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carte da cul

Ultimo Aggiornamento: 17/04/2024 12:03
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25/05/2015 12:57
 
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Tale dario marchetti farà carriera...
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28/05/2015 16:21
 
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REPUBBLICA.IT (M. MONTI) - Ripartire dalle sue indicazioni, dalle sue richieste di maggiore potere decisionale. Carta bianca, Rudi Garcia, ne avrà su determinati aspetti. Non tutti: la collaborazione per il mercato con Walter Sabatini sarà condivisa per quanto riguarda alcuni nomi che il francese reputa necessari per rinforzare la rosa, e per cui verrà accontentato. Ma è sul suo staff che il tecnico potrà decidere autonomamente senza alcuna intercessione, ogni aspetto e ogni nome: a cominciare dal preparatore atletico, francese come lui, che già è stato intercettato dalla dirigenza della Roma.

Si stanno vagliando alcune candidature (compresa quella di Massimo Neri, con cui i giallorossi stanno dialogando) ma la società giallorossa ha già dato vita ai primi contatti interlocutori. Una sola è la sua scelta per rimpiazzare Rongoni e provare ad evitare il ripetersi dei tanti infortuni muscolari capitati durante l'attuale stagione. Per questo ha deciso di affiancarsi di un profilo professionale vincente, in grado di fronteggiare un intero gruppo con il proprio carisma e capace di pianificare una preparazione atletica che consideri le esigenze dei vari periodi della stagione. E' Robert Duverne il preparatore atletico individuato dal suo connazionale: non hanno mai lavorato insieme, ma si conoscono. Già, perché il 48enne di Lione - che al Lione ha esercitato dal 91' al 93', dal 95' al 2009 e, infine, nel periodo 2011-2014 - in Francia ha la nomea di uno che sa come far rendere le sue risorse: 7 Scudetti, 1 Coppa di Francia, 1 Coppa di Lega e 6 Supercoppe con lui alla guida della preparazione atletica dei calciatori sotto allenatori come Gerard Houllier e Remi Garde.


Il suo Master in Scienza e Tecnologia delle Attività Motorie e Sportive - presso la Facoltà di Scienze dello sport a Nizza - lo ha aiutato ad imporsi anche in Nazionale: oltre il Lione, infatti - Metz, Aston Villa e AC Arles-Avignon le altre piazze - Duverne è stato protagonista della Francia di Domenech dal 2004 al 2010: in molti ricorderanno l'episodio dell'alterco con Patrick Evra. I giocatori della selezione transalpina in occasione di Sud Africa 2010 protestano per l'allontanamento di Nicolas Anelka dal gruppo e scioperano durante una seduta di allenamento; lui, furioso - anche per il diffondersi di alcuni rumors mediatici che lo additavano come la "talpa" di quello spogliatoio pieno di guai - scaglia a terra fischietto e cronometro e si scontra in campo con il capitano, Evra. Uno che, insomma, sarebbe già pronto alla sfida a distanza con la Juventus.



Ancora con questa storia che il preparatore atletico lo scorso anno lo ha preso la Società.
Ancora con questa storia che un tecnico che COME BEN NOTO è:
A) LAUREATO IN SCIENZE MOTORIE
B) CON UNA TESI SULLA PREPARAZIONE FISICA
abbia fatto scegliere ad altri, MENO COMPETENTI, un ruolo così fondamentale nello scaccheire del proprio Staff.
Ancora con la storia che chi non sa un CAZZO di preparazione, invece di fare un apsso indietro, scavalchi chi è (presumibilmente, poi abbiamo visto che evidentemetne sta laurea a Garcia je l'hanno data coi punti del Cornetto Algida) competentev, vada a imporre a uno competente le proprie scelte, EMPIRICHE.

Ancora con alò storia che il preparatore lo ha scelto la società....

vabbè ma tanto è il solito refrain: si dividono in guelfi e ghibellini ognuno a leccat...ehm difesa del carro dei propri amici e amici degli amici, e amici "che te fanno ride" (capisci a me).
si sceglie (badate bene NON: si cerca di risalire a) la "veritas" e si va dritti per quella strada.

naturalmente in tutto ciò il DOVERE di informazione è un optional, come i sensori di parcheggio.

qui l'unica cosa da parcheggaire, è na mano in faccia a gente del genere, che scrive sapendo di MENTIRE.
[Modificato da giove(R) 28/05/2015 16:22]


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10/06/2015 08:43
 
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L'importante, per un vero giornalista, è non avere mai figli e figliastri. E non dire mai una cosa diversa in radio e al giornale.
L'esempio fulgido è di Ugo Trani:

» Daniele De Rossi è lì, nuovamente centrale. In azzurro come in giallorosso. Si riprende la posizione in campo e anche il ruolo nel gruppo azzurro. Regista e riferimento. Comunque leader. Tutto, in poche settimane, ritorna come era prima, al tramonto dell'ennesima stagione in altalena. Per la Roma e per lui. Adesso si può dire: è finita bene. Il derby vinto per il secondo posto confermato, la Nazionale ritrovata. Meglio di così non poteva proprio andare.

COINVOLTO E RIGENERATO Conte, già durante lo stage di inizio giugno, in assenza del blocco Juve, gli ha consegnato l'Italia. Lui in mezzo ai due marcatori della difesa, chiamato nella zona per impostare. Come faceva, e bisogna dirlo sottovoce proprio ai bianconeri appena tornati da Berlino, con Luis Enrique, ora tecnico del Barça. Ogni azione passa da Daniele. Ieri con l’asturiano e oggi con il ct. Si abbassa per prendere il pallone, per verticalizzare in avanti, per allargare sui lati e per ricevere indietro e ricominciare. Lui c'è e i compagni lo sanno. Difensore aggiunto, libero e play. Ormai fuori dalle angosce giallorosse, sta meglio. In tempo per essere protagonista al calar del sipario su quest'annata.»

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10/06/2015 17:00
 
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questo cambia faccia a seconda che se beve rosso o bianco


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11/06/2015 15:42
 
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gliel'ha gufata, a Dagnelino.
Fuori delle angosce giallorosse, è talmente in forma che si è infortunato.
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12/07/2015 10:40
 
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Roma, ecco la meglio gioventù. Garcia si consola con Di Livio


(A.Pugliese) - A conti fatti, è stato anche il loro ritiro. Forse soprattutto il loro ritiro, visto che per molti dei giovani potrebbe essere anche un’avventura unica, di quelle da poter cristallizzate nei ricordi di un calciatore. Quello finito ieri a Pinzolo, infatti, è stato anche il ritiro dei baby, dei tanti Primavera che Rudi Garcia ha preso in prestito dalla squadra di Alberto De Rossi e si è portato dietro. Per completare il gruppo, è ovvio, considerando che a Pinzolo mancavano i vari Pjanic, Nainggolan, De Rossi, Manolas, Ljajic, Lobont, Torosidis, Doumbia, Keita e Ibarbo. Ma anche per vedere e capire se qualcuno ha davvero le qualità per poter fare subito il salto in avanti, come successo magari la scorsa stagione con Daniele Verde, che ha avuto a tratti un ruolo importante in campionato.
Le scelte Ce ne erano ben 11 di ragazzini, se poi dentro ci si mette anche Sanabria, che fa parte della prima squadra ma di anni ne ha 18 e spesso e volentieri la scorsa stagione (dopo il prestito al Sassuolo dell’anno precedente) ha giocato con la Primavera. Di questi alcuni hanno fatto bene, altri meglio, tutti si sono impegnati al massimo, per cercare di strappare un sorriso in più a Garcia che ha promosso due dei tanti, Di Livio e l’albanese Ndoj. «I giovani qui hanno dato tutto e questo mi è piaciuto, hanno avuto insegnamenti interessanti — ha detto il tecnico francese —. Alcuni di loro li sceglierò e li porterò in Australia. Senza Florenzi, ad esempio, mancavamo di un terzino destro, ma Di Livio e Ndoj in quel ruolo hanno fatto bene». Già, anche ieri, nella ripresa, Garcia li ha schierati lì. Prima Di Livio e Ndoj interno di centrocampo, poi viceversa.
I tre big Del resto, c’era attesa per alcuni più famosi come Capradossi, Calabresi o Vestenicky, quelli che in Primavera sono i veri big. Calabresi, ad esempio, nel giro della prima squadra ci sta da un po’, tanto che lo scorso anno partecipò anche alla tournée americana, giocando anche lui nel ruolo di terzino destro. Il bomber Vestenicky, invece, è stato chiamato in più di un’occasione, soprattutto quando davanti — tra infortuni ed assenze — c’era la penuria di attaccanti. E Capradossi rappresenta una certezza per il futuro, una sorta di altro Romagnoli, visto che la trafila che sta facendo, anche a livello di nazionali giovanili, è più o meno la stessa. I tre hanno confermato tutte le aspettative, giocando bene anche la partita di ieri, quando nella ripresa Garcia ha messo in campo praticamente un po’ tutti i baby.
Figlio d’arte Chi però è piaciuto più di tutti è proprio Lorenzo Di Livio, uno che anche in Primavera era partito in sordina per poi accelerare e rubare la scena. A 18 anni sembra pronto anche per stupire, lui che da piccolo era un testa calda e strada facendo ha imparato i comportamenti giusti. A farlo crescere ci ha pensato prima Sandro Baroni, poi Roberto Muzzi ed infine Alberto De Rossi. E chissà se potrà imporsi proprio dove ha finito la carriera suo padre Angelo, da terzino destro, lui che con la Primavera è un attaccante di fascia. Di certo, il pallone lo sa trattare, la corsa ce l’ha, gli manca qualche centimetro che compensa con la cattiveria agonistica. E magari in Australia, se sarà tra i prescelti, potrà farci vedere anche qualcosa in più.

...
Pugliese...te prego...pietà..pietà..Anzi GAZZETTA PIETA' co sti articoli..
Ma quale meglio gioventù? ma li meglio mor.....di cosa cazzo parlate che è tutta gente che sta là per caso, pronta ad essere ceduta al primo milioncino che si avvicina a Trigoria.
Perchè l'inserimento di Verde in rpima squadra era stato programmato eh...come quello di PELLEGRINI, buttato in campo a caso a Cesena e già rifilato al Sassuolo.
Ve sciacquate la bocca coi ragazzini per nn parlare del casino che ce sta nella prima squadra.

Garcia si consola con Di Livio...ahahah neanche sa chi è il padre, figuramose il figlio.



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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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12/07/2015 10:47
 
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intanto ho letto (forse dalla Menghi?) che Calabresi è venduto al Livorno in via definitiva.
Comunque via.
Tanto ci sarà un nazionale paraguaiano da comprare.
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12/07/2015 13:40
 
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che cazzo di giornalista
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21/07/2015 08:36
 
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Qui andrebbe bene la musica di Via col vento:

«IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Daniele De Rossi ha 32 anni (quasi), ha scelto la Roma per la sua vita. Il suocontratto scadenel 2017 e forse sarà proprio quella la fine della sua avventura inmaglia giallorossa, perché questo lui ha fatto capire a più riprese. Sogna di vincere e scappare, lasciando un ricordo infinito. Negli ultimi anni Daniele ha vissuto un’esistenza piena di contrasti, pensando anche lasciare tutto prima del tempo. Troppe critiche, a tratti si è sentito sopportato, quella frase «ormai ha smesso di giocare» se le sente risuonare nei timpani. La sopporta, non la accetta. L’altra: «l’ingaggio che percepisce è un peso per la società» è un refrain fastidioso, che, anche questo, sopporta, ma non accetta [...] "Sono sicuro: in 2-3 anni vinceremo lo scudetto, ma ora niente promesse".»

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24/08/2015 08:34
 
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Niente, a distanza di un mese il migliore in campo è sempre Angeloni:

« CUOR DI LEO La società e il tecnico hanno avuto tanta fiducia in Castan. Legittima, perché Leo si è applicato, mostrando progressi luccicanti. A Verona, Garcia si è accorto che «non è al cento per cento». Non poteva esserlo, perché vivere una partita ufficiale (e con tutte quelle palle alte...) per uno che ha vissuto quello che ha vissuto e che manca dal campo da un anno, non è facile. A volte il cuore non basta. Ci vuole tempo. Leo per primo vuole tornare a essere quello di prima e in più deve affilare l’intesa con Manolas.»

progressi luccicanti???
quello di prima???
ma quale prima?
quello del 2013?
del 2012?
sembra che stiamo parlando di Nesta o Maldini.
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24/08/2015 09:04
 
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mah, quando vogliono rappresentarti una realtà virtuale a forza di aggrapparsi al luogo comune daje e daje ce riescono.
E'un pò come il "Castan che fa partire l'azione dalla difesa".
Bisognava raccontare di Castan che al rientro fa una buona partita dopo il dramma personale. Altrimenti che favola è?

Oltretutto sabato i duelli aerei e i contatti corpo a corpo con Toni li ha fatti soprattutto Manolas, Castan galleggiava senza avversario finendo a volte nella zona di Jankovic che si è pure perso malamente di testa su quel calcio d'angolo dove poi salva de rossi.
Ma ricordo anche un passaggio al portiere da metà campo dopo pochi minuti, questo perchè fa partire l'azione e cmq una generale insicurezza ed imprecisione, specie nel saltare o andare a contatto.. che si poteva notare proprio dall'eccessiva concentrazione a non sbagliare.

Ben inteso, era la prima partita e sono tutte incertezze preventivabili e comprensibili.

Però manco a spacciarle per progressi luccicanti.E cmq anche io ho un pò la sensazione che si tenda a rappresentare il Castan preinfortunio come una sorta di leggenda della difesa, ai livelli del Samuel dello scudetto.
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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14/10/2015 08:42
 
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Abbiate la pazienza di leggere questi tre articoli sullo stadio.
La notizia in sintesi è: l'esposto è stato archiviato dalla Procura, che naturalmente raccomanda alle autorità preposte di vigilare sul rischio del fosso di Vallerano. L'unico profilo di illegalità è nella vendita di Papalia, che non inficia la costruzione dello stadio.

Ed ecco come la riportano tre giornali diversi.
Domanda: quale di questi tre è proprietà di un famoso costruttore che non guadagnerà una lira dallo stadio della Roma?


«Verso l’archiviazione l’inchiesta sul nuovo stadio di Tor di Valle
La Procura ha chiesto l’archiviazione dell’indagine sull’iter amministrativo che ha portato il Comune a dare il via libera alla realizzazione dell’impianto giallorosso a Tor di Valle

IL TEMPO(I.Cimmarusti – V. Di Corrado)
La partita legale sullo stadio dell’As Roma è a un passo dalla chiusura. La Procura ha chiesto l’archiviazione dell’indagine sull’iter amministrativo che ha portato il Comune a dare il via libera alla realizzazione dell’impianto giallorosso a Tor di Valle, con la delibera di pubblico interesse approvata lo scorso 22 dicembre dall’Assemblea capitolina. L’inchiesta della magistratura era partita da due esposti presentati dal Movimento 5 Stelle e dal comitato dei residenti di Tor di Valle, contrari alla costruzione del nuovo stadio nell’area dove prima sorgeva l’ippodromo.

I punti contestati sono: il nodo cubature e il rischio idrogeologico. Lo scorso giugno, mentre James Pallotta e il costruttore Luca Parnasi presentavano alla stampa il plastico dell’impianto, i consiglieri capitolini del gruppo M5S hanno presentato un’interrogazione urgente al sindaco Marino e all’assessore all’urbanistica Giovanni Caudo chiedendo di sapere «se sia vero che con la delibera di pubblica utilità Roma Capitale vengano riconosciuti alla proprietà 100 mila metri cubi in più del dovuto». Anche i residenti sono contrari a quella che ritengono una «speculazione». Lo stadio – secondo il comitato Tor di Valle – è «un cavallo di Troia, per sfruttare la legge 147/2014 (la cosiddetta Norma sugli stadi) e ottenere il permesso per riversare in quell’area quasi un milione di metri cubi di cemento».

Per quanto riguarda invece il secondo aspetto, tutto è iniziato dalle osservazioni dell’Autorità di bacino del fiume Tevere sul rischio idrogeologico di localizzare l’infrastruttura all’interno di una pianura alluvionale. Sulla base di questo parere, lo scorso mese il sottosegretario all’Ambiente Silvia Velo, rispondendo a un’interrogazione parlamentare presentata da Filiberto Zaratti di Sel, ha parlato di «situazioni di criticità» sulla scelta del sito. La Guardia di Finanza, delegata dalla Procura a fare le indagini, ha acquisito ogni parere, nota o delibera riguardante sia il nodo cubature, sia il rischio idrogeologico. Tuttavia, i pm titolari del fascicolo (rimasto sempre senza indagati né ipotesi di reato) hanno chiesto l’archiviazione, ritenendo che i fatti denunciati non comportino nessuna responsabilità penale a carico di dipendenti e amministratori del Comune. Rischiano invece il rinvio a giudizio per bancarotta per distrazione e omesso pagamento dell’Iva gli amministratori delle società che gestivano l’ippodromo Tor di Valle e che avevano la proprietà del terreno, prima che venisse venduto alla società Eurnova per costruirci il nuovo stadio della Roma.

«Tor di Valle, archiviare»

CORSERA - La Procura chiede l’archiviazione dell’inchiesta sul futuro stadio della Roma. Sia per le presunte cubature fuori norma, che invece una consulenza chiesta dal pm Mario Dovinola ha accertato essere nei parametri di legge, sia per il presunto rischio idrogeologico. Il terreno a Tor di Valle è edificabile in sicurezza con interventi mirati preventivi.

I paletti della Procura per Tor di Valle

IL MESSAGGERO (S. MENAFRA) - Sarà il dossier elaborato dall’Autorità di bacino del Tevere a decidere il futuro dello nuovo stadio della Roma voluto da Pallotta e affidato al costruttore Parnasi. Ieri, il sostituto procuratore Mario Dovinola, d’accordo con il procuratore Giuseppe Pignatone ha chiesto l’archiviazione per il fascicolo aperto sulla base degli esposti di Movimento Cinque stelle e Sel, dedicato ai rischi idrogeologici della zona dell’ippodromo di Tor di Valle dove dovrebbe sorgere la nuova struttura e all’ipotesi che la cubatura extra di 100mila metri quadri non rispetti i vincoli del Comune di Roma, essendo stato ribattezzato come ”parco a tema” sebbene contenga un vero e proprio centro commerciale.
Nel secondo caso, stando alla lettura data dalla procura, l’aumento di cubature rispetto al progetto dello stadio sarà comunque compensato dai 195milioni di euro in opere di compensazione (lo svincolo autostradale, la deviazione della linea metropolitana Metro B eccetera) messe in cantiere per la realizzazione del progetto.

LA RELAZIONE - Più complicato il punto che tocca il rischio idrogeologico. Pur chiedendo l’archiviazione, la procura sottolinea che a decidere del destino amministrativo ed eventualmente penale dell’intero complesso saranno le indicazioni contenute nel dossier elaborato dall’Autorità di bacino del Tevere. Nella relazione redatta nell’agosto 2014, l’Autorità aveva sottolineato che edificare nella zona dell’ippodromo di Tor di Valle è possibile solo a patto di limiti molto precisi: «Per la compatibilità idraulica del progetto, nella fase progettuale successiva devono essere previsti i necessari interventi strutturali», diceva il testo. Fermo restando che «la localizzazione dell'opera all'interno della pianura alluvionale del Tevere, poco più a valle della confluenza del fosso di Vallerano, induce a indicare la necessità di approfonditi esami circa il pericolo di assestamento delle formazioni alluvionali in questione, anche in relazione alla determinazione dei flussi idrici sotterranei» e ad altre criticità del sottosuolo.

Del resto, lo stesso punto era stato messo in evidenza anche dal sottosegretario all’Ambiente Silvia Velo, nell’ambito di una risposta ad una interrogazione parlamentare. La zona, spiegava, è «a rischio idraulico, per esondazione del fosso di Vallerano, e rischio idraulico potenziale per deflusso e accumulo idrico di tipo meteorico», cioè per gli allagamenti causati dal maltempo e dalle acque piovane. Gli interventi previsti dai privati potrebbero «provocare un aggravio del rischio idrogeologico».»
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12/11/2015 09:14
 
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LEGGO (F. BALZANI) - Sta meglio, non sente più dolore e il recupero procede senza intoppi. E’ questa la notizia più bella per Kevin Strootman. Non sarà tuttavia l’olandese il primo “acquisto” della Roma in inverno. O almeno non da gennaio, né da febbraio come era trapelato dopo la visita di controllo di ottobre dal Professor Mariani a Villa Stuart dove sono riusciti a rimettere a posto una situazione che sembrava compromessa dopo i primi due interventi in Olanda. Proprio dalla clinica però invitano alla calma. Per rivedere la Lavatrice tornare a “pulire” palloni in campo bisognerà aspettare almeno fino a marzo, forse anche di più. Le sue condizioni andranno analizzate quotidianamente e visti i precedenti è meglio usare la massima cautela. Tradotto? Strootman potrebbe tornare a disposizione negli ultimi due mesi della stagione (che termina il 15 maggio), ma il suo impiego avverrà solo a rischi zero e in condizioni di necessità che al momento la Roma non sembra avere e che potrebbe essere evitate con un intervento sul mercato invernale (piace De Jong)..

Strootman ieri ha effettuato una corsetta sul campo (lo ha fatto anche Totti che punta a tornare col Bologna) per permettere allo staff medico di valutare l’evoluzione della cosiddetta 2˚ parte della prima fase di lavoro post operatorio. La prima parte serviva per il recupero dell’articolarità: fisioterapia, palestra ed esercizi volti a recuperare l’elasticità del ginocchio. Ed è quella che teneva più in apprensione la Roma visti i precedenti. “La prima fase durerà 3-4 mesi, la seconda è un’incognita”, aveva d’altronde detto Mariani dopo l’intervento. L’esito positivo ha fatto sorridere Kevin che ora però dovrà affrontare la fase più lunga: quella che prevede lavoro di forza sui muscoli tenuti a riposo per troppo tempo con conseguente ricondizionamento atletico. E serviranno ancora due mesi visto il lungo stop e le tre operazioni subite in 18 mesi dal centrocampista che a Trigoria continuano a tenere in grandissima considerazione (pronto il rinnovo di contratto al 2020). Una volta completata la seconda fase si entrerà nell’ultimo stadio con la supervisione dell’area tecnica e il ritorno in gruppo dell’olandese che potrebbe coincidere con un altro evento atteso da 14 anni a Roma.


IL TEMPO (A. AUSTINI) - Si è perso due anni di calcio, un Mondiale e non potrà giocare neppure l’Europeo. Ora dategli almeno lo scudetto. Kevin Strootman ha una voglia pazza di aiutare la Roma a vincere e finalmente vede la luce in fondo a un tunnel infinito. C’è già una data fissata da tempo sulla sua personale agenda: 24 gennaio 2016, in programma Juventus-Roma nello Stadium di Torino, quello dove ha perso l’unica partita in campionato giocata con la maglia giallorossa prima di infortunarsi. L’olandese si è messo in testa di andare in panchina nella sfida ai bianconeri, alla seconda giornata di ritorno, con un girone quasi intero davanti in cui tornare, piano piano, il trascinatore della squadra. Kevin è un tipo concreto, ma non per questo non sogna: ha chiesto alla società di organizzargli un’amichevole per dicembre, anche se sarà difficile accontentarlo perché in quel periodo non avrà ancora completato il recupero.

Da diversi giorni corre a Trigoria. Lo ha fatto anche ieri in uno dei test programmati di tanto in tanto per verificare la naturalezza dei suoi movimenti. Ha già ripreso confidenza con il pallone, ma non è ancora arrivato il momento di calciare in porta. Comunque a guardarlo esercitarsi sul campo il peggio sembra passato: la corsa è piuttosto sciolta, la muscolatura della gamba operata tre volte (la sinistra) sta tornando tonica, il resto del fisico non lo ha mai trascurato. Il ginocchio non sembra dargli più le brutte sensazioni che lo accompagnano da quella terribile notte al San Paolo di marzo 2014, l’inizio di un incubo. Ora la gamba si estende completamente e si vedono già dei progressi netti rispetto ai precedenti recuperi falliti. Merito dell’ultimo intervento in cui il prof. Mariani gli ha ricostruito di nuovo il legamento crociato lesionato, utilizzando una sezione del tendine rotuleo dell’altro ginocchio. Strootman si porterà dietro dei problemi inevitabili, i menischi ad esempio sono stati rimossi, ma la cartilagine sta bene e il morale è tornato alto.

«Kevin ha una faccia diversa dallo scorso anno - conferma il ds Sabatini - ha la sensazione netta di essere sulla strada giusta. Gli ridono gli occhi dopo essere stati molto tristi per mesi e mesi: ha sofferto le pene dell’Inferno. Sarà il vero crack della Roma, se a gennaio sarà in campo anche al 60%, poi progredendo tra febbraio e aprile, allora le nostre possibilità di vincere aumenteranno a dismisura».

In questa seconda fase della riabilitazione è ancora seguito dai medici, oltre che dai preparatori e dai fisioterapisti. Tra fine novembre e inizio dicembre inizierà l’ultima parte dalla rincorsa: i dottori si faranno da parte e il suo recupero sarà solo di natura tecnica. Gradualmente inizierà ad allenarsi in parte con i compagni per dedicarsi poi a un lavoro personalizzato. E con l’inizio del nuovo anno cercherà di mettersi a disposizione di Garcia, che lo aspetta impaziente. Se riuscirà a farsi convocare per Juve-Roma, già dalla gara successiva potrebbe convincere l’allenatore a rimettere in moto la «lavatrice». Dipenderà da tanti fattori e, come dice Sabatini, per vedere il verso Strootman ci sarà bisogno di altro tempo.

Ma la Roma, che lo ha aspettato fino ad ora, non gli metterà fretta: Pallotta ha già annunciato il rinnovo del contratto rispetto all’attuale scadenza fissata a giugno 2018. La società lo ha già eletto futuro capitano, Strootman per adesso pensa solo a tornare un calciatore. Lo scudetto è lì che lo aspetta. Emerson, dopo lo stesso infortunio (ma due operazioni in meno), ha fatto in tempo a prenderselo nel 2001. L’olandese è pronto a imitarlo.
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So che tra Austini e Balzani ,2grandi penne del giornalismo, per voi sarà difficile scegliere quale sia il più credibile ...
dai facciamo metà febbraio e non se ne parlà più [SM=x2478853]
[Modificato da lucolas999 12/11/2015 09:20]
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12/11/2015 09:46
 
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Almeno nell'articolo de Balzani ce sta un minimo de rfierimento a fatti reali.Considerando poi che scrive su leggo è quasi oro colato.
L'altro..vabbè s'è bagnato per l'intervista del genio..vedi che riporta pure virgolettato..n'altro pò chiedeva a Il Tempo de uscì in edizione straordinaria.Sta sparata su juve-roma poi è proprio per i tifosi che se esaltano e deprimono in 5 minuti..quelli che proprio lui schifa co un'aria saccente e boriosa che manco Zio Antonio je sta dietro.
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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12/11/2015 22:58
 
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« La società lo ha già eletto futuro capitano»

tra futuri dirigenti e futuri capitani ci vuole un vigile a dirigere il traffico
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25/11/2015 14:15
 
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IL TEMPO (G. GIUBILO) - Al Camp Nou il destino era segnato. Non si pensava potesse cambiarlo la grande occasione iniziale per Dzeko: troppo forte la corazzata blaugrana, troppo facile per gli spagnoli che già in mezzora avevano praticamente chiuso i conti, tanto da suggerire a Garcia la sostituzione di Nainggolan con Iturbe. Il belga era infatti diffidato e la Roma non poteva farne a meno per la sfida conclusiva, quella con il Bate Borisov, che dovrebbe regalare ai giallorossi la qualificazione, dopo il pareggio in Bielorussia del Leverkusen.

Proprio l’uscita di Nainggolan aveva il significato di una bandiera bianca. Del resto è impossibile perfino salvare la faccia al Camp Nou, quando la linea difensiva non indovina i tempi dell’uscita, una eloquente conferma dei disagi difensivi che stanno condizionando in negativo una stagione che il rendimento dell’attacco non basta a rendere trionfale. Adesso però la qualificazione è nelle mani della Roma. Non è pensabile che il Bate Borisov così fortunato nella partita di andata possa uscire indenne dall’Olimpico e così il prevedibile passaggio agli ottavi rende meno amaro il cammino europeo della squadra di Garcia. Che però dovrà trovare un rimedio per conferire un minimo di equilibrio a una formazione che mostra un gap imbarazzante tra i due reparti fondamentali.
,,,,,,,,


Che stile british edulcorato Giubilo,da vero uomo di bridge...leggo di disagi, rimedi, meno amaro..l'aggettivo " imbarazzante" è riferito al gap tra i 2 reparti..mica alla prestazione di ieri sera.
Ma poi..sbaglio o leggo di un BATE COSI' FORTUNATO NELLA PARTITA DI ANDATA?
Bei tempi quando per molto meno Carlos Bianchi era un rincoglionito e Zeman la barzelletta patetica d'Italia.



A proposito del boemo..ma lo sborone cacasotto Bruce Borg che dice? che ieri sera nel prepartita nel suo fomento da orgojone impavido per il pari del Bayer Leverkusen perculeggiava il Magistro. Grasse risate..proprio sì.
[Modificato da Sound72 25/11/2015 14:17]
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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25/11/2015 14:22
 
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Giubilo ancora scorrazza? Facesse i the con le nobili incartapecorite che mesà che è meglio. Quelli so' stati fortunati, a Bologna pioveva e a Verona ce stava il sole, quello te "impicca" la partita, ce stavano i bomboni, la tripletta de Rocchi...Mazzarri è un dilettante al confronto.

BB ma che deve dì? Mo se vinci con l'Atalanta ritira fori il bandierone e va in classe con lo zainetto della Roma. Poi se perdi quella dopo ridiventa Savonarola.
[Modificato da jandileida23 25/11/2015 14:25]
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Sono la rovina della Roma


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25/11/2015 14:52
 
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Sempre detestato giubilo...tra l'altro quasi tutti i personaggi del carrozzone lo indicano come il maestro,il loro riferimento...questo dice tutto.

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Re:
jandileida23, 25/11/2015 14:22:

Giubilo ancora scorrazza? Facesse i the con le nobili incartapecorite che mesà che è meglio. Quelli so' stati fortunati, a Bologna pioveva e a Verona ce stava il sole, quello te "impicca" la partita, ce stavano i bomboni, la tripletta de Rocchi...Mazzarri è un dilettante al confronto.

BB ma che deve dì? Mo se vinci con l'Atalanta ritira fori il bandierone e va in classe con lo zainetto della Roma. Poi se perdi quella dopo ridiventa Savonarola.




"eh ma sai com'è? io c'ho sto difetto, so troppo della roma"
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ieri sera poi la conferenza delirante post derby de sabatini era perculata da tutti, nisi, orso, zio, petrucci, nel post partita...
dopo il derby "grande sabatini, s'è ripreso la roma, fa capire chi comanda, ha messo i puntini sulle i"
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