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Caccia "No Limits"

Ultimo Aggiornamento: 19/06/2021 21:26
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14/04/2010 21:26
 
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Cmq 'sta storia dei cinesi che ficcano i gatti nei sacchi e se li portano via è da film horror.
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15/04/2010 11:05
 
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Re: Re: Re: Re:
lucolas999, 14/04/2010 17.50:




mi deludi pensavo che finissi le serate in altri modi [SM=g27987]




vi autorizzo a mandarmi a cagare...



luco.. ho finito la serata in quel modo.. perchè l'altro modo l'ho finito il mattino dopo....


[SM=g27989] [SM=g27989] [SM=g27989]

[Modificato da E_Dantes 15/04/2010 11:05]
L. S. D.
"Sto lavorando duro per preparare il mio prossimo errore." Bertolt Brecht
"Ubriacatevi. Di vino, di poesia o di virtù, a piacer vostro, ma ubriacatevi." Charles Baudelaire
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21/04/2010 13:46
 
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Al via la stagione venatoria
E' polemica tra Verdi e Lega
Oltre settemila appassionati in provincia parteciperanno alla caccia al cinghiale, aperta dal 15 aprile. Intanto l'onorevole Gianluca Pini (Lega) propone la depenalizzazione di alcuni reati legati alla caccia; dura reazione dei Verdi


Forlì, 16 aprile 2010 - Per oltre settemila appassionati forlivesi si è aperta la stagione 2010-2011. Il calendario stabilito dalla Provincia (www.provincia.fc.it/florafauna) inizia con la caccia di selezione al cinghiale, apertasi ufficialmente ieri. Dal 1° luglio si aprirà la caccia al capriolo e dal 2 ottobre la caccia al cinghiale in forma collettiva. La caccia agli ungulati si chiude il 10 marzo 2011.

Dal 1° settembre si entra nel periodo di preapertura per ghiandaia, cornacchia grigia, gazza e tortora solo da appostamento ed esclusivamente nelle giornate di giovedì e domenica fino alle ore 13.
Il primo giorno di apertura generale della caccia, però, sarà solo domenica 19 settembre, quando saranno impegnate tutte le doppiette provinciali forlivesi e cesenati, sia quelle che puntano alla piccola selvaggina stanziale e migratoria sia quelle dedicate agli ungulati.

L’addestramento e l’allenamento dei cani da caccia sono consentiti da domenica 22 agosto fino al 16 settembre 2010, dalle ore 7 alle ore 20, con esclusione delle giornate di lunedì, martedì e venerdì.
L’amministrazione provinciale ricorda che l’attività venatoria è disciplinata anche dal calendario regionale, che i cacciatori devono consultare per non incorrere in sanzioni.

Si riaccendono intanto le polemiche sul fronte politico. Il deputato leghista Gianluca Pini esulta per l’emendamento che ha reso possibile l’ampliamento dei limiti della caccia, rivendicando la sua azione in Parlamento a tutela dei cacciatori. «Ora è necessario metter mano alla depenalizzazione di alcuni reati legati alla caccia che ci rendono ridicoli nei confronti degli altri Paesi europei» aggiunge Pini.

Durissima la reazione dei Verdi di Forlì-Cesena che in una nota affermano: «Se costoro intendono riaprire la guerra che ha per decenni contrapposto i verdi e gli ambientalisti ai cacciatori sappiano che troveranno pane per i loro denti e sappiano che di fronte al consenso che potranno avere da parte degli ultrà della doppietta avranno il disprezzo dei milioni di italiani che sono a favore della abolizione della caccia».
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13/05/2010 14:01
 
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Blue è la prima renna a essere nata in Inghilterra dopo ottocento anni. La specie e' estinta nel 1300 a causa della caccia, ma i responsabili del Parco di Trevarno, in Cornovaglia, hanno importato un maschio adulto di renna e cinque femmine dalla Scandinavia per permettere la nascita di una cucciolata in territorio inglese. Blue è nato il primo maggio.

presenze.com
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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13/05/2010 14:04
 
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hot dog di renna...
m'hanno detto che è na specialità islandese [SM=g27991] [SM=g27987]

col cazzo che me la magnerò [SM=g28001]
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24/05/2010 13:42
 
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ORSO DINO: E' DA PSICOANALISI; E LA CACCIA CONTINUA

(ANSA) - VENEZIA, 23 MAG - L'orso Dino scorrazza sulle montagne venete e mentre lui si aggira tranquillamente le sue 'incursioni' contro gli asini e altri animali dividono sindaci, assessori ed esperti: c'e' chi arriva addirittura ad invocare cure pisconalitiche e un 'Tso' (trattamento sanitario obbligatorio) come per i 'matti' pericolosi, e chi, come ha fatto il ministro dell'Agricoltura ed ex governatore veneto Giancarlo Galan tuona: ''Nessuno si sogni di usare le armi, sarebbe un atto barbaro e inutile''. Ma la sorte di 'Dino' e' segnata: la decisione di catturarlo e' stata presa due giorni fa nel corso di una riunione convocata dall' assessorato regionale alla Caccia d'intesa con la Prefettura di Vicenza. Ma si sa che e' sempre difficile vendere la pelle dell' orso prima di averlo preso. Per gli esperti, infatti, e' il mancato funzionamento del radio-collare, probabilmente con le pile scariche da tempo, uno degli ostacoli principali alla cattura e forse ci vorra' anche un mese prima di bloccare Dino. Intanto, il sindaco di Gallio, in provincia di Vicenza, lancia la provocazione del trattamento sanitario obbligatorio: ''Il Tso si rende necessario per capire se ci troviamo di fronte ad un esemplare con problemi psicologici al di fuori del normale. Se certe volte serve per una persona, perche' non farlo per un animale particolarmente aggressivo?'', dice Pino Rossi dopo che nell'ultima settimana 'Dino' e' stato notato proprio nel territorio di Gallio, in particolare nella Val di Nos, un'area non abitata e quindi piu' vicina all'habitat di un orso bruno. ''E' un problema da non sottovalutare in vista della stagione estiva - si preoccupa il sindaco ricordando che l'orso Dino ha gia' ucciso 12 asini e altri animali - E se emergessero dei problemi psicologici di 'Dino' la cattura diventerebbe un provvedimento d'urgenza per motivi di sicurezza''. Una proposta, quella del Tso, ''che non ha fondamento scientifico'', assicura da parte sua l'esperto del Wwf Mauro Belardi. Ma Rossi insiste: ''La sua presenza non deve diventare un pericolo per turisti e residenti. E sono sicuro che 'Dino' non e' l'unico orso attualmente sull'Altopiano. La mia non e' una interpretazione ma una lettura dei fatti - sottolinea il sindaco, che ha affrontato l'argomento anche con alcuni tecnici svedesi - 'Dino' non puo' essersi spostato in una notte di 40-50 chilometri, ci deve essere almeno un secondo esemplare''. ''Capisco che a un sindaco possa sembrare strano o violento questo comportamento, ma non lo e' affatto - replica l'esperto del Wwf - Negli ultimi 150 anni nessuno in Europa Occidentale e' mai stato attaccato da un orso''. Nessun pericolo per i turisti, quindi, a patto di seguire alcune norme di sicurezza: ''La regola principale e' non avvicinarlo per fotografarlo o dargli da mangiare - spiega Belardi - l'orso per sua natura e' schivo e ha paura degli uomini, puo' diventare pericoloso proprio quando prende confidenza''. (ANSA).

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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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28/07/2010 17:51
 
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Catalunya- Stop alle corride dal 2012


Il parlamento locale ha votato la legge che prevede l'abolizione della tauromachia. Polemica tra ambientalisti e fedelissimi del tradizionale spettacolo spagnolo.


BARCELLONA (SPAGNA) - Il parlamento catalano ha votato l'abolizione della corrida a partire dal 1 gennaio del 2012. Il provvedimento è passato con 68 voti favorevoli, 55 contrari e 9 astenuti. All'esterno del palazzo dove si riuniscono i deputati, si sono svolte manifestazioni sia degli animalisti favorevoli all'abolizione, sia dei "taurinos", i fedelissimi della corrida. La Catalogna è la seconda regione spagnola ad abolire la tauromachia, dopo le Canarie che approvarono la legge nel 1991.

QUESTIONE CATALANA. La decisione del parlamento catalano di fatto chiude l'unica arena ancora attiva nella regione, la Plaza de Toros Monumental di Barcellona, il cui proprietario ha annunciato l'intenzione di chiedere 300 milioni di euro di risarcimento. Dietro questo voto, naturalmente, anche le questioni di identità nazionale. Qualche settimana fa il tribunale costituzionale spagnolo ha bloccato lo statuto d'autonomia della Catalogna, e ora, a parere di molti, la regione reagisce mettendo in discussione il simbolo nazionale.

IL PREMIER. "Ho votato contro l'abolizione perché credo nella libertà e avrei preferito che il proseguimento o meno delle corride fosse deciso tranquillamente dai costumi sociali dei catalani". Lo ha detto il capo del governo catalano, il socialista Josè Montilla. Precisando di non voler utilizzare il voto del parlamento come "termometro delle relazioni spagna-catalogna", Montilla ha invitato tutti alla "moderazione" e al "rispetto".
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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08/08/2010 18:28
 
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Morrissey a Sua Maestà: “Basta copricapo in pelliccia per le guardie reali”



Morrissey lancia un appello a Sua Maestà, Elisabetta II d’Inghilterra, affinché si cessi la produzione di copricapo in pelliccia per le guardie reali. Il cantante britannico, vegetariano ed animalista convinto, ha scritto una lettera un quotidiano inglese per sensibilizzare la monarca a non adoperare più pellicce di orso per i colbacchi militari: “Vorrei lanciare un appello alla Regina, so che è difficile trovarsi nel ruolo in cui si trova ma vorrei esortarla a non far più produrre per le sue guardie copricapo in pelliccia. Salvaguardare i diritti degli animali è un dovere, Stella McCartney si è già offerta di disegnare un colbacco in pelliccia sintetica, si eviterebbero tante morti inutili e tante sofferenze agli animali”, sostiene Morrissey.


La vena animalista ce l'ha sempre avuta in effetti..già ai tempi di Meat is murder..

presenze.com
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01/09/2010 16:37
 
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Wwf e Lipu: in Italia già si spara
a dodici specie di cui 4 a rischio




«In un clima di incertezza del diritto le Regioni aspettano fino all’ultimo minuto per deliberare i calendari per evitare i ricorsi al Tar delle associazioni ambientaliste». Così Osvaldo Veneziano, presidente nazionale di Arcicaccia, anche se in realtà molte regioni hanno già deliberato.

Anche a livello nazionale Wwf e Lipu (Lega protezione uccelli), insieme con altre associazioni, sono pronte a ricorrere al Tar. Per ora - dice Patrizia Fantilli, responsabile dell’ufficio legale islativo del Wwf - ci siamo accordati su Veneto, che chiede ancora le deroghe per le peppole e i fringuelli, Lombardia, Toscana, Calabria e Abruzzo.

Il rischio, per Fulvio Mamone Capria, vicepresidente della Lipu, è che con la pre-apertura «già si inizia a sparare a 12 specie, tra cui 4 in declino mentre c’è il divieto di caccia alle specie in periodo di migrazione, riproduzione e assistenza alla prole, e accoppiamento».
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04/09/2010 12:52
 
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Palermo, spara a coniglio durante una battuta di caccia e colpisce il figlio

Alcuni pallini hanno raggiunto il giovane che è stato immediatamente soccorso. Non è in pericolo di vita


ansa.it- PALERMO - Incidente di caccia a Baucina, in provincia di Palermo. Durante una battuta di caccia al coniglio, intorno alle 10, un uomo, sparando a una preda, ha colpito accidentalmente il figlio. Alcuni pallini infatti hanno raggiunto il giovane, che è stato immediatamente soccorso e trasportato in ospedale.

FUCILE SEQUESTRATO - Secondo le prime informazioni non versa comunque in pericolo di vita. Il fucile usato dal padre, legalmente detenuto, è stato sequestrato. Sull'episodio indagano i carabinieri.


.....

la legge del contrappasso eheh..
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09/09/2010 17:39
 
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Vivisezione, direttiva Ue
"Sì ai randagi come cavie"Il provvedimento approvato ieri prevede che cani e gatti "vaganti" possano essere usati per la sperimentazione se non è possibile raggiungere altrimenti lo "scopo della procedura" di ricerca.


Protestano gli animalisti, 40 eurodeputati abbandonano l'aula

ROMA - Se avete un cane o un gatto, sarà meglio comprare un collarino identificativo. Con la direttiva europea sulla sperimentazione animale approvata ieri, gli animali randagi rischiano di finire sotto il bisturi: l'articolo 11 prevede che possano essere sacrificati sull'altare della scienza se non è possibile raggiungere altrimenti lo "scopo della procedura" di ricerca. È stata questa deroga, assieme a quella sulla vivisezione delle grandi scimmie come lo scimpanzé che condivide con la specie umana oltre il 98 per cento del Dna, a suscitare le maggiori proteste, spingendo 40 eurodeputati ad alzarsi abbandonando l'aula in segno di protesta.

Dopo due anni di dibattito e un'infinità di correzioni, della nuova normativa europea che avrebbe dovuto rafforzare i metodi di ricerca alternativi alla sperimentazione sugli animali resta poco: dichiarazioni di principio sulla necessità di ridurre la sofferenza delle cavie, un rafforzamento dei controlli e molte scappatoie. Da una parte si afferma la volontà di applicare solo le procedure di sperimentazione farmacologica e didattica che provocano il minimo di dolore, sofferenza e angoscia, dall'altra - nota Michela Kuan, della Lega antivivisezione - "si lascia la porta aperta all'uso di animali in via di estinzione, alla cattura di scimmie allo stato selvatico, alla possibilità di effettuare in deroga procedure che comportino alti e prolungati livelli di dolore, all'uso di cani e gatti randagi, all'utilizzo delle cavie per più esperimenti".

La decisione del Parlamento europeo è stata presa tenendo conto della normativa poco rigorosa in vigore in molti Stati della Ue e punta ad aumentare il livello di trasparenza delle procedure. Ma cosa succederà in Italia, dove due leggi vietano l'uso di cani e gatti randagi per la sperimentazione? La direttiva verrà recepita così come è uscita dall'aula di Strasburgo o sarà interpretata in forma più restrittiva mantenendo i paletti attualmente in vigore?
"Credo che l'Europa potrà dichiararsi un luogo civile quando saremo riusciti ad evitare la sofferenza di animali senzienti nei laboratori di ricerca", risponde il sottosegretario alla Salute Francesca Martini. "E da questo punto di vista la direttiva è assai poco incisiva. In Italia comunque siamo un passo avanti e non intendiamo certo tornare indietro: non consentiremo la sperimentazione su cani e gatti". Silvio Garattini, direttore dell'Istituto Mario Negri di Milano, ha invece commentato osservando che in mancanza di test sugli animali, ancora oggi tutti i bambini colpiti da leucemia non avrebbero più di sei mesi di vita.

Senza tener conto delle ricerche condotte per lanciare nuovi cosmetici e delle cavie non censite (i non vertebrati), nell'Unione europea vengono utilizzati per le sperimentazioni 12 milioni di animali l'anno. Con la nuova direttiva si andrà verso un aumento o una diminuzione? Per il presidente di Farmindustria Sergio Dompè si andrà verso una riduzione perché il testo spinge in direzione dell'uso di sistemi alternativi. Per la deputata Pdl Gabriella Giammanco, invece, "la direttiva va a favore degli interessi delle industrie farmaceutiche e amplia la soglia di dolore per gli animali, in particolare cani, gatti e primati. Mi auguro che il nostro Paese recepisca in modo restrittivo quest'assurda direttiva".

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[SM=g27993]
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09/09/2010 17:49
 
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Questi della UE prima vietano ai ristoranti di cucinare totani,calamari ecc per evitare l'estinzione di certi pesci,poi fanno ammazzare cani e gatti.bah.
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21/09/2010 17:15
 
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Lotito contro gli animalisti.
L'esperto: "Dalla Lav soltanto una provocazione, con l'aquila Lotito non fa bracconaggio"

L'annuncio del presidente della Lazio, che dal sito ufficiale della società ha fatto sapere di aver reclutato un’aquila che dovrà volare sopra lo Stadio Olimpico prima di tutte le partite, la Lav (Lega Antivivisezione) si scaglia contro l’iniziativa. "È vietato dal regolamento del Comune - spiega Gianluca Felicetti, presidente dell’associazione animalista - ed è possibile il reato di bracconaggio. La Lav ha chiesto l'intervento del Corpo Forestale dello Stato e delle Polizie Provinciale e Municipale a tutela delle norme in vigore. Inoltre deve essere verificato se l'animale è entrato in Italia con le necessarie certificazioni e se viene detenuto secondo le norme minime vigenti”.

LA PROTESTA -I piani della società bianco-celeste non piacciono agli animalisti. la Lav ha chiesto l'intervento della Forestale e delle forze dell'ordine perché blocchi il volo: «La Ss. Lazio annuncia il volo di un'aquila sullo stadio Olimpico per ogni partita della squadra. È vietato dal regolamento del Comune, possibile il reato di bracconaggio. Intervengano il corpo forestale e la polizia. La Lav ha quindi chiesto l'intervento del Corpo Forestale dello Stato e delle Polizie Provinciale e Municipale a tutela delle norme in vigore». L'associazione motiva così la richiesta: «Siamo contrari per chiari motivi etici- spiega Gianluca Felicetti, presidente Lav -, ma anche perché si tratterebbe di un'esibizione illegale in base al Regolamento del Comune di Roma per la tutela degli animali, che vieta l'esposizione di volatili selvatici e qualsiasi forma di spettacolo o di intrattenimento pubblico o privato effettuato con o senza scopo di lucro che contempli, in maniera totale o parziale, l'utilizzo di animali, sia appartenenti a specie domestiche che selvatiche, nonché per il potenziale reato di bracconaggio visto che l'animale predatore addestrato potrebbe uccidere altri uccelli in un ambito vietato come quello urbano. Inoltre deve essere verificato se l'animale è entrato in Italia con le necessarie certificazioni e se viene detenuto secondo le norme minime vigenti. Insomma, una serie di controindicazioni che dovrebbero indurre invece la S.S.Lazio ad incentivare la presenza dei tifosi allo stadio con altre iniziative, ad aiutare le aquile minacciate dalla caccia illegale, dalla violazione delle aree protette e dall'inquinamento, quei simboli di libertà e fierezza che sono proprio il contrario di un animale addestrato, legato, e dei valori storici della S.S.Lazio».

Non è invece contrario all’iniziativa il dottor Mauro Cavallo, medico veterinario ed esperto in medicina dei rapaci che ha rilasciato un'intervista a Tiscali Notizie. “Parlare di bracconaggio, in questo specifico caso, non ha senso. Il termine bracconaggio - specifica l’esperto che collabora anche con la Lipu e il Wwf - significa ‘caccia illegale di specie non cacciabili’. Nello Stadio Olimpico l’aquila 'di Lotito' non effettuerà una battuta di caccia, ma bensì una esibizione di volo che avrà poi dei risultati, positivi o negativi, in base alla capacità del falconiere che dovrà far volare il rapace in un ambiente alquanto atipico. L’unica cosa sui cui si può obiettare è che si fa volare l’animale in condizioni non naturali”.Si tratta di una iniziativa provocatoria - “Personalmente - sottolinea Cavallo, che è anche presidente dell’Associazione sarda per la falconeria e la tutela dei rapaci - credo che l’iniziativa di Lotito, come anche la presa di posizione della Lav, vogliano essere per diversi motivi delle provocazioni. Il presidente della Lazio cerca di mostrare la propria ‘potenza’, magari nei confronti degli avversari, cosa che peraltro facevano anche gli antichi romani e persino i nobili del Medioevo, mentre la Lav protesta probabilmente più che per l’illegalità dell’iniziativa per l’uso di un animale regale per una manifestazione comunque ‘non indispensabile’”.Il veterinario: "Giusto verificare le certificazioni e le condizioni dell’aquila" - Il veterinario, responsabile del settore avifauna presso la Clinica Veterinaria S. Giuseppe a Cagliari, si è detto invece più che d’accordo sulla volontà della Lav di verificare le certificazioni e le condizioni di detenzione dell’aquila. “E’ giusto - ha commentato il dottor Cavallo -. Gli organi preposti devono verificare se l’animale è tenuto in buone condizioni e se lo stesso è in possesso dei certificati di nascita. Nella falconeria è espressamente vietato utilizzare soggetti provenienti dalla natura: i falconieri devono servirsi quindi di soggetti acquistati negli allevamenti autorizzati e dunque in possesso del certificato Cities. La nostra associazione, come tutte le altre associazioni di falconeria italiana, condanna fermamente l’utilizzo di falchi non allevati in cattività”.La falconeria è comunque un’arte antichissima, millenaria, che merita rispetto. La stessa Unesco, accogliendo una infinità di richieste provenienti da tantissimi paesi del mondo, ha inserito l’arte della falconeria tra quelle che fanno parte del patrimonio dell’umanità. Avvicinare pertanto il bracconaggio a tale nobile arte risulta pertanto quasi offensivo. La falconeria moderna è sostenitrice dell’ambiente. “La nostra associazione - ci tiene a precisare il veterinario - nasce dalla passione di Eleonora d'Arborea, giudichessa di Oristano, che con la Carta Delogu fu la prima a promuovere la protezione dei falchi sardi. Noi, pertanto, ci consideriamo una associazione ambientalista”.L'aquila laziale, intanto, trascorre questi giorni incurante della polemica in corso. Da due giorni si trova a Formello dove, tra un volo e l’altro, si concede spuntini a base di pollo, salmone e coniglio: la società sportiva ha già speso oltre 2mila euro per i suoi servigi. I giocatori e lo staff tecnico, nel mentre, l’hanno accolta come fosse una della famiglia. Degli operai stanno provvedendo a costruirle un rifugio per la notte: una voliera extra lusso. Dal canto suo la Lazio si dice convinta di aver espletato tutte le pratiche burocratiche in modo corretto e soprattutto di aver lanciato questa iniziativa con intenti ben diversi da quelli adombrati dagli animalisti. L'appuntamento per il primo volo dell'aquila, che al momento non ha un nome ma che probabilmente verrà chiamata Libertà, resta fissato per il pre-partita di Lazio-Milan


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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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22/09/2010 10:13
 
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comunque 'sta cosa dell'aquila che vola sull'olimpico è 'na cosa veramente ridicola...
Se fossi laziale me vergognerei ancora de più del solito,
lotito s'è dato proprio la zappa sui piedi me sa, ormai è diventato un megalomane.
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22/09/2010 10:36
 
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C'hanno le manie di grandezza proprio perchè si sentono inferiori.
Come diceva di canio?L'aquila è un animale fffierooooo [SM=g27987]
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17/01/2011 10:43
 
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Volpe “spara" al cacciatore che l'ha ferita e riesce a fuggire



MINSK - Una volpe ferita ha “sparato” al cacciatore che aveva cercato di ucciderla spedendolo in ospedale con un proiettile nella gamba. È accaduto nella regione di Grodno, in Bielorussia, e la notizia viene pubblicata oggi dai principali media russi che ricostruiscono con abbondanza di particolari la dinamica di un incidente che ha dell'incredibile.

Dopo aver colpito la volpe, il cacciatore si è avvicinato cercando di finirla a mani nude. L'animale però ha reagito e ha involontariamente azionato il grilletto del fucile con una zampa facendo partire il colpo in canna. Il cacciatore è stato costretto a rivolgersi al pronto soccorso per farsi estrarre il proiettile da una gamba, mentre la volpe è riuscita a fuggire.

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bene cosi..è solo l'inizio.. [SM=g27989]
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02/02/2011 13:57
 
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Choc in Canada: uccisi 100 cani da slitta
usati per i turisti alle Olimpiadi invernali



OTTAWA - La polizia canadese ha reso noto ieri di aver aperto un'inchiesta sulla brutale uccisione, nella località sciistica di Whistler, di un centinaio di cani Husky che erano stati impiegati come cani da slitta per i turisti durante i Giochi invernali di Vancouver del febbraio dell'anno scorso.
I cani, rimasti senza lavoro, sarebbero stati uccisi a uno a uno per due giorni da un operaio che avrebbe usato un fucile e un coltello. Secondo testimoni citati dalla stampa locale, alcuni animali, feriti, sono riusciti a tirarsi fuori da una fossa comune.
I motivi del massacro sarebbero puramente economici: le due società che avevano venduto ai turisti le escursioni in slitta, Outdoor Adventures e Howling Dogs, non avevano più bisogno dei cani, perchè la richiesta di gite era calata dopo le Olimpiadi invernali.
La vicenda è stata rivelata dallo stesso uomo che ha ucciso i cani, il quale ha chiesto e ottenuto un indennizzo da una banca locale per lo stress subito. Il suo avvocato ha detto a una radio di Vancouver, Cknw, che «non poteva essere un'esecuzione fatta bene, con un solo proiettile a disposizione» e «inevitabilmente (l'operaio) ha dovuto vedere scene orribili e, per dovere, porvi fine». Secondo la legge canadese una persona che uccide o ferisce un animale rischia fino a cinque anni di prigione. Far sopprimere un cane da un veterinario costa circa 100 dollari. Molti veterinari rifiutano però di sopprimere animali in buona salute.

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21/07/2011 12:13
 
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La caccia senza regole al pesce siluro

Le razzie dei bracconieri d'acqua dolce Il Po è uno dei fiumi più inquinati d'Italia eppure rappresenta un'attrazione per i pescatori ungheresi. Con metodi illegali e senza alcuna autorizzazione, durante la notte, i pirati risalgono la corrente per catturare il 'mostro' e per rivenderlo anche sul mercato italiano. Un business da 15 euro al Kg. Furti di barche e motori, minacce e paura. La Polizia non riesce a porvi un freno

ROMA - Il più grande fiume italiano è ostaggio di piccoli pirati. Niente bandiera con teschio e ossa da issare, ma vere e proprie scorribande notturne con cui cercare il loro oro: il pesce siluro. È di questo che soffre da oltre dieci anni il fiume Po, 600km di acqua braccati dai predoni dell'Est: la pesca di frodo dei bracconieri, i furti di motore in vertiginoso aumento e i pontili abusivi stanno uccidendo la vita di un fiume già martoriato da inquinamento e piene.

Lentamente "il Po muore" dice Vitaliano Daolio, uno che da 13 anni vive fra rive e golene lavorando come guida di pesca. A fine anni '90 infatti, gruppi di pescatori ungheresi, svuotati i loro bacini, sono venuti a cercare il siluro in Italia: la carne del pesce all'Est è considerata prelibata e il "vivo" viene venduto a 15euro al kg nei loro mercati anche se non si esclude, come mostrano alcune foto scattate dai pescatori, che arrivi anche nei banchi italiani. Un business "da migliaia di euro" che non è sfuggito ai predatori. E le regole italiane sembrano aiutarli. Lungo il corso d'acqua infatti di rado si incontra un cartello con il divieto di campeggio (non permesso) e le leggi incentivano la pesca del siluro: questa "balena d'acqua dolce" è considerata alloctona, non originaria e nociva, e dunque va espulsa. Un terno al lotto per chi, usando metodi illegali come l'elettricità, reti o lamettiere zeppe d'ami, intende fare razzia di pesce. Per le autorità pescarlo è un bene, senza limiti di numero, e non deve essere rilasciato.

"Ma è una legge ormai vecchia - dicono i ragazzi del Gruppo siluro Italia - perché questo predatore, presente nelle acque da anni, è diventato parte integrante dell'ecosistema". Se per i pescatori la cattura di un singolo "mostro" è roba da foto, per i pirati però le regole italiane di ingaggio possono essere aggirate. Niente canne nè ami regolari dunque, ma elettrostorditori, la nuova arma con cui nel buio si muovono i predoni. Con alcuni blitz le polizie provinciali e le guardie forestali delle aree di Cremona, Mantova, Parma, Reggio Emilia e del Veneto hanno provato a intercettare i bracconieri ma le operazioni non hanno portato a particolari risulati. "Pescano dalla sera sino alle 4 del mattino - racconta Yuri Grisendi, re del Catfishing - intercettarli è difficile su centinaia di chilometri. Ma noi li abbiamo visti, abbiamo raccolto prove. Usano elettrostorditori che nascondo lungo le rive, stordiscono tutto il pesce, non solo il siluro, e poi lo recuperano. A volte sfilettano gli animali sul posto, poi un furgone bianco tutte le notti fa il giro a recuperare il pescato e parte la tratta del commercio verso l'Est Europa senza alcun controllo sanitario". Se senti gli altri amanti della pesca, di cui gli "ungheresi" sono i nemici numero uno, ripetono la stessa cantilena: "Stanno svuotando il fiume, anche del 50%. Vanno fermati ma i controlli non ci sono".

Giacomo Fiume però, comandante della polizia provinciale di Parma, dice che "i controlli sono stati fatti, è che non hanno dato riscontro. Il problema probabilmente esiste, ma va dimostrato. E poi la gente non fa denuncia". Non la fanno nemmeno - secondo le forze dell'ordine rivierasche - per i furti di motore, l'altra piaga che sta spopolando il fiume. "Da noi hanno rubato cinque barche racconta Mauro Codeluppi, presidente del porto interfluviale di Boretto - i ladri non si fermano nemmeno davanti alle telecamere. E lo Stato? È inerme. Questi sono pirati veri: una mano dedita alla pesca di frodo, l'altra a fregarci i motori". Agisconono perfino incappucciati: fra quelli segnalati dalle cronache locali negli ultimi tre mesi si contano circa venti furti nella zona centrale del fiume. E senza motori nelle nautiche la gente non torna più. "Ci ho perso 40mila euro - continua Codeluppi - chi me lo fa fare di investire sul Po se c'è questa situazione? Mettici la pesca illegale, le razzie, la paura di incontrare questi personaggi e nessun italiano viene più qui".

Gli italiani no, ma gli stranieri sì. "Ormai il turismo è prevalentemente fatto da tedeschi, ungheresi e austriaci - dice Antonio Bertellini, gestore del porto Zampolli -. Nella sola provincia di Mantova in un anno sono state rilasciate 4000 licenze di pesca a stranieri. Dunque la possibilità di investire su questo tipo di turismo ci sarebbero, ma il fatto è che mancano i controlli: ho anche proposto di persona alla polizia di ormeggiare gratuitamente la loro barca qui...". Stazionare su oltre 200km di fiume "è complesso. Per questo - racconta Davide Persico, sindaco di San Daniele Po - ho promosso un summit fra i sindaci rivieraschi e le prefetture di Parma e Cremona, per sensibilizzare il problema. Il Po è abbandonato, ci vuole una sinergia per risollevarlo. Con il Governo Prodi erano stati stanziati 180milioni di euro destinati alla questione del fiume. Che fine hanno fatto?". In Spagna, per esempio, anche per combattere eventuali razzie hanno fatto della pesca al siluro sull'Ebro un fattore positivo, promuovendo un business turistico che richiama pescatori da tutta Europa.

"Anche da noi le cose potrebbero cambiare - replica Daolio da Mottabaluffi - basterebbe vietare commestibilità e commercializzazione del pesce. Ma su questo non c'è chiarezza. Provate a prendere un siluro di 60kg e analizzarlo: sono sicuro che dentro - fra atrazina, metalli pesanti, cocaina e altre schifezze rivenute nelle acque del Po - c'è di tutto". La questione Po rimane però arenata in una secca. "Nessuno se ne è occupato realmente negli ultimi anni - spiega la senatrice Albertina Soliani del Pd, che ha promosso una interrogazione parlamentare sul caso - se non si mette un freno la vicenda rischia di esplodere". Altrimenti, chiosa Luca Borsari del Gruppo Siluro Emilia, qui "la gente la vedi, è già pronta a farsi giustizia da sola".

repubblica.it

A sti bastardi andrebbero fatte provare le stesse scosse elettriche con le quali catturano i siluri..
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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Guerra ai piccioni, la Provincia di Como
arruola 80 cecchini. E' polemica



COMO - Ottanta cecchini per risolvere una volta per tutte il problema dei piccioni. L'iniziativa è della Provincia di Como, e, come era prevedibile, ha già sollevato un polverone di polemiche. L'amministrazione, attraverso l'assessorato alla Caccia, ha promosso un corso di formazione con relativo rilascio di uno speciale patentino di «coadiutore nel controllo numerico del piccione». Lo hanno ottenuto in 80, per l'appunto. Ma l'Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente ha già annunciato provvedimenti.

Il comunicato. Così protesta la Aidaa: «A seguito dell'assurda iniziativa messa in atto dall'amministrazione provinciale di Como, l'Associazione, attraverso il proprio servizio legale, presenterà una denuncia alla Procura della Repubblica di Como sia nei confronti dell'assessore Mario Colombo, che ha promosso questo assurdo corso per "uccisori di piccioni", sia per l'intera amministrazione provinciale di Como con l'accusa di maltrattamento di animali (articolo 544 ter codice penale) e con l'accusa di sterminio di animali protetti. Il corso infatti ha abilitato ottanta cacciatori - sottolinea l'associazione - a sterminare a colpi di doppietta i colombi che atterrano per cibarsi dentro le aziende agricole, gli stessi cacciatori tra l'altro vanno ad aggiungersi alle guardie venatorie che già da tempo sono impegnate in questo immondo massacro dei piccioni. Inoltre Aidaa invierà una segnalazione alla Corte dei Conti - conclude l'Aidaa - al fine di far presente come in un periodo di difficoltà per le casse degli enti pubblici, questi spendano quattrini (poco o tanti poco importa) per addestrare e 'diplomarè cecchini con lo scopo di uccidere i volatili».

L'assessore. L'assessore alla Caccia, che per ironia della sorte si chiama Mario Colombo, si difende: «Sono migliaia e infestano stalle e magazzini. Oltre a distruggere i campi danneggiando i raccolti, creano anche problemi igienici».


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[Modificato da Sound72 12/03/2013 13:07]
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