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articolo espresso e prima pagina il romanista 07-11-08

Ultimo Aggiornamento: 07/11/2008 17:57
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Post: 21
Città: ROMA
Età: 61
Sesso: Maschile
07/11/2008 13:53
 
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questo c'è sulla prima pagina de il Romanista:

UN ARTICOLO DELL’ESPRESSO CHIAMA IN CAUSA ROSELLA

TRE DOMANDE ALLA SENSI

IL GELO CON TOTTI

È vero che tra il presidente dell’AS Roma e
il suo capitano ci sarebbe un attrito per via
della volontà di Francesco di prolungare
fino al 2014 alle stesse cifre di oggi?

LE OFFERTE

È vero che ci sarebbero proposte di due
gruppi americani e di un fondo arabo per
acquistare la società e che ammonterebbero
a non più di 150 milioni di euro?

CALTAGIRONE

È vero che una persona vicina a Maria Sensi
avrebbe auspicato l’arrivo del costruttore
dicendo che «sarebbe il suo turno. Dimostri
di avere un’anima e salvi la squadra»?

E questo è l'articolo de l'Espresso:
TUTTE LE SPINE DI ROSELLA

«È arrivato il turno
di Caltagirone
Salvi la società»

L'auspicio parte da una persona vicina a Maria Sensi, secondo "L'Espresso", che parla di gelo tra Totti e la proprietà, di interessi stranieri per rilevare il club e della nostra pagina 9: darebbe fastidio a Villa Pacelli



"L'11 novembre, giorno dell'assemblea della AS Roma, verrà nominato consigliere d'amministrazione Roberto Cappelli, stimato professionista ma soprattutto legale che rappresenta l'Unicredit, l'istituto che con la fusione con la Capitalia di Cesare Geronzi ha ereditato il mega debito di Italpetroli (di cui la squadra è asset principale): 365 milioni di euro in tutto, la prima tranche da versare entro il 31 dicembre". Parte da un dato di cronaca (la prossima assemblea degli azionisti) e da un dato di fatto (il debito del Gruppo verso Unicredit) l'articolo pubblicato su L'Espresso a firma di Denise Pardo dal titolo "Quante spine Rosella". Nel pezzo del settimanale si fa il punto su una situazione societaria e ambientale difficile, si fanno ricostruzioni e qualche rivelazione: tra la Sensi e Francesco Totti, secondo l'Espresso ci sarebbe gelo per via della volontà del capitano di prolungare il contratto alle stesse cifre di adesso; si fa il nome di Caltagirone, come una speranza di chi è vicino alla famiglia; si parla di manifestazioni di interesse da parte di americani (due) e di un fondo arabo per l'acquisto della società, facendo cifre, specificando che per adesso Rosella non ha nessuna intenzione di vendere, si parla anche di una cordata romana. Si fanno altre specificazioni, qualcuna riguarda anche questo giornale. Ecco i passaggi più significativi del testo, praticamente la trascrizione integrale.
IL GELO
"A quasi tre mesi dalla scomparsa del padre Franco, amatissimo dal popolo giallorosso per cui si era svenato investendo nella squadra 250 milioni di euro, Rosella Sensi, nella nuova stagione della sua presidenza, prima quota rosa del calcio italiano, è sotto tiro. A 360 gradi... I romanisti alla porte di Trigoria tenuti a malapena a bada. La pelata dell'allenatore Luciano Spalletti in bilico, in pericolo perfino i suoi figli che, ha raccontato, non vogliono uscire di casa. Le liti nello spogliatoio tra mister e giocatori. Il quotidiano Il Romanista che titola impietoso "Presidente dove sei?". E il gelo tra lei e il capitano dei capitani, Francesco Totti, torturato da un ginocchio in fallo, desideroso di allungare il contratto (scadenza 2010) fino al 2014 alla stessa cifra: cinque milioni e mezzo a stagione. Lei nicchia. Lui ci rimane male pensando alla sua fedeltà da carabiniere al "core de sta città" (la Roma, non Rosella). Una bufera. A due velocità. Una calcistica. E l'altra finanziaria".
LE OFFERTE
"Unicredit, in balia delle montagne russe della Borsa e con la finanza mondiale sotto scacco, ha risposto picche alla richiesta di una proroga a marzo. E il tam tam curve-tribune è pronto a informare che le proposte dei due (anonimi) gruppi americani e di un fondo arabo (vicino al colonnello Gheddafi o al tunisino Tarak Ben Ammar?) esaminate in questi giorni, sono ferme alla metà dei 283 milioni offerti in primavera da George Soros per l'acquisto della squadra.
ATTACCHI E DIFESA
"Le è stato rimproverato tutto. Il carattere difficile e schivo: non si fida di nessuno e vede nemici dappertutto. Il decisionismo anche sui calciatori (Bruno Conti, responsabile tecnico Daniele Pradè, direttore sportivo, vengono solo consultati, Spalletti poco). Il fatto che mandi il marito a trattare con i giocatori (ha negoziato lui il passaggio di Cristian Chivu all'Inter). Le apparizioni troppo rare a Trigoria, la cittadella della Roma. Le sparizioni dopo le sconfitte, accampando improvvisi e provvidenziali malanni. Le assenze anche dopo le vittorie. Poi, l'aver stretto buoni rapporti con Luciano e Alessandro Moggi, quando erano in auge, e con Adriano Galliani (al contrario del padre, grande antagonista del cartello delle squadre del Nord), tanto da diventare vice presidente della Lega Calcio. Ma anche il rapporto privilegiato con Marione, conduttore del seguitissimo programma Te la do io Tokyo , su Radio Centro Suono Sport, l'unico al quale si concede. Infine, l'ostracismo nei confronti del quotidiano Il Romanista reo di pubblicare nella pagina delle lettere le critiche dei tifosi su di lei senza censurarle".
TUTTI GLI UOMINI DEL PRESIDENTE
"Lei, a cavallo delle onde della bufera, si è blindata più che mai a Villa Pacelli, la residenza di famiglia. Al suo fianco, il fidatissimo Gianroberto De Giovanni, l'avvocato di 39 anni che ha seguito tutte le trattative. L'editore Pippo Marra, consigliere della Roma, amico personale, riservato come può esserlo solo un calabrese riservato. Il consulente Enrico Bendoni, vicino ai Sensi fin dal tempo di Franco. Il controller del gruppo Cristina Mazzoleni, la bravissima donna dei conti. E i discretissimi banchieri Giampietro, Angelo e Arturo Nattino, proprietari della Finnat (nel cda i Buitoni, i Rattazzi, i Violati), advisor di Italpetroli, dagli stretti legami con il Vaticano e con Franco Caltagirone, uno degli uomini più liquidi d'Italia. E il capofila degli imprenditori interessati ai terreni di Torrevecchia: 29 ettari valutati 100 milioni diventati edificabili con la giunta di Walter Veltroni a patto di costruire la Cittadella dello sport. Ma il terremoto politico romano ha complicato il cammino. E ora il dossier è fermo sul tavolo del sindaco Gianni Alemanno".
CALTAGIRONE O LA CORDATA?
"Purtroppo, nemmeno l'ipotetica vendita di Torrevecchia placherebbe la scadenza bancaria di dicembre. Per far fronte al debito bisognerebbe anche cedere i depositi petroliferi di Civitavecchia, valore 50 milioni. Il resto del patrimonio non può alzare granché, visto che gli alberghi, la tenuta La Leprignana, e il Corriere Adriatico sono stati già alienati. A comprare il quotidiano è stato proprio Caltagirone che, tra l'altro, controlla il 4 per cento del Monte dei Paschi di Siena, banca creditrice di 50 milioni di euro dai Sensi. «Caltagirone dimostri di avere un'anima e salvi la squadra», auspica una persona vicina alla vedova Maria e alle tre sorelle Sensi. «Questa città gli ha dato tanto. Ora sarebbe arrivato il suo turno». Su un punto Rosella sembra essere ferma: ora non si può vendere nulla. La crisi finanziaria ha falcidiato le stime degli asset di Italpetroli. E in città, tranne Caltagirone, nessuno ha i quattrini e le spalle solide per rilevare la Roma che, secondo gli esperti, con il marchio e con il nome di Totti idolatrato persino in Cile (anche lì lo chiamano affettuosamente "el pupone") ha un potenziale sfruttato ancora in minima parte. Quindi, le soluzioni da sondare sono altre. Per esempio, mettere su una cordata di imprenditori modello Alitalia. Coinvolgere i fratelli Toti, i potenti costruttori rivali di Caltagirone, Alberto Tripi, il re dei call center, Giovanni Malagò, l'imprenditore dalle mille relazioni, e tanti altri romanisti doc e vip che con una cifra contenuta potrebbero passare alla storia come i salvatori della squadra del cuore. E soprattutto, da poteri forti metter le mani sul potere capitolino più forte che c'è".
L'AZIONARIATO, L'ULTIMA STRADA
"L'altra strada è ripescare il progetto della Kpmg e dello studio legale Tonucci sull'azionariato popolare, presentato nel 2005 dalla Fondazione Roma Europea e da Il Romanista . Tra i relatori Giuseppe De Rita, Cesare Sanmauro, Riccardo Luna e Maurizio Costanzo (fra i primi sostenitori di questo modello per la Roma). Un piano più semplice da realizzare che altrove, calcolando che la maggior parte dei tifosi giallorossi sono correntisti Unicredit (li ha ereditati da Capitalia). Allora, la figlia di Sensi lo prese come un'offesa, interpretandolo come un giudizio negativo sulla famiglia. Ma oggi, come direbbe "miss Rosella", è un altro giorno".

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