Pagina precedente | « 2 3 4 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

Misteri d'Italia

Ultimo Aggiornamento: 19/07/2023 13:28
ONLINE
Post: 29.405
Città: ROMA
Età: 52
Sesso: Maschile
07/04/2016 23:23
 
Quota

25 ANNI DOPO


Moby Prince, la strage delle menzogne

Troppi depistaggi, troppi interessi, troppa superficialità nelle indagini. A 23 anni dal rogo in cui morirono 140 persone, la verità è ancora avvolta nella nebbia. Il regista Manfredi Lucibello ha provato a ricostruirla nel film "Centoquaranta - La strage dimenticata". Che l'Espresso presenta in esclusiva ai suoi lettori. E in parlamento si chiede una nuova commissione di inchiesta

Una partita di calcio, la nebbia, i depistaggi. Tante menzogne, poche verità. E una certezza: 140 morti. E' quanto resta a 23 anni dalla tragedia del Moby Prince, scontratosi con la petroliera Agip Abruzzo al largo di Livorno, la notte del 10 aprile 1991.

Non sono bastate due inchieste, l'ultima chiusa nel 2010, a fare chiarezza. La verità giudiziaria parla di un “tragico incidente”, determinato in parte da “errore umano” e in parte da “fattori casuali concomitanti”, a cominciare dall'insorgenza di un “particolare tipo di nebbia”. Tutti assolti. Non ci sono colpevoli per quei 140 morti, in viaggio da Livorno a Olbia, inghiottiti da un rogo che i soccorsi non sono riusciti a domare: la più grande tragedia della Marina mercantile italiana dal dopoguerra. Tutto rimane avvolto nella nebbia, sulla cui effettiva presenza si sono divise le testimonianze, ma che è stata l'ipotesi investigativa su cui è incardinata la “verità giudiziaria”.

A diradare le nebbie che ancora avvolgono la storia del Moby Prince ha provato un giovane regista fiorentino, Manfredi Lucibello, che all'epoca della strage aveva solo 7 anni. “Avevo un vago ricordo di quei fatti”, racconta oggi. “Poi, nel 2009, vidi un servizio che mi colpì. Tutto era molto più grave di quanto pensassi e ancora molto confuso, con tante menzogne e poche verità. Mi appassionai alla storia”.

Cominciano le ricerche negli archivi Rai, tra le tante televisioni private che all'epoca arrivarono per prime sul posto, tra video amatoriali e i documenti desecretati dalla procura a conclusione delle indagini. Nasce così “Centoquaranta - La strage dimenticata”, il documentario di Manfredi Lucibello, prodotto da Pulse Media di Roberto Ruini e presentato in anteprima mondiale alla 54esima edizione del Festival dei Popoli di Firenze. Una ricostruzione fredda, chirurgica, mai retorica, documentale. Un'inchiesta giornalistica, condotta con linguaggio cinematografico, che l'Espresso presenta in esclusiva per ricordare quei morti, aiutare a capire e non rinunciare a cercare quella verità che potrebbe non coincidere con la “verità giudiziaria”, ma che da qualche parte esiste e potrebbe essere ricostruita.

La partita

Ore 20,45, Camp Nou. Barcellona e Juventus si giocano l'andata di semifinale della Coppa delle coppe. Al fischio di inizio il Moby Prince è ancora nel porto di Livorno per le operazioni di imbarco. Finirà 3-1. Per i bianconeri segna Casiraghi (13'). A difendere i pali c'è Stefano Tacconi. Davanti la coppia Baggio-Schillaci.

All'indomani della tragedia i media formulano la prima ipotesi: errore umano. In plancia di comando erano distratti, guardavano la partita e non si sono accorti della petroliera. Ipotesi che poi sarà smentita dall'unico superstite, il mozzo Alessio Bertrand: comandante e ufficiali erano al loro posto, dove si sono fatti portare alcuni panini per la cena.

L'ipotesi della distrazione per la partita, battuta dai media, resterà tuttavia incardinata nell'immaginario collettivo, senza peraltro trovare alcuna conferma ufficiale.

La nebbia

E' il vero manto che tutto avvolge e tutto nasconde in questa storia ancora puntellata sulle incertezze. Anche nei processi emergono testimonianze a favore e contro questa ipotesi.

La nave è salpata dal porto di Livorno alle 22,03. Il primo “Mayday” partito dalla Agip Abruzzo è delle 22,25. Si parla di collisione, di una “bettolina” che si è schiantata con la petroliera, di un incendio furioso a bordo.

L'avvisatore marittimo portuale di quella notte parla di mare calmo e visibilità discreta. Poi c'è il video D'Alesio, ripreso da una terrazza da un cittadino, che dimostra che la nebbia, se c'era, non era evidente. Un mistero che non è mai giunto a una conclusione certa. “La nebbia è la grande giustificazione di questo caso”, dice il regista. “Le indagini e i processi sono state incardinate sul presupposto che c'era. Ma se proviamo a togliere la nebbia cambia tutto. Un mantello che ha protetto tante persone, tante cause diverse ma accomunate dall'obiettivo di coprire o minimizzare le responsabilità”.

Inoltre, anche ammettendo la presenza di un banco di nebbia, quali giustificazioni si potrebbero imputargli? Non occorre essere marinai esperti per sapere che la nebbia in mare non è un vero ostacolo, non almeno da quando la navigazione è strumentale. Ci sono radar, segnalatori visivi e acustici. Attrezzature sofisticate in dotazione sia alle petroliere sia ai traghetti di linea.

Il terrorismo

E' uno degli aspetti più clamorosi e inquietanti della vicenda. Secondo la ricostruzione ufficiale, quella notte, la Moby Prince, complice un improvviso banco di nebbia, affonda la prua nella Agip Abruzzo, alla fonda 2,7 miglia a largo del porto di Livorno. Il petrolio fuoriuscito dalla nave investe la prua del traghetto e si incendia trasformando il Moby in una tomba galleggiante.

Ma in una delle tante ispezioni successive alla tragedia, i periti trovano tracce di Semtex, sotto la linea di galleggiamento, nell'area sottostante la plancia di comando. Il Semtex è l'esplosivo delle stragi di Stato. Utilizzato per l'attentato al treno Italicus nel 1972 e in via D'Amelio a Palermo, è il simbolo della strategia della tensione che ha segnato la storia della Prima Repubblica. Ma, nonostante le tracce, i periti non sono riusciti a stabilire se ci fosse esplosivo a bordo della nave.

Così le ipotesi si riducono a due: 1) C'era il Semtex all'interno del traghetto; 2) Se così non era, bisogna capire chi lo ha messo in un secondo momento e perché. Uno dei tanti depistaggi che, come vedremo, hanno inquinato i venti anni di indagini sul Moby. Un tentativo di spostare la responsabilità dei risarcimenti sullo Stato? Domande che ancora non hanno trovato una risposta né responsabili.

La “bettolina” e le posizioni variabili

Il “Mayday” parte alle 22,25 dalla petroliera Agip Abruzzo. Ed è un Mayday forviante per tre motivi: 1) Indica in una “bettolina” l'imbarcazione entrata in collisione con la nave; “E' stato come scambiare un insetto con un elefante”, dichiarerà poi Angelo Chessa, figlio del comandante del Moby. 2) Il comandante dell'Agip concentra quindi le richieste di aiuto sulla petroliera, “siamo in fiamme”, contribuendo ai ritardi nei soccorsi alla nave passeggeri, individuata solo un'ora e venti dopo la collisione. 3) Indica la posizione della petroliera con “la prua a sud”. Una circostanza che, secondo la ricostruzione dei periti, in base alle coordinate, posizionerebbe la nave alla fonda in un cono d'acqua protetto dal divieto di ancoraggio e pesca per non intralciare il canale di uscita dal porto.

In un secondo momento, la nave viene posizionata con la prua a nord. Dove sta la verità? Impossibile accertarlo. Anche perché, in seguito, il comandante Renato Superina, si avvale della facoltà di non rispondere. Inoltre, la petroliera non aveva le luci accese, circostanza che, di nuovo, pone più di un dubbio sull'effettiva presenza della nebbia quella notte.

I sabotaggi e i depistaggi

Siamo così giunti ai depistaggi. Le manomissioni, che saranno costanti, cominciano fin dalle ore successive il ricovero in porto del Moby.

Il giorno dopo la strage, il comando del pilota automatico della Moby viene modificato da manuale a automatico. Il colpevole di questa manovra, poi individuato, si dichiarerà reo confesso. Dal traghetto spariscono l'orologio, la scatola nera, vengono sostituiti vari pezzi, comprese alcune valvole in plastica (una vera e propria offesa all'intelligenza trattandosi di una nave completamente bruciata). Dopo sette anni, la nave, semiaffondata nel porto di Livorno, viene recuperata e portata in Turchia per la demolizione. Un ultimo viaggio su un mare di misteri.

Tra le ipotesi emerse per spiegare il caos ingiustificabile di quella notte, c'è anche il traffico d'armi. Una tesi emersa nel 2006. Mentre il Moby usciva dal porto, l'attività in quello specchio di mare era talmente intensa da far perdere il controllo dei radar. Si era parlato di tre navi americane di rientro dalla Guerra del Golfo. Ma, come poi è stato accertato, le navi americane in navigazione in realtà sarebbero state sette.

E c'era la October 2, nave italo-somala che doveva fare la spola per il pesce, e sulla quale avrebbe poi indagato la giornalista Ilaria Alpi per presunti commerci di rifiuti tossici e armi. E c'era la nave “fantasma” Theresa, mai rintracciata, salvo poi accertare che si trattava della Gallant 2, nave militare Usa che dopo l'allarme si allontanò dalla zona.

Soccorsi inefficaci

E' l'ultimo aspetto, il più drammatico, di questa intricata vicenda. Un'ora e venti per rendersi conto che c'era una nave alla deriva, in fiamme e carica di persone (66 membri dell'equipaggio e 75 passeggeri). Una “colpa” che si è cercato di cancellare sostenendo che dopo 30 minuti a bordo erano tutti morti. Circostanza smentita dalle analisi dei periti. Nonostante l'incendio, la vita a bordo sarebbe durata per ore, come dimostrerebbe anche un video ripreso da un elicottero dei Carabinieri con l'immagine di un passeggero. Il suo corpo, sdraiato sulle lamiere, nel filmato è ancora integro. La mattina sarà ritrovato nella stessa posizione, ma carbonizzato.

Commissioni parlamentari

Il documentario di Lucibello, “Centoquaranta – La strage dimenticata”, mette in fila con distacco tutte le ipotesi: le poche certezze e le tante menzogne, certe, di questa storia. Un racconto filmico, senza pregiudizi, senza sposare alcuna tesi, dal quale emerge con forza un quadro di responsabilità molteplici. In tutti i pezzi rimessi insieme da Lucibello c'è un po' di verità. Verità che chi doveva giudicare non ha saputo cogliere, forse, con tutta l'evidenza dei fatti.

Adesso due richieste pendono in parlamento per la riapertura del caso. Una commissione di inchiesta è chiesta dai deputati di Sel alla Camera e una dal Movimento 5 Stelle al Senato. Sono forse l'ultima speranza di fare luce sulla strage e dare un minimo di giustizia ai familiari delle vittime. “La verità è che chi doveva cercare giustizia aveva gli elementi per farlo, ma non l'ha fatto”, racconta all'Espresso Manfredi Lucibello. “Arando gli archivi ci si rende conto che ci sono piccoli sprazzi di verità, ma sono stati affrontati con troppa sufficienza”. Esempio eclatante di come sono state condotte le indagini è il caso della nave Theresa che, dopo essere apparsa nei canali di soccorso, “This is Theresa moving out”, è sparita nel nulla. Per anni si è cercato di rintracciarla inutilmente. Bastava confrontare la registrazione della Theresa con la voce che proveniva dalla Gallant 2, nave americana che operava nella zona, per rendersi conto che si trattava della stessa unità.

Adesso restano il dolore dei familiari delle vittime, che hanno dato vita a due associazioni: “140”, presieduta da Loris Rispoli, e “10 Aprile” di Angelo Chessa, figlio di Ugo Chessa, comandante del Moby Prince. Restano i 74 minuti del documentario di Manfredi Lucibello, frutto di due anni di lavoro, e un video molto più breve. E' il “video Canu”, sopravvissuto al rogo: vi si vede la piccola Ilenia Canu, un anno, sgambettare nel salone del Moby Prince poco prima della collisione. Il video amatoriale, girato dal papà, doveva testimoniare il viaggio verso la Sardegna dove il nonno, che non l'aveva mai incontrata, aspettava di fare la conoscenza della nipotina.

Il VIDEOFILM

espresso.repubblica.it/inchieste/2014/04/08/news/moby-prince-la-strage-delle-menzogne-...
------------------------------------
“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
ONLINE
Post: 29.405
Città: ROMA
Età: 52
Sesso: Maschile
27/04/2017 11:51
 
Quota

La storia di Achille Lollo e del M5S

“Sono deluso e arrabbiato. A 44 anni dalla strage che ha provocato la morte dei miei fratelli (nel rogo di Primavalle morirono i fratelli Stefano e Virgilio Mattei, figli dell’allora segretario della locale sezione dell’ Msi, ndr), ci sono ancora procedimenti aperti. Non c’è una sentenza definitiva che individui i mandanti. Non c’è mai stata la giusta condanna degli assassini di Virgilio e Stefano. E sono offeso dalla politica che ha assunto e pagato Achille Lollo”. Lo dice Giampaolo Mattei al settimanale OGGI dopo la scoperta che Lollo (“Fu lui a versare benzina sotto la nostra porta”) firma articoli per un sito registrato a nome di Alessandro Bianchi, stretto collaboratore di Alessandro Di Battista.
“Alessandro Di Battista mi ha telefonato – sostiene -, scusandosi. Mi ha detto che Bianchi ‘è un ragazzo’. Che non sapeva del passato di Achille Lollo. Che lui non sapeva del sito di Bianchi”. Conclude Mattei: “Le telefonate di scuse non mi servono… Achille Lollo è un uomo libero, può fare il giornalista, l’opinionista… D’altronde tutti gli assassini degli Anni di Piombo oggi sono professori e intellettuali. Sono stati accolti da varie associazioni e lavorano e vivono bene nonostante gli ergastoli mai scontati. Non sono loro a infastidirmi ma i politici che hanno permesso questo, che hanno dimenticato le vittime premiando i carnefici. Oggi – conclude – c’è il ‘non so’ del Movimento 5 stelle, ieri c’era l’associazione Soccorso Militante Rosso di Dario Fo e Franca Rame”.

Di cosa parla Mattei? Intanto di una fake news. Di Battista ha un collaboratore parlamentare di nome Alessandro Bianchi, questa persona dirige anche un sito che non è un canale ufficale del MoVimento 5 Stelle, tra i collaboratori di questo sito c’è un ex terrorista. Comprenderete che la sintesi “Lollo ‘consulente’ per M5S” oppure “I grillini arruolano un terrorista” sia un pochino brutale, no? Ecco perché parlare quindi di una relazione stretta tra il M5S e il terrorista Lollo è affermare una bufala. Ma chi è Achille Lollo? La sua storia si intreccia con il rogo di Primavalle, che si consumò il 16 aprile 1973. Quel giorno in via Bernardo da Bibbiena andò a fuoco l’appartamento di Mario Mattei, spazzino e segretario della sezione MSI di zona. Due dei figli, Virgilio di 22 anni, militante missino, e il fratellino Stefano di 10 anni morirono carbonizzati, non riuscendo a gettarsi dalla finestra. Il dramma avvenne davanti ad una folla che si era accumulata nei pressi dell’abitazione, e assistette alla progressiva morte di Virgilio, rimasto appoggiato al davanzale, e di Stefano, scivolato all’indietro dopo che il fratello maggiore che lo teneva con sé perse le forze. Gli attentatori lasciarono sul selciato una rivendicazione della loro azione: “Brigata Tanas – guerra di classe – Morte ai fascisti – la sede del MSI – Mattei e Schiavoncino colpiti dalla giustizia proletaria”. PotOp depistò le indagini per salvare i suoi tre militanti Achille Lollo, Marino Clavo e Manlio Grillo dopo averne ottenuto la confessione. Molti intellettuali si schierarono a favore dei tre e di una teoria del complotto approntata ad arte per accusare altri e favorire gli indagati. Franca Rame inserì il nominativo di Lollo in Soccorso Rosso Militante, assicurandogli denaro e amici a cui scrivere.
Il primo processo si concluse con un’assoluzione per insufficienza di prove. Il secondo con la condanna per incendio doloso ed omicidio colposo, essendo maturata nella corte la convinzione che i tre non volessero uccidere i Mattei ma che la situazione gli era sfuggita di mano quella notte. In Cassazione le accuse vennero confermate. La pena si estinse per prescrizione, trattandosi di delitti colposi. E a quel punto Lollo ammise in un’intervista al Corriere della Sera nel febbraio 2005 che le cose erano andate come la giustizia aveva già appurato.
Lollo aggiunse che a partecipare all’attentato furono in sei, i tre condannati più altri tre di cui fece i nomi. Inoltre ammise di aver ricevuto aiuti dall’organizzazione per fuggire. Ma le successive inchieste nei confronti dei presunti mandanti con l’accusa di strage furono chiusi.


www.nextquotidiano.it/giampaolo-mattei-alessandro-battista/
------------------------------------
“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
ONLINE
Post: 29.405
Città: ROMA
Età: 52
Sesso: Maschile
01/11/2017 11:55
 
Quota

Addio a Sandro Provvisionato..uno dei (pochi) giornalisti d'inchiesta migliori per approfondimento e dedizione degli ultimi anni.
------------------------------------
“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
ONLINE
Post: 29.405
Città: ROMA
Età: 52
Sesso: Maschile
10/09/2019 10:49
 
Quota

Scomparso Delle Chiaie..uno dei misteri d'Italia da piazza Fontana a Bologna.
------------------------------------
“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
OFFLINE
Post: 28.045
Città: ROMA
Età: 55
Sesso: Maschile
27/02/2020 14:52
 
Quota

Da Fb o'mine:

metto due foto: una è Di Maio bibitaro, l'altra gli scaffali vuoti nel nord.
Lo Status:


The Coronavirus Paradox. La Rubrika. 2a puntata.

Lui a sinistra, lo sappiamo tutti, è un "bibbbbbitaro", incapace, stupido, miracolato, con la segatura nel cervello.

Noi (quelli che al primo starnuto abbiamo svuotato i supermercati - foto a destra -), pure questo lo sappiamo per certo, siamo INVECE tutti cardiochirurghi, filosofi, pensatori, illuminati.
Quelli svegli, preparati, colti, istruiti, capaci, plurilaureati, quelli che guardi Di Maio e dici "che coglione, mica io"....


OFFLINE
Post: 28.045
Città: ROMA
Età: 55
Sesso: Maschile
16/07/2020 11:00
 
Quota

Questa la dovrei mettere su Governo Italia...
Ma l'epilogo (però aspettiamo, nella Terra dei Cachi, qualche bastone tra le ruote, insabbiamento negli ingranaggi, dietrofront... il Sistema è sempre in agguato) della vicenda Autostrade me la fa mettere qui.
E' un MISTERO come sia possibile che PER UNA VOLTA le cose siano andate come Giustizia vuole.
Merito a chi (sappiamo chi...) ha voluto questa deviazione dal normale corso taralli e vino, delle cose italiane.
E dire che Toninelli lo hanno ammazzato (si ricorda, tra gli altri, il Think Tank sinistroide, leggi Propaganda, con due sozzoni mascherati Zoro e Makkox, che con altissimo sense of humour, di fattura ricercatissima, lo hanno sempre apostrofato come Quattr'occhi, Sguardo Sveglio... tipo a livello di nano, brufolone, cicciabomba, roba da Nido...) perché era qui che voleva (lui e il 5S) arrivare.

Abbiamo assistito, dopo l'indignazione che fa audience e facciata, post crollo, a infiniti tentativi di tutta la stampa (quasi tutta) di preservare lo status quo.
Alla fine me la sentivo così nera, che immaginavo che a Benetton gli dessero pure la gestione di ferrovie, Alitalia, scuole, fognature e rete elettrica.

Invece l'inopinato, il NON italiano.

Ecco perché la metto su Misteri 'Italia.
Ovviamente senza "un certo partito" tutto ciò non sarebbe stato.
Ma meno male che l'esperienza, non vedrà la luce dei 15 anni. Giusto che sparisca in breve tempo.

Esilarante la De Micheli col capello appena fatto, il vestito nero di pizzo, che va a farsi bella da Mentana dopo che ha tentato in tutti i modi (lei e il PD) di mantenere i Benetton.

Si ...semi-nazionalizza. E il comunista che è in me, sotterrato ma mai spento, come i tizzoni sotto la cenere, GONGOLA.
[Modificato da giove(R) 16/07/2020 11:04]


ONLINE
Post: 29.405
Città: ROMA
Età: 52
Sesso: Maschile
24/07/2020 09:34
 
Quota

Canale Crime+Investigation su Sky Go - speciale Il mostro di Firenze e La baia del silenzio -

Canale Crime+Investigation su Sky Go - speciale Il mostro di Firenze e La baia del silenzio - immagini. Tra la fine degli anni ’60 e la metà degli anni ’80 la provincia di Firenze venne sconvolta da una serie di brutali omicidi, con quattro coppie uccise per un totale di sedici vittime. Basandosi sui documenti processuali, interviste ai protagonisti delle indagini e testimonianze inedite, lo speciale ripercorre nel dettaglio della storia del mostro di Firenze (il 2 agosto 2020), dall’arresto di Pietro Pacciani ai processi. La baia del silenzio vede otto donne, otto omicidi senza un colpevole: a Jennings, una piccola città della Louisiana tra il 2005 e il 2009 avvenne una serie di assassini rimasti irrisolti (il 24 agosto 2020).

Sul mostro segnalo il libro Al di là di ogni ragionevole dubbio [SM=g27991]
------------------------------------
“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
OFFLINE
Post: 7.748
Città: ROMA
Età: 40
Sesso: Maschile
24/07/2020 22:06
 
Quota

quattro anni fa in argentina conobbi na coppia de firenze sulla 65ina

lui era/è no psichiatra, fece diverse perizie a pacciani nel processo al mostro di firenze

vabbè, niente che non se sappia ormai, ma pacciani - mi disse - non c'entra un cazzo.
ONLINE
Post: 29.405
Città: ROMA
Età: 52
Sesso: Maschile
25/07/2020 09:48
 
Quota

Per un periodo ho partecipato,più da lettore che attivamente in realta', ad un forum sul Mostro.
Era frequentato da avvocati, psichiatri, giornalisti, medici legali, investigatori, forse pure qualche magistrato e diversi fanatici del mostro..c'erano topic di ogni genere per argomenti legati al caso..dallo studio dell'arma allo staging dei delitti, una biblioteca universale assurda e dettagliatissima per espertissimo spesso in contrapposizione fideistica. Poi il sito è stato chiuso dopo un attacco di hacker probabilmente "doloso".
L'approccio al caso da parte mia è sempre stato di scetticismo su Pacciani colpevole e assoluta irrilevanza dei c.d. compagni di merende.
Pacciani però rimane un personaggio incredibile legato in qualche modo a questa vicenda..ed in ogni caso quando ti metti ad approfondire questa storia nel momento in cui ti convinci che è innocente spunta fuori qualcosa che ti fa tornare un dubbio importante su di lui.
In ogni caso l'ipotesi più accreditata extra verità processuali era quella di uomo delle forze dell'ordine molto esperto della zone intorno Firenze o cmq un serial killer che adoperava quel travestimento per fermare le coppie o nn destare sospetti.
Il libro che ho letto parte dall'ultimo delitto dei francesi scoperto al lunedì ma che sarebbe stato commesso il sabato sera e nn la domenica sera come affermato dai testimoni che accusarono Pacciani e i compagni.
------------------------------------
“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
OFFLINE
Post: 28.045
Città: ROMA
Età: 55
Sesso: Maschile
26/07/2020 22:04
 
Quota

Re:
chiefjoseph, 24/07/2020 22:06:

quattro anni fa in argentina conobbi na coppia de firenze sulla 65ina

lui era/è no psichiatra, fece diverse perizie a pacciani nel processo al mostro di firenze

vabbè, niente che non se sappia ormai, ma pacciani - mi disse - non c'entra un cazzo.




la sai na cosa, me sa che l'ho già detta, e la tiro fuori in ogni occasione in cui si parli di misteri italiani.
"Guarda, io a questi misteri che ritornano ogni 5 anni, 10 anni, ecc., dopo il secondo "ritorno" non li seguo anche più, per farti un esempio, ormai manco lo so più che Pacciani era il Mostro di Firenze".

Ormai o mi portano i filmati o...
per me può essere o può non essere ormai, tipo il gatto di Schroedinger.


ONLINE
Post: 29.405
Città: ROMA
Età: 52
Sesso: Maschile
04/01/2021 20:57
 
Quota

Strage del Pilastro, trent’anni di dubbi e dolore "Bisogna riaprire le indagini sulla Uno bianca"

Il 4 gennaio 1991 tre carabinieri furono trucidati dai Savi. Il fratello di Mitilini: "Ancora tanti punti oscuri su complici ed eventuali mandanti"

Le ombre che in quella terribile notte di trent’anni fa avvolgevano i giovani carabinieri di pattuglia al Pilastro non si sono ancora dissolte. Trent’anni di dolore e di dubbi che, come un fiume carsico, riaffiorano ogni anno allo scoccare del 4 gennaio, un giorno impresso a ferro e fuoco nella memoria della città e dell’Italia intera. Otello Stefanini, Mauro Mitilini e Andrea Moneta, tutti poco più che ventenni, furono trucidati senza pietà dai fratelli Savi, i capi della banda della Uno Bianca, con un’azione di tale ferocia che ancora oggi lascia aperti molti interrogativi. Perché i killer, dopo aver crivellato di colpi la Fiat Uno blu dell’Arma, ferendo gravemente i tre carabinieri, invece di fuggire si avvicinarono e finirono quei poveri ragazzi con il colpo di grazia? Perché scatenarono un simile inferno di fuoco senza un apparente, valido motivo? Fu davvero un triplice omicidio dettato dal caso o dietro c’era qualcosa di diverso? Sono queste le domande che, da quel lontano 4 gennaio 1991, si pongono i familiari delle vittime, a cominciare da Ludovico Mitilini, 53 anni, il fratello di Mauro, che di mestiere fa, strano scherzo del destino, proprio il poliziotto.

"Presenteremo alla Procura una formale richiesta di riaprire le indagini – dice –, stiamo raccogliendo gli elementi. Ci sono ancora tanti punti oscuri da chiarire. La verità delle sentenze è una verità monca".

Le sentenze di cui parla Mitilini sono quelle che, dopo le inchiesta sbagliate sui Santagata, hanno condannato i Savi e gli altri componenti della banda per l’eccidio del Pilastro e per le tante altre azioni criminali che insanguinarono l’Emilia Romagna e le Marche dall’87 al ’94. Una scia di sangue lunga 24 morti e oltre cento feriti. Roberto Savi, il ’corto’, e Fabio, il ’lungo’, erano i capi della banda, mentre il terzo fratello, Alberto, il più debole, subiva le forti personalità degli altri due. Poi c’erano i gregari: Pietro Gugliotta, Marino Occhipinti e Luca Vallicelli, tutti poliziotti come Roberto e Alberto Savi. Solo Fabio non vestiva la divisa, con suo grande dolore: scartato perché miope dalla polizia, dopo mille lavori si era riciclato come camionista. La sua compagna, Eva Mikula, fu una delle protagoniste dei processi che si conclusero con l’ergastolo per i Savi e Occhipinti, 18 anni per Gugliotta e tre anni e otto mesi per Vallicelli.

Da allora tanto tempo è passato e i componenti minori della banda sono ormai usciti di prigione, mentre i Savi sono ancora dentro, anche se Alberto, l’unico ad aver intrapreso un percorso di riabilitazione, ha già ottenuto diversi permessi premio per uscire dal carcere di Padova. Roberto e Fabio, invece, entrambi detenuti a Bollate, non sono mai usciti, ma hanno presentato nel corso degli anni istanze varie, fra cui una richiesta di grazia (poi ritirata) al presidente della Repubblica. Tutte vicende che hanno riaperto le ferite mai rimarginate dei familiari delle vittime.

"Dietro la Uno bianca c’era solo la targa", disse in aula Fabio Savi in una frase diventata famosa. Un modo per dire che non c’era alcun terzo livello, servizi segreti deviati, mafia o chissà cos’altro. Ma in tanti la pensano diversamente: "I Savi hanno cambiato versione più volte – continua Ludovico Mitilini –, non sono credibili. Sulla strage del Pilastro prima hanno detto che spararono ai carabinieri perché temevano di essere fermati e controllati, poi perché volevano impossessarsi delle loro armi. Entrambe versioni inverosimili. Poi ci sono tante altre stranezze: la pattuglia dell’Arma doveva sorvegliare l’ex scuola Romagnoli, ma si allontanò per andare in via Casini, luogo dell’agguato, cosa che non poteva fare. Perché lo fece? E perché non fu mai trovato il foglio di servizio? E ancora: chi era il quarto uomo sull’Alfa 33 visto da diversi testimoni?". La conclusione è lapidaria: "Fu una trappola, quei tre giovani carabinieri dovevano morire. Strategia della tensione? Eversione? Servizi segreti deviati? Mandanti occulti? Non lo so, a questo punto non posso escludere nulla. Quel che è certo è che ci sono complici dei Savi ancora fuori. Ecco perché bisogna riaprire le indagini. Vogliamo la verità. Tutta la verità".

www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/strage-del-pilastro-trent-anni-di-dubbi-e-dolore-bisogna-riaprire-le-indagini-sulla-uno-bianca-1...
------------------------------------
“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
ONLINE
Post: 29.405
Città: ROMA
Età: 52
Sesso: Maschile
05/08/2022 15:51
 
Quota

i 24mila euro ritrovati nella cuccia del cane della villa della Cirinnà e del sindaco di Fiumicino [SM=g7557] penso vincano pe distacco come mistero estate 2022.
Adesso lei li vorrebbe intascare come tesoro ritrovato nel fondo del proprietario..ma li potrebbero reclamà pure il figlio che ordino ' gli scavi e l'operaio che materialmente li trovò.
E sti soldi in taglie da 500 euro fuori corso dal 2019 chissà da dove arrivano.

Poi ci sarebbe pure il caso di Bochicchio, l'amico di Malagò che truffò un pò di amici degli amici tra cui Conte Antonio, Lippi, El Shaarawy... Hanno trovato il dna dopo un mese..adesso vorrebbero capi' se è stato un incidente casuale o voluto..Ma c'è pure chi ha ancora grossi dubbi su sto dna.

------------------------------------
“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
OFFLINE
Post: 28.045
Città: ROMA
Età: 55
Sesso: Maschile
18/01/2023 16:56
 
Quota

Sull''arresto di Matteo Messina Denaro dico solo che quando è uscita la notizia e ho rivisto i "rendering" girati per anni e anni, su "come potrebbe essere" sono saltato sulla sedia.

E' il sosia di Andrea Pelagatti youtuber sulla AS Roma [SM=x2478856]

Er gemello cazzo.
[SM=g8806]

EDIT - mmmm forse lo dovevo postare sul topic delle somiglianze.
[Modificato da giove(R) 18/01/2023 16:57]


OFFLINE
Post: 15.946
Età: 41
Sesso: Maschile
18/01/2023 17:01
 
Quota

Piglia pure Ballardini
--------------------------------------------------------
Sono la rovina della Roma


OFFLINE
Post: 5.320
Città: ROMA
Età: 48
Sesso: Maschile
18/01/2023 17:14
 
Quota

al contrario di altri boss trovati nei buchi degli armadi alla fine questo la latitanza se la godeva abbastanza.
Tacci sua
OFFLINE
Post: 28.045
Città: ROMA
Età: 55
Sesso: Maschile
18/01/2023 19:27
 
Quota

Re:
jandileida23, 18/01/2023 17:01:

Piglia pure Ballardini



adesso.
ma se tu pensi ai rendering 'ipotetici' che giravano fino a una settimana fa è Pelagatti


OFFLINE
Post: 20.808
Città: ROMA
Età: 41
Sesso: Maschile
18/01/2023 22:08
 
Quota

Anni fa leggevo che si era fatto un intervento di chirurgia estetica per non essere riconoscibile. Anche se poi si sapeva da tempo tutto viste le numerose dichiarazioni dei pentiti in questi anni. Che sceneggiata...
OFFLINE
Post: 28.045
Città: ROMA
Età: 55
Sesso: Maschile
24/01/2023 22:16
 
Quota

ogni volta che vedo apparire questo topic mi viene da canticchiare La terra dei cachi, giuro... quanti problemi irrisooooooltiii ma un cuore grande cosììììììì


ONLINE
Post: 29.405
Città: ROMA
Età: 52
Sesso: Maschile
19/07/2023 13:28
 
Quota

Scomparso Andrea Purgatori..uno dei pochi rimasti a fare giornalismo d'inchiesta


Rip
------------------------------------
“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | « 2 3 4 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 14:07. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com