altri buoni interventi di Elizaga portiere dell'Ecuador


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Neymar bambino, Fred imprescindibile. Venezuela primo, che favola...

di Andrea Colacione

Incrivel, ovvero incredibile ciò che sta accadendo in questa pazza Coppa America dove si stanno sbriciolando valori secolari in pochi giorni. Tutto ciò non è affatto illogico, ma alquanto razionale: con la presunzione non si va da nessuna parte, con il lavoro e la lucidità mentale invece si può arrivare lontano.

Il Brasile ha steccato ancora una volta perché è stato presuntuoso e perché ha qualche stellina a cui il troppo successo ed il troppo clamore stanno evidentemente dando alla testa. E’ il caso di Neymar, corteggiato da alcuni tra i più grandi club dell’universo che per lui hanno offerto ed offrirebbero cifre iperboliche in tempi di austerity. Cifre che oggi Neymar non vale affatto o per meglio dire che vale solo potenzialmente. Mi spiego meglio. Il “menino” più corteggiato del pianeta calcio è come una signorina che ti piomba davanti bella come il sole dopo aver curato ogni minimo dettaglio ma che poi, quando meno te lo aspetti, al momento del dunque, ti manda in bianco. Ieri sera Neymar ha mandato in bianco un tecnico che gli ha concesso grande fiducia e che lo ha riproposto dopo una prima esibizione negativa ma soprattutto ha mandato in bianco milioni di tifosi che erano pronti ad acclamarlo. Non vi nascondo che anche a me Neymar piace da impazzire perché ha numeri che ti lasciano con la bocca spalancata, solo che deve imparare a capire quando è il momento di fare il prestigiatore e quando invece conta vincere le partite. Ha addosso l’incoscienza della sua età adolescenziale e quindi si piace e si compiace ma ha il dovere di crescere in fretta perché la Seleçào non può permettersi di aspettare nessuno: ha il dovere di vincere sempre e comunque. Ieri Neymar è stato fuori dal match quasi sempre e quando è apparso non ha approfittato dello splendido regalo che gli ha fornito Ganso, suo amico e compagno nel Santos delle meraviglie. Quel pallone avrebbe deciso a tutti gli effetti l’esito del risultato finale e probabilmente anche il suo destino per quel che concerne la “Copa”. Avrebbe potuto salvarlo ed invece Neymar ha deciso di rovinarsi da solo, peccando come al solito di presunzione. Ha un talento sovrannaturale ma il ragazzino è ancora molto immaturo. Con quel pallone avrebbe dovuto spaccare la porta ed invece ha cercato come al solito un numero da circo, senza comprendere che il circo si fa quando vinci tre a zero e non quando rischi di perdere una partita e di essere eliminato da grande favorito al primo turno.

Il destino in questi casi sa essere molto crudele e difatti è stato molto crudele anche con lui e con lo stesso Brasile, visto che nell’azione successiva il Paraguay è andato in vantaggio e visto che a tenere viva la Seleçào ci ha pensato Fred (finalmente un centravanti!) entrato proprio al posto suo, seppur con colpevole ritardo. Questo Brasile è un cantiere aperto in cui vanno riviste molte cose. Ieri ha avuto molta fortuna ma ora non può più sbagliare davvero neanche una virgola, altrimenti tornerà giustamente a casa con colpevole anticipo. La Seleçào nella prima mezz’ora di gara non ha prodotto nulla ed anzi ha rischiato seriamente di andare sotto, perdonata da Roque Santa Cruz che si è divorato un gol fatto. Poi intorno al 40’ è andata in vantaggio con un gran tiro di Jadson che avrebbe meritato l’espulsione per doppio giallo due minuti prima. Ramires vince un duello con caparbietà, Ganso lascia scorrere ed il centrocampista dello Shakthar fulmina Villar con un bolide a fil di palo.

Il gol segnato sembrava che avesse sbloccato la squadra di Menezes che ha chiuso la prima frazione in scioltezza e sicurezza mentre dagli spalti i tifosi dell’albirroja reclamavano con la voce grossa l’ingresso di Nelson Haedo-Valdez. L’intervallo tuttavia ha offuscato nuovamente le idee ai brasiliani che hanno fatto entrare Elano per Jadson che era a rischio espulsione, mentre il Paraguay è ripartito con il piede sull’acceleratore ed ha giustamente pareggiato al 55’. Estigarribia ha approfittato dell’ennesima voragine lasciata da Dani Alves (inguardabile!) sulla sua fascia di competenza ed ha servito a Santa Cruz, solo in area, il pallone del riscatto. A quel punto “El Tata” Martino ha indovinato la mossa, accontentando la tifoseria e facendo entrare Haedo-Valdez al posto di un impalpabile Lucas Barrios. Ed è stato proprio Valdez a fulminare Jùlio César dopo un altro errore macroscopico di Dani Alves. Il Brasile non ha più trovato il bandolo della matassa ed ha continuato a giocare con ritmi compassati e senza creare più nulla. A quel punto, a dieci dalla fine, Menezes ha finalmente compreso che doveva togliere Neymar ed inserire Fred, un attaccante per cui stravedo da sempre e che se non avesse troppi infortuni sarebbe da podio. Ed è stato proprio Fred a togliere le castagne dal fuoco. Gran palla di André Santos, splendida finta di Ganso e gran movimento di Fred, assai abile ad accompagnare il corpo ed a fulminare Villar con un fendente tanto bello e preciso quanto determinato e velenoso.

Eì da ciò che deve ripartire il Brasile. Mi sto sgolando da prima che iniziasse la “Copa”: quante volte avrò ripetuto che a questo Brasile manca un centravanti vero? I nomi possibili potevano essere solo due: Leandro Damiào dell’Internacional e Fred del Fluminense. Il primo è stato lasciato colpevolmente a casa mentre il secondo ha dimostrato che se sta bene è elemento imprescindibile. E’ da lui che bisogna ripartire per quel che concerne l’attacco. Ad ogni buon conto l’analisi va completata: non è solo colpa di Neymar se il Brasile ancora una volta ha fatto flop. La difesa è stata inguardabile e francamente non me lo sarei mai potuto immaginare.

Gente come Lùcio, Thiago Silva e Daniel Alves è stata semplicemente inguardabile; eppure stiamo nominando la crema nei rispettivi ruoli d’appartenenza. Deconcentrati e sempre in ritardo hanno commesso incertezze colossali ed imperdonabili per gente della loro classe e della loro esperienza. In questo caso non è un problema di uomini ma bisogna interrogarsi sul perché siano andati tutti in corto circuito contemporaneamente. Il centrocampo è troppo falloso ed a mio avviso manca di un regista basso ed in tal senso vedrei bene Sandro che è bravo ad interdire ma anche ad impostare. Infine le uniche note liete. A parte Fred, di cui ho già scritto tutto, mi sono piaciuti Ramires, uno che dà sempre ciò che ha in corpo, Ganso che seppur senza strafare è stato sempre lucido e mi è apparso in ripresa dopo l’inguardabile gara d’esordio e tutto sommato André Santos che non ha piedi eccelsi ma che si applica e quantomeno non fa danni, mentre Pato non ha il fisico per fare a sportellate da solo contro difese bloccate.

Mi auguro solo che il cittì verdeoro abbia finalmente compreso tutto ciò perché la “Copa” non può più aspettare nessuno e perché non si può sempre estrarre un coniglio dal cilindro all’ultimo respiro. La “Copa” che già rischia di perdere l’Argentina non può permettersi di fare altrettanto con il Brasile: sarebbe davvero troppo.

Chi invece sta continuando a stupire è il Venezuela e ve lo avevo preannunciato che al contrario della Bolivia non sarebbe stato un bluff. La Vinotinta ha sconfitto per la prima volta l’Ecuador in Coppa America ed ora è meritatamente in testa al gruppo B. Tutto ciò per quanto possa sembrare stupefacente non è affatto casuale. I venezuelani sono una squadra che sa quello che vuole e stanno mostrando molte qualità. Fino al 62’, minuto del gol del vantaggio, hanno dominato il match e poi si sono difesi con intelligenza e grinta, cercando le ripartenze ogni qualvolta è stato possibile. In difesa sta facendo benissimo la coppia centrale formata da Vizcarrondo e Perozo, mentre a centrocampo sta continuando a brillare Rincòn, un leader ordinato e dotato di notevole carattere, anche se il match lo ha deciso “Maestrico” Gonzalez con uno splendido bolide da fuori area. Questo Venezuela è una squadra che sta lavorando brillantemente e con grande impegno da tre anni e mezzo e che oggi dopo aver vissuto sempre da cenerentola vuole trasformarsi in principessa. Mi sembra una squadra matura che sa stare in campo; i giocatori sanno quando è il momento di pressare, quando è il momento di attaccare e quando è invece il momento di difendersi. Il giovane cittì César Farìas (appena 38enne) sta compiendo un lavoro brillante: sta dimostrando di avere le idee chiare ed i risultati gli stanno giustamente dando ragione. Il suo Venezuela è un perfetto mix tra esperienza e gioventù: è una squadra propositiva, che sa essere offensiva ma che lo fa con grande equilibrio e che soprattutto gioca per vincere le partite con consapevolezza nei propri mezzi. Inoltre corre fino al 95’ed è molto attenta sulle seconde palle, a dimostrazione che si è preparata per la “Copa” molto bene. La scorsa notte ho assistito volutamente sulle tv sudamericane a tutta la conferenza stampa di Farìas, cittì della Vinotinta, perché volevo capire fino in fondo da dove nasceva questa miracolosa esplosione del “futbòl” locale anche se mi ero già documentato a dovere. Ho fissato a lungo i suoi occhi ed ho capito che fa sul serio, che è giustamente convinto del proprio lavoro e che è molto ambizioso. Non so ancora dirvi fino a dove potrà arrivare la sua nazionale in questo torneo ma già vi anticipo che il suo prossimo obiettivo è quello della prima storica qualificazione ad una fase finale di un mondiale. Per l’Ecuador invece la musica è ben diversa: è ad un passo dall’eliminazione ed il cittì colombiano Rueda è sotto accusa per il suo gioco rinunciatario. In attesa che l’eliminazione sia ufficiale (scongiuri ecuadoregni a parte!) nel paese già circolano i nomi dell’argentino Bauza e dell’uruguaiano Fossati, entrambi ex tecnici della LDU di Quito, prima squadra ecuadoregna a vincere nel 2008 la Libertadores.

Vedere il Venezuela davanti al Brasile ed al Paraguay fino a ieri era impensabile ma oggi i tempi sono cambiati e non si vince più con il solo peso della tradizione. Appuntamento a domani dove quasi certamente commenteremo la qualificazione della Colombia, una nazionale che può arrivare molto lontano.
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14/07/2011 10:06
 
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ai quarti 2 partite interessanti finalmente...Uruguay-Argentina e Brasile-Paraguay...certo i paraguayani si sono fatti rimontare dal 3-1 nei minuti di recupero..
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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a.colacione
In questa Coppa America abbiamo visto di tutto: gare molto belle e gare di bassissimo profilo, stelle che si sono confermate tali, qualche talento emergente e grandissime delusioni. Per adesso mi soffermo sui top undici del torneo in attesa che mi tocchi l’ingrato compito di passare in rassegna i bocciati. Come modulo scelgo il 4-3-3 ed ovviamente inizio dal portiere. In questo ruolo non ho visto nulla di particolarmente straordinario, anzi tutt’altro.

Scelgo comunque Villar, estremo difensore del Paraguay che con la propria personalità ed esperienza ha guidato la propria difesa. Nel pacchetto arretrato schiero a destra Maicon che ha giocato una sola gara (l’ultima contro l’Ecuador) ma l’ha praticamente vinta da solo, travolgendo come un uragano la difesa avversaria; al centro scelgo il colombiano e milanista Yepes che non ha fatto passare neanche uno spiffero ed il cileno Waldo Ponce, giocatore intelligente e di personalità, anche se mi è molto piaciuta la coppia venezuelana formata da Vizcarrondo e Perozo. Infine a sinistra non posso proprio evitare di collocare il colombiano Armero, dal momento che il giocatore dell’Udinese è in una condizione atletica eccellente e con la sua velocità sta facendo ammattire qualunque avversario si trovi di fronte.

Nel centrocampo a tre schiero l’argentino Gago centrale, visto che ha trasformato in positivo tutta la manovra dell’albiceleste o in alternativa il venezuelano Tomàs Rincon, leader sempre lucido ed aggressivo della formazione vinotinta; ai suoi lati ovviamente metto il colombiano Fredy Guarìn ed il cileno Arturo Vidal, due calciatori che oltre a possedere una tecnica sopraffina sono dotati di un senso tattico e di un’intelligenza ampiamente sopra la media.

Infine nel tridente offensivo spazio al paraguaiano Estigarrìbia del Newell’s old Boys che è stato una costante spina nel fianco per i difensori avversari e dall’altra parte per il sublime cileno Alexis Sanchez che è ormai del Barcellona, con al centro il Kun Aguero che ha regalato spettacolo con la sua classe e con la sua velocità, oltre ad aver segnato tre bellissimi gol nella prima fase.

Ci tengo anche a menzionare i due peruviani Juan Manuel Vargas, tornato subito ai massimi livelli dopo l’infortunio e Paolo Guerrero che oltre ad aver segnato i goal si è sobbarcato grandi sforzi fisici per aiutare la propria squadra. Per la guida tecnica poi c’è solo l’imbarazzo della scelta. Tecnici come il colombiano Hernàn Dario “El Bolillo” Gomez, come il venezuelano César Farìas (una delle sorprese più piacevoli di questa “Copa”), come Claudio “El Bichi” Borghi, cittì argentino del Cile e come l’uruguaiano del Perù, Sergio Markariàn meriterebbero tutti di sedersi sulla panchina di questo spettacolare top undici.
[Modificato da lucaDM82 16/07/2011 11:59]
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16/07/2011 14:35
 
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comunque Ganso è lento (però so che è reduce da un infortunio e io prima non l'avevo mai visto giocare), ma che classe...


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ganso c'ha quelle intuizioni tipo il primo totti, quando dà la palla di prima e in profondità...roba che gli riesce 4-5 volte nell'arco di una partita e ti mette davanti al portiere con continuità impressionante.
mi ricorda nelle movenze rivaldo...più regista, vede meglio il gioco, ma meno finalizzatore.
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16/07/2011 17:22
 
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comunque per ora, avendo visto 4 o 5 partite sparse, tra quelli che non avevo mai visto prima, mi sono piaciuti molto Estigarribia ala sinistra del Paraguay e Caicedo attaccante dell'Ecuador.
mi sonos embrati qualità e sostanza.


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17/07/2011 01:12
 
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beh.. pare che Messi abbia leggermente ingranato...


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17/07/2011 13:13
 
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... ma non è bastato.
psicodramma argentino. ma partita equilibrata, con diverse occasioni, tanti falli, quasi una finale.
Muslera Monumentale.
Higuain sfortunatissimo su una girata da panico, purtroppo per lui centrale.
Maxi e Alvaro Pereira due macine. ma l'Uruguay tutti bravi, Forlan, Suarez (partita ottima), tutt.
l'Argentina non è andata male. aveva pure ritrovato un Messi in vena (ma gli devonoa vere fatto una fattura).
è stata una partita equilibrata, combattutissima.


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17/07/2011 18:58
 
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Bilancio finale sull'Argentina...
Dispiace per Batista che purtroppo non c'ha capito un cazzo con l'avvicinarsi della manifestazione...già nelle 2 amichevoli pre-Copa con Gabi Milito riesumato dietro(ormai alla frutta), quel trio di centrocampo improponibile e Lavezzi titolare...poi ha provato a cambiare e mettere delle toppe ma la confusione era troppa(Di Maria centrale, Aguero defilato a sinistra con Higuain centravanti)...mi dispiace perchè aveva fatto un gran lavoro con i ragazzi dell'under20 e l'olimpica, dimostrando una certa logica e linearità nelle scelte.
Diversi problemi comunque si riproporranno anche per il prossimo allenatore, la situazione secondo me non è che si risolve cambiando semplicemente il manico...
In difesa lo scenario è preoccupante...tra i centrali c'è Otamendi(che era rotto), c'è Samuel, volendo c'è Garay, ma poi ci fermiamo qui...le nuove leve(Fernandez e Galeano) sono tutte da vedere...sui terzini c'è il nulla, a destra Zabaleta che ormai è stato riconvertito al City a jolly di centrocampo e non fa più il terzino dai tempi dell'Espanyol..e ti fermi lì.
A sinistra con Javier Zanetti ovviamente basta, chi rimane? per me non si sfugge da Emiliano Insua...però ecco, s'è visto di meglio.
In avanti sono troppi cazzo! l'abbondanza secondo me ha dato alla testa a tutti quelli che si sono avvicendati sulla panchina dell'Argentina, perchè per non scontentare nessuno(tra personalità più o meno ingombranti) si è finito per non stabilire delle gerarchie precise e fare dei continui minestroni...e le gerarchie sono fondamentali a mio avviso in una squadra, ancor più in una nazionale visto che le partite sono poche e non c'è possibilità di ruotare giocatori.
Quindi, meglio in panchina uno "di ruolo", uno abituato magari a subentrare piuttosto che avere il dream team che tanto non serve a un cazzo, dato che non possono scendere in campo in 15...cioè, per dire, al prossimo mondiale, per me già uno tra Aguero,Tevez e Higuain è di troppo ed evito di portarlo, a malincuore(ovviamente se le cose dovessero rimanere così e comunque il discorso varrebbe anche per altri interpreti, visto che mancano 3 anni).
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