Perù: il Machu Picchu celebra i suoi primi 100 anni da meraviglia del mondo
È una delle 7 meraviglie del mondo e riceve ogni anno il 70% dei turisti che visitano il Perù. Si tratta del Machu Picchu, il celebre sito incaico incastonato tra le montagne, a circa mille chilometri a sud-est della capitale Lima. Un vero gioiello che festeggia i suoi primi cento anni domani, 7 luglio 2011. Attenzione però, il secolo non è di vita ma di scoperta.
Fu, infatti, il 7 luglio 1911 che l’esploratore statunitense Hiram Bingham per primo vi mise piede dopo secoli di abbandono. Cento anni dopo però molti veli sono caduti e il primato dell’americano è stato addirittura messo in dubbio. Pare infatti che la famosa “città perduta” fosse nota non solo ai locali ma anche ad un altro accademico, il compatriota Albert Giesecke, all’epoca in forza all’Universita di Cuzco.
Fu infatti proprio lui ad indirizzare Bingham a Melchor Arteaga, l’agricoltore locale che lo condusse alle rovine. E pare che anche un italiano, il famoso esploratore Antonio Raimondi, ci si fosse avvicinato senza però spingersi oltre.
Resta comunque il mistero di un sito così raffinato in un posto così sperduto. In occasione del centenario fioriscono perciò le ricerche. Come quella del noto semiologo peruviano Zadir Milla, certo che il luogo fosse una meta di pellegrinaggio. A seconda della stagione i pellegrini visitavano solo una parte dell’imponente cittadella.
E se i turisti da giorni hanno preso d’assedio la zona per non perdere l’evento non mancano le polemiche. Il comitato per la tutela del patrimonio mondiale dell’Unesco ha infatti minacciato di includere Machu Picchu nella lista nera dei siti in pericolo se il governo peruviano non si impegnerà ad attenuare lo sfruttamento turistico (al momento è visitato da 800 mila turisti l’anno) cui è sottoposto il complesso archeologico, per non parlare dei numerosi clip musicali e spot che lì vengono girati.
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola