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Nel nome di un Dio...

Ultimo Aggiornamento: 19/01/2017 15:24
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28/08/2010 13:17
 
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il medioevo nei nostri giorni
apro questo topic dove potremo postare (in modo attinenete e non strumentale) giuste osservazioni, denunce, commenti, ecc su tutte le brutture compiute nel nome di qualsiasi religione.

la notizia del giorno ovviamente è questa:

Dite a tutto il mondo che ho paura di morire.


Ma come fanno a prepararsi a mirare al mio viso e alle mie mani, a lanciarmi delle pietre? Perché? Sono Sakineh Mohammadi-Ashtiani. Dite a tutto il mondo che ho paura di morire. Dalla prigione di Tabriz ringrazio quelli che pensano a me". Sono le ultime parole credibili con le quali la donna iraniana di 43 anni, madre di due figli, chiede aiuto. Condannata per adulterio e per complicità nell'omicidio del marito, dopo quelle frasi uscite tramite un'organizzazione umanitaria dal carcere, Sakineh è stata costretta a una finta confessione in tv e il suo avvocato, Mohammed Mostafei, è dovuto fuggire in Norvegia.

Ma da quando Mostafei ha fatto conoscere al mondo la vicenda di Sakineh, si sono moltiplicati gli appelli e le richieste anche ufficiali al governo di Teheran perché la donna non venga uccisa. L'ultima iniziativa, che da oggi si può firmare su Repubblica. it, è una lettera di intellettuali francesi che chiedono a Teheran di "mettere fine a questo genere di metodi come a questo castigo iniquo e barbaro", invocando anche "il rispetto della dignità e della libertà di tutte le iraniane oppresse o minacciate". Fra i firmatari, il sociologo Edgar Morin, gli storici Elisabeth Roudinesco e Max Gallo, lo scrittore Marek Halter, i filosofi Daniel Schiffer e Michel Serres.A seguito della mobilitazione internazionale delle ultime settimane contro la sua esecuzione della, l'Ambasciata iraniana a Londra ha rilasciato una dichiarazione l'8 luglio 2010, affermando che la condanna di Sakineh Mohammadi Ashtiani non sarebbe stata eseguita tramite lapidazione. Tuttavia, la sua posizione legale non è chiara, dal momento che il suo avvocato non ha ricevuto alcuna comunicazione ufficiale sulla commutazione della sua condanna a morte.

Durante il processo, Sakineh Mohammadi Ashtiani ha ritrattato una "confessione" rilasciata sotto minaccia durante l'interrogatorio e ha negato l'accusa di adulterio. Due dei cinque giudici hanno ritenuto la donna non colpevole, facendo presente che era già stata sottoposta a fustigazione e aggiungendo di non aver trovato le necessarie prove di adulterio a suo carico. Tuttavia, i restanti tre giudici, tra cui il presidente del tribunale, l'hanno ritenuta colpevole sulla base della "conoscenza del giudice", una disposizione della legge iraniana che consente ai giudici di esprimere il loro giudizio soggettivo e verosimilmente arbitrario di colpevolezza anche in assenza di prove certe e decisive. Giudicata colpevole dalla maggioranza dei cinque giudici, Sakineh Ashtiani Mohammadi è stata condannata alla lapidazione.



Come morirebbe Sakineh, condannata alla lapidazione, se la pressionedell' opinione pubblica internazionale non riuscisse a bloccare la manoai suoi carnefici (è attesa per oggi la sentenza sul riesame del caso)?Avvolta in un sudario bianco, verrebbe sepolta fino al petto e uccisa daparenti e astanti a colpi di pietre, le cui dimensioni dovrebberoessere tali da non consentirle una morte troppo rapida. Dimedia grandezza, le pietre dovrebbero garantire la durata media dell'esecuzione: circa trenta minuti. Che l'orrore senza pari suscitato daquesta esecuzione sia dovuto alla sua barbarie è ovvio: ma forse adaccrescerlo gioca anche un'altra considerazione, che come spesso accade èlegata alla storia. La lapidazione non è mai entrata a far parte dellanostra cultura giuridica. Nel mondo classico, nel quale affondano leradici del nostro diritto, «il chitone di pietre» (come lo chiamaEttore, nell'Iliade) era una forma di giustizia popolare al di fuori diogni controllo istituzionale, che non fu accolto nel «giardino deisupplizi» né greco né romano. La morte con la pietra era un'esplosionedi rabbia popolare, veniva inflitta da gruppi spontanei, senzaaccertamenti preliminari della colpevolezza. Non era un'istituzionegiuridica: a «fare giustizia» non erano dei terzi estranei. Lapartecipazione delle parti offese all'esecuzione era in insanabilecontrasto con l'esigenza dello Stato nascente di superare la fase dellavendetta e di entrare in quella del diritto. Anche per questo ilpensiero della lapidazione ci colpisce in modo particolare. Perché cirimanda a una preistoria del diritto che ci illudevamo di aver persempre superato. Secondo il comitato internazionale contro lalapidazione dal 1979 sono state effettuate 150 lapidazioni.

pubblicata da NO ALLA LAPIDAZIONE DI Sakineh Mohammadi Ashtiani il giorno lunedì 23 agosto 2010 alle ore 23.29



www.amnesty.it/pena_di_morte_Iran_lapidazione_adulterio CLICCATE SUL LINK PER FIRMARE LA PETIZIONE


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03/09/2010 09:23
 
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Il time pubblica alcuni stralci del suo nuovo libro. «tutto può essere nato dal nulla»

Hawking: «Dio non è necessario a spiegare la creazione dell'Universo»

Lo scienziato: «Si è trattato semplicemente di una conseguenza inevitabile delle leggi della fisica»

LONDRA - La creazione dell'universo si può spiegare anche senza l'intervento di Dio, poiché le ultime scoperte scientifiche hanno dimostrato che esistono alternative all'idea che esso sia nato dalla mano divina. Lo sostiene lo scienziato britannico Stephen Hawking nel suo ultimo libro «The Grand Design» (Il progetto grandioso), di cui il Times pubblica alcuni brani.
LEGGI DELLA FISICA - La creazione dell'universo, scrive Hawking, è stata semplicemente una conseguenza inevitabile delle leggi della fisica. «Poiché esistono leggi come quella della gravità - sostiene il matematico nel libro di cui è coautore il fisico americano Leonard Mlodinow - l'universo può essere stato creato dal nulla». Considerando che è altamente probabile che esistano non solo altri pianeti simili alla Terra ma addirittura altri universi, Hawking sostiene che se Dio avesse voluto creare l'universo allo scopo di creare l'uomo, non avrebbe avuto senso aggiungere tutto il resto.

LA RAGIONE UMANA - In questo modo Hawking rivede la teoria espressa in precedenza in «Una breve storia del tempo», in cui aveva sostenuto che non vi fosse incompatibilità tra un Dio creatore e la comprensione scientifica dell'universo. «Se arrivassimo a scoprire una teoria completa sarebbe il trionfo definitivo della ragione umana perché conosceremmo la mente di Dio», aveva scritto nel 1998.
L. S. D.
"Sto lavorando duro per preparare il mio prossimo errore." Bertolt Brecht
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03/09/2010 10:57
 
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Re:
E_Dantes, 03/09/2010 9.23:

Il time pubblica alcuni stralci del suo nuovo libro. «tutto può essere nato dal nulla»

Hawking: «Dio non è necessario a spiegare la creazione dell'Universo»

Lo scienziato: «Si è trattato semplicemente di una conseguenza inevitabile delle leggi della fisica»

LONDRA - La creazione dell'universo si può spiegare anche senza l'intervento di Dio, poiché le ultime scoperte scientifiche hanno dimostrato che esistono alternative all'idea che esso sia nato dalla mano divina. Lo sostiene lo scienziato britannico Stephen Hawking nel suo ultimo libro «The Grand Design» (Il progetto grandioso), di cui il Times pubblica alcuni brani.
LEGGI DELLA FISICA - La creazione dell'universo, scrive Hawking, è stata semplicemente una conseguenza inevitabile delle leggi della fisica. «Poiché esistono leggi come quella della gravità - sostiene il matematico nel libro di cui è coautore il fisico americano Leonard Mlodinow - l'universo può essere stato creato dal nulla». Considerando che è altamente probabile che esistano non solo altri pianeti simili alla Terra ma addirittura altri universi, Hawking sostiene che se Dio avesse voluto creare l'universo allo scopo di creare l'uomo, non avrebbe avuto senso aggiungere tutto il resto.

LA RAGIONE UMANA - In questo modo Hawking rivede la teoria espressa in precedenza in «Una breve storia del tempo», in cui aveva sostenuto che non vi fosse incompatibilità tra un Dio creatore e la comprensione scientifica dell'universo. «Se arrivassimo a scoprire una teoria completa sarebbe il trionfo definitivo della ragione umana perché conosceremmo la mente di Dio», aveva scritto nel 1998.




MA DAI! grazie a Hawking! t'aringrazio na cifra che m'hai aperto l'occhi!
ce potevi aggiunge pure che Dio è una cosa che l'uomo ha inventato solo perchè non vuole accettare che si muore e con la morte finisce tutto.
a Hawking ma ce lo vedi l'uomo così, a pensare e ripensare che tutto quello che fa non varrà nulla, nulla resterà, la roma la fregna li soldi l'amore...
se sarebbe già ammazzato da solo o l'un l'altro, estinto, appena iniziato ad avere un mezzo straccio di cosienza di sè...
[Modificato da giove(R) 03/09/2010 10:57]


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06/09/2010 11:12
 
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MILANO E L'ISLAM
La Lega Nord attacca Tettamanzi
“Moschea? Nei palazzi della curia”Il ministro Maroni boccia la proposta del cardinale: "Io non ne costruisco".
E la Moratti sceglie il silenzio


"Sono il ministro dell'Interno, non un costruttore di moschee". Così Roberto Maroni ha liquidato l'appello dell'arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi, che in un colloquio con Repubblica aveva esortato le istituzioni milanesi a lasciar costruire ai musulmani, "a loro spese e nel pieno rispetto della legalità", un luogo di culto nel capoluogo lombardo. Il ministro Maroni spiega le ragioni della chiusura di quella che fino a due anni fa era la più grande sala di preghiera islamica in città: "Siamo intervenuti sulla cosiddetta moschea di viale Jenner solo perché c'era un problema di ordine pubblico".

Il cardinale aveva sottolineato "il rischio che la politica strumentalizzi questo argomento per aumentare il livello di scontro, aumentando la tensione e senza trovare soluzioni a un problema che si trascina da anni". E infatti, il giorno dopo l'appello, il tema della moschea diventa argomento di campagna elettorale. Il sindaco Letizia Moratti, a chi le chiede un'opinione in merito, svicola: "Questo è già l'anno dedicato alla cultura islamica a Milano, con tante iniziative finalizzate a far conoscere i valori dell'Islam. Credo che si debba lavorare moltissimo su questo tema come "ponte" tra tradizione, storie e culture diverse".

Sulla necessità di realizzare una moschea a Milano è chiarissimo invece il vicesindaco Riccardo De Corato: "Rispetto le opinioni di Tettamanzi, ma per noi la moschea non è una priorità. Finché ci sono interlocutori inaffidabili, un dialogo con gli islamici non può neanche cominciare, dato che si parla di un argomento che non riguarda l'urbanistica ma la sicurezza di Milano innanzitutto, ma anche nazionale".

Anche la Lega si scatena contro l'arcivescovo, che a dicembre aveva già definito "imam". Matteo Salvini, europarlamentare e capogruppo a Palazzo Marino è tagliente: "La moschea non è una priorità né possiamo cedere spazi a chi usa la sua religione per imporre un modo di vivere arretrato di secoli. Se il cardinale ha dimenticato l'occupazione del sagrato del Duomo, ospiti gli islamici nei suoi immensi palazzi".

Gli fa eco Davide Boni, presidente del Consiglio regionale: "I milanesi che quotidianamente vivono a contatto con la comunità musulmana la pensano diversamente da Tettamanzi". Di parere opposto i due candidati sindaci che si sfideranno alle primarie del centrosinistra.

L'avvocato Giuliano Pisapia definisce "triste e deprimente la reazione del ministro Maroni, che dimostra ancora una volta la grave incapacità di affrontare una questione che riguarda la crescita culturale e civile di Milano e dell'intero Paese". E aggiunge: "I lavoratori e cittadini di fede islamica hanno un diritto inalienabile ad avere un luogo dove poter professare la propria fede".

L'architetto Stefano Boeri, sostenuto dal Pd nella corsa alla poltrona del sindaco, rincara la dose: "Una città deve guardare in faccia i problemi, non rimuoverli. In una città moderna e aperta come Milano la dimensione della sacralità andrebbe ospitata in spazi adeguati, pubblici e trasparenti. Anche da noi, come è avvenuto a Parigi o a Londra, dovrebbe nascere un grande centro della cultura islamica che comprenda oltre alla moschea, spazi di incontro e aggregazione. Incontrerò l'architetto Jean Nouvel che ha progettato l'Istituto del mondo arabo di Parigi, per discutere con lui quali potrebbero essere i principi ispiratori di un modello milanese".
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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06/09/2010 16:39
 
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Il nodo moschea
De Corato: "La parola
ai cittadini con referendum"


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Milano, 6 settembre 2010 - Dopo l’appello dell’arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, il vice Sindaco Riccardo De Corato ha rilanciato l’ipotesi di un referendum cittadino prima di autorizzare la costruzione di una moschea in città.
E ha spiegato: "La questione moschea, al di là delle facilonerie e degli slogan non è legata alla libertà di culto nè a una mera opzione urbanistica. Ma investe direttamente la sicurezza di Milano e dello Stato italiano. Se vogliamo essere garantisti fino in fondo lasciamo allora la parola ai milanesi che si esprimano con un referendum".
Il vice Sindaco ha poi ribadito la necessità di un intervento legislativo del ministero dell’Interno che disciplini la nascita di nuovi luoghi di culto islamico: "Se non vogliamo scherzare col fuoco occorre metter alcuni paletti prima di intavolare trattative e discussioni di questo tipo. Punto primo, lo Stato italiano faccia un’intesa con la comunità musulmana e individui chi sono gli interlocutori affidabili. Punto secondo, questi interlocutori vengano garantiti dai Paesi islamici moderati. Punto terzo, si arrivi a una normativa: basta a imam screditati e collusi con il fondamentalismo che fanno sermoni in arabo e incitano alla jihad".
DAVIDE BONI - Sulla questione della moschea, secondo il presidente del consiglio regionale "è necessaria una grande trasparenza da parte di chi la chiede”, quindi del mondo islamico. “Dopodiche’ - ha detto - potremo ragionare e anche i cittadini avranno il tempo di decidere”. Boni ha inoltre spiegato: “Il cardinale Tettamanzi è un ministro di Dio e parla di religione per cui fa bene a dire quello che dice, noi però come amministrazione abbiamo il compito di andare incontro ai cittadini. Qui non e’ un problema di vietare la religione, il problema e’ avere la garanzia che chi e’ sul territorio abbia la responsabilità perchè inseriamo con una cultura fortemente diversa qualcosa di nuovo”. Secondo il presidente dell’assemblea lombarda “il rischio di affrettare tutto è quello di arrivare a un grande scontro”. “Questo problema - ha concluso - non lo abbiamo con le altre religioni, ma solo con il mondo islamico, è evidente che c’è un approccio diverso”.

MASSIMO CACCIARI - L'ex sindaco di Venezia ha risposto con queste parole al cardinale Tettamanzi: "Certo che ha ragione. Basta però che la moschea se la facciano. Mica deve pagarla il Comune. Se la devono pagare loro". Secondo Cacciari, il ministro Maroni, nel dire che non è compito suo costruire moschee "ha ragione. Ha dato una risposta villana, però ha ragione. La moschea se la devono fare le comunità musulmane".


ANDREA RONCHI - Il ministro per le Politiche Europee ha detto: "Quando si parla di costruire una nuova moschea a Milano, è fondamentale ascoltare la voce dei milanesi, rispettarne il sentire più profondo ed evitare iniziative che possano far lievitare la conflittualità sociale". E ha concluso: "Prima di qualunque iniziativa è necessario avere la certezza che la moschea sia davvero un luogo di culto e non il centro di una propaganda fondamentalista o di una educazione parallela, difforme dai valori profondi della nostra nazione. Inoltre i cittadini milanesi non possono soffrire per eventi calati dall’alto ma devono poter esprimere la loro opinione su un tema cosi’ delicato".
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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06/09/2010 23:39
 
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Re: Re:
giove(R), 03/09/2010 10.57:

nulla resterà, la roma la fregna li soldi l'amore...



giove filosofo [SM=g27985]


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08/09/2010 11:44
 
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"L'11 settembre bruciamo il Corano"

Pastore evangelico preoccupa la Casa Bianca

Terry Jones pronto all'azione ostile nonostante gli appelli del generale Petraeus e del segretario Nato Rasmussen. "Conseguenze nefaste per le truppe in Afghanistan". Dalle comunità religiose appello comune alla tolleranza. Osservatore Romano: in pericolo le minoranze cristiane. Ma il sindaco di New York osserva: "E' un suo diritto costituzionale"

repubblica.it -WASHINGTON - Prima glielo ha chiesto il generale Petraeus, poi la Nato e appelli a fare marcia indietro arrivano da tutto il mondo cattolico impegnato nelle aree a rischio. Adesso anche la Casa Bianca si dice "preoccupata". Ma il pastore evangelico Terry Jones non sembra intenzionato a cambiare idea: l'11 settembre copie del Corano in fiamme per ricordare le vittime dell'attentato alle Torri Gemelle, anche se a pagare le conseguenze di una così palese manifestazione di ostilità potrebbero essere i soldati americani di stanza in Afghanistan e le minoranze cristiane nei paesi musulmani.

Jones, pastore del World Dove Outreach Center di Gainesville, Florida, ha ribadito le sue intenzioni in una intervista alla Cnn. "Gli Stati Uniti - dice nell'intervista - affrontano un nemico con il quale non si può dialogare, un nemico a cui bisogna dare una dimostrazione di forza". Secondo il pastore, l'iniziativa non è una dimostrazione di odio, ma "un avvertimento sulla minaccia rappresentata dall'Islam".

Sembra essere caduto nel vuoto l'appello del generale David Petraeus, comandante delle forze Usa in Afghanistan, per il quale l'iniziativa di Jones potrebbe moltiplicare i rischi per la sicurezza dei suoi soldati. E' "proprio il tipo di azione che i talebani utulizzano e che quindi può causare seri problemi - aveva spiegato il generale - non solo qui ma in ogni parte del mondo in cui abbiamo a che fare con la comunità islamica". L'11 settembre non è ancora arrivato, ma i timori di Petraeus sono già fondati. La notizia dell'esortazione al falò lanciato da Terry Jones ha spinto già ieri centinaia di persone a manifestare a Kabul. Altre proteste hanno avuto luogo anche tra le comunità musulmane che vivono negli Usa e davanti all'ambasciata americana a Giacarta, in Indonesia.

L'improvviso aumento della tensione ha indotto così anche il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, a farsi sentire. L'iniziativa di Terry Jones "rischia di avere conseguenze nefaste sulla sicurezza delle truppe della Nato in Afghanistan", fa sapere Rasmussen, aggiungendo che simili ostentazioni di ostilità sarebbero contro i "valori" dell'Alleanza Atlantica "in nome dei quali ci battiamo".

Il potenziale di enorme danno di un gesto che in un altro clima potrebbe essere bollato solo di stupidità e razzismo viene colto soprattutto in America. Tanto che i leader delle principali comunità religiose di tutte le fedi presenti nel Paese hanno rivolto oggi da Washington un appello comune per la tolleranza e contro ogni "mentalità bigotta", invitando i fedeli di tutte le loro chiese, parrocchie, comunità e gruppi religiosi a ricordarsi che "come dice il primo emendamento, l'America è la terra della libertà". In una conferenza stampa congiunta alla quale hanno preso parte rappresentanti cattolici, evangelici, episcopali, protestanti, islamici, induisti e di ogni altra fede presente negli Stati Uniti, i leader religiosi hanno sottolineato i rischi a cui può portare "l'ondata di islamofobia" in atto negli Stati Uniti in questo ultimo periodo. "Tutti noi - ha ricordato il l'arcivescovo di Washington, Theodore McCarrick - abbiamo la responsabilità di ricordare, come già fece Martin Luther King, che la libertà religiosa ha portato genti bellissime ad approdare sulle coste americane e che è al fondamento di questa Nazione. Una società basata sull'odio non fa parte dell'America".

Va invece controcorrente, in nome delle libertà costituzionali, il sindaco di New York Michael
Bloomberg: si tratta di una azione "disgustosa", ha detto, ma il pastore "ha il diritto di farlo". Bloomberg ha aggiunto di essere sicuro che il pastore non gradirebbe l'atto di veder bruciato un libro che considera sacro. "Ma la sua azione è protetta dal diritto alla libertà di espressione - ha aggiunto il sindaco di New York - non possiamo applicare tale diritto solo alle situazioni che approviamo". Bloomberg era stato contestato dalle frange anti-islamiste più estreme negli Usa per aver difeso la costruzione di una moschea vicino al sito di Ground Zero, in nome della tolleranza religiosa. E in questo caso utilizza un principio analogo per difendere una scelta di campo opposto, che proprio nulla ha a che fare con la tolleranza.

E sulla vicenda interviene anche l'Osservatore Romano, lanciando il suo appello: "Nessuno bruci il
Corano". Lo slogan nel titolo di un articolo in cui si racconta dell'impegno profuso contro l'iniziativa di Terry Jones dalla Chiesa cattolica in varie parti del mondo, soprattutto in Asia. "Nei giorni scorsi - riferisce il giornale vaticano - era stato il cardinale arcivescovo di Bombay, Oswald Gracias, a intervenire. Alla voce del porporato si era unita poi quella del presidente della Conferenza episcopale in Pakistan, l'arcivescovo di Lahore Lawrence John Saldanha". Il presidente del Pakistan Christian Congress, Nazir Bhatti, tra gli altri, ha chiesto alla comunità evangelica di annullare l'iniziativa, in quanto "potrebbe nuocere gravemente alle minoranze cristiane nei Paesi a maggioranza musulmana" riporta l'Osservatore Romano.

Viva preoccupazione è stata espressa anche in Indonesia, che conta la comunità musulmana più numerosa nel mondo. Qui la Conferenza episcopale ha organizzato nei giorni scorsi un incontro con alcuni leader musulmani, nel quale è stata ribadita la necessità del reciproco rispetto tra le fedi. "Continueremo a pregare perché non accada nulla di spiacevole - ha dichiarato all'Osservatore Romano il vescovo di Bandung, Johannes Maria Trilaksyanta Pujasumarta - né in Indonesia né nel resto del mondo, a causa di questo atto irresponsabile".

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09/09/2010 20:10
 
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Rogo Corano: Interpol, sono possibili attacchi
L'Interpol mette in guardia contro la ''forte possibilita' di attacchi violenti''



ansa- ROMA - Tensione alle stelle alla vigilia dell'annunciato rogo del Corano da parte del pastore Terry Jones: l'Interpol ha diramato un'allerta globale su possibili attentati terroristici e attacchi contro innocenti, mentre il dipartimento di Stato Usa ha messo in guardia gli americani in tutto il mondo. I talebani annunciano: "Colpiremo tutti i cristiani". Per Barack Obama, l'iniziativa di Jones aiuta al Qaida: "L'iniziativa fa il gioco di al Qaida e mette veramente in pericolo i militari in Iraq e Afghanistan. Ci potrebbero essere gravi violenze in luoghi come Pakistan o Afghanistan", ha detto il presidente Usa, poche ore prima che Interpol e dipartimento di Stato americano elevassero il livello di guardia.
L'Interpol ha diramato l'allarme attentati ai 188 Paesi membri dell'organizzazione su richiesta del ministro degli Interni pachistano: "Non siamo in possesso di alcun dettaglio particolare sulla forma che potrebbero prendere questi attacchi terroristici - sottolinea il segretario generale di Interpol, Ronald K. Noble - è chiaro che se il progetto di bruciare il Corano si realizzasse come previsto, ci saranno conseguenze tragiche, che potrebbero costare la vita a numerosi innocenti". L'organizzazione stigmatizza l'iniziativa di Jones, "una provocazione" che dovrebbe essere evitata in un giorno come l'11 settembre, soprattutto da parte di un cittadino Usa. Nelle prossime ore, il quartier generale dell'Interpol sarà in stato di massima allerta, con l'ordine di trattare con urgenza ogni evento collegato al previsto rogo delle copie del Corano. L'allerta è stata diramata dopo le notizie di possibili attacchi riferite dal ministro dell'Interno pachistano, Rehman Malik. Anche il premier iracheno Nouri al-Maliki ha avvertito che il rogo del Corano, una azione "orribile", potrebbe essere preso come pretesto dagli estremisti per compiere altri omicidi". Un timore condiviso dall'Fbi, che immagina "rappresaglie". A concretizzare le preoccupazioni un portavoce dei Talbani in Afghanistan: "Se in Florida bruceranno il Corano, noi colpiremo tutti i cristiani, anche se sono innocenti, perché il Corano è il nostro libro sacro e non vogliamo che nessuno lo bruci".
Il dipartimento di Stato Usa ha messo in allerta i cittadini americani nel mondo e quelli che intendono recarsi all'estero. Washington ha chiesto alle sue ambasciate di preparare piani di sicurezza in vista di possibili dimostrazioni di protesta. Una è già in programma a Londra, dove militanti radicali islamici hanno annunciato che bruceranno le bandiere a stelle e strisce davanti all'ambasciata Usa. Un appello in tal senso è stato diffuso anche ai militanti negli Stati Uniti, in Belgio, Irlanda, Libano e Indonesia. A conferma di un clima sempre più surriscaldato, che evoca quello che accompagnò la pubblicazione delle vignette su Maometto, vicenda che scatenò violenze in tutto il mondo, l'Organizzazione della Conferenza islamica (Oci), esprimendo "grave preoccupazione" per l'iniziativa di Jones, sottolinea il clima "spiacevole ed emotivamente volatile" in tutto il mondo ed invita il pastore a fare un passo indietro. Intanto, il provider web che ospitava il sito della chiesa di Jones ha deciso di oscurare le pagine web. L'Associated Press, da parte sua, annuncia che non diffonderà le immagini del rogo
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13/09/2010 17:06
 
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ROGO CORANO: 13 MORTI IN INDIA, ASSALTATA SCUOLA CRISTIANA

(AGI) - Srinagar (India), 13 set. - Almeno 13 morti nel Kashmir indiano nelle proteste contro il falo' dei Corani minacciato e poi annullato da un pastore americano. I manifestanti hanno assaltato e incendiato una scuola missionaria cristiana. Negli scontri nella regione a maggioranza musulmana ci sono stati anche 75 feriti. La folla scandiva slogan contro gli Stati Uniti e i dissacratori del libro sacro dell'Islam.
Tra le vittime, almeno 7 sono morte negli scontri con la polizia intervenuta dopo che migliaia di dimostranti musulmani hanno incendiato la scuola cristiana ed alcuni edifici governativi nei distretti di Budgam e Tangmarg. La polizia ha riferito che le manifestazioni, a cui hanno partecipato migliaia di persone, si sono trasformate in proteste separatiste contro il governo centrale. Negli ultimi tre mesi ci sono stati 83 morti nelle violenze alimentate dai gruppi secessionisti.
Il pastore americano Terry Jones aveva deciso all'ultimo momento di annullare il rogo in occasione del nono anniversario dell'11 settembre, ma due predicatori evangelici hanno dato fuoco a due copie del corano nel Tennessee e ci sarebbero stati anche altri emuli a New York.
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11/11/2010 19:08
 
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Gaffe di Michelle Obama: stringe mano
a ministro indonesiano. Ma non può



GIAKARTA (10 novembre) - Il rispetto e l'oltraggio delle tradizioni. La visita di Michelle Obama (ovviamente, al fianco del marito Barack) ha significato entrambe le cose.
La first lady statunitense ha dimostrato grande rispetto per l'Islam e i costumi del paese meta del viaggio presidenziale, indossando il velo, ma anche fatto una gaffe che ha scatenato una vera e propria bufera mediatica. Michelle ha teso la mano all'ultraconservatore ministro dell'Informazione indonesiana,Tifatul Sembiring. E lui gliel'ha stretta. Il gesto, però, va contro i dettami dell'Islam.

"Mi ha costretto a farlo" si è giustificato il ministro, che faceva parte della delegazione che ha accolto gli Obama a Giakarta. Lo riferisce la stampa indonesiana. Il ministro è solito non stringere la mano alle donne con cui non ha stretti legami di parentela, come da precetto dell'Islam più tradizionalista. Ieri però, Sembering faceva parte della delegazione che ha accolto gli Obama al loro arrivo a Giakarta. La stretta di mani con Michelle è finita su Youtube, scatenando un putiferio mediatico e costringendo il ministro a rispondere ai suoi sostenitori, via Twitter. «Ho cercato di evitare (di essere toccato) ma la signora Michelle teneva le mani troppo tese verso di me, ci siamo toccati», ha detto Sembering alle decine di migliaia di persone che lo seguono su Twitter.

Tra i tanti che hanno commentato, per la gran parte si tratta di sostenitori irati per il gesto, anche una giornalista indonesiana alla quale finora il ministro ha rifiutato di stringere la mano: «Sono certa che ora non potrà più evitarlo». Il ministro dell'Informazione, presidente del partito della giustizia e della prosperità (Pks), è molto popolare nel Paese: la sua ultima iniziativa è una legge, entrata in vigore l'11 agosto scorso, che bandisce il porno dal web, imponendo ai provider indonesiani il blocco dei contenuti 'hot'.

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Vietato stringere la mano alle donne con cui nn si hanno vincoli di parentela... [SM=g27993]

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Liberata Sakineh". Ma Teheran tace


Gli attivisti: scarcerata col figlio.
Ma per ora mancano conferme
.
Frattini: "Vincono i diritti umani"

Lastampa- ROMA
E' giallo sulla liberazione di Sakineh. Secondo alcune fonti l’ iraniana condannata alla lapidazione per adulterio e per la cui salvezza si sono mobilitati governi e attivisti per i diritti umani in Occidente con iniziative senza precedenti, sarebbe stata rilasciata insieme al figlio e all’avvocato e sarebbe già a casa a Tabriz.

La notizia è stata riferita dal Comitato internazionale contro la lapidazione, ma fonti diplomatiche contattate dall’agenzia Ansa hanno detto di non aver raccolto per il momento alcuna conferma. La televisione in inglese PressTv si è limitata ad annunciare un programma sulla vicenda per domani sera, ma senza confermare la notizia del rilascio.

In uno spezzone si vede una donna presentata come Sakineh, ma appesantita rispetto ad altre immagini trasmesse in passato, che afferma: «Abbiamo pianificato l’uccisione di mio marito». In un’altra immagine si vede la stessa donna nel cortile di una casa. «Sakineh è stata liberata ieri, ma non sono ancora riuscita a parlare con lei», ha detto Mina Ahadi, presidente del Comitato contro la lapidazione. Ma sulle date è giallo.

Per un altro componente dello stesso comitato, Taher Dyafarizd, Sakineh avrebbe lasciato il carcere oggi. Con la donna - e qui le fonti concordano - sono stati rilasciati il figlio, Sajjad Ghaderzadeh, e il suo avvocato, Javid Hutan-Kian, che erano stati arrestati il 10 ottobre scorso con due giornalisti tedeschi della Bild am Sonntag che li stavano intervistando. Nessuna notizia però sulla sorte di questi ultimi. Due giorni fa il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Ramin Mehman-Parast, aveva detto che la diplomazia di Teheran stava «seguendo» una richiesta della Germania perchè i giornalisti, la cui identità non è mai stata resa nota, potessero «essere riuniti alle loro famiglie per Natale». Lo stesso Comitato contro la lapidazione aveva dato notizia il 2 novembre scorso che Sakineh sarebbe stata molto probabilmente impiccata il giorno seguente. Ma il giorno dopo le autorità iraniane avevano detto che la donna era «in ottima salute» e che nessuna esecuzione era stata programmata, perchè il caso non era ancora chiuso in sede giudiziaria.

Anche se la notizia non è ancora stata confermata, immediate e unanimi sono arrivate le reazioni di soddisfazione di esponenti di tutte le forze politiche italiane. «È una bella giornata per i diritti umani», ha commentato il ministro degli Esteri, Franco Frattini. «L’Iran ha mostrato quel gesto di comprensione e clemenza che auspicavamo e lo ha fatto nell’esercizio delle proprie prerogative di Stato sovrano», ha aggiunto, spiegando che anche la Farnesina sta cercando conferme ufficiali. Dall’Iran, infatti, non c’è stato alcun annuncio da parte delle autorità.

La vicenda
Sakineh Mohammadi-Ashtiani, 43 anni, di Tabriz, era stata condannata nel 2006 alla lapidazione per adulterio. L’esecuzione è stata sospesa nel luglio scorso, ma la donna era in attesa di sentenza in un altro processo in cui era accusata dell’uccisione del marito, imputazione che avrebbe potuto costarle la condanna a morte per impiccagione. Il 22 novembre scorso, tuttavia, Mohammad Javad Larijani, capo del Consiglio per i diritti umani dell’apparato giudiziario iraniano, aveva detto che vi erano «buone probabilità» che venisse salvata la vita della donna. Il 15 novembre Sakineh, il figlio, l’avvocato e i due giornalisti tedeschi erano stati mostrati in un programma della televisione di Stato iraniana in cui facevano alcune ’confessionì. La donna, in particolare, affermava di essere «una peccatrice».
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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Re:
Sound72, 09/12/2010 23.08:

Liberata Sakineh". Ma Teheran tace


Gli attivisti: scarcerata col figlio.
Ma per ora mancano conferme
.
Frattini: "Vincono i diritti umani"

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E' giallo sulla liberazione di Sakineh. Secondo alcune fonti l’ iraniana condannata alla lapidazione per adulterio e per la cui salvezza si sono mobilitati governi e attivisti per i diritti umani in Occidente con iniziative senza precedenti, sarebbe stata rilasciata insieme al figlio e all’avvocato e sarebbe già a casa a Tabriz.

La notizia è stata riferita dal Comitato internazionale contro la lapidazione, ma fonti diplomatiche contattate dall’agenzia Ansa hanno detto di non aver raccolto per il momento alcuna conferma. La televisione in inglese PressTv si è limitata ad annunciare un programma sulla vicenda per domani sera, ma senza confermare la notizia del rilascio.

In uno spezzone si vede una donna presentata come Sakineh, ma appesantita rispetto ad altre immagini trasmesse in passato, che afferma: «Abbiamo pianificato l’uccisione di mio marito». In un’altra immagine si vede la stessa donna nel cortile di una casa. «Sakineh è stata liberata ieri, ma non sono ancora riuscita a parlare con lei», ha detto Mina Ahadi, presidente del Comitato contro la lapidazione. Ma sulle date è giallo.

Per un altro componente dello stesso comitato, Taher Dyafarizd, Sakineh avrebbe lasciato il carcere oggi. Con la donna - e qui le fonti concordano - sono stati rilasciati il figlio, Sajjad Ghaderzadeh, e il suo avvocato, Javid Hutan-Kian, che erano stati arrestati il 10 ottobre scorso con due giornalisti tedeschi della Bild am Sonntag che li stavano intervistando. Nessuna notizia però sulla sorte di questi ultimi. Due giorni fa il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Ramin Mehman-Parast, aveva detto che la diplomazia di Teheran stava «seguendo» una richiesta della Germania perchè i giornalisti, la cui identità non è mai stata resa nota, potessero «essere riuniti alle loro famiglie per Natale». Lo stesso Comitato contro la lapidazione aveva dato notizia il 2 novembre scorso che Sakineh sarebbe stata molto probabilmente impiccata il giorno seguente. Ma il giorno dopo le autorità iraniane avevano detto che la donna era «in ottima salute» e che nessuna esecuzione era stata programmata, perchè il caso non era ancora chiuso in sede giudiziaria.

Anche se la notizia non è ancora stata confermata, immediate e unanimi sono arrivate le reazioni di soddisfazione di esponenti di tutte le forze politiche italiane. «È una bella giornata per i diritti umani», ha commentato il ministro degli Esteri, Franco Frattini. «L’Iran ha mostrato quel gesto di comprensione e clemenza che auspicavamo e lo ha fatto nell’esercizio delle proprie prerogative di Stato sovrano», ha aggiunto, spiegando che anche la Farnesina sta cercando conferme ufficiali. Dall’Iran, infatti, non c’è stato alcun annuncio da parte delle autorità.

La vicenda
Sakineh Mohammadi-Ashtiani, 43 anni, di Tabriz, era stata condannata nel 2006 alla lapidazione per adulterio. L’esecuzione è stata sospesa nel luglio scorso, ma la donna era in attesa di sentenza in un altro processo in cui era accusata dell’uccisione del marito, imputazione che avrebbe potuto costarle la condanna a morte per impiccagione. Il 22 novembre scorso, tuttavia, Mohammad Javad Larijani, capo del Consiglio per i diritti umani dell’apparato giudiziario iraniano, aveva detto che vi erano «buone probabilità» che venisse salvata la vita della donna. Il 15 novembre Sakineh, il figlio, l’avvocato e i due giornalisti tedeschi erano stati mostrati in un programma della televisione di Stato iraniana in cui facevano alcune ’confessionì. La donna, in particolare, affermava di essere «una peccatrice».




Sakineh: tv Iran smentisce liberazione
'A casa solo per realizzare un programma'



TEHERAN - La televisione iraniana in inglese PressTv ha smentito oggi il rilascio di Sakineh Mohammadi-Ashtiani, sottolineando che la donna e' stata portata nella sua abitazione solo per realizzare un programma che sara' trasmesso questa sera. Il ministro degli Esteri Franco Frattini: ''Estremamente delusi, ora clemenza''.

La notizia della liberazione della donna, condannata alla lapidazione per adulterio e in attesa di sentenza in un processo per l'uccisione del marito, era stata data ieri sera dal Comitato internazionale contro la lapidazione, con sede in Germania. Il rappresentante del Comitato in Italia aveva detto che Sakineh e suo figlio, Sajjad Ghaderzadeh, anch'egli arrestato nell'ottobre scorso, erano stati visti nel cortile della loro casa di Tabriz, nel nord-ovest dell'Iran. La televisione PressTv aveva effettivamente diffuso fotografie di Sakineh e del figlio nella casa. Ma 'contrariamente ad una vasta campagna di propaganda da parte dei mezzi di informazione occidentali secondo cui l'assassina Sakkineh Mohammadi-Ashtiani e' stata rilasciata - spiega oggi sul suo sito PressTv - una nostra equipe televisiva, ha concordato con l'autorita' giudiziaria di seguire la Ashtiani nella sua abitazione per produrre una ricostruzione video dell'omicidio sulla scena del delitto''. Il Comitato internazionale contro la lapidazione aveva annunciato il 2 novembre scorso anche l'impiccagione per il giorno dopo di Sakineh.

FRATTINI, VOGLIAMO VEDERLA LIBERA - ''Vogliamo vedere Sakineh libera''. Lo ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini, rispondendo a una domanda sulla smentita di Teheran alla notizia della liberazione della donna iraniana condannata a morte. ''Ovviamente - ha aggiunto il ministro - siamo fortemente delusi da questo annuncio fatto dai diretti interessati, ma devo dire che conoscendo l'Iran, non mi stupisco''. ''Purtroppo come spesso accade con gli iraniani le docce fredde seguono le buone notizie'', siamo ''estremamente delusi'', ma ''la nostra posizione non cambia: chiediamo un gesto di clemenza per Sakineh''. Lo ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini, commentando la smentita della tv iraniana della notizia della liberazione della donna condannata a morte per cui si e' mobilitata la comunita' internazionale.

............

Ieri quando è uscita questa notizia su tutti i siti e giornali non solo romani.."la gioia di Frattini e Totti"..mo passi per Frattini ma Totti che c'entra con Sakineh??
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Re: Re:
Sound72, 10/12/2010 10.56:




Sakineh: tv Iran smentisce liberazione
'A casa solo per realizzare un programma'



TEHERAN - La televisione iraniana in inglese PressTv ha smentito oggi il rilascio di Sakineh Mohammadi-Ashtiani, sottolineando che la donna e' stata portata nella sua abitazione solo per realizzare un programma che sara' trasmesso questa sera. Il ministro degli Esteri Franco Frattini: ''Estremamente delusi, ora clemenza''.

La notizia della liberazione della donna, condannata alla lapidazione per adulterio e in attesa di sentenza in un processo per l'uccisione del marito, era stata data ieri sera dal Comitato internazionale contro la lapidazione, con sede in Germania. Il rappresentante del Comitato in Italia aveva detto che Sakineh e suo figlio, Sajjad Ghaderzadeh, anch'egli arrestato nell'ottobre scorso, erano stati visti nel cortile della loro casa di Tabriz, nel nord-ovest dell'Iran. La televisione PressTv aveva effettivamente diffuso fotografie di Sakineh e del figlio nella casa. Ma 'contrariamente ad una vasta campagna di propaganda da parte dei mezzi di informazione occidentali secondo cui l'assassina Sakkineh Mohammadi-Ashtiani e' stata rilasciata - spiega oggi sul suo sito PressTv - una nostra equipe televisiva, ha concordato con l'autorita' giudiziaria di seguire la Ashtiani nella sua abitazione per produrre una ricostruzione video dell'omicidio sulla scena del delitto''. Il Comitato internazionale contro la lapidazione aveva annunciato il 2 novembre scorso anche l'impiccagione per il giorno dopo di Sakineh.

FRATTINI, VOGLIAMO VEDERLA LIBERA - ''Vogliamo vedere Sakineh libera''. Lo ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini, rispondendo a una domanda sulla smentita di Teheran alla notizia della liberazione della donna iraniana condannata a morte. ''Ovviamente - ha aggiunto il ministro - siamo fortemente delusi da questo annuncio fatto dai diretti interessati, ma devo dire che conoscendo l'Iran, non mi stupisco''. ''Purtroppo come spesso accade con gli iraniani le docce fredde seguono le buone notizie'', siamo ''estremamente delusi'', ma ''la nostra posizione non cambia: chiediamo un gesto di clemenza per Sakineh''. Lo ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini, commentando la smentita della tv iraniana della notizia della liberazione della donna condannata a morte per cui si e' mobilitata la comunita' internazionale.

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Ieri quando è uscita questa notizia su tutti i siti e giornali non solo romani.."la gioia di Frattini e Totti"..mo passi per Frattini ma Totti che c'entra con Sakineh??




Si mosse con vari interventi a suo favore insieme a Rosella Sensi.
Nonostante quello che si dice in giro è conosciuto più lui nel mondo che tutta la squadra per cui gioca.
La Repubblica Islamica arrivò addirittura a dire che avrebbe boicottato Totti e la Roma.
“La foto del capitano della Roma, per iniziativa di alcuni di loro, comparira’ presto nelle campagne on-line per salvare la vita della donna, visto il grande successo che il calciatore riscuote tra la popolazione iraniana”, si scrisse all'epoca.
Quindi ieri la notizia di questa presunta liberazione è stata subito riportata al Capitano.
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Re: Re:
Sound72, 10/12/2010 10.56:




Sakineh: tv Iran smentisce liberazione
'A casa solo per realizzare un programma'



TEHERAN - La televisione iraniana in inglese PressTv ha smentito oggi il rilascio di Sakineh Mohammadi-Ashtiani, sottolineando che la donna e' stata portata nella sua abitazione solo per realizzare un programma che sara' trasmesso questa sera. Il ministro degli Esteri Franco Frattini: ''Estremamente delusi, ora clemenza''.

La notizia della liberazione della donna, condannata alla lapidazione per adulterio e in attesa di sentenza in un processo per l'uccisione del marito, era stata data ieri sera dal Comitato internazionale contro la lapidazione, con sede in Germania. Il rappresentante del Comitato in Italia aveva detto che Sakineh e suo figlio, Sajjad Ghaderzadeh, anch'egli arrestato nell'ottobre scorso, erano stati visti nel cortile della loro casa di Tabriz, nel nord-ovest dell'Iran. La televisione PressTv aveva effettivamente diffuso fotografie di Sakineh e del figlio nella casa. Ma 'contrariamente ad una vasta campagna di propaganda da parte dei mezzi di informazione occidentali secondo cui l'assassina Sakkineh Mohammadi-Ashtiani e' stata rilasciata - spiega oggi sul suo sito PressTv - una nostra equipe televisiva, ha concordato con l'autorita' giudiziaria di seguire la Ashtiani nella sua abitazione per produrre una ricostruzione video dell'omicidio sulla scena del delitto''. Il Comitato internazionale contro la lapidazione aveva annunciato il 2 novembre scorso anche l'impiccagione per il giorno dopo di Sakineh.

FRATTINI, VOGLIAMO VEDERLA LIBERA - ''Vogliamo vedere Sakineh libera''. Lo ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini, rispondendo a una domanda sulla smentita di Teheran alla notizia della liberazione della donna iraniana condannata a morte. ''Ovviamente - ha aggiunto il ministro - siamo fortemente delusi da questo annuncio fatto dai diretti interessati, ma devo dire che conoscendo l'Iran, non mi stupisco''. ''Purtroppo come spesso accade con gli iraniani le docce fredde seguono le buone notizie'', siamo ''estremamente delusi'', ma ''la nostra posizione non cambia: chiediamo un gesto di clemenza per Sakineh''. Lo ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini, commentando la smentita della tv iraniana della notizia della liberazione della donna condannata a morte per cui si e' mobilitata la comunita' internazionale.

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Ieri quando è uscita questa notizia su tutti i siti e giornali non solo romani.."la gioia di Frattini e Totti"..mo passi per Frattini ma Totti che c'entra con Sakineh??




aveva aderito ad un'iniziativa di solidarietà. molto meglio fare apparizioni di questo tipo che l'ennesima comparsata su "novella": "ilary e totti. intervista esclusiva e un grande sondaggio"



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si x carità nulla da ridire sulle iniziative di solidarietà che Totti ha sempre fatto mentre il mio interrogativo era piu' che altro sulla notizia in sè molto specifica: mi sembrava in poche parole che in Italia avessero commentato la notizia solo Frattini e Totti ecco.
Su questo punto ecco io nn sono al 100% convintissimo della bontà di certe uscite pubbliche che poi sono il piu' delle volte suggerite o preconfezionate da manager e uffici stampa.
Ma è un pensiero piu' semplice da esprimere a parole e si rischiano fraintendimenti..
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Re:
Sound72, 10/12/2010 12.23:

si x carità nulla da ridire sulle iniziative di solidarietà che Totti ha sempre fatto mentre il mio interrogativo era piu' che altro sulla notizia in sè molto specifica: mi sembrava in poche parole che in Italia avessero commentato la notizia solo Frattini e Totti ecco.
Su questo punto ecco io nn sono al 100% convintissimo della bontà di certe uscite pubbliche che poi sono il piu' delle volte suggerite o preconfezionate da manager e uffici stampa.
Ma è un pensiero piu' semplice da esprimere a parole e si rischiano fraintendimenti..



mica ho capito.
cioè se da un calcio ad un pirla possono intervenire tutti, dai servizi segreti al capo dello stato passando per circa un centinaio di soggetti più o meno graditi.
e poi ennio, siccome l'italiano è qualcosa di ben specifico (come la notizia) dovresti leggere meglio i titoli.
perchè tra "soddisfazione in Italia, DA Frattini A Totti" e Soddisfazione di Frattini e Totti" c'è una gran bella differenza.
sulla storia del suggeritore vecchia quanto l'auricolare di Ambra a Non è la Rai, beh, ti dico che suggerite o no, a me interessa l'importanza delle sue parole e il seguito che ha in una causa così importante a decine di miglia di km da qui.


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ecco..vedi temevo di nn spiegarmi bene..x quanto riguarda il calcio a balotelli se ricordi mi sono espresso anche duramente sulla strumentalizzazione e il giro di commenti idioti fino al Capo dello Stato. In questo caso la mia perplessità era unicamente legata al fatto che neanche esce la notizia ( tra l'altro solo ufficiosa ) e già tu sei su tutti gli articoli e siti accomunato al ministro degli esteri nel commentarla. E'una perplessità ( non una critica sdegnata parliamoci chiaro ) sui tempi. Non sul fatto che lui debba e possa liberamente manifestare la sua gioia per la notizia.
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Re:
Sound72, 10/12/2010 13.35:

ecco..vedi temevo di nn spiegarmi bene..x quanto riguarda il calcio a balotelli se ricordi mi sono espresso anche duramente sulla strumentalizzazione e il giro di commenti idioti fino al Capo dello Stato. In questo caso la mia perplessità era unicamente legata al fatto che neanche esce la notizia ( tra l'altro solo ufficiosa ) e già tu sei su tutti gli articoli e siti accomunato al ministro degli esteri nel commentarla. E'una perplessità ( non una critica sdegnata parliamoci chiaro ) sui tempi. Non sul fatto che lui debba e possa liberamente manifestare la sua gioia per la notizia.




ennio, mi togli una curiosità?
avendo sbagliato il titolo (che non è una cosa superflua visto che stravolgi il senso di tutto), ma l'articolo l'hai letto?
perchè se poi scopro che sto parlando di qualcosa che ti perplime ma allo stesso non hai letto e per giunta sbagli a riportare il titolo, ridimensiono il tutto e torno a far quadrare estratti conto.

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certo che l'ho letto il titolo: Gioia da Frattini a Totti.
Non ho stravolto un bel niente.
L'articolo è di Leggo che ovviamente strizza l'occhio a Roma, ma basta crivere su google Totti Sakineh e ne trovi altri 20 di articoli.
Non trovo altri commenti di personaggi importanti sulla vicenda di Sakineh di ieri.
Solo Frattini, altri politici e Totti. Anzi ne ho trovato un altro di Rosella Sensi.


www.ilmattino.it/articolo_app.php?id=34858&sez=MONDO&npl=&d...

Io avrei aspettato ad espormi cosi.
Non ci vedo nessuna demonizzazione nè tanto meno stravolgimento di articoli.
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per carità.

io trovo differenza da
Gioia Da Frattini a Totti..
e
Gioia di Frattini e Totti.

sai da solo due soggetti a un insieme di soggetti che comprende Mara Carfagna, Schifani, Chiti, Anna Finocchiaro.. ecc.ecc. Rosella Sensi.. e anche quel tizio che da quelle parti è conosciuto più dei precedenti.. Francesco Totti

poi per carità, se quello che contesti è la fretta nell'esser felici visto che alla fine non è vera la storia della sua liberazione, beh siamo d'accordo ma è un qualcosa che pregiudica la contentezza di chiunque.
Era sbagliato pure se lì ci fosse stato scritto da Berlusconi a Maradona.

tutto qua.

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