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Arte

Ultimo Aggiornamento: 03/05/2022 10:44
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Città: ROMA
Età: 52
Sesso: Maschile
10/08/2011 10:49
 
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Colosseo, assenza totale di vigilanza
un luna park dove si può far tutto


Viaggio nell'anfiteatro dopo l'allarme bomba. Si può entrare
indisturbati nei cantieri chiusi. Turisti si arrampicano sui ruderi



ROMA - Nell’area fitness si può restare in forma, saltellando su e giù sopra i ruderi. Le regole sono poche e ben collaudate: si calpesta la storia salendo sopra i resti di un capitello, ci si mette in posa, si grida «viva Nerone» e si scatta la foto.


Nell’area ristoro, praticamente ovunque, si bevono succhi di frutta, si addentano panini e si lasciano cartacce alla base di qualche colonna. Viene un po’ di sonno e ci si sdraia, completamente.

E la sigaretta? Quella ci vuole: si fuma e si trasforma uno dei tanti fori scavati da secoli di storia in un posacenere. Se ci assale la noia, c’è sempre la prova labirinto: si entra dentro un cantiere recintato e incustodito, si scruta l’orizzonte e poi si esce. Nell’area relax scatta l’opera d’arte dello scarabocchio: si graffia il cuore del gigante disarmato con una chiave e si lascia la scritta: «II a.c., 100 leoni abbattuti».

Nel parco giochi chiamato Colosseo si può fare tutto, anche abbandonare una bottiglia o un barattolo dentro un’intercapedine o una delle fosse scavate dal tempo. Gli unici divieti che non possono essere aggirati sono quelli imposti ai diversamente abili e ai papà con passeggini: perché gli ascensori non funzionano.

I barbari sono passati al Colosseo anche ieri, il giorno dopo l’allarme bomba. Ore 14, inizia il tour dentro il Colosseo: è sufficiente confondersi tra i turisti per osservare i mille divieti non rispettati e non riuscire a trovare neanche un vigilante. Nessun controllo neanche davanti all’area dove domenica è stato ritrovato quel barattolo con fili elettrici fatto esplodere dagli artificieri. A vigilare sulla piccola galleria, poco distante dalla biglietteria, ieri non c’era neanche Antonio Mastromarino, il volontario della Protezione civile che si è accorto di quello strano oggetto e ha dato l’allarme. Antonio e i suoi colleghi infatti sorvegliano il Colosseo solo la domenica.
La fossa, profonda, dove qualcuno ha abbandonato chissà quando quel barattolo pieno di acqua ragia con due fili elettrici collegati a una batteria, viene stuzzicata da due bambini che hanno inventato un nuovo gioco: vince chi si sporge di più dal cancello che dovrebbe proteggere l’area e chi tocca per primo con un ombrellino il fondo della fossa.

Alle 15, mentre nelle stanze della politica infuocano la polemiche su come assicurare la sicurezza del Colosseo, i barbari l’hanno già conquistato. L’eco delle parole, tante, di chi amministra i beni culturali della Capitale, vengono polverizzate dalle risate di Luisa, di Trento, che si sente un po’ buffa mentre mima un gladiatore sopra l’ennesimo capitello oltraggiato.

Non c’è proprio nessuno a vigilare dentro l’Anfiteatro. Nessuno che impedisca a Manuela, di Madrid, di salire e scendere dai ruderi perché le foto, tante, scattate da un’amica non la soddisfano. Nessuno che dica a Mary, di Londra, di smetterla di accarezzare quella che i panelli della mostra su Nerone definiscono «testa virile dell’ultimo quarto del II secolo». Nessuno che ci impedisca di entrare, più volte, nel cantiere al piano terra o che ci riprenda mentre infiliamo una bottiglietta di plastica dentro a uno dei tanti fori delle colonne del primo anello.

Nessuna parola di rimprovero neanche per Peter, che è venuto dalle Montagne Rocciose dello Utah per compiere una delle missioni più fastidiose: inchinarsi, raccogliere e mettere nello zaino un pezzo di travertino scambiato per un souvenir.

Alle 15.30 le cubiste del Colosseo sono sempre là. I fumatori accaniti anche. Il maxischermo trasmette film su Nerone: tra i protagonisti c’è anche Pippo Franco. Qualche papà prova a trasportare il passeggino sulle scale ripide che portano al primo anello e nessuno lo aiuta. Le guide turistiche usano anche un centurione (quelli che «una foto 10 euro, altrimenti smamma») come un burattino per mostrare come si uccidevano i leoni. Una mamma non resiste: solleva il figlioletto e lo posiziona sul capitello, il piccolo quasi precipita, ma poi si riprende e mostra per la foto ricordo la magliettina con la scritta «I love Rome».

E che succede se verso le 16 se si prova a bussare agli uffici della Sovrintendenza? La porta, non chiusa, mostrerà un unico addetto un po’ sudato che risponderà: «Ci sono solo io, gli altri sono andati via alle 14». Uscendo si notano tre monumenti contemporanei: in una nicchia, al sole, sono state lasciate tre bombole contenenti elio: «Gas compresso - si legge sull’etichetta - se surriscaldato può esplodere».


ilmessaggero.it
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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