Faccio OUTING: alle prossime elezioni di sindaco di Roma passo all'altra sponda

provo a fare un microdiscorso serio sul punto-logo.

Si tratta semplicemente di un marchio commerciale come I[Cuore]NY per New York - il più famoso.
Non sostituisce il gonfalone di Roma.
Non sostituisce il nome ufficiale di Roma.
Sarà, forse, tolto il ridicolo "capitale" dalle fiancate delle porte dei vigili (ma manco è detto, sto immaginando). Ma non col logo commerciale, con la scritta ROMA.
Lo sappiamo che siamo la capitale, ma siamo molto di più della capitale d'Italia.

Ovviamente la differenza tra logo commerciale, quello che decora tazze e ciambelle del cesso, e tra logo istituzionale non è stata compresa: come sempre si è comunicato male e capito male.
Molti lo capiscono ma ci giocano per odio verso Marino, un po' come Marchini e Caltagirone perché non fanno lo stadio oppure non possono costruire palazzine del cazzo sulla Tiberina.

Poi, a me tutto quello che sa di Inglese non piace perché io l'altro giorno pur di non dire "e-reader" ho detto "lettore digitale di libri" e da Feltrinelli mi hanno guardato come uno stronzo sul cuscino di broccato.
Però, è un altro discorso.