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Popolo... religione... o comunque si voglia definirli.

Ultimo Aggiornamento: 04/04/2018 13:05
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19/07/2016 11:57
 
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Però se ricordi bene al Qaeda attaccava anche obiettivi istituzionali come ambasciate e presidi militari..faceva atti di guerra cercando consensi contro Occidente..Ricordo i palestinesi in festa per 11 settembre.
E odio verso Israele era fomentato. L'Occidente economico poi si univa a quello infedele.

Questi attaccano col terrore, sfruttano e fomentano odio degli arruolati con gesti folli nei territori dove sn gia' radicati.
Gli infedeli per loro sono pure i musulmani che nn sono estremisti.
A sensazione ma posso sbagliare questi qui in Italia possono fare qualcosa se ci si trovano, se si sono insediati..ma nn credo che ad oggi ci verrebbero di proposito perche' ce sta il Papa.Ecco.

Certo quando agisci con la follia trovare logica nelle azioni è una contraddizione di per se'.
E magari prima o poi qualcuno che entra in chiesa a far gente che prega uscirà fuori.
Magari nn qui.


[Modificato da Sound72 19/07/2016 12:03]
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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19/07/2016 15:03
 
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quello che voglio dire è che Al Qaeda era strutturata in modo che gli obiettivi fossero comunque suggeriti da un Centro decisionale.
E' vero che agiva attraverso "cellule" -cd. dormienti- le quali potevano essere anche formate da "nativi" del luogo dell'attentato (ad es. negli attentati di Londra), ma l'azione veniva innescata da qualche input esterno, riconducibile a un Centro decisionale.

Adesso, come anche tu convieni, si tratta di un franchising molto allentato, dove l'input è dato "una volta per tutte" e cioè: organizzatevi come volete e colpite come volete, dove volete, quando volete.

In questo senso è anche più pericoloso e in grado di sopravvivere oltre l'eventuale sconfitta dello Stato Islamico, perché tanto la "mission" è già data: "uccidere quanti più europei, colpire quanti più obiettivi, come capita capita, quale che sia il danno inflitto, 10, 80, 200 morti, basta che capita".

naturalmente è più pericoloso così perché meno controllabile, meno legato, meno conseguenziale rispetto alla sussistenza di un'entità Leader riconosciuta.

Tornando all'epoca di Al Qaeda, ritengo che l'Italia, in quanto prima (o seconda, dopo la GB di Blair) alleata degli USA, sia a livello di missioni, che di "affinità" tra Bush e Berlusconi, dovesse per forza essere ritenuta "meritevole di attacco".
Io ritengo ci abbiano provato eccome, in quel periodo.
Quello che so e ho sentito qua e la tra riviste e dibattiti di esperti, è che "le cellule presenti in Italia ci abbiano provato MA quasi subito si sono sentite osservate".
Hanno insomma incontrato un altro livello di intelligence, sulla materia, rispetto a quanto accaduto per Madrid o Londra.

Ritengo insomma che qualcosa sia capitato dalle nostre parti, ma è stato prontamente stoppato, prima ancora del nascere (e magari, perché no, ricollegandomi a quanto ipotizzavi in precedenza, anche grazie a un ennesimo patto Stato-Mafie).

A mio avviso però, sarebbe meglio non sedersi troppo sugli allori, per i motivi che ho detto ieri: Ok l'ottima intelligence e probabilmente l'ottimo controllo del territorio, ma bisogna anche considerare che OGGI i musulmani in Italia sono comunque "pochi", in confronto ai milioni che vivono in altri paesi.

Quando ci arriveremo anche noi a 5 milioni di musulmani... e allora vediamo se questa tenuta delle nostre intelligence saprà mantenersi al passo.

Tornando alla situazione attuale, per me è solo una questione di "quando" (non "se") un qualche pazzo rimedierà un paio di mitra e farà ciò che sappiamo.
O un camion gelati perché no.

Io sono quasi stupefatto letteralmente che da noi non sia ancora successo nulla.


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26/07/2016 16:55
 
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Comunque ti pssono sorprendere con le bombe le armi prese su internet i coltelli da cucina ma col tir da 19 tonnellate x 15 metri che si infila nella zona pedonale il giorno della fete nationale co 30mila persone a spasso non se può accetta'.
Mo' al di là dei rimpalli tra Nizza Valls e Cazeneuve una roba del genere con 84 morti e 200 feriti,numeri superiori alla stazione di Bologna ce dovrebbero essere dimissioni in serie.
Sconcertato dall'impreparazione francese dopo mesi in cui dichiarano stato di emergenza perché sono in guerra.
E ci metto pure Europei di calcio dove a Marsiglia hanno fatto i giochi senza frontiere tra russi e inglesi..per nn parlare del morto di Belfort di cui nn ha parlato nessuno perché la Francia intanto era andata in finale.
[Modificato da Sound72 26/07/2016 16:56]
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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25/08/2016 11:27
 
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Così tanto per rinfrescare un concetto che ho spesso espresso qui. Quando mi toccava discutere con chi le cose non le sa. O le sapeva ma le negava.

Il percorso lo sapete, quello successivo, intendo. Sarà il solito Deja Vù:

Cosa sta succedendo? Che, mentre i riflettori sono puntati altrove, hanno provvisoriamente abbandonato l'ennesima crisi israelpalestinese, Israele zitta zitta SI RUBA le terre altrui.

Ogni giorno, ogni momento, anche ora. Accadrà che esaspereranno, soverchiandoli di vessazioni, i palestinesi.
Finchè... qualche palestinese, esasperato, compirà un gesto estremo.

Solo a quel punto la situazione emergerà alla ribalta di tutti i mezzi di informazione globali.
E Israele, immancabilmente, partirà per una delle sue Vendette Preparate.
Per un suo morto, ne farà 300 tra i palestinesi.
Si parlerà nel mondo di crisi, di rischio intifada, di polveriera Medioriente.
E a quel punto tutti chiederanno una tregua, anche i palestinesi.
Tregua cui si giungerà.
E dal giorno dopo Israele tornerà a fare il proprio comodo.

Fino alla prossima riproposizione della stessa identica dinamica e che questo mondo di ipocriti continua a non vedere. O a negare.

www.ilfattoquotidiano.it/2016/08/08/israele-mai-cosi-tante-demolizioni-di-abitazioni-palestinesi/...

Israele, mai così tante demolizioni di abitazioni palestinesi

Riccardo Noury
Portavoce di Amnesty International Italia

Secondo dati raccolti dall’Ong israeliana B’Tselem e corroborati dall’Ufficio Onu per il coordinamento degli affari umanitari, dall’inizio del 2016 le autorità militari israeliane hanno demolito almeno 180 abitazioni di palestinesi. Un numero record nell’arco di sette mesi, che ha superato anche quello del 2013 con 175 demolizioni eseguite, nello stesso periodo di tempo.

L’aumento delle demolizioni ordinate dall’Amministrazione civile (l’autorità militare israeliana di governo in Cisgiordania) è spaventoso: non considerando quelle eseguite come sanzione a seguito di attentati e attacchi armati, negli ultimi 10 anni il totale era stato di poco superiore a 1100 demolizioni.

Secondo B’Tselem, le 1113 demolizioni dell’ultimo decennio hanno lasciato senza tetto almeno 5199 palestinesi, quasi la metà dei quali minorenni. Tutte hanno avuto luogo nell’area C, che è sotto il pieno controllo, amministrativo e di sicurezza, dell’autorità militare israeliana.

Israele giustifica le demolizioni definendole provvedimenti amministrativi nei confronti di strutture abusive. Tuttavia, nell’area C è pressoché impossibile ottenere il permesso di costruzione: tra il 2010 e il 2014 l’Amministrazione civile ha approvato solo l’1,5 per cento delle richieste. Che si tratti di prassi discriminatorie contro i palestinesi lo ha recentemente ammesso anche l’esercito israeliano.

Dal 1988, Israele ha emesso complessivamente 14.000 ordini di demolizione riguardanti circa 17.000 abitazioni e altre strutture civili palestinesi: 3000 sono stati eseguiti. Gli altri 11.000, la maggior parte dei quali riguarda sempre l’area C, è in via d’esecuzione o è oggetto di ricorsi. I difensori dell’occupazione sostengono che il problema sia di poco conto, interessando “soltanto” 300.000 palestinesi.

L’obiettivo non dichiarato di questa ondata di demolizioni potrebbe averlo reso candidamente noto Yair Lapid, leader del partito centrista Yesh Atid, in un’intervista rilasciata al “Jerusalem Post” all’inizio dell’anno: “Il massimo di ebrei sul massimo di terra, con la massima sicurezza e il minimo di palestinesi”.

Ossia, di demolizione in demolizione, l’annessione di fatto dell’area C e il proseguimento degli insediamenti israeliani.


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06/09/2016 09:36
 
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E, a giochi (partita) fatti, leggetevi questo.
(e se incontrate Patric, incartatejene na copia,insieme a quello qua sopra).

iogiocopulito.ilfattoquotidiano.it/litalia-dovrebbe-rifiutarsi-di-giocare-contro-...


L’Italia dovrebbe rifiutarsi di giocare contro Israele?

Leonardo Ciccarelli — settembre 5, 2016


L’Italia si giocherà la qualificazione al Mondiale di Russia nel 2018 nel girone in cui sarà presente anche Israele. La cosa fa storcere il naso un po’ a tutti, innanzitutto perché Israele è palesemente fuori dai confini europei. Allora perché gioca nelle competizioni Uefa?

La nazionale entra ufficialmente nell’AFC, la Confederazione Calcio Asiatica, dal 1956, vince anche la Coppa d’Asia nel ’64 e la rappresentativa giovanile ha un dominio dittatoriale per tutti gli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 nei tornei di categoria, fino al 1974, quando a causa di continui boicottaggi delle nazioni e delle squadre del Medio Oriente nei confronti delle compagini israeliane fanno prendere alla nazione una decisione molto coraggiosa: lasciare l’AFC.

Si sono avviate così le pratiche per entrare nel UEFA e solo nel 1991 Israele è stata accettata a giocare in Europa, e solo nel 1994 è stato approvato l’ingresso nella federazione europea.

I motivi politici però avrebbero dovuto spingere la federazione continentale, ma la stessa FIFA, ad estromettere Israele a causa di un precedente molto forte, ovvero quello del Sudafrica.

La nazione che ha ospitato i mondiali del 2010 fu sospesa dalla FIFA dal 1964 alla fine dell’Apartheid a causa delle leggi razziali presenti nel Paese africano, ma tali leggi sono tutt’ora in vigore in Israele.

Ha indignato il mondo la scelta delle autorità di Tel Aviv di non far partire il materiale della delegazione palestinese a Rio de Janeiro per le Olimpiadi di questa estate, costringendo i 6 atleti qualificati ai Giochi per la federazione a ricomprare tutto il materiale, compresa la bandiera della Palestina, per partecipare a Rio 2016.

I tifosi del Celtic sono quelli che più si sono esposti in questi anni a favore dell’esclusione delle squadre israeliane, e della relativa nazionale, dalle competizioni Uefa per motivi politici, facendo rimostranze molto forti che questa estate hanno rischiato di far escludere la squadra di Glasgow dalla Champions League perché i tifosi biancoverdi si sono presentati allo stadio con le bandiere della Palestina, colorando di bianco, nero, verde e rosso il Celtic Park, facendo dei gazebo informativi lungo le strade di Glasgow sulla questione palestinese. Il tutto si è poi risolto con una multa, che i tifosi del Celtic hanno accolto come una sfida ed hanno donato a delle associazioni che aiutano gli sfortunati palestinesi la stessa cifra che la Uefa ha commutato al Celtic.

L’Italia è sempre stata molto neutrale sulla questione. Ha appoggiato la risoluzione all’Onu per permettere alla Palestina di diventare uno Stato Osservatore, scatenando le ire di Netanyahu e la delusione dell’ambasciatore.

L’incontro tra l’Italia e Israele ad Haifa per la qualificazione, una città prima palestinese e da cui sono stati deportati circa 100mila palestinesi dalle truppe britanniche ed israeliane affiché Haifa fosse “liberata”, ignorando il fatto che quelle terre fossero state di diritto della Palestina.

Si doveva creare un dibattito attorno a questo match, proprio com’è successo in Scozia, ma tutto scorre come nulla fosse, ignorando lo stato di inciviltà e di anti-democrazia che vige in quelle zone distrutte dal potere imperialista dell’Occidente nel corso del ‘900.

Israele-Italia sarà dunque una partita come tutte le altre, anche se contro Israele non potranno mai esserci partite come tutte le altre almeno fino a quando la Libertà non sarà tutelata in tutto lo Stato, almeno fino a quando i cittadini palestinesi non torneranno a poter vivere liberamente.


bellissimi poi i commenti dei soliti rifarditi.
Stupenda la risposta del giornalista a quello che gli citava i testi sacri per dire che Haifa migliaia e migliaia di anni fa era israeliana.

E lui: allora la Romania deve essere ancora italiana! :D

Ma del resto con loro è come parlare di Corano e Maometto con gli arabi. Non sentono e c'hanno sempre ragione loro.



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07/09/2016 09:52
 
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www.ilfattoquotidiano.it/2016/09/06/israele-italia-tifosi-azzurri-fanno-il-saluto-romano-sugli-spalti-espulsi-dallo-stadio/...


questa fa quasi ridere.

Che poi c'è la destra politica amica di facciata di Israele e la destra sociale antisemita che spalleggia i palestinesi.
In Libano però i Nar andarono a combattere coi cristiano-maroniti.
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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24/12/2016 00:14
 
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comunque dai..stamo davvero dentro alle fiction co sti sbandati..

Questo arriva fa casino a Lampedusa, il carcere..poi lo buttano fuori..rispunta in Germania, sale sul tir, uccie il polacco e se lancia addosso al mercatino..Quindi la fuga col videoselfie...fino alla sparatoria alla stazione de Sesto San Giovanni...

Mo' però arriva il bello o il..brutto..perchè a Sesto San Giovanni de notte?
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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24/12/2016 01:37
 
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Tanto non ci sara' indignazione neanche dopo un attentato in italia,roma compresa. Tanto che ci vuoi fare,sono poveri squilibrati...
Oggi una grillina ha pure scritto su fb di essere indignata x l'uccisione del terrorista...
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e soprattutto , perchè se perdono sempre i documenti ??
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02/01/2017 13:25
 
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Re:
Sound72, 07/09/2016 09.52:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/09/06/israele-italia-tifosi-azzurri-fanno-il-saluto-romano-sugli-spalti-espulsi-dallo-stadio/3016914/


questa fa quasi ridere.

Che poi c'è la destra politica amica di facciata di Israele e la destra sociale antisemita che spalleggia i palestinesi.
In Libano però i Nar andarono a combattere coi cristiano-maroniti.




iogiocopulito.ilfattoquotidiano.it/litalia-dovrebbe-rifiutarsi-di-giocare-contro-...

L’Italia si giocherà la qualificazione al Mondiale di Russia nel 2018 nel girone in cui sarà presente anche Israele. La cosa fa storcere il naso un po’ a tutti, innanzitutto perché Israele è palesemente fuori dai confini europei. Allora perché gioca nelle competizioni Uefa?

La nazionale entra ufficialmente nell’AFC, la Confederazione Calcio Asiatica, dal 1956, vince anche la Coppa d’Asia nel ’64 e la rappresentativa giovanile ha un dominio dittatoriale per tutti gli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 nei tornei di categoria, fino al 1974, quando a causa di continui boicottaggi delle nazioni e delle squadre del Medio Oriente nei confronti delle compagini israeliane fanno prendere alla nazione una decisione molto coraggiosa: lasciare l’AFC.

Si sono avviate così le pratiche per entrare nel UEFA e solo nel 1991 Israele è stata accettata a giocare in Europa, e solo nel 1994 è stato approvato l’ingresso nella federazione europea.

I motivi politici però avrebbero dovuto spingere la federazione continentale, ma la stessa FIFA, ad estromettere Israele a causa di un precedente molto forte, ovvero quello del Sudafrica.

La nazione che ha ospitato i mondiali del 2010 fu sospesa dalla FIFA dal 1964 alla fine dell’Apartheid a causa delle leggi razziali presenti nel Paese africano, ma tali leggi sono tutt’ora in vigore in Israele.

Ha indignato il mondo la scelta delle autorità di Tel Aviv di non far partire il materiale della delegazione palestinese a Rio de Janeiro per le Olimpiadi di questa estate, costringendo i 6 atleti qualificati ai Giochi per la federazione a ricomprare tutto il materiale, compresa la bandiera della Palestina, per partecipare a Rio 2016. ***

I tifosi del Celtic sono quelli che più si sono esposti in questi anni a favore dell’esclusione delle squadre israeliane, e della relativa nazionale, dalle competizioni Uefa per motivi politici, facendo rimostranze molto forti che questa estate hanno rischiato di far escludere la squadra di Glasgow dalla Champions League perché i tifosi biancoverdi si sono presentati allo stadio con le bandiere della Palestina, colorando di bianco, nero, verde e rosso il Celtic Park, facendo dei gazebo informativi lungo le strade di Glasgow sulla questione palestinese. Il tutto si è poi risolto con una multa, che i tifosi del Celtic hanno accolto come una sfida ed hanno donato a delle associazioni che aiutano gli sfortunati palestinesi la stessa cifra che la Uefa ha commutato al Celtic.

L’Italia è sempre stata molto neutrale sulla questione. Ha appoggiato la risoluzione all’Onu per permettere alla Palestina di diventare uno Stato Osservatore, scatenando le ire di Netanyahu e la delusione dell’ambasciatore.

L’incontro tra l’Italia e Israele ad Haifa per la qualificazione, una città prima palestinese e da cui sono stati deportati circa 100mila palestinesi dalle truppe britanniche ed israeliane affiché Haifa fosse “liberata”, ignorando il fatto che quelle terre fossero state di diritto della Palestina.

Si doveva creare un dibattito attorno a questo match, proprio com’è successo in Scozia, ma tutto scorre come nulla fosse, ignorando lo stato di inciviltà e di anti-democrazia che vige in quelle zone distrutte dal potere imperialista dell’Occidente nel corso del ‘900.

Israele-Italia sarà dunque una partita come tutte le altre, anche se contro Israele non potranno mai esserci partite come tutte le altre almeno fino a quando la Libertà non sarà tutelata in tutto lo Stato, almeno fino a quando i cittadini palestinesi non torneranno a poter vivere liberamente.


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iogiocopulito.ilfattoquotidiano.it/rio-2016-se-per-israele-le-olimpiadi-sono-come-li...

La notizia riportata su tutti gli organi di stampa (dall’Ansa al Manifesto passando per La Repubblica e Il Fatto Quotidiano) è per utilizzare un eufemismo, clamorosa. Rivela che la comitiva palestinese approdata in Brasile per partecipare alle Olimpiadi (6 atleti in tutto) non abbia potuto avere con sé gli indumenti né tantomeno la bandiera ufficiale (che dovrebbe essere esibita nel corso della cerimonia d’apertura prevista per venerdì 5 agosto) perché, a quanto pare, tutto il materiale occorrente (dalle tute, alle magliette , agli scarpini), sarebbe rimasto bloccato alla dogana in Israele. A Tel Aviv. A denunciare il misfatto il Segretario Generale del Comitato Olimpico Palestinese Munther Masalmeh mentre la capo delegazione Ghadya Abuzayyad ha chiesto pubblicamente “aiuto” al Comitato Olimpico Internazionale. Non è ancora chiaro se i doganieri israeliani abbiano appositamente bloccato il materiale palestinese da spedire fino a Rio De Janeiro (anche se l’Ansa riporta la notizia che l’Agenzia delle Entrate israeliana pur dichiarando di non esserne stata al corrente abbia detto comunque di essere pronta a collaborare con le autorità palestinesi) oppure al contrario si sia trattato di un clamoroso errore. Tuttavia non è la prima volta che tra Israele e Palestina accada qualcosa di simile. Un precedente era infatti accaduto nel settembre 2014 quando il calciatore cileno-palestinese Roberto Peto-Kettlun (con un passato anche in Italia tra Teramo, Casarano e Brindisi) dichiarò proprio al Fattoquotidiano.it che le autorità israeliane non di rado bloccano il materiale (come indumenti oppure i palloni) che viene utilizzato da atleti palestinesi. Portando il disagio suo e dei suoi connazionali anche al Congresso della FIFA che nel 2014 si tenne proprio in Brasile.

E fu quella l’occasione per dichiarare al mondo intero la “situazione di perenne difficoltà” che gli atleti palestinesi vivono ogni qualvolta debbano passare i confini nazionali come anche i check-point all’interno della Striscia di Gaza. Dove costantemente, verrebbero bloccati dai militari israeliani. Per questo se il “giallo” della dogana si rivelasse in verità un dispetto delle autorità israeliane, non sarebbe purtroppo il primo. L’unica speranza (forse remota) è che si tratti dell’ultimo.



Tanto per dire CHI E' Israele....
Vi raccomando poi il pianto greco che ha fatto quel genocida di Netanyahu sulle recenti parole di Obama.


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Re:
giove(R), 19/07/2016 15.03:


Adesso, come anche tu convieni, si tratta di un franchising molto allentato, dove l'input è dato "una volta per tutte" e cioè: organizzatevi come volete e colpite come volete, dove volete, quando volete.

In questo senso è anche più pericoloso e in grado di sopravvivere oltre l'eventuale sconfitta dello Stato Islamico, perché tanto la "mission" è già data: "uccidere quanti più europei, colpire quanti più obiettivi, come capita capita, quale che sia il danno inflitto, 10, 80, 200 morti, basta che capita".




Ma arriverà il giorno che qualcuno dice basta e inizia a fa stragi indiscriminate di ritorsione ogni santo giorno ed epurazioni senza mezzi termini?Non è un auspicio ma un dubbio sulla reale impermeabilità della massa a tempo indeterminato a tutto questo.
Ma quella de ieri sera che roba è?

Per me se non chiudi ovunque le frontiere, fai la conta di tutti e cominci a isolare realmente sei destinato a questo andazzo.
Da spettatore, fino a quando non tocca a te.










[Modificato da Sound72 23/05/2017 09:46]
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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ero in quella zona di manchester una settimana fa

brividi
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23/05/2017 13:34
 
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Di che vi lamentate,colpa della mancata integrazione e poi come dice ziantonio sono di seconda generazione. [SM=x2478851]
E non dimenticate le crociate...
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23/05/2017 13:45
 
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Beh quelli che hanno fatto gli attentati qua mi pare in Siria o Iraq non c'avevano mai messo piede. Per dire, che sarà pure la posizione de Zio, ma chiudere le frontiere adesso equivale a chiude la stalla dopo che i buoi sono scappati. Ma da mo che sono scappati. Poi possiamo chiederci di chi sia la colpa, del prechè e dei percome, ma il fatto è che ormai queste riflessioni so' tipo l'analisi della sconfitta della sinistra n. 3200. Di sicuro c'è che in Belgio le seconde e terze generazioni non si integrano perchè a loro non frega un cazzo e ai belgi non frega un cazzo di loro: poi l'equazione non integrato = terrorista me pare un po' facile. Se me lo chiedete a me non capisco perchè c'abbiamo messo 1500 anni per levarci dalle palle i papi e pretoni e farli poi rientrare sotto altra veste dalla finestra. Io sarei proprio per la soluzione radicale: via i luoghi di culto, se non in forma privata, via i segni di appartenenza religiosa (veli, tuniche, barbe, suore, preti). L'importanza del cristianesimo per la società occidentale si studia sui libri e viene chiarito che senza quei pretoni e quei papi il mondo sarebbe stato diverso.

Sinceramente non penso ci sia una soluzione: l'unica che mi viene è il potenziamento dei servizi segreti e la sorveglianza attenta dei luoghi dove si sa che vengono predicati messaggi d'odio. Ma pure là: il matto che te sale sul camion e entra nella zona pedonale che previeni?
[Modificato da jandileida23 23/05/2017 13:49]
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Sono la rovina della Roma


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23/05/2017 14:05
 
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Ma io all'integrazione credo poco come causa scatenante.
La mancata integrazione in Francia o in Inghilterra ce stava pure 30 anni fa ed eventualmente dava adito a episodi di intolleranza e ritorsioni.
Quello può essere un motivo per estremizzarsi, certo. Ma lo vedo come un elemento successivo.
Qua siamo alle stragi immotivate ovvero con motivazioni folli.
E per me se prima non fai la conta dentro casa tua e vedi chi ce sta il flusso incontrollato te continuerà a fa pagare il conto di continuo. Tra emulazione e provocazione sta diventando la normalità.

I servizi segreti una volta avevano un controllo del territorio semplice, abbastanza statico, pur disponendo di strumenti informatici modesti. Bastavano gli informatori.
Na volta se falsificavano i documenti, adesso te li lasciano pure in giro. Tanto nn je servono.
Ma na volta che te ritrovi un elenco de 8-10mila sospetti e fai na scala de pericolosità che hai risolto? che questi da un giorno all'altro se drogano de estremismo e da potenziali radicalizzati diventano pronti pe fasse saltà in aria dentro a un teatro.

Io non penso ce se possa sempre raccontà che la migliore risposta è continuare a vivere come se niente fosse. A un certo punto te devi regolà de conseguenza e fa un giro de vite forte.




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Eh lo so ma io non vedo situazioni praticabili: cioè che fai deporti le persone? Li metti tutti in galera prima? Ma tutti chi? E in base a che? Se te me vedi a me sembro arabo, quando sto a Bruxelles mi salutano sistematicamente tutti in arabo. Permetti che se me cominciano a fermà ogni due per tre me girerebbero un po' le palle?

Capisci che non se può fa in una società come la nostra: ma non è una cosa di buonismo o altro, è proprio una cosa legale mesà. Tu te sei organizzato, nel corso dei millenni, con questo sistema: cambiarlo per una cosa esterna è buttà via tutta la nostra storia, le nostre conquiste e la nostra unicità. altro che er presepe de Alzano Lombardo
[Modificato da jandileida23 23/05/2017 14:21]
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23/05/2017 14:48
 
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ero ironico se non si è capito,sono le cagate della "sinistra" (chiamiamola cosi') o cmq di un certo mondo per giustificare tutto e alzare il polverone. Tanto che credete?Inizierà a capitare anche qui e scenderanno in piazza coi gessetti colorati.
Tutto mi aspetto fuorchè una reazione tra centri sociali,pd e tutta sta feccia.
Quando intervistano i barbetta in periferia (vedi torpigna ecc) dopo gli attentati cosa dicono?Quasi tutti omertà e qualcuno che giustifica.Ma ormai l'italia è la fogna della fogna e la maggior parte della gente si merita lo schifo che c'è in tutti i settori, i politici sono le persone comuni.
Mi dispiace per me e per quelli come me ma siamo la minoranza.
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08/06/2017 19:19
 
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www.ilgiornale.it/news/mondo/schiaffo-dellarabia-saudita-vittime-londra-non-rispetta-1407...

Forse pensavano che il minuto di silenzio fosse anche per le vittime di Teheran.
Comunque ci mancava solo Trump a spalleggiarli apertamente.
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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26/03/2018 12:40
 
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Il pericolosissimo terrorista tunisino rintracciato da Chi l'ha visto.
"Denuncio tutti [SM=x2478856] "

Cosi a sensazione: ma me sa tanto che in Italia non ci sono stati attentati perché non hanno avuto interesse a farli, non perchè glielo hanno impedito.


www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Rintracciato-a-Tunisi-da-Chi-l-ha-visto-Atef-Mathlouti-Non-sono-un-terrorista-denuncio-tutti-9eef5dc8-cc3b-46bf-83ef-01f2232f8...
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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30/03/2018 17:09
 
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Terrorismo, la rete di Amri progettava un attentato alla stazione Laurentina della metro di Roma
La cellula, smantellata dalla polizia, era formata soprattutto da tunisini
tgcom



La cellula di Anis Amri, il tunisino autore della strage al mercatino di Natale di Berlino e ucciso a Sesto San Giovanni (Milano) nel 2016, progettava, secondo La Repubblica, un attentato alla stazione Laurentina della metro di Roma. La rete, smantellata dalla polizia, era formata soprattutto da tunisini e operava in provincia di Latina. Scoperto un doppio livello: un primo di estremisti e un secondo di procacciatori di documenti falsi.


Amri e i suoi connazionali discussero a lungo del piano, elaborato nel giugno del 2015, ma poi, per motivi ancora da scoprire, l'attentato contro la metro della linea B non fu portato a termine e rimase soltanto a livello teorico.

Nella rete c'erano estremisti islamici pronti a punire i "maiali" occidentali per il loro stile di vita, ma anche falsari interessati al denaro e non alla religione. L'analisi dei telefoni di Amri ha già dato tante risposte agli investigatori. Nel primo livello c'era anche Mounir Khazri, un 37enne tunisino radicalizzato tra i contatti di Amri. "Si è reso protagonista - scrive il gip - di condotte di incitamento all'azione violenta con finalità terroristiche ai danni di cittadini italiani".

"Agli infedeli tagliare la testa e i genitali" - Khazri è in contatto diretto con Abdel Salem Napulsi, il palestinese arrestato. Il 23 agosto i due parlano al telefono. "Non ti devi fidare di loro perché sono infedeli, gente che non conosce Dio, gente senza parole di valore", dice Napulsi che poi, quando Mounir sottolinea che "i cani ti scanno ascoltando", prosegue: "infedeli... bisognerebbe mettere la loro testa sul tagliere e via e colpire (mozzare la testa) e avanti un altro. Bisogna tagliargli testa e genitali".

Nel secondo livello ci sono invece i falsari, i procacciatori di documenti, tra cui Akram Baazaoui, tunisino: nel 2015 era fisso a Latina ma soprattutto è al vertice di un'organizzazione che si muove tra Napoli e Caserta e che secondo gli inquirenti è un "vero e proprio punto di riferimento per i tunisini che emigrano in occidente". Baazaoui tiene i contatti con il nord Africa "per la predisposizione degli sbarchi" e con i referenti nei paesi europei per la destinazione finale dei connazionali. L'organizzazione, dicono gli inquirenti, si occupa di tutto: "del trasporto, della sistemazione provvisoria in Italia, della fornitura di documenti falsi e vitto agli immigrati, del successivo trasporto per il paese di destinazione in cambio di sostanziose rimesse di denaro girate su conti correnti all'estero".


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