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David Pizarro

Ultimo Aggiornamento: 16/02/2023 21:33
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21/03/2009 12:51
 
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Prendo spunto dall'ottima idea di chief su Julio Baptista.. e faccio lo stesso per Pizarro.. riportando la sua intervista a SportWeek.. che di sicuro non definirei "banale"...

Che calcio è diventato, quello italiano, in cui i giocatori fanno linguacce agli avversari e gli allenatori parlano di prostituzione e coglioni?
“Un calcio che non mi piace. Che non è quello che la gente vuole. Che perde credibilità agli occhi del Mondo”.

Rispetto a quando è arrivato, com’è la situazione?
“Certamente non è migliorata. Io sono qui dal ’99, un anno dopo il rigore non fischiato e Ronaldo in Juve-Inter, e certe polemiche non sono mai finite. E’ dal primo giorno, che sento parlare di moviola”.

Lei la guarda?
“Mai. Dal momento in cui, finita la partita, mi siedo in macchina per tornare a casa, il calcio esce dalla mia vita. Io amo il mio lavoro, ma non mi faccio soffocare da esso, dalla pressione e da certi veleni”.

Suo figlio Bastian ha 6 anni. Lo porta allo stadio?
“In Italia puoi farlo soltanto in certe partite, e questo è brutto. Il problema è che, in campo, spesso non si dà il buon esempio. E fuori ci sono eccessi che definisco con una sola parola: in stupidi”.

Dopo l’Udinese, la sua prima squadra italiana, lei ha giocato nell’Inter nel momento in cui vinceva la Juve. Allora si diceva che gli arbitri favorissero i bianconeri: ora che comanda l’Inter, sono i nerazzurri sotto accusa. Significa che nel nostro Paese domina la cultura del sospetto o che, come diceva Flaiano, “gli italiani corrono sempre in soccorso del vincitore”?
“Dubbi e illazioni sono cresciuti dopo Calciopoli. Ma è un modo di pensare tipicamente italiano”.

Mourinho è un provocatore che innervosisce gli avversari o il parafulmine che attira su di sé i lampi della critica per proteggere la squadra?
“Parafulmine? Dice così che gli vuole bene. E’ piuttosto uno molto spontaneo, mai banale, un rivoluzionario del calcio parlato. Non ero abituato alle polemiche tra allenatori: prima che arrivasse Mourinho, fra i tecnici c’era più rispetto”.

Totti ha bacchettato Balotelli per i suoi gesti rivolti ai tifosi e ai giocatori della Roma nella gara contro l’Inter. Qualcuno ha detto che non era la persona più indicata per dare lezioni di comportamento.
“In generale, chi non ha mai fatto star zitti i tifosi avversari dopo aver segnato un gol? Il problema è quando manchi di rispetto a un collega”.

A Roma siete troppo vittimisti?
“Il problema è che sempre più spesso le partite sono decise da episodi: quando questi ti girano sempre contro, allora ti sembra di aver buttato via il lavoro di una settimana. E la Roma è stata di sicuro più penalizzata di altre. Ma non è vero che stiamo sempre a lamentarci: ci sono le immagini. La gente guarda e si fa un’idea. Perché la gente non è stupida”.

Ha più faticato ad ambientarsi a Roma o a Milano?
“A Udine. Ero giovanissimo e arrivavo da una realtà calcistica lontanissima da quella italiana. L’allenatore, De Canio, non mi vedeva; non giocavo mai ed ero depresso. Non ci fosse stata mia moglie, che mi dava forza, sarei tornato in Cile”.

E’ stata dura anche nella vita di tutti i giorni?
“No. I cileni assomigliano molto agli italiani, soprattutto a quelli di Roma (ride)”.

Com’è l’Italia fuori dal campo?
“Un Paese bellissimo che non sapete gestire e valorizzare nei suoi punti forti. Avete in mano un gioiello dal punto di vista turistico, e poi ti trovi davanti un’autostrada come la Salerno-Reggio Calabria. La burocrazia è lentissima, in politica litigate sempre e non vi mettete d’accordo su niente: così il Paese perde competitività. Mi viene il dubbio che non lo amiate abbastanza. E ho una paura”.

Quale?
“Temo che l’Italia possa fare la fine dell’Argentina nel 2001. Vedo gli stessi fantasmi: mi preoccupa la crisi delle banche, la possibilità che la gente perda i suoi risparmi”.

A fine carriera tornerà in patria: è vero che è indeciso tra fare il ministro dello Sport e il preparatore dei portieri?
“Pensavo di propormi come ministro dello Sport perché anche da noi è una figura che non esiste. Quanto ai portieri, mi piace osservarli in allenamento. A forza di farlo, ho imparato a parare”.

Ma non è troppo basso?
“Non per le porte di calcetto!”

Aprirà una scuola calcio nella sua città, Valparaiso.
“Credo in questo progetto perché sono nato nei quartieri, conosco bene la povertà e so che lo sport può aiutare a trovare una strada
alternativa alla miseria. Ma la scuola la farò fra tre-quattro anni, quando smetterò col calcio, con Riccardo Calvi, mio amico e agente per l’immagine. Sono diffidente e controllo di persona come funzionano le cose che faccio. Per adesso, organizzo tornei con 200 bambini”.

Quante volte l’anno va in Cile?
“Un paio, sempre a Natale. Da noi è una festa che si vive in maniera diversa dalla vostra. Qui aspettate mezzanotte, aprite i regali e andate a letto. Noi facciamo l’alba passando di casa in casa, e dovunque si balla. Non mi sono mai arreso all’idea di trascorrere il Natale in Italia”.

Quando ha capito di poter fare il calciatore?
“Lo capì mio nonno, cui ruppi il naso con un tiro al volo quando avevo due anni. Ma da piccolo il mio sogno era diventare marinaio: nonno faceva il pescatore, papà vendeva al mercato e io ero sempre in mezzo al pesce”.

Che Paese è oggi il Cile?
“Il popolo è unito. Stiamo molto meglio di altri Paesi sudamericani, anche dal punto di vista economico, ma la ricchezza resta in mano a
pochi”.

Lei è un sostenitore del presidente, la socialista Michelle Bachelet.
“Mi convince la sua voglia di lavorare, e di farlo in prima persona. Il problema è che per troppo tempo ha avuto intorno persone inadatte ai suoi scopi: ha dovuto cambiare quasi tutti i ministri, e questo ha rallentato l’opera di ricostruzione del Paese. Dei trasporti e della scuola pubblica, per esempio: fu distrutta dalla dittatura per favorire gli istituti privati”.

Quanto è lunga ancora l’ombra di Pinochet?
“Si sta accorciando, e sai perché? Perché alle ultime elezioni amministrative città importanti come la capitale, Santiago, o Valparaiso, sono finite in mano alla Destra. Non succedeva dalla fine della dittatura, nel ’90: vuol dire che la gente non ha più paura”.

Alberto Gamboa, ex direttore del Clarin, ha detto che in Cile gli orrori non sono stati puniti: torturati e torturatori del regime si ritrovano insieme al supermercato.
“E’ vero. Questo significa che la legge non è uguale per tutti. L’11 settembre di ogni anno, anniversario del colpo di Stato di Pinochet nel ’73, ci sono ancora mogli, madri e figlie che scendono in strada portando sul petto la foto di un marito, di un figlio o di un padre scomparso per mano della dittatura. Uno dei tanti desaparecidos”.
L. S. D.
"Sto lavorando duro per preparare il mio prossimo errore." Bertolt Brecht
"Ubriacatevi. Di vino, di poesia o di virtù, a piacer vostro, ma ubriacatevi." Charles Baudelaire
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21/03/2009 15:24
 
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Un intervista sicuramente poco banale; a parte le solite dichiarazioni calcistiche (episodi...mmmm....non mi piace sentir parlare di questo), interessante sapere che un calciatore ha anche una testa pensante; c'è da dire che il Cile è uno stato che dà all'istruzione un grande peso,per risollevarsi dalla dittatura che l'ha colpito, hanno una grande consapevolezza della propria storia e cultura, cose che da noi mancano del tutto.
In goni caso, Pizarro è uno dei giocatori che vorrei confermati,aldilà dell'aspetto tecnico e dei colpi che fa pià coi sui dribbling inutili mi è sempre parso uno di temperamento, magari non un Gerrard ma comunque un "animo pugnante"
......
"In my 23 years working in England there is not a person I would put an inch above Bobby Robson."
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26/03/2009 11:53
 
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anche secondo me è uno che ha carattere. non sarà il mio ideale di giocatore, ma poco importa perchè forse nemmeno ce l'ho un ideale di giocaaotre.
sicuramente tra le caratteristiche che deve avere il mio rpesunto giocatore ideale c'è il carattere, e credo che Pizarro, aldilà dell'intervista, abbia.

mi ha convinto definitivamente contro l'Arsenal.
a fronte di gente come Vucinic che s'è nascosta, lui ha lottato, ha preso botte dopo 5 minuti, lui che era già con le stampelle, s'è fermato 3 o 4 volte e altrettante pareva dovesse essere cambiato.
invece è stato il migliore.

e per me basta.


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27/03/2009 11:13
 
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ve quoto al 100%.
pizarro nelle partite più importanti è sempre stato uno dei migliori se non il migliore, trascindando il resto della squadra..
il contrario esatto di quello che la maggior parte dei tifosi della Roma vorrebbero titolare al posto suo, ovvero aquilani...
anche sul piano personale e di intelligenza e cultura extra-calcistica,
basta legge' st'intervista e ricordasse quella che la gazzetta fece ad aquilani tempo fa, coi busti der duce sullo sfondo...
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27/03/2009 12:39
 
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Mah,non conosco bene l'uomo Pizarro per definirlo uno di grande spessore culturale.Certo,visto il calciatore medio,basta un'intervista meno banale del solito tipo questa per stupirsi.Sicuramente è intelligente.Come calciatore è uno di carattere,si',e lo abbiamo visto.
Su Aquilani e i busti del Duce...non sono quelli che fanno la differenza...piuttosto sono convinto che se chiedessi ad Aquilani di parlarmi di politica e di storia,non mi saprebbe rispondere;idem per Lucarelli e per Di Canio.Una volta sentivo parlare i due in questione di certi temi e hanno dimostrato di avere le idee molto confuse.
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27/03/2009 13:00
 
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ma infatti non dico che aquilani sia poco intelligente vedendo i busti del duce sullo sfondo, ma leggendo e sentendo quello che dice,
roba del tipo: "a mi' nonno je piaceva er duce per cui piace anche a me..."
roba che non se commenta proprio..
pizarro perlomeno non dice cose banali come la maggior parte dei calciatori e de sicuro il suo stile di vita è molto più vicino a quello di un tommasi o di un tonetto che a quello di un aquilani o un totti..
ma poi in finale 'sti gran cazzi della cultura personale, dell'intelligenza e dello stile di vita, se aquilani in campo dimostrasse di avere lo stesso carattere di pizarro e anche se fosse un po' meno "fighetta" tirandose indietro al primo doloretto,
calcisticamente parlando non je potrei proprio di' niente...
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27/03/2009 14:38
 
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comunque su Aquilani bisogna fare un esercizio di pazienza e fare come se non ci fosse, enza crucciarsi o aspettarlo in trepidazione o con pressione, fino a quando (e se) ritorna.

se è rotto non è colpa sua. se ha un fisico più soggetto a rotture, non è qustione dic arattere, stile, o idee politiche.

è così e basta. e sarà comuqnue un peccato, se fosse uno "cagionevole".
io preferirei sempre che un giocatore, qualsiaasi mio giocatore, sopratuttos e dalle indubbie qualità coem aquilani, si rimettesse e facesse quello che ha fato, ad esempio ad inizio stagione scorsa.

se è rotto o cagionevole, è comunque una rosicata. per tutti.
ma se io fossi Aquilani mi roderebbe molto a me per primo.
mi piacerebeb pure a me, diventare un idolo, fare gol, giocare bene, potare la mia suadra in alto.
non poterlo fare sarebbe una frustrazione enorme, per me per primo.

lo dico anche per esperienza trasversale analoga, m'è capitato di andare a cantare senza molta voce. due tre volte.
una volta ci chiamarono in emilia romagna per fare una serata evento jim morrison, c'era un poeta, un giornalista, un attore, c'era pure un mezzo sciamano, indiano metropolitano (ma d'america), c'era un pittore, c'era un teatro.
ma io ero completamente senza voce e c'ho provato fino all'ultimo, anche se solo un minuto prima nona vevo nemmeno un filo di vocc, ero completamente muto, c'ho pure provato ad andare sul palco. magri un miracolo...
ho fatto: "hhhhhhhhhhhhhh" mi sono voltato e me ne sono andato.

e mi rode ancora oggi che sono passati 6 anni.

con uesto voglio dire che capisco quell'istinto di dargli addosso ad uno come Aquilani. ma c'è poco da fare, quando non dipende da te.
anzi c'è piure da capire che immensa frustrazione. che la nsotra, di spettatori, è un piccolo granello di pulviscolo in confronto.
[Modificato da giove(R) 27/03/2009 14:41]


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27/03/2009 14:45
 
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ma infatti la cosa che più gli contesto non è certo la sua "tendenza" a farsi male, perchè quella purtroppo per lui è inevitabile (soprattutto in relazione ai problemi muscolari..), ma di sicuro il carattere e la grinta sì, perchè uno con le sue qualità tecniche
se avesse carattere sarebbe uno dei migliori in europa...
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27/03/2009 17:25
 
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Re:
gianpaolo77, 27/03/2009 14.45:

ma infatti la cosa che più gli contesto non è certo la sua "tendenza" a farsi male, perchè quella purtroppo per lui è inevitabile (soprattutto in relazione ai problemi muscolari..), ma di sicuro il carattere e la grinta sì, perchè uno con le sue qualità tecniche
se avesse carattere sarebbe uno dei migliori in europa...



lo so gianpa, ma la grinta ce l'hai o non ce l'hai...

nemmeno lo si può rimproverare per quello...
da aquilani mi aspetto la giocata di fino, non certo il tackle in scivolata.

certo, se avesse avuto anche la cattiveria agonistica, la grinta, oltre a un fisico sano, parlavamo di uno dei 3 centrocampisti più forti in europa, senza dubbi...

è come dire "se cassano avesse avuto la testa" o anche "se robben non fosse uno fragile fisicamente"...

purtroppo è così... [SM=g27994]
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27/03/2009 18:31
 
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Però bò, tutta sta sicurezza sul fatto che Aquilani senza infortuni sarebbe tra i primi nel suo ruolo non ce l'ho
Purtroppo non ce l'ho neanche al contrario...cioè, finora ha avuto una non-carriera, quel che faceva di bene era "anvedi, questo è forte", quel che faceva male era "ma è perchè sta male"
Io aspetterei a giudicarlo, ma solo se si riesce a risolve sti benedetti problemi, altrimenti a malincuore preferisco non scommetterci
Tutto questo tralasciando il discorso del carattere,che non mi convince ancora, ma magari è più dovuto al fatto delle prestazioni incolori
......
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27/03/2009 18:40
 
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Re:
ShearerWHC, 27/03/2009 18.31:

Però bò, tutta sta sicurezza sul fatto che Aquilani senza infortuni sarebbe tra i primi nel suo ruolo non ce l'ho
Purtroppo non ce l'ho neanche al contrario...cioè, finora ha avuto una non-carriera, quel che faceva di bene era "anvedi, questo è forte", quel che faceva male era "ma è perchè sta male"
Io aspetterei a giudicarlo, ma solo se si riesce a risolve sti benedetti problemi, altrimenti a malincuore preferisco non scommetterci
Tutto questo tralasciando il discorso del carattere,che non mi convince ancora, ma magari è più dovuto al fatto delle prestazioni incolori



era un discorso in sostanza sul nulla...dicevo appunto senza infortuni e con un altro tipo di carattere, quindi appunto il prototipo di un giocatore che non esiste, un'utopia...

a livello tecnico credo non si possa discutere comunque...sostanzialmente dicevo quello.


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27/03/2009 18:48
 
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aggiungo..

per me come POTENZIALE aquilani è anche superiore a de rossi...io ho ancora negli occhi l'anno scorso a madrid...sembrava il dominatore del centrocampo, un professore in mezzo agli alunni...
[Modificato da chiefjoseph 27/03/2009 18:48]
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27/03/2009 20:32
 
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un calciatore è fatto di prestanza fisica. inteso non che devi essere un armadio, ma come forma, stare bene, sentirti forte, tonico.
se non stai bene non puoi essere sicuro, autoritario.
se ci sei e non ci sei, non diventi mai un perno, un insostituibile, uno fondamentale, o anche "solo" importantte.
e diventare un giocatore sicuro di se in campo passa attraverso tante conferme, dalla prestazione, alla continuità, eccetera. diventi mano mano più sicuro, diventi e senti di essere importante per la squadra. un circolo virtuoso che ti rende sempre più gratificato, parte integrante, un giocatore sicuro.

se non trovi mai questa continuità, anzi se la tua situazione sfiora il concetto di maledizione, non cresci nemmeno in personalità sul campo. come calciatore. perchè non sei nemmeno certo di essere un "semplice" atleta.


aquilani come carattere non so quanto sia fragile, anzi l'ho spesso sentito maturo e anche sicuro e deciso.

poi però, se diventi un "addannato", è difficile...

io due anni fa, quando era in piena ascesa, quando non potevi pensare di avere un giorno questi dubbi, a parte sul carattere, ma proprio sul fatto che potesse essere un calciatore sano, avevo molta tendenza a pensare come dice chief, che potesse diventare superiore a de rossi.

ma pure de rossi, se non c'è mai, la squadra trova altri equilibri, non passa tutto dai tuoi piedi, non ti ritagli quel ruolo del regista-terzo difensore, ecc.
ma nemmeno gattuso potrebbe mai eseere un calciatoree sicuro se non ci sta mai, se non cresci proprio in quell'età importante dove devi passare da "giovane promessa" a giocatore vero.


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27/03/2009 20:38
 
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Aquilani voglio vederlo una stagione intera da titolare.Deve superare prima i suoi problemi fisici,e non so quando accadrà,poi deve convincere l'allenatore di turno ad affidargli un posto nell'undici titolare.Io lo vedo più trequartista alla Perrotta/Baptista perchè cosi' sfrutterebbe meglio le sue qualità offensive.Non credo che Spalletti mollerà la coppia De Rossi-Pizarro.Per me ha più probabilità di giocare trequartista che interno.
[Modificato da lucaDM82 27/03/2009 20:41]
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27/03/2009 21:28
 
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io spero solo che superi i problemi fisici. poi il resto è conseguenza.

quanto al ruolo, pure lì, per ritaglairtelo, per provare di que o di la, si passa sempre dalla continuità, prima di tutto fisica.

comunque io non credo ai titolari fissi in un calcio in cui si giocano 60 partite l'anno.

una volta gioca uno, una volta l'altro. sono tutti forti giocatori.


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31/03/2010 14:56
 
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X Giove..ti rispondo qui su Pizarro..
per me quella giocata che fa nella nostra area di rigore ce l'ha - purtroppo nel dna..E' la stessa che fa a lione quando ripartiamo e poi segnamo..
E te lo fa anche in una partita straordinaria che gioca.
Io credo che Ranieri ci abbia lavorato su questo su innamoramento del pallone, cosi come credo che sappia che troppe volte pizarro non imbrocca gli angoli e le punizioni..
Cioè stiamo parlando di carenze/limiti talmente evidenti che è impossibile secondo me ridurre ad un discorso di atteggimaneto sbagliato in campo..Perchè Pizarro è questo e sto vizio non se lo toglierà mai..EW quando hai in squadra gente di questo tipo hai giocoforza bisogno di qualcuno che randella, che ci mette personalità..Quando Ranieri diceva che mancava il bandito in squadra intendeva questo..e infatti..anche pizarro non ti fa mai il fallo intelligente..ma magari ti sbrocca tutto insieme con un intervento nel momento sbagliato e nel punto sbagliato del campo.
[Modificato da Sound72 31/03/2010 15:02]
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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22/05/2010 11:59
 
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David, c’è un’immagine difficile da dimenticare: alla fine di Roma-Cagliari ci sei tu sdraiato sotto la Sud, mentre i tuoi compagni facevano il giro del campo per ringraziare i tifosi. Eri esausto. Cosa ti è passato per la testa in quel momento?
"E’ stata una sensazione troppo forte, soprattutto in quel periodo e poi nella stessa partita. Mi sono sentito proprio male quando Checco (Totti n.d.r) ha sbagliato quel gol davanti alla porta, avevo paura di non arrivare fino all’ultima partita come volevamo a giocarci questo scudetto. Poi ero esausto, la caviglia mi faceva male. Mi sono passate troppe cose per la testa in quel momento".

Poi è arrivato Bruno Conti che si è seduto sopra di te. Che ti ha detto?
"Mi ha detto di alzarmi e mi ha fatto i complimenti. Poi ci siamo messi a giocare col nipote, Brunetto (il figlio di Daniele n.d.r), che è identico a lui. Più dei figli, è una cosa impressionante".

Quest’anno più che in passato hai avuto un feeling particolare coi tifosi della Roma. Durante il riscaldamento prima delle partite sei stato sempre quello che incitava il pubblico. Queste cose uno se le aspetta da Totti e De Rossi, non da te.
"Sono cose da sudamericano. Noi teniamo tanto ai tifosi nel calcio, poi una tifoseria così calda come la nostra. E’ importantissima la carica che ci dà per affrontare ogni partita".

A Verona c’erano 20.000 tifosi sugli spalti, a Fiumicino ad attendervi ce n’erano altri 2.000. Che vuol dire per voi un pubblico così?
"Ce l’abbiamo solo noi un pubblico del genere. Noi volevamo dargli una gioia però purtroppo non ci siamo riusciti".

Qual è il rammarico più grande della stagione?
"Il rimpianto nostro è il secondo tempo con la Sampdoria, soprattutto per quello che significa vincere qua. Io so che vuol dire vincere in una piazza che non ha tanti trofei. Quello è il dispiacere più grande, soprattutto ci penso ancora. Nei momenti di solitudine ci penso parecchio, perché stavolta ci sono andato davvero vicino".

Domenica sera quando sei arrivato a casa cosa hai pensato?
"Non ho pensato né al Cagliari, né al Chievo. Pensavo al secondo tempo con la Sampdoria, a quei due episodi che loro hanno sfruttato. Perché il primo tempo doveva finire 3- 0 per noi".

La sensazione è che tu sia diventato un idolo della tifoseria. Ti sei mai sentito così amato come quest’anno?
"Io credo che sia tutta una questione di rispetto, soprattutto in base a quello che fai in campo. Quello il tifoso te lo fa sapere in certe maniere. A me lo fa sapere positivamente, anche perché io quando entro in campo do sempre il massimo e i tifosi della Roma lo hanno visto in questi quattro anni che siamo stati insieme".

Spalletti diceva che eri il giocatore più importante insieme a Totti ma in tanti, soprattutto tra gli addetti ai lavori, sembrano essersi accorti di te solo in questa stagione. Come mai?
"Quando sono arrivato qui dicevano che dovevo prendere il posto ad un romano (Aquilani n.d.r), alcuni media puntavano su quella cosa. Io quello che ho fatto quest’anno l’ho sempre fatto, ma visto che mi contendevo il posto con un romano per me era più complicato".

E’ vero che quando Aquilani è andato via da Roma gli hai detto che può diventare uno dei centrocampisti più forti del mondo?
"Sicuramente. Se mette a posto i suoi problemi fisici può diventare un calciatore importantissimo perché le qualità ce l’ha e perché è un bravissimo ragazzo".

Dopo due giornate stavate a zero punti, sembrava una stagione disgraziata. Poi è arrivato Ranieri.
"E’ stato un anno particolare. Ad un certo punto, per come si era messa la stagione, le nostre partite più importanti erano quelle contro Atalanta e Livorno. Poi pian piano sono arrivati i risultati, il quarto posto e alla fine ci siamo trovati a lottare per lo scudetto. E’ stato un anno particolare, per come lo abbiamo vissuto all’inizio. Io ci ho creduto tanto di poter chiudere in bellezza".

Oltre al secondo tempo con la Sampdoria ci sono altre partite in cui si può dire “lo scudetto lo abbiamo perso lì”?
"A Livorno, a Napoli, a Cagliari. Gli episodi sono sempre importanti perché poi decidono le partite. Noi non siamo stati fortunati con gli episodi, ce li abbiamo avuti tutti contro. Se, ad esempio, contro la Sampdoria ci avessero fischiato un rigore che c’era magari quella partita l’avremmo chiusa. Episodi come quelli segnano le partite, e a noi hanno segnato tutta la stagione".

Parliamo di arbitri. Nei confronti della Roma peggio nel 2008 o in questa stagione?
"Peggio due anni fa, senza dubbio. Perché lì ce l’hanno fatta nello scontro diretto nel momento in cui giocavamo il miglior calcio in Europa. Purtroppo con il calcio giocato non abbiamo potuto battere la ricchezza dell’Inter".

Quello dei nerazzurri è un potere che va al di là del campo da gioco?
"Sicuramente. In campionato abbiamo dimostrato negli scontri diretti di essere forti quanto loro. La Coppa Italia non fa molto testo perché loro hanno messo la partita sul piano della provocazione e noi, sbagliando, ci siamo cascati. Giocando a calcio siamo stati molto superiori all’Inter".

Con Spalletti avete centrato il record delle 11 vittorie consecutive, con Ranieri avete recuperato 14 punti all’Inter. Negli ultimi 5 campionati siete arrivati 4 volte secondi. Non siete stanchi di non vincere?
La sfortuna nostra è che c’è questa Inter che al di là delle disponibilità economiche che sono importanti, ha dei grandissimi campioni. Dopo Calciopoli l’Inter ha fatto le cose molto bene".

E’ cambiato il calcio dopo Calciopoli, oppure il potere che c’era prima è stato sostituito da un nuovo tipo di potere?
"Spero che non sia tutto come prima e che il momento storico che sta vivendo l’Italia non coinvolga anche il calcio. Vince chi paga di più, così è troppo facile. Non ci si diverte più e diventa frustrante per noi che diamo tutto durante la stagione sapere che poi le cose si decidono fuori dal campo".

Dopo Catania sembrava finito un ciclo. Ora invece la Roma è di nuovo lì a lottare per vincere. Di chi è il merito?
"Il merito è di tutti. Il nostro è un gruppo che ha tantissime qualità. Quando abbiamo passato momenti di difficoltà siamo stati bravi ad uscirne fuori tutti insieme. La nostra forza è sempre stata quella, ci siamo detti sempre tutto in faccia sopportandoci uno con l’altro".

Ti è mai capitato in carriera di vivere situazioni come Lazio-Inter?
Difficile giudicare. Non mi piacerebbe stare nei panni dei giocatori della Lazio per tutto quello che si dice in questi giorni. E’complicato dare un’opinione se le cose stanno come sento dire.

La procura ha aperto un’indagine.
Non è facile gestire una cosa così. Alcuni giocatori hanno paura di uscire di casa, altri hanno paura di parlare. Non mi piacerebbe essere al loro posto. La Giustizia Sportiva però sta a guardare. Credo che alla fine sia una questione molto fumosa e eventuali colpe sono difficili da dimostrare. Poi i media quando vogliono dire qualcosa te la dicono, quando ti vogliono nascondere delle cose lo fanno tranquillamente. Quando stavo a Udine e a Milano dicevano sempre che a Roma ci si lamenta sempre, da quando sono qui ho capito il perché. C’è un motivo se qui ci si lamenta.

Sulla questione Totti-Balotelli si è parlato tanto e spesso a sproposito. E’ intervenuto anche il Presidente della Repubblica.
Il problema è che io tutta questa gente non l’ho sentita parlare dopo Lazio-Inter. Secondo me alla fine la cosa più grave è questa. Checco è una persona molto importante a livello nazionale, europeo. Il suo gesto ha fatto parlare tutta l’opinione pubblica, se lo avesse fatto un altro non se ne sarebbe parlato così. E’ un gesto che nel calcio ci può stare, soprattutto quando sei provocato da un ragazzino. Sicuramente ci sono stati episodi molto più gravi e importanti e nessuno si è fatto sentire.

Tu hai detto che il razzismo non è solo quello nei confronti di Balotelli ma anche quello nei confronti di Totti e De Rossi che tutte le domeniche sono insultati dai tifosi di tutta Italia solo perché sono romani.
Quello che subiscono Francesco e Daniele è molto più grave. Anche quello è razzismo. Poi Balotelli il suo colore lo utilizza abbastanza bene, si nasconde dietro la sua pelle perché è un ragazzo molto furbo.

L’Inter gioca la finale di Champions. Ti sei mai pentito di essere andato via?
Mai. Sono sempre stato fiero delle scelte che ho fatto nella mia vita. Sia ora, sia quando ho deciso di abbandonare la quei livelli lì.

De Rossi quanto è forte?
Lele è un grande. E’ un giocatore completo: destro, sinistro, bravo di testa, fa gol è bravo nell’inserimento. E’ un giocatore atipico, non ce ne sono di centrocampisti completi come lui.

Pensi che sia stato penalizzato da Ranieri, che rispetto a come giocavate con Spalletti, lo ha spostato leggermente sulla sinistra?
Questo non lo so, bisognerebbe chiederlo a lui. Però mi sembra che abbia segnato molti gol in quella posizione, è stato decisivo in molte occasioni. Credo che ci siamo adattati bene.

Si comincia già a parlare di calciomercato. Se alla Roma dovesse arrivare un’offerta irrinunciabile per te da parte di squadre come Real Madrid o Barcellona, tu la prenderesti in considerazione?
La potrei prendere in considerazione solo se me lo chiedesse la società. Se mi dicessero che hanno deciso di vendermi perché magari per me offrono 50 milioni di euro, la prenderei in considerazione.

Se dipendesse da te?
E chi si muove da qui…

Hai già pensato a quello che farai nel 2013, quando scadrà il tuo contratto con la Roma?
Tornerò a giocare nel Santiago Wanderers, che è la squadra della mia città, Valparaiso. Voglio chiudere lì la mia carriera, ci tengo perché da lì posso aiutare la mia popolazione.

Dopo il terremoto hai aperto un conto corrente per aiutare la tua gente.
Infatti voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno sostenuto, compresi voi del Romanista, in questa iniziativa. Abbiamo raccolto una cifra molto importante. Ora vado lì per vedere di persona come vanno avanti i lavori perché sta iniziando l’inverno in Cile e bisogna sbrigarsi a portare gli aiuti in alcune zone dove gli aiuti non sono arrivati tempestivamente. Ci sono posti di cui non si è parlato ma che hanno grande bisogno di aiuto, e io ce la farò. Ricostruiremo case, scuole, cercheremo di mettere a disposizione dei bambini dei pullman perché lì per andare a scuola sono costretti a fare molti chilometri a piedi. La mia idea è quella di dare una mano a quelli che ne hanno bisogno.

Domani (oggi n.d.r.) ci sarà l’occasione per aiutare molte persone andando a donare il sangue allostadio Olimpico.
Voglio invitare la gente a donare il sangue perché in questo modo si può aiutare il prossimo. Spero che i tifosi romanisti accorrano numerosi allo stadio Olimpico, sarà un modo per salutarci prima delle vacanze. E poi c’è anche la gara dei rigori… una l’ho già vinta battendo Totti in finale. Ho ancora la coppa a casa.

A parte il calcio, ti abbiamo visto in tutti gli stadi a vedere il rugby, il tennis e il basket. Sei uno sportivo a tutto tondo.
Mi piacciono molto questi sport. Nel rugby si prendono a botte per tutta la partita e poi alla fine si danno il cinque. E’ un esempio che anche noi calciatori dovremmo imitare. La passione che sentiamo noi in ogni partita non si può spiegare. Il tennis mi piace molto, poi io gioco pure anche se ho un piccolo problema…

Quale?
(ride) Ogni volta che vado a rete mi superano con il pallonetto. Però ci sta… Nel basket non ne parliamo. Quando abbiamo giocato al Palalottomatica per fare canestro sono dovuto salire sulle spalle di Lobont.

I tuoi compagni dicono che hai un rapporto complicato col telefono. E’ vero?
E’ vero. Non ho un bel rapporto col telefono, nel senso che faccio fatica a rispondere. Quando non conosco i numeri non rispondo, poi quando arrivo a casa lascio il telefono in camera e alle 11 di sera trovo tantissime chiamate.

E’ vero che passi tanto tempo in chat?
Utilizzo messenger per rimanere in contatto con i miei amici cileni e con i parenti che non vedo da tanto tempo.

Su Facebook ci sono centinaia di gruppi in tuo onore.
Lo so, me lo hanno detto e mi fa molto piacere ma Facebook non lo utilizzo. Solo chat.

Il Mondiale lo vedrai?
Certamente. E farò il tifo per la nazionale cilena. Anche perché il Cile farà un bel Mondiale. C’è gente giovane, Bielsa è un tecnico esperto e spero che possa continuare ancora a lungo perché ci ha dato tanto come allenatore. Anche come idee e come sviluppo di calcio, stiamo crescendo molto e soprattutto in fretta. Poi il Mondiale è bello perché non si sa chi vince, anche se le squadre favorite sono sempre le stesse. Io comunque punto sull’Argentina. Non ha fatto una bella qualificazione ma ha dei giocatori che possono fare la differenza, ora bisogna solo farli giocare insieme.

Sorpreso delle mancate convocazioni di Zanetti e Cambiasso?
Molto. Soprattutto Zanetti, perché a centrocampo sono molto coperti ma di Zanetti non se lo aspettava nessuno.

L’Italia come la vedi?
L’Italia arriva sempre. Come la Germania, sono squadre che arrivano sempre in fondo in queste manifestazioni. Lippi aveva fatto i complimenti pubblici alla Roma, poi ha chiamato solo De Rossi.

Come mai?
Lui segue le sue idee. Ha vinto il Mondiale nel 2006 e nel calcio chi vince ha sempre ragione.

Totti meritava di essere chiamato?
Credo che la decisione di non andare sia stata di Francesco.

Abbiamo visto tuo figlio giocare sotto la Curva Sud. E’ più forte di te…
(ride) Sicuramente è più alto.

Non è che ti costringerà a cambiare i tuoi programmi e rimarrai a Roma anche oltre il 2013?
Io sarei molto felice se lui facesse il calciatore. Poi se lo dovesse fare qui a Roma sarei ancora più contento perché almeno non ci spostiamo. Più passa il tempo e più sarà difficile per me riportarli in Cile perché crescono: nel 2013 mia figlia Davka avrà 13 anni e Bastian ne avrà 10, e loro si sentono italiani ma soprattutto romani. Lo devi sentire parlare, Bastian. Poi lui è uno che non ci sta mai a perdere anche se è un ragazzino. Qualcosa ha preso dal padre…

Il prossimo anno la Roma tornerà a fare la Champions.
Quello è il posto che ci compete ma bisogna stare molto attenti perché bisognerà allestire una squadra adatta a fare la Champions, questo è sicuro. Perché lo merita questa piazza.

C’è bisogno di qualche innesto?
Bisogna avere una rosa importante, che sia sempre protagonista come lo siamo stati in questi ultimi anni. Perché col nome non si va da nessuna parte e si rischia di fare brutta figura. Se vuoi fare un’ottima Champions e un campionato da protagonista, qualcosa si deve muovere.

Se ti dicessero di scegliere tra Champions e Scudetto?
Sono entrambe competizioni importanti. Poi magari si arrivasse fino in fondo in Champions, pensa come reagirebbe la città… Sono quei sogni che uno ha e che magari riusciamo a realizzare insieme.

L’anno prossimo sarà ancora lotta tra Roma e Inter?
Sarà una lotta più combattuta. Poi loro non avranno più Mourinho, che andrà via, e perderanno sicuramente qualcosa. Poi vedremo se il suo sostituto sarà all’altezza di gestire questo vantaggio a livello economico e di calciatori che hanno in questo momento.

Juve e Milan?
Devono rifondare ma ci saranno anche loro.

L. S. D.
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16/12/2010 10:38
 
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Sempre presente nelle 6 partite ufficiali perse quest'anno.

Col cileno la Roma ha giocato 9 gare del torneo 2010-11 con 2 vittorie (contro Inter e Genoa), 3 pareggi (con Cesena, Bologna e Parma) e 4 sconfitte (a Cagliari, Brescia, Napoli e Palermo).
In Champions ha disputato 4 partite con 2 vittorie (all'Olimpico col Cluj e col Bayern,quando entra sul 2-2 ) e 2 sconfitte (con Bayern Monaco e Basilea). In totale fanno 13 gare con 4 successi, 3 pari e 6 stop.
Senza di lui, invece, la Roma ha collezionato 5 vittorie (Lecce, Lazio, Fiorentina, Udinese , Bari) e 2 pari in campionato (Juve, Chievo ) più un successo in Champions (a Basilea) e un pari ( Cluj ).

Lo scorso anno con lui in campo invece la grande rimonta.
Vacci a capire..
[Modificato da Sound72 16/12/2010 10:39]
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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è semplice, quest'anno ha avuto problemi fisici sin dal ritiro di luglio, ne ha ancora e si è allenato e continua ad allenarsi sempre in modo discontinuo,
quando è andato in campo a palermo da titolare ha fatto pena ed è stato un uomo in meno per la Roma,
per cui in questo caso per me ranieri non sta sbagliando a non farlo giocare e per questo la polemica che stanno montando i vari giornalari romani(e non solo, vedi mauro&sconcerti)
è ridicola.
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16/12/2010 15:56
 
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per me è un puro caso.
Pizarro non ha giocato mai peggio di altri. sono pure coincidenze.

quello che non è una coincidenza è al voglia della gente di tirare furoi massime, insegnamenti e regole da ogni cosa.

questa di Pizarro e della sua ...interazione con i risultati (l'anno scorso buoni quest'anno di merda) è una cosa che dovrebbe far pensare molta gente che pensa semnpre che "l'oggi" è il "punto di arrivo dal quale in poi, non cambia più nulla e tutto si ferma".

credo che pure l'antico egiziano, o il crociato o il maya, il persiano e il fenicio, credessero che le cose "acquisite", "fisse" allora, fossero massime ed elementi immutabili che non sarebbero mai cambiati. "sarà così per sempre perchè è sempre stato così" è una grande fregnaccia.

le vicende della Roma di quest'anno poi, sembrano un concentrato di dimostrazione di come l'Uomo proprio non impari mai.

dal rivoltamento come un pedalino delle chiacchiere su De Rossi-Pizarro coppia invincibile poi diventata incompatibilità, dalla speranza della rimonta da fare anche quest'anno "perchè la roma ha sempre rimontato", ecc..

il dato su Pizarro è emblematico e dovrebbe indurre molta ma molta, troppa gente a darsi una regolata con "le certezze da trend dell'ultimo semestre".

nelc alcio contano altre cose. sicuramente molto più dei vari spompinamenti a vicenda in questo groviglio di ideali "69" (o anche di 71: un 69 con due dita in culo).

tanti scienziati del pallone (e si potrebbe allargare il discorso a tutto il resto) dovrebbero cacarsi in mano e darsi una pizza.


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