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Arte

Ultimo Aggiornamento: 03/05/2022 10:44
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06/12/2010 16:48
 
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Da Picasso a Modigliani, da Boccioni a Morandi: a Milano apre il Museo del Novecento

Dal 6 dicembre Milano ha il suo museo del Novecento: da Picasso a Modigliani, passando da Boccioni a Morandi sono oltre tremila le opere presenti.

Con una spesa vicina ai 20 milioni di euro, maggiore investimento culturale dell’attuale amministrazione comunale, è stato completamente ristrutturato il palazzo dell’Arengario, edificato negli anni Trenta in piazza del Duomo. Il progetto degli architetti Italo Rota e Paolo Fornasari ha portato al rifacimento dell’interno dell’edificio, di cui rimane la facciata originale con gli altorilievi di Arturo Martini. Sono stati ottenuti quattromila metri quadrati nei quali saranno riunite, a rotazione, le opere già in possesso del Comune e quelle delle diverse donazioni che nel tempo si sono aggiunte: le collezioni Jucker, Vismara, Marini.

Il percorso si apre con il ‘Quarto Stato’, enorme quadro divisionista rappresentante una folla di contadini e lavoratori in marcia con le loro famiglie, che Pellizza da Volpedo fini’ di dipingere nel 1901. Al primo piano è anche esposta la collezione Jucker (Picasso e Modigliani), insieme al Futurismo, di cui questo museo ha una delle maggiori raccolte del mondo. Il secondo piano è dedicato al periodo tra le due guerre mondiali con la corrente di Novecento e gli astrattisti geometrici. Per la seconda metà del secolo, l’arte Informale ed il Concettuale occupano il terzo livello, mentre l’Arte Povera e’ posta nell’adiacente Palazzo Reale, in uno spazio collegato all’Arengario da un ponticello. Particolari ‘focus’ sono dedicati poi a De Chirico, Morandi e Fontana

“Con 21 Boccioni, 5 Balla, 2 Carrà e poi Severini, Soffici, Depero, Funi, tutti in fase futurista, fanno del museo milanese una delle più ricche e varie raccolte del Futurismo italiano nel mondo. Savinio, ci dicono, è omaggiato nella casa museo Boschi Di Stefano, qui a Milano, ma certo se ne sente la mancanza accanto al suo celebre fratello, che qui, dopo un commovente capolavoro come Il Figliol prodigo, chiude con l’infelice ritratto di Isa. Arturo Martini (che del resto incominciamo ad ammirare già nei rilievi all’esterno del museo) e Marino Marini, sono qui sovrani”, scrive il Corriere della Sera.

E ci sono altri nomi: Anceschi, Boriani, Colombo, Dadamaino, Devecchi, Enzo Mari, Grazia Varisco e Bruno Munari sono qui. All’appello però manca Antonio Barrese.
blitzquotidiano.it
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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