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e Travaglio? ma che lo volemo ancora fà parlà????

Ultimo Aggiornamento: 13/07/2018 11:12
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25/09/2009 13:12
 
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Re: Re: Re: Re: Re:
E_Dantes, 25.09.2009 12:46:




inizierò a preoccuparmi quando berrò troppo e male..

l'importante è bere bene...

vorrà dire che creeremo il nostro cafè virtuale...

iniziamo col trovargli un nome...





propongo la lounge del "grand hotel abgrund" (grand hotel dell'abisso). così, almeno di sponda, c'entra anche brecht, molto vicino a quel györgy lukács che coniò il termine dicendo: si vive in un "grand hotel dell'abisso" dalla cui terrazza, godendosi un aperitivo, si è spettatori della miseria del mondo.

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con la differenza che c'è chi qua dentro era si sulla terrazza, era si all'aperitivo, ma invece della miseria dell'umanità è stato spettatore di grndissimi "buci di culo" alla settimana della moda.
ma d'altronde, il Nostro, mica beve troppo e male, come invece capita agli ospiti della CIA, consumatori loro malgrado di un drink che colpisce dritto nel segno: il Waterboarding...

vabbè, per il resto condivido appieno al versione di Loser, sulel priorità di controinformazione in questo paese e in questo mondo, in genere.

in senso strettamente legale, invece, if you like it buy it non è proprio calzante in qeusto caso.
il giornale se t'è piaciuto e l'hai letto tutto, poi non lo vai certo a comprare. non è un disco che uno si fa fare tarocco, ma poi dice... beh, questo qua lo volgio in originale.

comunque a parte questo d'accordo sulla controinfo, era solo epr rispondere a Leo: non è legale.


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Re:
giove(R), 28/09/2009 15.16:

con la differenza che c'è chi qua dentro era si sulla terrazza, era si all'aperitivo, ma invece della miseria dell'umanità è stato spettatore di grndissimi "buci di culo" alla settimana della moda.
ma d'altronde, il Nostro, mica beve troppo e male, come invece capita agli ospiti della CIA, consumatori loro malgrado di un drink che colpisce dritto nel segno: il Waterboarding...

vabbè, per il resto condivido appieno al versione di Loser, sulel priorità di controinformazione in questo paese e in questo mondo, in genere.

in senso strettamente legale, invece, if you like it buy it non è proprio calzante in qeusto caso.
il giornale se t'è piaciuto e l'hai letto tutto, poi non lo vai certo a comprare. non è un disco che uno si fa fare tarocco, ma poi dice... beh, questo qua lo volgio in originale.

comunque a parte questo d'accordo sulla controinfo, era solo epr rispondere a Leo: non è legale.




è bello avere un amico che fa il legale...

mercoledì torno a Roma.. e addio terrazze e bei culi...

L. S. D.
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Re:
giove(R), 28.09.2009 15:16:

con la differenza che c'è chi qua dentro era si sulla terrazza, era si all'aperitivo, ma invece della miseria dell'umanità è stato spettatore di grndissimi "buci di culo" alla settimana della moda.
ma d'altronde, il Nostro, mica beve troppo e male, come invece capita agli ospiti della CIA, consumatori loro malgrado di un drink che colpisce dritto nel segno: il Waterboarding...



lukács, che era un filosofo e critico marxista "ottimista", si riferiva ai critici e filosofi della cosiddetta "scuola di francoforte" che, secondo lui, erano sì a loro modo marxisti, ma allo stesso tempo non lo erano veramente, perché, sempre secondo lui, pessimisti, e per questo più borghesi e decadenti che marxisti.
niente cia, niente waterboarding in tutto ciò. e, purtroppo, anche niente culi.

giove(R), 28.09.2009 15:16:


vabbè, per il resto condivido appieno al versione di Loser, sulel priorità di controinformazione in questo paese e in questo mondo, in genere.

in senso strettamente legale, invece, if you like it buy it non è proprio calzante in qeusto caso.
il giornale se t'è piaciuto e l'hai letto tutto, poi non lo vai certo a comprare. non è un disco che uno si fa fare tarocco, ma poi dice... beh, questo qua lo volgio in originale.

comunque a parte questo d'accordo sulla controinfo, era solo epr rispondere a Leo: non è legale.




nel senso stretto non è legale. ma parlare di legalità nel paese delle leggi ad personam...
in altri paesi, europei e non, invece, è legalissimo.

devo ammettere che mi piacerebbe discutere con travaglio su questo punto.
anche perché reputo molto controproducente la politica del copyright caldeggiata dagli editori italiani.
penso che "if you like it, buy it" calzi benissimo. ovviamente non ti compri il giornale di quel giorno, ma forse quello del giorno dopo. poi non importa tanto la singola copia di un giorno. un quotidiano punta sull'abbonamento, perché sono quelli gli introiti che offrono una base molto più stabile per pianificare.
poi -- cosa da non sottovalutare -- la pubblicità nel giornale viene recepita anche dal lettore "portoghese". e questo è un punto cardinale: i giornali, come scrisse il buon honoré de balzac, che pubblicò praticamente tutti i suoi romanzi su giornali quotidiani, vengono fatti esclusivamente per metterci la pubblicità. tutto il resto è contorno. (almeno in quella parte del mondo nella quale l'editoria non percepisce soldi dallo stato.)
il prezzo di un annuncio dipende sia dalla tiratura che dalla diffusione del giornale. e se andiamo a guardarci i numeri delle tirature, ci rendiamo conto che la percentuale delle copie omaggio (per esempio per scuole, università, enti, ministeri, aziende, banche, caserme ecc.) è altissima. non perché gli editori siano così generosi o volenterosi di informare gratuitamente, ma perché questo stratagemma aumenta di molto la diffusione e di conseguenza le tariffe per gli annunci.
detto questo, non credo che distribuirlo in formato .pdf crei il benché minimo danno a "il fatto". anzi, sono sempre più convinto che il contrario sia vero.

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29/09/2009 10:32
 
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come dicevo prima, in linea di principio sono d'accordo con l'ottica della controinformazione a tutti i costi.

capisco bene che lo "if you like it, you buy it" valga, certo. ma se poi "i like it because i can read it for my whole life without paying it", allora l'equilibrio si sposta.

sono d'accordo sul bonomio diffusione-introiti da annunci.
ma lo sono meno se penso che chi fa pubblicità, poi vuole avere certezze sui numeri. e un numero di abbonati, o di copie vendute, è un numero certo. mentre quello delle copie distribuite (che spesso significa "mezze buttate", si pensi al volantino che ti danno fuori la fermata della metro, che prende e butti senza nemmeno guardarlo....) è molto vago e fa testo fino a unc erto punto.

in ogni caso aldilà della mia opinione, come tutti sapranno o immagineranno, questo è un momento rivoluzionario per i giornali, il cui mondo è cambiato in poco tempo intorno a loro, fossero il più piccolo o il più grande dei giornali.
i blog, i twitter, i facebook, gli youtube, le reti di reporter fai da te, che hanno creato fenomeni tipo l'Huffington Post neglis tati uniti, li mettono davanti a una realtà che i giornali stessi e fior di menti competenti in amteria stannoa cnora studiando per riuscire a venirne a capo.
in ogni caso si prevede la chiusura di almeno un giornale su 3 ed anche in brevissimo tempo.
o un enorme ridimensionamento di alcuni che finroa erano dei veri colossi.

insomma le soluzioni e ciò che è giusto fare o quale strategia sia la migliore sono ancora allo studio, e non è stata ancora scoperta alcuna formula magica.

PS. sull'homo faber io invece facevo riferimento alla definizione che alcuni scienziati antropologi (io sono della vecchia scuola che propende per il "gi" finale in qeusti casi, e non il "ghi") danno dell'uomo attuale, alla luce delle sue incapacità di capire le conseguenze di ciò che inventa, fa e produce. che troppos pesso si rivela deleterio. un uomo costruttore, faber, appunto, e non sapiens, cosciente.
erano due discorsi diversi, allora.
[Modificato da giove(R) 29/09/2009 10:41]


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29/09/2009 16:51
 
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Re:
giove(R), 29.09.2009 10:32:


capisco bene che lo "if you like it, you buy it" valga, certo. ma se poi "i like it because i can read it for my whole life without paying it", allora l'equilibrio si sposta.



certo.
ma credo che, in termini di numeri, nel editoria dei quotidiani non sia rilevante come nel caso dell'industria musicale o della distribuzione cinematografica. e anche lì bisogna dire che i cali delle vendite sono dovuti soprattutto all'inflessibilità di un'industria con la pancia strapiena e di conseguenza molto lenta nell'adattarsi a nouve circostanze.
se fosse nocivo agli introiti, "la repubblica" non metterebbe praticamente l'intero giornale online.


giove(R), 29.09.2009 10:32:


sono d'accordo sul bonomio diffusione-introiti da annunci.
ma lo sono meno se penso che chi fa pubblicità, poi vuole avere certezze sui numeri. e un numero di abbonati, o di copie vendute, è un numero certo. mentre quello delle copie distribuite (che spesso significa "mezze buttate", si pensi al volantino che ti danno fuori la fermata della metro, che prende e butti senza nemmeno guardarlo....) è molto vago e fa testo fino a unc erto punto.



i calcoli si basano su più parametri. tiratura, abbonati, copie vendute, copie omaggio, stime sulla diffusione (intesa nel senso che in una famiglia un giornale lo leggono in due, tre, quattro..., idem in luoghi pubblici), target group (chi è il mio lettore) e altro. il discorso è un po' diverso dal volantino. c'è tutto un settore dietro che ci campa con queste ricerche. ovviamente con tutti i trucchetti statistici necessari (vedi i calcoli degli share televisivi). uno specialista del settore una volta mi disse che il parametro della diffusione capillare è decisivo a prescindere dalla tiratura.

a proposito: che ne pensi de "il fatto"? lo leggi?

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30/09/2009 16:15
 
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Re: Re:
BeautifulLoser, 29/09/2009 16.51:



a proposito: che ne pensi de "il fatto"? lo leggi?




si. in questi casi poi preferisco "supportare" con un obolo quotidiano. sono d'accordo con ciò che hai detto a proposito dei dati economici, ma in certi casi, casi come qeusto, sono più uno da "mattone", che da calcoli, proiezioni e discorsi teorici. ilf atto che un euro e 20 sia entrato concretamente e senza ombra di dubbio, lo trovo sempre più "dato certo"£ che complicati calcoli potenzial-probabilistici.
più in profondo sul giornale, è chairamente un giornale nond a tutti, compresa (e lo faceva notare anche il blogger che hai postato tu) nello scritto fitto fitto, per il quale ci vuole comunque una certa pazienzsa, non facilmente ritrovabile in un lettore medio. abituato più ai Metro, City e roba varia (cose che io aborro nella maniera più totale, per la loro tendenza - credo voluta - a relativizzare tutto. dove ti trovi la notizia di uan catastrofe ambientale, accanto all'itnervista dell'ultima pin-up, con tutte le consegueenze fuorvianti per la testa del lettore che dai e dai, viene confuso sulla priorità degli argomenti.

mitiga un pò qeusto effetto la... presentazione in altro di ognia rticolo, modello riassuntino, che tende ad intrigare (perchè è più completa del classico sottotitolo) ed interessare alla lettura.

passerà naturalemnte per un gioranle di nicchia e schierato a sinistra. credo che chi cis crive sia abbastanza elevato, sopratutto quelitativamente, da non trasformarlo in un Libero o in un Giornale, che invece fanno solo ricerca dellos candalo e non informazione. tantomeno controinformazione.

spero che sappiano mantenersi fermi nel tenere la rotta senza cadere nel pressapochismo di sinistra, o nei vorrei ma non posso.
ma almeno da quest'ultimo punto di vista, a differenza dellos chieramento di sinistra, sono molto più puliti.

perchè il discorso per me, politicamente parlando è uno solo: tanto l'Italia è un paese di centro destra, conservatore e reazionario. non lo schiodi finchè è così. e se hai una possibilità di riuscirci è quelal di essere non puliti o ripuliti, ma LINDI E PINTI.

sennò è inutile putnare il dito contro gli schifi delc entrodestra. se le banceh le scala anche la sinistra, se ha mille interessi (ecco perchpè non fece la legge sul conflitto, perchè in piccolo, si sarebbe tollta ossigeno da sola...) non sei credibile. dic erto non come chi si vede lontano un miglio che è un ladro, ma lameno si nasconde poco e fa poco l'ipocrita. e prepotente e prevarica, mica si mette a predicare bene e razzolare male.

o la sinistra, anche internazionale, si mette in testa di essere pulita, oppure non se ne fa nulla. tra un ladro e un pappone vero 100%, e uno di serie B, allora la gente sceglierà sempre il primo, che almeno sa far bene quello che fa.

la ricetta per me è molto semplice.

e ne ho conferma ogni volta che viene affrontato un qualsiasi argomento, dove quelli di sinistra non possono fare altrimenti che andarci con il braccino. perchè finchè si rimane nel gioco delle aprti (tuttis appiamo che quelli che vediamo scannarsi in tv, si vanno a fare una spaghettata insieme), bene. ma se poi il compare (la destra) nota che l'altro comapre (la sinistra) la prende troppo suls erio, ci mette un attimo a smontarlo, tirando fuori tute le zozzate che tuttora la sinsitra fa.

se si vuole vincere, bisogna dimostrarsi diversi da loro. e per dimostrarsi tali BISOGNA ESSERE diversi.

questa è la mia strategia. utopica chiaramente perchè sennò non sarei "io".


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05/10/2009 13:01
 
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e intanto Piazza del Popolo: IO C'ERO!
[SM=g28002]


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Purtroppo il sistema ha sempre fatto fuori le voci "contro".Accadeva verso l'msi,accade oggi verso di pietro e altri esponenti di partiti "contro" estromessi dal parlamento,sia a destra che a sinistra.
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13/10/2009 21:36
 
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sarà piuttosto off-topic, ma sti gran cazzi. in senso lato, ovviamente.


Pd: Binetti contro Franceschini. Una ricostruzione contestata dal segretario Pd Franceschini: "Il dato politico è che la destra e l'Udc hanno affossato il provvedimento contro l'omofobia. Noi abbiamo votato contro il rinvio perché non ci è stato garantito dalla maggioranza un impegno su tempi". Polemica cui si aggiunge quella con la deputata Pd Binetti che ha votato insieme alla maggioranza. Franceschini commenta: "È un signor problema". La replica della deputata: "Per come era formulata la legge, le mie opinioni sull'omosessualità, e quelle di tante altre persone, potevano essere individuate come un reato". Per Ignazio Marino quello della Binetti è un atto grave: "Che partito e che opposizione può promettere chi permette a Binetti di continuare a sedere nei banchi del Pd, votando con la destra?".

tre cose.
una a franceschini: ti sbagli. è unA signorA problema. o meglio: la signora è un problema. e lo è anche il signore con la esse (o la di) maiuscola. magari fai vedere che hai le palle e la sbatti fuori, assieme a tutti i papisti "teodem" che in italia sono e saranno sempre il verme che farà marcire la mela di ogni partito veramente liberale.
una a marino: che partito è? sicuramente non è un partito di sinistra. e non rompere il cazzo con la solita italianata che destra e sinistra sono concetti che non valgono più: questo esempio lo dimostra che valgono eccome.
una a binetti: ti lamenti che "per come era formulata la legge, le mie opinioni sull'omosessualità, e quelle di tante altre persone, potevano essere individuate come un reato"? ammazza quanto sei furba! hai capito l'antifona! hai afferrato il concetto! sai che ti dico, binetti: si tratta proprio di questo! si tratta di rendere illegali le opinioni come le tue. infatti in stati laici per opinioni come le tue, che i vari "svastichella" raramente tardano a mettere in pratica, se hai la faccia di esternarle, ti becchi una bella querela. pensa un po' dove ci ha portato il mondo moderno...


per la versione completa dell'articolo:
http://www.repubblica.it/2009/08/sezioni/cronaca/gay-aggrediti/legge-omofobia/legge-omofobia.html

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13/10/2009 21:59
 
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Re:
BeautifulLoser, 13/10/2009 21.36:

sicuramente non è un partito di sinistra



Qualcuno purtroppo pensa che il pd sia la sinistra. [SM=g27987]
Mi viene da ridere,Buontempo per le tematiche economiche e sociali sta 200 km a sinistra di quelli là.
Comunque se io avessi un'ideologia al 100% di sinistra voterei Ferrando.

Ma poi basta guardarsi dietro:il partito con più numeri era la dc,oggi i partiti maggiori sono il pdl e il pd,che hanno in loro molta di quella vecchia dc.



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13/10/2009 23:19
 
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Re: Re:
lucaDM82, 13.10.2009 21:59:



Qualcuno purtroppo pensa che il pd sia la sinistra. [SM=g27987]
Mi viene da ridere,Buontempo per le tematiche economiche e sociali sta 200 km a sinistra di quelli là.
Comunque se io avessi un'ideologia al 100% di sinistra voterei Ferrando.

Ma poi basta guardarsi dietro:il partito con più numeri era la dc,oggi i partiti maggiori sono il pdl e il pd,che hanno in loro molta di quella vecchia dc.




sì, il pd è una finta, una truffa all'"usufruitore di politica". non mi viene in mente una parola italiana che calzi. in tedesco si usa il termine "mogelpackung" per indicare quei prodotti le cui confezioni promettono cose che il prodotto stesso non mantiene, come quei fustini di detersivo che sono riempiti solo a metà.

comunque "er pecora"... [SM=g27987]
intanto ha votato a favore dell'estensione della prescrizione per i reati contabili. e due volte contro il decreto bersani. ci mancherebbe che un fascista facesse uno screzio ai tassisti.

e ferrando? ancora troppo leninista e trotzkista. più ci penso e più sono convinto che la sinistra (radicale) italiana si sia fermata a gramsci. vedo molto più riflusso e ritirata che progresso. una rilettura intelligente di marx, con tutto quel che ne consegue, non la trovo. poi cosa significa "100% di sinistra"? a me è sempre sembrata una contradictio in adiecto. chi vuole fare solo ideologia, secondo me non è di sinistra. bisogna mettere le cose in pratica e migliorare la vita della gente.

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Non me toccà Teodoro. [SM=g27987]
Tutti gli altri si'.Anzi,di tutti gli altri non me ne frega niente tanto ormai stanno con berlusca.

Ferrando lo vedo come uno che non scende a compromessi...cioè,credo sia più affidabile lui che un Bertinotti o un Giordano.Quante volte la "sinistra" non ha fatto la sinistra in parlamento e ha votato come non avresti voluto te?Ferrando è uno più radicale,a dirla tutta "estremista".Quelli "moderati" alla fine sono potenziali burattini.Stessa cosa accadeva dalla parte opposta,sia con l'msi dove c'era una parte più malleabile,tendente ad appoggiare e ad allearsi col centro e una più dura,ferma sulle sue posizioni,incapace di scendere a compromessi.Oggi vedo che questa frattura si sta ricreando nei partiti di nuova creazione(vedi ld di buontempo appunto) dove c'è una corrente minoritaria che in parlamento sarebbe disposta ad appoggiare berlusca e una parte che lo farebbe a pezzettini.Insomma,per questo mi piace più Ferrando,quelli che vogliono inciuciare non mi piacciono,tradiscono gli elettori.



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23/02/2010 15:20
 
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www.corriere.it/cronache/10_febbraio_23/santoro-travaglio-tragedia_a780e44e-2058-11df-a848-00144f02aa...

di Marco Travaglio - 20 febbraio 2010
Caro Michele, ho riflettuto su quanto è accaduto giovedì ad Annozero. E, siccome è accaduto davanti a 4 milioni di persone, te ne parlo in forma pubblica. Parto da una tua frase dell’altra sera: “Parliamo di fatti”. Il punto è proprio questo. Si può ancora parlare di fatti in tv? Sì, a giudicare dagli splendidi servizi di Formigli, Bertazzoni e Bosetti.

No, a giudicare dal cosiddetto dibattito in studio, che non è più (da un bel pezzo) un dibattito, ma una battaglia snervante e disperante fra chi tenta di raccontare, analizzare, commentare quel che accade e chi viene apposta per impedirci di farlo e costringerci a parlar d’altro. La maledizione della par condicio, dovuta alla maledizione di Berlusconi, impone la presenza simmetrica di ospiti di destra e di sinistra. E, quando si tratta di politici, pazienza: la loro allergia ai fatti è talmente evidente che il loro gioco lo capiscono tutti. Ma quando, come l’altra sera, ci si confronta fra giornalisti, anzi fra iscritti all’albo dei giornalisti, ogni simmetria è impossibile: quelli “di destra” parlano addosso agli altri e – quando non sanno più che dire – tirano fuori le mie condanne penali (inesistenti) o le mie vacanze con mafiosi o a spese di mafiosi (inesistenti). Da una parte ci sono giornalisti normali, come l’altra sera Gomez e Rangeri, che non fanno sconti né alla destra né alla sinistra; e dall’altra i trombettieri. Che non sono di destra: sono di Berlusconi. E non fanno i giornalisti: recitano un copione, frequentano corsi specialistici in cui s’impara a fare le faccine e a ripetere ossessivamente le stesse diffamazioni. Invece di contestare i fatti che raccontano, tentano di squalificarti come persona. Poi, a missione compiuta, passano alla cassa a ritirare la paghetta. E, se non si abbassano a sufficienza, vengono redarguiti o scaricati dal padrone. Non hanno una faccia e dunque non temono di perderla. Partono avvantaggiati, possono permettersi qualunque cosa. Non hanno alcun obbligo di verità, serietà, coerenza, buonafede, deontologia. Non temono denunce perché il padrone mette ogni anno a bilancio un fondo spese per risarcire i danni che i suoi sparafucile cagionano a tizio e caio dicendo e scrivendo cose che mai scriverebbero o direbbero se non avessero le spalle coperte. Come diceva Ricucci, che al loro confronto pare Lord Brummel, fanno i froci col culo degli altri. Sguazzano nella merda e godono a trascinarvi le persone pulite per dimostrare che tutto è merda. E ci tocca pure chiamarli colleghi perché il nostro Ordine non s’è mai accorto che fanno un altro mestiere. Ci vorrebbe del tempo per spiegare ogni volta ai telespettatori chi sono questi signori, chi li manda, quali nefandezze perpetrano i loro “giornali”, perché quando si parla di Bertolaso rispondono sulle mie ferie e soprattutto che cos’è davvero accaduto a proposito delle mie ferie: e cioè che ho documentato su voglioscendere.it   di aver pagato il conto fino all’ultimo centesimo e di aver conosciuto un sottufficiale dell’Antimafia prima che fosse arrestato e condannato per favoreggiamento, interrompendo ogni rapporto appena emerse ciò che aveva fatto (i due trombettieri invece dirigono e vicedirigono i giornali di due editori – Giampaolo Angelucci e Paolo Berlusconi, già arrestati due volte ciascuno, il secondo pregiudicato – e non fanno una piega). Ma in tv non c’è tempo per spiegare le cose con calma. E, siccome io una reputazione ce l’ho e vi sono affezionato, non posso più accettare che venga infangata ogni giovedì da simili gentiluomini. Gli amici mi consigliano di infischiarmene, di rispondere con una risata o un’alzata di spalle. Nei primi tempi ci riuscivo. Ora non più: non sai la fatica che ho fatto giovedì a restarmene seduto lì fino alla fine. Forse la mia presenza, per il clima creato da questi signori, sta diventando ingombrante e dunque dannosa per Annozero. Che faccio? Mi appendo al collo le ricevute delle ferie e il casellario giudiziale? Esco dallo studio a fumare una sigaretta ogni volta che mi calunniano? O ti viene un’idea migliore?

di Michele Santoro - 23 febbraio 2010
Caro Marco, risponderò con franchezza alla tua lettera che mi sembra venire da troppo lontano. Siamo diversi e con diverse opinioni su molte cose: legalità, moralità, libertà e televisione.

Eppure forse proprio per questo siamo riusciti a diventare amici e, per un pezzo importante della nostra vita, a combattere fianco a fianco contro la censura. E’ questo l’unico vero miracolo compiuto da Silvio Berlusconi, aver intrecciato vicende professionali distanti come quelle di Biagi e Luttazzi, di Montanelli e di Sabina Guzzanti. La tua e la mia. Vivrei una tua decisione di prendere le distanze da Anno-zero con grande amarezza ma non per ragioni personali: perché sarebbe, in primo luogo, un torto fatto a un pubblico assai grande e, in secondo luogo, un ulteriore arretramento del confine del proibito che ormai comprende quasi tutti i fatti più scottanti riguardanti i potenti in Italia. Non sarebbe tuttavia una tragedia o una catastrofe irreparabile. Nel corso della mia lunga esperienza televisiva tanti miei amici e collaboratori hanno scelto o dovuto scegliere di percorrere altre strade. E’ stata sempre per tutti un’occasione di rinnovarsi, una sfida per allargare gli orizzonti di quel laboratorio del quale sentiamo comunque di continuare a far parte.

Già oggi il tuo raggio d’azione è enorme: scrivi quotidianamente per il Fatto (e non solo), hai un blog seguitissimo, hai una parte da protagonista nel blog di Grillo e riempi i teatri col tuo spettacolo su Tangentopoli. Potresti quindi fare tranquillamente a meno di Annozero, senza più esporti alla fatica e allo stress del corpo a corpo televisivo dove si ha sempre la sensazione, sbagliando, di doversi giocare tutto in pochi minuti.

Una volta, quando avevi soltanto i tuoi libri, non facevi nessuna fatica ad affrontare quegli stessi “farabutti “che oggi, invece, ti appaiono interlocutori inaccettabili. Non Annozero, con i suoi milioni di ascoltatori, ma una qualunque televisione di provincia ti sembrava una buona occasione da non sprecare. Allora ero io che ti invitavo ad affaticarti di meno, a rendere più preziosa la comunicazione, a mettere un freno alla tua generosità, mentre lavoravo a migliorare le luci, la tua posizione in scena, i tempi del racconto e a inserirti più efficacemente nel contesto del programma. Certo senza le tue straordinarie qualità di scrittore e narratore tutto questo non sarebbe servito a niente. Ma è servito. Nonostante Belpietro, Ghedini o Lupi. Loro sono sempre gli stessi. Tu sei cambiato. Non so se ti accorgi che, quando a proposito di Annozero dici che è una questione di format, stai parlando come un membro della Commissione parlamentare di vigilanza. Non so se condividi i suggerimenti di Paolo Flores d’Arcais che pretende di spiegarmi quando spegnere e accendere i microfoni di un ospite. Un membro perfetto dell’Agcom. Un apologeta del Berlusconi-pensiero sul “pollaio”. Proprio come Furio Colombo e le sue invettive contro i talk-show. D’Arcais e Colombo sono convinti che debba regnare l’ordine del discorso (scritto) che, ovviamente, per loro non è quello del telegiornale di Minzolini ma quello di Report, celebratissimo esempio di una trasmissione basata sul principio di identità e non contraddizione.

Ora, sia ben chiaro, Report piace anche a me, e molto: lo ritengo altrettanto incompatile di Annozero con gli equilibri imposti dal conflitto d’interesse al sistema informativo. Ma non è l’unico modo possibile di fare inchiesta, come non lo era un tempo il documentario in stile Bbc. Noi proviamo a forzare la gabbia delle compatibilità, ad uscire dal seminato; per mettere a nudo le contraddizioni illiberali del palinsesto non ci accontentiamo di scavarci una nicchia alternativa. Siamo brutti, sporchi e cattivi. Raccogliamo meno consensi di Ballarò ma creiamo un maggior numero di situazioni critiche, più adrenalina, più polemiche, più brecce nella gelatina.
Perciò ho voluto e continuo a volere che, almeno per un po’ di minuti, tu occupi il centro della scena. Sei il simbolo di ciò che il recinto della televisione generalista non vuole più contenere, di tutti coloro che sono stati espulsi e non possono più rientrare. La prefigurazione di un cambiamento possibile. D’altra parte chi è espulso riesce anche a sopravvivere benissimo. Fuori dalla tv generalista l’industria culturale rende ancora possibili profitti importanti per chi produce contenuti forti; ma chi resta è meno libero e chi va via non entra più in contatto con una sterminata periferia, una enorme banlieue culturale nella quale resta confinata una buona metà della popolazione italiana. In questa periferia, almeno qualche volta, Annozero è entrato prepotentemente. Anche grazie a te, e ne vado fiero. E anche grazie a Maurizio Belpietro.

Tu, invece, pensi che Maurizio Belpietro – o Porro o Ghedini – siano soltanto un prezzo pagato alla par condicio, una legge di cui si parla senza conoscerla e di cui nessuno si occupa seriamente, quando per me rappresentano quel vuoto necessario di scrittura che rende la trasmissione imprevedibile. Perfino ciò che è successo giovedì scorso dimostra che nel nostro studio nessuno può sapere in anticipo come andranno le cose. Noi per primi.

Report ha l’andamento di un film. Annozero assomiglia ad una partita di calcio, mette in gioco non solo nozioni ma emozioni, convinzioni profonde, passioni anche viscerali. Quando il gioco diventa noioso e scontato il pubblico più infedele cambia canale. Ed è questa la ragione per cui siamo costretti a inseguire lo spettatore meno affezionato ai nostri programmi, qualche volta perfino deludendo i fan. Il contrario esatto di quello che avviene a teatro.

In passato godevo nel vederti demolire le argomentazioni aggressive con l’ironia e con una precisione chirurgica: adesso chiedi tempo. Un tempo che la tv, a tuo parere, non sarebbe in grado di concederti. Quanto tempo per rispondere a contestazioni che si ripetono come una litanìa monotona e scontata? Cinque minuti? Mezz’ora? Una serata intera? Nella tua lettera potevi essere più esplicito nel criticare la mia conduzione. Io credo che tu non l’abbia fatto perché avresti dovuto aggiungere l’elenco dei “bellissimi servizi” da tagliare per fare spazio alle tue necessità.

Invece che di Bertolaso avremmo almeno saputo tutto di Travaglio? E la volta successiva cosa avremmo dovuto fare se si fosse ripetuta la stessa situazione? La risposta sembra interessarti poco: prima viene il tuo onore, la faccia, la verità. Dovremmo ripetere il disco della condanna per diffamazione pronunciata solo in primo grado, rivedere alla moviola il tuo certificato penale, per convincere l’universo mondo (compreso Belpietro) delle tue qualità morali che al nostro pubblico non sembrano per niente in discussione. Inoltre un giornalista condannato, si fa per dire, definitivamente per diffamazione smette di essere un buon giornalista? Penso proprio di no; come Schumacher che, se va una volta fuori pista, non smette per questo di essere un buon pilota.

Hai saputo schivare e anche incassare molti colpi bassi ma questa volta è bastata una banalissima insinuazione di Porro (e non un’aggressione squadristica) per farti perdere il lume della ragione. Hai frequentato un sottufficiale dell’Antimafia prima che venisse condannato per favoreggiamento. Scusa, qual è il problema morale? Quali sconvolgimenti ha creato nella percezione che i nostri ascoltatori hanno di te questo genere di insinuazioni? Nessuno.

Le critiche, anche le più assurde, fanno parte del nostro lavoro, così come rispettare chi non la pensa come noi, non insultarlo, non delegittimarlo come interlocutore. E se sono gli altri ad aggredirci, dobbiamo rispondere come tu sai fare meglio di me, rapidamente e con le armi dell’ironia. Quando io non l’ho fatto ho sbagliato.

Siamo diversi ma apparteniamo entrambi al pubblico. Solo dal pubblico deriva la nostra credibilità. Perciò hai il diritto di proporti al pubblico come meglio credi, nella forma teatrale dei tuoi spettacoli (senza disturbatori) o, come mi auguro, nel percorso a ostacoli di Annozero.

Sai che mi sono battuto con tutte le mie forze per includerti con un regolare contratto e non come un ospite occasionale nella nostra trasmissione. Sono fiero di poter dire che tu sei parte della Rai e del servizio pubblico. Come dovrebbero esserlo Sabina Guzzanti, Daniele Luttazzi e tanti altri. All’inizio di Annozero ero convinto che col nostro ritorno avremmo portato a casa una vittoria importante contro la censura e che presto il mondo sarebbe cambiato. Non è successo, anche se nel frattempo siamo diventati il primo programma di informazione. Se la televisione è perfino peggiorata non è solo colpa di Berlusconi e dei suoi “trombettieri” ma di chi avrebbe dovuto contrastarlo e non lo ha contrastato e anche di quelli che scelgono di battersi pensando di essere gli unici a farlo con coerenza. Cavalieri senza macchia e senza paura che vogliono segnare a tutti i costi una differenza dal resto del mondo, che mettono la loro purezza e il senso dell’onore prima della libertà: la legge e le regole prima della libertà, la verità prima della libertà. Mentre leggi e sentenze sono solo lo strumento essenziale per l’ordinato funzionamento della società.

Mi chiedi di mettere riparo agli abusi. Con l’esperienza che ho cercherò di inventare qualcosa per evitare l’uso di argomenti provocatori, le interruzioni ad arte, le offese personali. Quello che non posso prometterti è la verità. La verità profonda di una persona, che si chiami Travaglio, Berlusconi o Santoro non la stabilisce un programma televisivo, non si raggiunge stilando con attenzione la lista dei buoni e dei cattivi. A quelli che sui vostri blog chiedono di definire una volta per tutte ciò che è vero abbiamo il dovere di rispondere che la verità è sfuggente, contraddittoria. La verità è una conquista faticosa e difficile. Per quanto mi riguarda spesso è un faccia a faccia. Tra me e me.




di Marco Travaglio - 23 febbraio 2010
Caro Michele, ti ringrazio per la tua risposta franca e affettuosa, ma temo di non essere riuscito a spiegare bene ciò che intendevo dire. Io non ho nulla da ridire sulla tua conduzione (in televisione il genio sei tu e io sono un principiante) o sul format della trasmissione. Ti ho semplicemente posto un problema, e l’ho fatto in forma pubblica perché molti mi dicono che, quando si attacca a litigare su cose che esulano dal tema del programma, cambiano canale: proprio perché l’imprevedibilità di Annozero si muta in prevedibilità quando alcuni guastatori sconvolgono l’assetto del programma seguendo un copione sempre uguale a se stesso. E ciò deriva dal fatto che, secondo me, gli interlocutori che a te paiono “sempre uguali” sono cambiati: Porro e Belpietro erano sempre venuti a confrontarsi sui temi del programma e non si erano mai abbassati alla calunnia personale.
L’altra sera la militarizzazione del fronte berlusconiano ha segnato un altro scatto in avanti e io, forse stanco e nervoso per conto mio, ho reagito in quel modo. E’ stato proprio l’avvilimento per quella mia reazione, che ha guastato il programma, a indurmi a scriverti in forma pubblica. Non certo una richiesta di cambiare format (anche a me piace molto l’inchiesta giornalistica seguita dal tentativo di inchiodare i politici alle loro responsabilità). Né tanto-meno una richiesta di censura o di epurazione per questo o quell’interlocutore, che non mi compete, ma soprattutto è lontana mille miglia dal mio pensiero. Io non ritengo “inaccettabile” nessuno, adoro essere contraddetto nel merito, anzi spero sempre che qualcuno mi dica che cosa c’è di sbagliato o di non vero in quel che dico: purtroppo prima i politici e ora anche i giornalisti preferiscono parlare di me e delle mie ferie, anziché di quel che dico. Se facessi come loro, potrei ogni volta ricordare quanti soldi pubblici ci costa Libero di Belpietro o quante bufale (l’ultima, sul caso Boffo) pubblica il Giornale. Ma non lo faccio perché preferisco attenermi al tema della puntata. Su un punto, com’è naturale, siamo profondamente diversi: sul modo di difendere la nostra onorabilità. Tu preferisci farlo in separata sede legale, liquidando pubblicamente con una battuta ironica le calunnie che ti vengono rovesciate addosso. Io invece mi prendo tutte le critiche di questo mondo, ma le falsità, le diffamazioni, le calunnie quelle no, non riesco proprio a farmele scivolare addosso: non nutro la tua stessa fiducia nel “pubblico” che saprebbe tutto e riuscirebbe da solo a distinguere ciò che è vero da ciò che è falso. Quando milioni di persone sentono dire che frequento mafiosi, penso che una parte di esse si aspetti una reazione proporzionata alla gravità dell’accusa, e se la reazione non arriva si fanno l’idea che qualcosa di vero ci sia. Purtroppo non tutti hanno Internet e non conoscono il blog voglioscendere.it dove ho già documentato per tabulas la falsità di quelle accuse. Per questo ho detto che occorrerebbe del tempo per rispondere. Ma quel tempo non te lo posso chiedere perché, nella partita di Annozero, sarei costretto a giocarne un’altra, privata. Di qui il mio disagio, che ho messo nero su bianco l’altro giorno.
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Travaglio è bravo..però questa lettera pubblica a Santoro per lamentarsi di Belpietro and co. per me è un mezzo autogol..
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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Grasso telefona a Servizio Pubblico:
«Da Travaglio accuse infamanti, lo sfido»


Il presidente del Senato: «Voglio un confronto tv, subito»


Chiaro, diretto, irremovibile: il presidente del Senato telefona alla trasmissione di Santoro su La7 per difendersi da quelle che reputa «accuse infamanti». «Voglio al più presto un confronto televisivo carte alla mano con Travaglio - ha detto l'ex procuratore nazionale antimafia - perché è brutto sentirsi accusare senza poter rispondere». Santoro ha allora colto subito l'occasione per invitare Grasso a «Servizio pubblico» la prossima settimana, e il neopresidente ha replicato: «Non posso aspettare una settimana per replicare, soprattutto per quanto riguarda la mia nomina a Procuratore Antimafia: inviterò io Travaglio in un luogo televisivo prima che passino sette giorni, certe cose vanno fatte subito». «Il contraddittorio - ha concluso Grasso - è una regola di civiltà: Travaglio si abitui al confronto». Caustica la replica del giornalista in studio: «È Grasso che sfugge al confronto, e lo ha fatto anche con i suoi colleghi della procura di Palermo». Poi la stoccata finale: «Non può piacere a tutti: ha già dalla sua parte tutti i giornali e le televisioni». Il «guanto di sfida», come lo ha definito Santoro, «è stato lanciato», ora si attende il confronto tv Grasso-Travaglio.
LE PAROLE DEL GIORNALISTA - «È chiaro a tutti - aveva detto Travaglio nella prima parte della trasmissione - che Grasso non è Schifani e Schifani non è Grasso. Il problema è che Grasso non è quello che molti grillini credono». Per Travaglio, il presidente del Senato «prima di essere magistrato, è un italiano, è molto furbo, è un uomo di mondo, ha saputo gestirsi molto bene, non ha mai pagato le conseguenze di un'indagine. Si è sempre tenuto a debita distanza dalle indagini sulla mafia e la politica, si è addirittura liberato quando era procuratore di Palermo di tutti i magistrati che facevano indagini su mafia e politica, si è reso protagonista di alcuni gesti poco nobili, come rifiutarsi di firmare l'atto di appello contro l'assoluzione in primo grado di Andreotti, lasciando soli i sostituti procuratori che avevano presentato questo appello». Il giornalista ha fatto poi alcuni esempi. Grasso, dice, «ha fatto dichiarazioni in cui prendeva le distanze da Caselli, ha ottenuto applausi dal centrodestra. Ancora l'altro giorno Berlusconi ha detto che Grasso è tutt'altro che un brutto candidato alla presidenza del Senato, ha ottenuto addirittura dal centrodestra tre leggi per fare fuori Caselli e far passare Grasso alla procura nazionale antimafia. Leggi anticostituzionali che però Grasso ha utilizzato per diventare procuratore nazionale antimafia, mentre il governo faceva fuori il suo unico rivale. Quindi io mi sono semplicemente ribellato a questa baggianata oleografica, a questa rappresentazione teatrale dei buoni contro i cattivi». Inoltre, dice Travaglio, Grasso «ha proposto Berlusconi per la medaglia antimafia» poco prima di essere eletto.

corriere.it
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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07/02/2015 11:48
 
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il nuovo Fatto di Travaglio [SM=g7554]


[IMG]http://i60.tinypic.com/14vpi01.jpg[/IMG]
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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05/06/2015 15:38
 
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tv.ilfattoquotidiano.it/2015/06/03/travaglio-renzi-come-e-messo-con-stampa-benino-leccano-da-tutte-parti...

grandissimi nove minuti di cose dette per come stanno

il povero Floris, con il FINTO atteggiamento del giornalista che "fa le domande come se fosse l'uomo della strada", e facendo così tenta in OGNI MODO di appianare, edulcorare, tendere a un visione in melius, insomma un cane da salottino, uno sharpei, un chihuahua, un pechinese da piccolo schermo.
Mitico addirittura quando, pur di fornire una lettura POSITIVA sulle riforme (mezze friforme, abbozzi di riforme, ABORTI di riforme) arriva a chiedere a Travaglio:

"ma in fondo toccare la scuola, le pensioni, ecc.... è un segnale del Renzi riformista, significa che STA FACENDO LE COSE"...

Travaglio in questa risposta, come nel corso di tutta l'intervista, con la semplicità di termini e concetti, scaraventa con un soffio Floris nella melma dalla quale è emerso un giorno, chissà come (vabbè...) chissà perchè (e rivabbè).

un servo, e Travaglio li sembrava che so... i dialoghi tra una divinità e un mortale, tra un saggio tibetano e un ragazzo in pubertà, mi ha fatto pensare all'ultima parte del Vangelo secondo Cristo di Saramago.
proprio la Nullità minimizzata di fronte alla Grandezza della lucidità senza padroni.

ah vabbè... poi quando Floris ha davanti uno del M5S fa tutto il gradasso invece.
l'altra volta con Di Battista davvero una figura puerile da vero infame, galoppino del Sistema.

che poi... detto fra noi... a sto punto... dati sti fatti.... se pensi che Floris è della Roma te dai pure na risposta.
poi dice che Pallotta quando ha detto "Fuckin' idiots" ha sbaglaito destinatario......


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07/02/2017 01:02
 
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Anche “Il Fatto Quotidiano” ironizza sulle vittime di Rigopiano: è polemica


Pescara. Polemica tra i giovani del Partito Democratico e il Fatto Quotidiano, per una vignetta pubblicata sul giornale diretto da Marco Travaglio su Jessica Tinari, la 24enne di Vasto morta insieme al fidanzato Marco Tanda nel disastro dell’Hotel Rigopiano.

La ragazza era un’attivista del Pd e dei Giovani democratici. Nell’illustrazione a firma di Mario Natangelo compare l’ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che dice: “Abbiamo perso un voto. Forse gli altri 28 erano del movimento 5 stelle, ma chi può dirlo”.

Natangelo, come riporta il sito Abr24news, rincara la dose sulla pagina del suo blog con un corsivo intitolato “Lo sciacallo”: “Ieri, nel discorso del suo ritorno, Matteo Renzi ha ricordato le vittime del disastro di Rigopiano. E, in particolare, Jessica che era ‘una giovane democratica’ che ‘credeva nel cambiamento’. Questo è quanto, purtroppo dall’inquadratura non era possibile capire se indossasse i doposci”.

Umorismo sferzante e, forse, un po’ azzardato. L’ironia era chiaramente rivolta a Renzi, ma i familiari e gli amici delle vittime saranno in grado di apprezzare e sopportare simili battute?

I Giovani democratici hanno replicato con vigore, rivolgendosi direttamente al vignettista:

“Con Jessica non abbiamo perso un voto, ma un volto: una compagna che tutti i giorni dedicava un pezzetto della propria vita a un’idea. Tu potrai anche non condividerla, ma lei si impegnava più di molti altri per rendere la sua città, la sua regione e il suo paese, posti migliori. Nella tua vignetta non hai attaccato Renzi, ma hai ferito noi e la comunità della quale facciamo parte, perché hai toccato un nervo scoperto e a poche ore dal momento in cui abbiamo ricevuto la notizia. Ci hai ferito e va bene così, ma ricorda che non sempre il cinismo è sinonimo di acume, ma spesso nasconde la svalutazione di tutto”.

Numerose le critiche alla vignetta anche da parte dei dirigenti del Partito Democratico, alle quali ha risposto Travaglio così: “Purtroppo nel Pd, come già per la vignetta di Mannelli sulla Boschi, ci sono troppi dirigenti che non capiscono le battute. Sarà nostra cura corredare le vignette con una nota a margine per spiegargliele da ora in poi.

www.ilmartino.it/2017/01/31/anche-quotidiano-ironizza-sulle-vittime-rigopiano-p...


Alla Charlie Hebdo proprio..per cosa poi..per prende per il culo Renzi..

Pessima figura.
A Travaglio direi che il problema nn è quello delle note a margine mail contenuto con l'offesa ai morti, magari.
Eehhh ma il Fatto.






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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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07/02/2017 11:06
 
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Per dirla in due parole e a prescindere da questa polemica qua sopra (che non mi trova d'accordo): Travaglio a me ha sempre fatto cagare, lui la sua spocchia e il suo tintinnio di manette, figlio di una cultura giustizialista che fa carne di porco di tutto e tutti in nome di un'entità soprannaturale. E attenzione che non è che tutti devono fare come più gli aggrada ma lo stato di diritto esiste e ci garantisce una vita tranquilla proprio perché parte dal presupposto che tutti sono innocenti fino a prova contraria. 'sto qua e tutti gli amici suoi (uno l'ho pure votato) partono da presupposto contrario

Comunque tra 50 anni se lo ricorderanno solo perché era quello che in studio con Berlusconi s'è fatto mette sotto come un bambino dell'asilo, con tanto de pulita de sedia, una roba ai livelli della scarpa di Kruschev. Io rimango dell'idea che quelle elezioni gliele ha fatte pareggiare lui.
[Modificato da jandileida23 07/02/2017 11:08]
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Sono la rovina della Roma


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