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Claudio Ranieri

Ultimo Aggiornamento: 29/08/2023 16:21
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23/02/2011 11:04
 
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Io Brehme lo vorrei al posto di Riise.
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23/02/2011 11:31
 
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eh si perchè Giresse al posto di De Rossi?
me piavo pure Tigana e facevamo il tandem del Bordeaux anni '80 una delle migliori coppie allora in circolazione


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AS ROMA / Clamoroso: Borriello e gli altri hanno brindato all’addio di Ranieri

Marco Borriello, felice per l'addio di Ranieri?

AS ROMA – Brindisi per l’addio di Ranieri – Marco Borriello e compagni avrebbero brindato all’addio alla panchina della Roma di Claudio Ranieri. L’indiscrezione, che gira da giorni nella Capitale, si riferisce alla cena post-partita di domenica contro il Genoa.


Lì il centravanti proveniente dal Milan e altri suoi compagni avrebbero festeggiato le dimissioni del tecnico romano. Non certo un modo gentile per salutare Ranieri e nemmeno una sconfitta scottante come quella di Genova. Ecco che ne pensa Carmine Fotia, direttore de Il Romanista:
“Il brindisi mi fa veramente schifo. Ranieri ha pagato colpe non sue e ha avuto il coraggio di metterci la faccia. Inoltre, ha avuto il coraggio di dimettersi in un paese dove non si dimette mai nessuno. Da tempo sul mio giornale scrivo che la Roma risente di un problema psicologico, lo ha detto anche Montella. Non puoi mollare sul 3-0 come hai fatto a Genova. Spero non ci fosse un piano segreto per mandare via Ranieri. Il problema è che, se manca una società forte, non puoi difendere un allenatore e i giocatori sono legittimati a fare ciò che vogliono. Lui ha sbagliato solo una cosa, non aver avuto il coraggio di dire questo giocatore sta fuori per scelta tecnica. Ha fatto pensare che fosse solo un turn-over”.

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24/02/2011 15:58
 
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e queste sono le colpe sue, io è da quest'estate che dicevo di non riconoscerlo più.
è passato dll'essere quello che metteva fuori Totti e De Rossi a quello che s'è fatto andare bene pure i cazzi al culo le pizze sulle chiappe e pre un paio di destri sulla schina

s'è fatto mette i piedi in testa. e continua pure.
questo non è (e in fondo quale lo è) un ambiente per santarelli.


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03/03/2011 18:16
 
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RANIERI: ‘Borriello voleva giocare sempre. Pizarro non guardava negli occhi, Burdisso si’L'allenatore parla anche di Totti: 'Nello spogliatoio è probabilmente molto più solo di quanto non appaia...'

RANIERI SU L’ESPRESSO – Dopo aver aprlato al Tg1 Ranieri si confida a ‘L’Espresso’. Ecco alcuni passaggi dell’intervista in edicola da domani:

Alcuni hanno brindato al suo addio…
“Ne dubito. Se fosse accaduto davvero avrei fatto bene ad andar via prima. Al mio interesse ho sempre anteposto quello del gruppo, ci ho messo la faccia, ho cercato un rapporto onesto ed aperto con tutti”

Sul rinnovo contrattuale.
“Sia la Sensi sia gli uomini di UniCredit. Non è stato possibile, ma a me interessava relativamente. Sarebbe stata soprattutto un segnale diretto alla squadra: quando venti persone sanno che sei in bilico per mantenere armonia generale serve saldezza d’animo”

Cos’è stato a far degenerare il progetto?
“Le troppe voci, le false notizie, forse arriva questo, forse quello, domani firma Angelini, poi Angelucci, poi la notizia dello sbarco americano ha propagato il caos definitivo. La macchina è finita fuori strada e poi si è fermata”

Le lamentele dei giocatori sulla stampa hanno fatto il resto…
“Ci sono state reazioni che andavano punite, calci alle borse, musi lunghi, labiali in diretta tv da sanzionare per dare un esempio non è accaduto e si è fornito il lasciapassare all’anarchia. Non sono un personal trainer, alleno 25 persone”

Dicono che Totti non abbia tollerato lo smacco di Genova con la Samp. In quell’occasione lei lo fece entrare a 4 minuti dalla fine…
“Lo rifarei, era influenzato. Gioca chi è in forma e Totti è un campione che in un minuto può cambiare volto e senso a una partita. Comunque non abbiamo mai litigato. Francesco è la bandiera della Roma e nello spogliatoio è probabilmente molto più solo di quanto non appaia.”

Doni messo da parte. Non l’amava?
“Julio Sergio è un bravissimo portiere”

Pizarro. Con lei non giocava, con Montella è tornato a brillare, una coincidenza?
“David da tempo aveva problemi al ginocchio. Fin dall’estate si era allenato poco e male, non era pronto (ha giocato la Supercoppa a Milano senza allenamento, ndr) più lo difendevo dandogli il tempo di guarire più trovavo insinuazioni continue sui giornali. Siccome non sono un’idiota l’ho preso molte volte da parte: ‘hai dei problemi con me? Ti ho trattato male? Dimmelo in faccia, se ho commesso un torto non ho paura di ammetterlo sono fatto così, non da ieri.’
Risposta: ‘No mister, nessun problema’.

Pizarro la guardava negli occhi?
“No, mai. Che le devo dire? Io sono diverso, per me la sincerità è fondamentale”

Su Borriello.
“Voleva giocare sempre, ma non è che nel Milan fosse costantemente titolare. Lo faccio partire dal 1’ con il Napoli e non vede un pallone, due giorni dopo analizziamo la gara, glielo faccio notare e mi risponde: ‘Ero stanco mister, venivo da tre partite consecutive’. Allora non capisco forse sono tardo io: se sei stanco perché dovrei farti giocare anche la quarta e la quinta partita consecutiva?”
Genova, giorno dell’addio: in tribuna sedeva l’agente Davide Lippi, ospite anche il primo giorno post a Trigoria…
“Non volevano smarrire la continuità”

Quanto influiscono i procuratori nel calcio?
“Molto, sono la categoria più a contatto con i giornalisti, presidenti e giocatori”

I giornalisti: non tutti l’hanno sostenuta…
“Sui collezionisti di cariche che commentano il calcio in tv preferirei tacere”

Ha timore a far nomi?
“Non scherziamo, dicevo quel che pensavo già a 35 si figuri a 60”

L’ultima gara di Champions con lo Shakhtar siete passati in vantaggio, però Sky ha inquadrato a bordo campo volti non proprio felici…
“Davvero? So che sono stato solo, solissimo. Da Madrid a Londra, da Torino a Roma, sempre una rivoluzione societaria. Me le vado a cercare con il lanternino queste situazioni. Nessun rimpianto, mi rimane un anno e mezzo meraviglioso. Mi ero fatto capire forse fin troppo bene: ‘se non correte tutti, non arriviamo. Con invidia, antipatia, gelosia e cura ossessiva del proprio orticello non faremo strada. Qualcuno sta pensando solo a sé stesso.’ Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”

Visti i litigi in campo?
“Un’infinità. Non aggiungerei altro. L’anno scorso eravamo uniti, poi lo scenario è mutato.“

Qualcuno ha messo in dubbio la preparazione atletica e i carichi di lavoro…
“Era semplicemente avveniristica, ma quando non conosci l’argomento e sproloqui per convenienza, malafede o pigrizia ragionare su cambi di direzione o tecniche anaerobiche è patetico. Capanna, il preparatore atletico, è un luminare, gli hanno attribuito anche il premio di categoria. Le faccio una domanda io adesso: perché la Roma da Taddei a Brighi, passando per Mexes e Riise fino a Perrotta, correvano sempre e solo i soliti? Dopo i 18 anni, anche se è dura, bisogna decidere cosa si vuol diventare da grandi. Sai che penso? Che questa squadra non ha bisogno di altri alibi, deve vincere tirando fuori tutto meno le scuse altrimenti non ne usciranno e il mio gesto si rivelerà del tutto inutile”

Chi le è rimasto nel cuore?
“Tante persone. Se devo fare un nome dico Burdisso. Un giorno parlai con la squadra: ‘Ho una convinzione, si gioca bene in base a come ci si allena’, e lui pronto: ‘No mister, si gioca come si vive’. Profondo, bellissimo, Burdisso non si nasconde, ti guarda negli occhi sempre”
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03/03/2011 19:20
 
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Re:
lucaDM82, 03/03/2011 18.16:



Le lamentele dei giocatori sulla stampa hanno fatto il resto…
“Ci sono state reazioni che andavano punite, calci alle borse, musi lunghi, labiali in diretta tv da sanzionare per dare un esempio non è accaduto e si è fornito il lasciapassare all’anarchia. Non sono un personal trainer, alleno 25 persone”




Questo direi sia il passo più importante dell'intervista
Per questo nel giudizio universale io a Ranieri continuerò sempre a dare l'assoluzione

......
"In my 23 years working in England there is not a person I would put an inch above Bobby Robson."
Sir Alex Ferguson.
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03/03/2011 22:20
 
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manca però tutta la parte relativa alle sue scelte. molte palesemente errate.
tipo puntare sul tridente. un assurdo con le putne che ha la Roma, nessuna minimamente votata al sacrificio.
qeusto lui lo doveva capire.
le stesse rotazioni fatte con il misurino per accontentare tutti.
non è così che può funzionare.
Ranieri doveva andare via prima allora.

poi non lo so sarà che è facile paralre cion i soldi degli altri, ma lui quest'estate doveva rovesciare i tavolini quando gli hanno preso Adriano, o Rosi, o Castellini, quando gli hanno dato via tutti gli esterni, anche Guberti che pure stava facendo un bion precampioanto.
doveva "parlare" o quanto meno agire . andare via subito, quando aveva ancora credito e molti voltagabbano di oggi allora erano ancora con lu.
avrebbe avuto tutto un maggior credito.

io quest'anno non ho più visto qeul Raneirio che ti toglie totti e de rossi nel derby dopo 45 minuti.
quel Ranieri lì sarebbe andato via a luglio o avrebbe così seriamente minacciato di lasciarli nella merda (che si stavano spalando addosso da soli) da mettergli il pepe al culo alla società.

ha avallato tuto e la suia esperienza gli avrebbe dovuto suggerire che tanto così facendo sarebbe stato un lento ma inesorabile logorio.

dopodichè..
i "mali di fondo" della Roma sono altri. Ranieri è qui da un anno e mezzo.
non è lui che ha steso l'humus mortifero nel quale affonda le radici la Roma, casomai anche lui ci è seduto.


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03/03/2011 23:28
 
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a me quello che in tutta questa storia da veramente fastidio è il modo silenzioso/sprezzante in cui è stato scaricato da parte dei calciatori cui la società si è adeguata in modo molto viscido e consenziente ( dove è finito l'allenatore tanto voluto da F.ranco Sensi? ).Da parte di certi giornalisti invece me lo aspettavo..hanno fatto il doppio gioco con spalletti, figuriamoci se potevano ammorbidirsi con uno che se ne va. E cmq Ranieri con la stampa si era scagliato in modo pesante. Quindi nel gioco delle parti ci può pure stare.Ma i calciatori lui li ha sempre difesi e protetti anche negando la luce del sole. E secondo me in queste parole c'è un pò di risentimento perchè quando si è fatto da parte nn hanno mosso un dito x trattenerlo o peggio ancora hanno preso le distanze facendosi sucod con Montella.
Poi gli errori di Ranieri da tecnico sono stati talmente evidenti che si commentavano da soli. La difesa a 5 di napoli, adriano ala,burdisso jr bruciato subito, il rilancio di loria, il catenaccio di monaco..
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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04/03/2011 00:14
 
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Ha detto quello che si intuiva da fuori.Ora è certificato.

1.Dopo la notizia dello sbarco degli americani si è rotto l'equilibrio psicologico della squadra.
2.E' esplosa l'anarchia nello spogliatoio(ognuno pensa per sè,gruppo disunito,comportamenti riprovevoli).
3.La dirigenza(da Montali in giù) non ha fatto nulla per arginare tutto questo caos.

Poi ha fatto i nomi...eclatante l'accusa di falsità a Pizarro e l'insinuazione di un isolamento di Totti(con cui cmq nega problemi) nello spogliatoio.Non menziona De Rossi fra quelli che corrono e si sacrificano.

Mi conferma quello che pensavo dei giocatori e della dirigenza.Devono cacciare tutti.

Detto questo,Ranieri ha fatto i suoi errori e dovrebbe ammetterlo.Però in questa guerra fra lui e la stampa infame(che deresponsabilizza cosi' giocatori e dirigenza),difendo l'allenatore.
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04/03/2011 10:27
 
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l'intervista integrale

L’ESPRESSO - Forse il problema è che il tempo scorre senza restituire più il senso di una stretta di mano. Almeno nella Roma che ha lasciato. “Sarò anche l’ultimo dei sentimentali, ma io me ne sono andato per amore della mia città.”
Sessant’anni, una figlia , la stessa moglie incontrata decenni fa nel vento di Catanzaro. All’epoca, Claudio Ranieri spazzava da capitano sogni provinciali. Difendeva, maglia numero tre. Recitava a soggetto senza tirarsi indietro: “Ogni tanto, bisognava menare”. Oggi, chiuso il cerchio di un’esistenza con le dimissioni dalla squadra con cui inziò a girare il mondo nel 1973, torna a parlare. L’anno scorso sfiorò il titolo, e avvertì in anticipo: “I problemi arriveranno adesso”. Non lo hanno ascoltato, così si è fermato. Sensa società, coesione d’intenti e lealtà, Ranieri ha ballato da solo. Un valzer triste, instabile, coraggioso, tra sorrisi falsi, patti non onorati e ribellioni plateali portate ad arte in primo piano. Nel descrivere gli ultimi momenti, l’ex tecnico dipinge una Guernica romanista. Egoismi, immaturità, miseri espedienti da basso impero che in questo marzo di cambiamento, ha preferito non respisrare.

Partiamo dall’ultimo fotogramma
“A Genova la Roma vola. Va sul 3-0 e alla fine si fa rimontare. Nello spogliatoio annuncio il mio addio ai giocatori. “Vi ringrazio uno a uno. Li saluto. Nessuno fiata”

La società non auspica traumi immediati
“Era necessario che i giocatori non avessero più scuse o capri espiatori. Che discutessero tra loro. Mi risulta lo abbiano fatto. Non a caso, da settimane avevo anticipato alla squadra il mio punto di vista: Ragazzi voi avete bisogno di uno choc”

Alcuni hanno brindato al suo addio
“Ne dubito. Se fosse accaduto davvero, avrei fatto bene ad andare via prima. Al mio interesse, ho sempre anteposto quello del gruppo. Ci ho messo la faccia, ho cercato un rapporto onesto e aperto con tutti.”

Dimettersi le è costato un milione di Euro
“La dignità non è un assegno. A Torino, dove il feeling non era lo stesso, mi sono fatto pagare. Qui era diverso, non mi sarei più potuto guardare in faccia.”

Senza di lei, la Roma è tornata a impegnarsi
“E io sarei l’incompetente. quando sono arrivato, nel 2009, era ultima in classifica. Allora mi chiedo, dov’è la verità?”

Quanto ha influito l’incertezza societaria?
“Molto. Le voci di un cambio imminente al vertice hanno confuso l’ambiente, facendo perdere di vista l’obiettivo. Ho compiuto un errore di generosità. Mi sono detto resto comunque. Combatto.”

Le avevano garantito il rinnovo contrattuale?
“Sia la Sensi, sia gli uomini di Unicredit. Non è stato possibile, ma a me interessava relativamente. L’investitura sul mio futuro sarebbe stata soprattutto un segnale diretto alla squadra. Quando 20 persone sanno che sei in bilico, per mantenere l’armonia generale serve saldezza d’animo.”

Non tutti l’hanno mantenuta?
“No. In situazioni simili la mente va ovunque, si inquina l’aria. Dopo la sconfitta con il Basilea mi feci sentie: “Andremo incontro ad una stagione complicata. Saremo io e voi. Nessun altro. Faremo rotazioni continue. Se non siete d’accordo ditemelo. Altrimenti ci rimetteremo entrambi.”
Ci fu silenzio, anche quella volta.”

Cosa è stato a far deragliare il progetto?
“Le troppe voci. Le false notizie: Forse arriva Angelini, domani firma Angelucci. La notizia dello sbarco americano ha propagato il caos definitivo. La macchina è finita fuori strada e poi si è fermata.”

Le lamentele dei giocatori sulla stampa hanno fatto il resto.
“Ci sono state reazioni che andavano punite. Calci alle borse, musi lunhi e labiali in diretta tv da sanzionare per dare un esempio. Non è accaduto e si è fornito il lasciapassare all’anarchia. Io non sono un personal trainer, io alleno 25 persone.”

Dicono che Totti non abbia tollerato lo smacco di Genova con la Sampdoria. In quell’occasione lei lo fece entrare a quattro minuti dalla fine
“Lo rifarei, era influenzato. Gioca chi è informa e Totti è un campione che, in un minuto, può cambiare il volto e il senso a una partita. Comunque non abbiamo mai litigato. Francesco è la bandiera della Roma. E nello spogliatoio è probabilmente molto più solo di quanto non appaia”

Doni, messo da parte, non la amava
“Julio Sergio è un bravissimo portiere”

Borriello recriminava
“Voleva giocare sempre, ma non è che al Milan fosse costantemente titolare. Lo faccio partire dal primo minuto, con il Napoli non vede un pallone. Due giorni dopo analizziamo la gara, glielo faccio notare e risponde: “Ero stanco, mister, venivo da tre partite consecutive”. Allora non capisco, ma forse sono tardo io. Se sei stanco, perchè dovrei farti giocare anche la quarta e la quinta partita consecutiva?

Con lei Pizarro non giocava. Con Montella è tornato a brillare. Una coincidenza?
“David da tempo aveva problemi al ginocchio. Fin dall’estate si era allenato poco e male. Non era pronto. Più lo difendevo dandogli il tempo di guarire, più trovavo insinuazioni quotidiane sui giornali. Siccome non sono un’idiota, l’ho preso molte volte da parte: “Hai dei problemi con me? Ti ho trattato male? Dimmelo in faccia” Se ho commesso un torto non ho paura di ammetterlo. Sono fatto così, non da ieri.”

Risposta?
“No, mister. Nessun problema”

Pizarro la guardava negli occhi?
“No. Mai. Che devo dire? io sono diverso, per me la sincerità è fondamentale”

A Genova, nel giorno dell’addio, in tribuna sedeva anche l’agente Davide Lippi. Ospite anche nel primo giorno post-Ranieri a Trigoria
“Non volevano smarrire la continuità (ride)”

Lei di Marcello Lippi aveva già parlato
“Non io, i media. Di solito sono informati. E se paventavano influenze romane di Lippi, qualcosa di vero doveva esserci.”

A Torino, invece, c’erano i fatti, le trame
“Mentre ero il tecnico della Juve, Lippi e il direttore generale Blanc officiavano la cena della piadina. Alcuni giorni dopo l’allegro convivio arriva Blanc da me: “Claudio, dobbiamo assolutamente prendere Cannavaro” Mi ribello: “Chi, scusa? Cannavaro?No, signori, no ci sto”. Io sono un uomo libero. Non ho procuratori, non ho agenti”

Quanto influiscono i procuratori nel calcio?
“Molto. E’ la categoria più a contatto con i giornalisti i presidenti e i giocatori.”

I giornalisti. Non tutti l’hanno sostenuta
“Sui collezionisti di cariche che commentano il calcio in tv preferirei tacere.”

Ha timori a far nomi?
“Non scherziamo. Dicevo quel che pensavo a 35 anni, figuriamoci a 60.”

Quindi?
“Io amo lo sport e detesto l’avanspettacolo. Se devo ridere vado a teatro”

Ancora una cosa. Chi l’ha tradita?
“Lasciamo perdere. Non è grave. Mi deludono solo quelli che rispetto davvero”

Nell’ultima gara di Champions contro lo Shaktar siete passati in vantaggio. Però Sky ha inquadrato a bordo campo volti non proprio felici
“Davvero? Non lo sapevo. So che sono stato solo. Solissimo. Da Madrid a Londra, da Torino a Roma. Sempre una rivoluzione proprietaria. Me le vado a cercare con il lanternino queste situazioni.”

Ha rimpianti?
“Nessuno. Mi rimane un anno e mezzo meraviglioso. Mi ero fatto capire, forse fin troppo bene. “Se non correte tutti, non arriviamo. Con invidie, antipatie, gelosie e cura ossessiva del proprio orticello, non faremo strada. Qualcuno sta pensando solo a se stesso.” Ma non c’è peggior sordo di chi non vuole ascoltare. L’anno scorso eravamo uniti. Poi lo scenario è mutato. Quante volte avete visto litigi in campo?

Un’infinità
“Ecco. Non aggiungerei altro.”

Qualcuno ha messo in dubbio la preparazione atletica. I carichi di lavoro
“Era semplicemente avveniristica. Ma quando non conosci un argomento e sproloqui per convenienza, malafede o pigrizia, ragionare su cambi di direzioni e tecniche anaerobiche è patetico. Capanna, il preparatore atletico, è un luminare. Gli hanno attribuito anche il premio di categoria. Le faccio una domanda io adesso. Perchè nella Roma, da Taddei a Brighi, passando per Mexes, Riise e Perrotta, correvano sempre i soliti? Dopo i 18 anni, anche se è dura, bisogna decidere cosa si vule diventare da grandi. Sa che penso? Che questa squadra non ha bisogno di altri alibi. Deve vincere tirando fuori tutto tranne le scuse. Altrimenti non ne usciranno e il mio gesto si rivelerà del tutto inutile”

Chi le è rimasto nel cuore?
“Tante persone. Se devo fare un nome dico Burdisso. Un giorno parlai con la squadra. “Ho una convinzione. Si gioca bene in base a come ci si allena.” e lui, pronto: “No mister, si gioca come si vive.”

Profondo
“Bellissimo. Burdisso non si nasconde. Ti guarda sempre negli occhi.”


Gheddafi bombardaci trigoria [SM=g9141]
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04/03/2011 14:47
 
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Boniek

ROMA - "Il cambio di panchina l´ho vissuto in maniera molto serena, era abbastanza scontato: Claudio è l´ultimo responsabilità, hanno grandi responsabilità la società e i calciatori".


ecco.
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06/03/2011 13:30
 
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tutto sotto controllo...non date retta a ranieri
Roma nervosa: Menez litiga con Borriello
poi si scusa: «Ho sbagliato»




ROMA - Forse ha ragione Daniele De Rossi, capitano venerdì sera per l’assenza di Francesco Totti, quando ammette che «c’è qualche nervosismo tra noi perché non vengono i risultati». Parole dette dopo una vittoria ma che sintetizzano il film di una stagione. Il centrocampista, nella circostanza, parla prima di lasciare lo stadio Via del Mare di Lecce, uscendo da uno spogliatoio che ha rischiato di trasformarsi in un ring. Menez, tra insulti e urla, ha provato ad aggredire Borriello. Mezza squadra è intervenuta per evitare che i due, con il francese scatenato e nervosissimo, si mettessero le mani addosso. Partiamo, però, dalla fine dell’ennesimo incendio giallorosso, spento solo dopo la notte, utile per la riflessione sull’inutilità di certi atteggiamenti, soprattutto per un episodio banale e addirittura dopo un successo ottenuto quando nessuno più se l’aspettava, quasi trovato e ormai insperato. Ieri mattina, a Trigoria e prima dell’allenamento, Menez ha trovato la forza e la voglia di pentirsi. Così, davanti ai compagni, ha preso la parola per chiarire definitivamente con Borriello: «Scusa Marco, ho sbagliato a reagire così».

Stretta di mano e lite archiviata. Il fuoco si era acceso dentro Menez nel recupero, quattro minuti, del secondo tempo della gara di Lecce. La Roma è appena passata per la seconda volta in vantaggio e sta per festeggiare il secondo successo consecutivo in trasferta. Borriello conclude l’azione d’attacco con un tiro a lato, in diagonale. Al suo fianco c’è Menez, scattato in profondità e senza ricevere, però, palla dal compagno. Jeremy, uno che spesso ha la palla incollata ai piedi, sbotta per l’egoismo di Marco e comincia a insultarlo pesantemente. Il centravanti risponde, mandando il francese a quel paese. Menez, a quel punto, non ragiona più e, con la palla appena tornata in gioco, corre verso Borriello. Meno male che tra i due si trova Brighi, rapido a bloccare Jeremy che sta puntando dritto verso Marco. Intanto l’arbitro Damato fischia la fine dell’incontro. Ma la questione non si esaurisce lì. Montella fa uno scatto verso il centro del campo. Prima di salutare il direttore di gara e i suoi collaboratori, di ringraziare i giocatori, va a prendere Borriello che sta sbuffando e imprecando, marcato da un paio di compagni. Ora è l’attaccante a cercare il compagno e nemmeno si accorge che c’è l’allenatore dietro di lui. Vincenzo gli dice di star calmo e gli chiede il cinque come promessa. Ma nello spogliatoio c’è Menez in agguato. Cioè in attesa di Borriello. Dietro le quinte scoppia la rissa, fortunatamente solo verbale. Ultimamente i due, per motivi diversi, sono abbastanza irrequieti. Jeremy, da quando c’è Montella, non è più titolare e da sostituto sta deludendo il nuovo tecnico; Marco è a digiuno da 7 partite, ultima rete contro il Brescia il 2 febbraio, e anche per questo avrebbe voluto calciare il rigore che si era procurato. Entrambi escono sconfitti dopo una vittoria di squadra e non solo per la sceneggiata in pubblico e in privato: il primo perde il posto, l’altro il gol. Perché il rigorista è Pizarro, quando non c’è Totti.

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22/05/2011 12:23
 
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INTERVISTA RANIERI
CORSPORT (G. D’UBALDO) – Un incidente sulla Siena-Firenze lo ha costretto ad arri­vare in ritardo a Montecatini per la consegna del premio Tommaso Mae­strelli. Claudio Ranieri in questi gior­ni si rilassa nel buen retiro di San Gu­smè, nella sua villa medicea che di­venta un rifugio inviolabile quando vuole staccare la spina. Ha vissuto da spettatore il finale di stagione, dopo le dimissioni dalla Roma si è messo da una parte, è rimasto in silenzio fi­no ad oggi. Ha seguito il campionato dal suo osservatorio riservato, ha ri­fiutato comparsate televisive, titoli dei giornali. Il distacco dalla Roma è stato traumatico. « Ma da tifoso era l’unica cosa che potevo fare ». Tirato, carico, di restare in vacanza non ha più voglia. Ranieri non ha perso l’en­tusiasmo ed è pronto a tornare in pi­sta.

Omai i giochi sono fatti, anche se manca ancora una giornata. Che campionato è stato?


«In generale quello che avevo pre­visto. Ne avevo parlato all’inizio del­la stagione, non sarebbe stato un campionato come i precedenti, con una squadra che faceva il vuoto. Que­st’anno non è stato così. Ha vinto la squadra migliore, che ha saputo ave­re continuità ed è migliorata strada facendo. Complimenti al Milan, ha meritato lo scudetto. Ma complimen­ti anche all’Inter, che ha saputo ri­partire dopo un periodo difficile a causa di numerosi infortuni. Ora ha anche la possibilità di vincere la Cop­pa Italia. L’Inter è arrivata alla fase cruciale della stagione senza gli uo­mini migliori. Complimenti anche a Guidolin e alla sua Udinese e al Na­poli, che ha centrato una grande im­presa » .

Le grandi delusioni sono Juventus e Samp, oltre alla Roma, della quale parleremo dopo.


«Per la Samp mi dispiace veramen­te tanto. Stimo molto la famiglia Gar­rone, la squadra ha un pubblico spor­tivissimo. Non ci voleva questa cadu­ta, saprà risalire. La Juve ha speso tantissimi soldi per costruire. Ma ci vuole tempo, non bisogna demorde­re. La società deve valutare il lavoro fatto».

Da quando è stato esonerato, la Ju­ve è andata sempre più giù…


« Ranieri non c’entra. Negli anni precedenti era stata costruita una grandissima squadra, con quattordi­ci super campioni, poi dopo la serie B sono rimasti solo Buffon e Del Piero. Le squadre le fanno i giocatori, ma prima le società. Bisogna riaprire un ciclo e c’è bisogno di tempo, ci vuole la fortuna di trovare i giocatori giusti. Ci vuole un carattere forte, a prova di bomba».

Del Neri ha il carattere giusto per una squadra come la Juventus?


« Ha l’esperienza per guidare una grande squadra. Noi allenatori dob­biamo fare il massimo, poi le società ci giudicano».

A Napoli c’è fibrillazione dopo la festa, Mazzarri potrebbe andare via e tra i candidati c’è anche lei…


« Non ho avuto nessun contatto. A Napoli feci un grande lavoro, quasi vent’anni fa, conservo un bel ricor­do. Ho avuto un ottimo rapporto con il pubblico di Napoli, il sostegno che dà alla squadra è straordinario. De Laurentiis ha preso la società dal fondo e l’ha portata in alto, tra le grandi d’Europa. Il club ha fatto pas­si da gigante, complimenti vivissimi. Sono sempre stato bene in tutte le so­cietà nelle quali ho lavorato e ho la­sciato ovunque un buon ricordo. So­no un professionista, se dovessero chiamarmi prenderei in considera­zione le proposte».

Quando lasciò la Roma disse che stava pensando a un ritorno nella Premier League.


« Il mio pensiero è sempre stato questo, se ci fosse la possibilità di la­vorare con un buon progetto. Ma non mi precludo altre strade. Mi deve piacere il progetto, che sia in Italia, in Spagna o in Inghilterra. Per una Nazionale è ancora presto, penso di poter fare ancora quattro o cinque anni alla grande in una squadra di club».

Sono passati quasi tre mesi da quando ha lasciato la Roma. Ci rac­conti come ha vissuto questo perio­do.


«Sono venuto via per amore. Rin­grazierò sempre la famiglia Sensi per avermi dato questa grande possibili­tà. Ho accettato la Roma per amore e per amore l’ho lasciata. Avevo detto dall’inizio della stagione, dai primi giorni di ritiro, che sarebbe stato un anno difficile. In un’altra piazza sarei rimasto, alla Roma ho deciso di la­sciare dopo aver fatto tutto quello che potevo per aiutare la squadra. Alla fine ho provato con l’elettro­shock. Ho pensato che andandomene avrei potuto dare una scossa alla squadra. Eppure anche a Catania si sono riviste le stesse problematiche di tre mesi fa. Mi è dispiaciuto vera­mente tanto, perchè se fossero anda­ti in Champions League il mio sacri­ficio sarebbe servito a qualcosa. Sa­rei stato molto contento, soprattutto perchè sono sempre tifoso. Le parti­te le ho viste, non sempre, a volte so­lo gli spezzoni, in certe circostanze ho preferito evitare, mi faceva ma­le… » .

Si sono riviste le stesse amnesie, gli errori incomprensibili di grandi professionisti.


«Vede, in ogni settore professiona­le la cosa più importante è la testa, nello sport ancora di più. Ogni pro­fessionista dovrebbe avere la voglia di superarsi. La Roma da tanti anni ha alti e bassi e questo non lo conce­pisco. Io dopo gli 80 punti dello scor­so campionato avevo dentro la rab­bia di fare un punto in più. Quando siamo ripartiti mi sono accorto che non era così per la squadra. Lo dissi ai giocatori, in diverse occasioni: se sono io il problema me ne vado. Mi hanno sempre detto di no. So di ave­re allenato un gruppo compatto, di professionisti, non devo rimprovera­re niente a nessuno».

E’ troppo diplomatico. E’ sicuro che nessuno le abbia remato contro?


«No, rispondo di no. Se qualcuno lo ha fatto deve rispondere alla sua co­scienza. Chi è andato in campo ha da­to quello che poteva. Se qualcuno ha remato contro deve fare i conti con se stesso. Chi ha la coscienza a posto lo sa. E non aggiungo altro».

Un giorno tornerebbe alla Roma?

«Per me la Roma resta al primo po­sto, sempre. Il calore che mi ha dato la gente quando ero l’allenatore, ma soprattutto in questi tre mesi, è stato commovente. Un calore che mi av­volge ancora. Ringrazio i tifosi per­chè mi hanno permesso di vivere un’esperienza indimenticabile».

Adesso questa squadra è da rifon­dare.


«Anche quando sono arrivato io si diceva così. A questo punto devono essere chiari i giocatori. Chi vuole re­stare lo dica chiaramente. Per rico­struire ci vuole solo gente motivata. E tutti si facciano un esame di co­scienza. Chi resta deve avere il mas­simo delle motivazioni, serve solo gente che ci crede. Più dell’attacca­mento alla maglia conta il senso di responsabilità, la professionalità».

Tanti giocatori non sono riusciti a rendere come lo scorso anno. Vuci­nic nel suo primo campionato sulla panchina è stato un grande protago­nista, in questa stagione si è perso.


«Non so perchè. L’imponderabile è la bellezza del calcio».

Lei è andato via all’inizio della trattativa per la cessione della socie­tà, che non è stata ancora completa­ta.


« Fino a quando sono rimasto non volevo dare alibi alla squadra, non ho mai dato peso a quello che ci accade­va intorno. Quando ho dato qualche frustata l’ho fatto per far reagire i giocatori. Ma a lungo andare è stato inevitabile che i ragazzi andassero con la testa altrove. Non ce l’abbiamo fatta a non farli condizionare e non ce l’hanno fatta neanche dopo di me».


Lei era già d’accordo con la banca per restare anche l’anno prossimo. E’ rimasto deluso da qualcuno?


« Guardi, io ho lasciato i soldi di questa stagione e ho stracciato il con­tratto per gli anni prossimi».

Per l’anno prossimo…

«No, per i prossimi anni e non vo­glio specificare quanti. Un contratto che doveva solo essere ratificato dai nuovi proprietari. Comunque non so­no rimasto deluso. Mi metto sempre dall’altra parte. Ci sono situazioni che prendono una certa piega e non si possono più cambiare».

Come giudica il lavoro di Montella in questi tre mesi?


« Ha vissuto un’esperienza impor­tante, ha smesso l’altro giorno di fa­re il calciatore e ha capito che fare l’allenatore è un’altra cosa. Ha fatto un’esperienza che gli servirà tantis­simo ».

Che allenatore serve alla Roma?

«Non voglio entrare in questo argo­mento ».


I nuovi proprietari si affideranno a Baldini e Sabatini. Che ne pensa?

« Sono due ottimi professionisti, due grandi conoscitori di calcio. La Roma è in buone mani. Da tifoso del­la Roma dico che la fiducia nei loro confronti è totale. Possono solo fare bene » .

Per quanto tempo ancora Totti sa­rà quello visto in questo finale di sta­gione?


«Non lo so, ma non deve smettere. E’ come Del Piero, finché sta bene è un punto di riferimento troppo im­portante per il calcio italiano».

De Rossi quando riuscirà ad evita­re le numerose giornate di squalifi­ca?


«A Daniele posso dire solo grazie, si è sempre comportato bene con me, ha sempre dato tanto. Evidentemen­te da tifoso ha sentito molto questo periodo di incertezza e non era sere­no ».

Qualche dirigente di quelli attuali le ha voltato le spalle?


«Non mi interessa, nel calcio que­ste cose succedono, in tutte le profes­sioni ci sono situazioni come queste. Ma un uomo intelligente ci deve pas­sare sopra » .

Ha più sentito i suoi giocatori?

«Io non sono il tipo che chiama. De Rossi l’ho incontrato al ristorante e ci siamo abbracciati. Il rapporto è sta­to buono con tutti, comunque mi han­no dato tanto, se ho meritato questo premio è per quello che abbiamo fat­to lo scorso anno insieme».

Quello scudetto sfumato all’ultima giornata è stato il più grande rim­pianto della sua carriera?


« Penso proprio di sì. Ho vissuto sensazioni bellissime. Non succede, ma se succede… Invece non è succes­so. Ma avere lo stadio pieno, portare tante gente in trasferta è stato il mas­simo. Lo scudetto sarebbe stato il mio ritorno a Roma perfetto, invece mi è mancato qualcosa. Riuscire nel­l’impresa sarebbe stato bellissimo».

La Roma sta per aprire una nuova era, per la prima volta con una pro­prietà straniera.

«La nuova società deve essere va­lutata. Vedere novità come questa nel calcio è positivo. Auguro agli americani tutto il bene possibile. Di-Benedetto è già andato a Testaccio, nel cuore del tifo giallorosso. Ha fat­to bene».

Il calcio italiano è in declino. Come si riparte?


« Con tanta buona volontà, passio­ne, amore, serietà. Noi italiani abbia­mo sempre una marcia in più. Però bisogna costruire nuovi stadi, ripor­tarci la gente. Anche la tessera del ti­foso va rivista. Tutti devono capire che la situazione non può andare avanti così».

Rivedremo Ranieri nella prossima stagione in panchina?


«Se ci sarà un buon progetto sì. Sa­rò determinato come sempre, l’entu­siasmo non mi manca. E i contatti neppure, in Italia e all’estero. Vedre­mo ».

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15/05/2012 14:29
 
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intervista a ranieri
Non si sente vecchio? Non le pesano gli ultimi insuccessi, gli esoneri?
«Vecchio? Io ho più voglia di prima. Vi faccio notare che gli insuccessi a cui fate riferimento sono riferiti alle due stagioni alla Juve nelle quali alla prima, dopo una ripartenza che doveva essere soltanto di riorganizzazione, arrivammo secondi, mentre l’anno seguente fui licenziato con la squadra ancora nelle prime posizioni e a poche giornate dalla fine. Per quanto riguarda la Roma, sono arrivato il primo anno a mezz’ora dallo scudetto e il secondo anno me ne sono andato perché avevo visto cose che non mi piacevano.
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15/05/2012 14:52
 
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Io pure ne ho viste di cose che non mi piacevano e non solo il secondo anno... [SM=g8813]


[Modificato da jandileida23 15/05/2012 14:52]
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Sono la rovina della Roma


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29/05/2012 20:35
 
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è il nuovo allenatore del Monaco in Ligue 2
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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02/06/2012 01:55
 
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ma come si è presentato?:)
je suis...catherine deneuve
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02/06/2012 19:15
 
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Petrucci l'altra mattina commentando questa battuta ha detto che Ranieri è un imbecille..

Petrucci fa veramente pena, non fa neanche piu' ridere.
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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04/06/2012 10:14
 
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vabbè... la presentazione di Ranieri è stata abbastanza ridicola con quella frase. me sembra il sempliciotto alla posta, o sull'autobus, ecc. che fa ste battute di cine-tv... ma a una conferenza stampa..

con ciò Petrucci è semrpe stato un finto signore dai bei vestiti, notevoli almeno quanto la sua storica maleducazione.

poi è la classica ...portiera di stabile, basta che chiacchiera.


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04/06/2012 10:34
 
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Il calcio che propone è à la page come la battuta che ha fatto. Sembra che abbia detto pure "Since my birth I'm a passionate fan of As Monaco Fc".







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