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Roberto Pruzzo (Lode A Te!)

Ultimo Aggiornamento: 09/05/2023 20:14
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Età: 55
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12/02/2014 13:21
 
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Devo ringraziarvi raga... grazie alla discussione di oggi su Pruzzo, e ai ricordi che sono scaturiti, sono andato a cercare qualche cosa e LEGGETE (!!!) cosa ho trovato.
un'intervista all'indomani del campioanto perso del gol di Turone, con Pruzzo capocannoniere. Quando tuttavia ancora non si era consacrato. Quando aveva addosso gli occhi sospettosi di tutta Roma.
esce fuori proprio ciò che ...mi era rimasto come ...eco... ma che era sepolto come nitidezza di ricordi.
traspare in questa intervista, a parte la schiettezza dell'uomo (e forse anche dei tempi) ma proprio tutta una serie di sfumature che fanno capire la Persona Roberto Pruzzo.
grazie ancora perchè queste cose che leggevo, già da bambino me lo avevano reso affine, sempre a lamentarsi, anche di se stesso, la persona normale nella Pantomima della vita.
alla fine tutto torna, non è un caso che, sebbene l'80% almeno del mio carattere sia diverso, io abbia sempre avuto una predilezione, aldilà dei gol, per Pruzzo.
(oltre naturalmente a una scritta su un muro di un palazzo vicino casa mia che ai tempi recitava "Pruzzo O'Rey ma chi cazzo sei" che me lo mandò subito in simpatia, prima ancora di averlo mai visto. [SM=g7554] )
Intervista FANTASTICA per un Romanista.

Dal Guerin Sportivo del giugno 1981. Intervista a Roberto Pruzzo.

Roberto Pruzzo: Mister mugugno

Pruzzo ha appena vinto la classifica cannonieri con la Roma di Liedholm, ma non è comunque soddisfatto del suo rendimento, e la Nazionale aspetta....«Ho sognato per una vita questo titolo e adesso che l'ho vinto non sento niente.
A cosa è servito? Neppure a vincere uno scudetto che avremmo strameritato. Lo so che i
tifosi non mi amano, che a molti sono antipatico: colpa mia, del mio carattere, vorrei cambiare ma non ci riesco. Falcao è un fuoriclasse, ma a me sarebbe servito un Rivera, con lui
mi sarei stancato di fare gol...»

ROMA Avvolto dalla pellicola protettiva di diciotto gol, dal nome riconosciuto, dal danaro sicuro, dal prestigio collaudato, Roberto Pruzzo non dovrebbe aver più sogni, desideri impossibili, fantasmi da esorcizzare, al capolinea di questa stagione calcistica. E Roma, se non proprio l'Italia del pallone, dovrebbe rendergli gli onori che si devono d'abitudine al capocannoniere, al tiratore principe, all'uomo che calamita da sempre le immagini più affascinanti negli stadi a qualsiasi latitudine. Invece non è così. Invece non può smettere di brontolare e di torturarsi. E' finito tutto troppo in fretta, gli restano i rimpianti nello sguardo, i silenzi intorno, i languori e le speranze per le vacanze che ritornano. Riandrà a riposarsi davanti al mare di Recco, riviera di Levante. Ripenserà all'annata delle occasioni irripetibili, allo scudetto che poteva essere e non è stato, ai gol mancati d'un niente, Sempre questi gol: un amore-odio, croce e delizia, maledizione e incantamento.
Magia e supplizio. Pruzzo, perché? Perché nemmeno diciotto reti sbastano a buttar via i rimorsi, a dissipare le critiche, a sconfiggere i «se» e i «ma», a capovolgere il suo destino di bomber antipatico?

DELUSIONE - In una mattinata di sole estivo cominciamo il viaggio nella delusione idi quello che dovrebbe essere il più felice dei centro-avanti. Con le spalle appoggiate al muro dello spogliatoio sembra preoccupato della difesa, gli occhi controllano come radar l'habitat di tanti allenamenti. Pruzzo perché? «Forse perché pretenda sempre di dire la verità e magari finisco per complicare la vita a me stesso, a quanti mi ascoltano. Forse perché... Sì, io e Turone siamo i più, brontoloni della Roma, O perlomeno ci hanno appiccicato questa etichetta. O forse perché...».
- Perché dicono che lei è un pauroso; sì, insomma, in campo non è proprio un cuor di leone. E basta che senta un dolorino, una fitta, per spaventarsi. Avesse un'altra tempra, un altro carattere sarebbe già titolare della Nazionale e la Roma avrebbe vinto lo scudetto. E dei romani sarebbe diventato l'idolo.
«Sono quello che sono, non posso cambiarmi. A volte vorrei essere meno chiuso e scontroso, ma non riesco. Non accetto però che si metta in dubbio la mia generosità agonistica, il mio attaccamento alla maglia, alla società. Sì, è vero, negli ultimi due mesi di campionato non ho reso come avrei potuto, proprio perché non mi sono mai trovato in perfette condizioni fisiche. Ci sono state occasioni in cui ho voluto giocare per forza, poi mi sono reso conto di aver fatto un danno alla squadra. Un uomo da area di rigore come me, per lottare, per realizzare al meglio la propria prestazione, deve essere concentrato, lai muscoli al posto, in piena forma. I compromessi non servono, fingere non serve. E io non so fingere, non sono un egoista. Ci ho provato ma non ci riesco. Altri centravanti, più egoisti e furbi di me, riescono a mascherare meglio i guai muscolari che fatalmente capitano nel corso d'un campionato».
- E' vero che a volte si allena di malavoglia; e che magari fuma qualche sigaretta di troppo; e che magari non sempre riesce a rispettare orari da atleta...
«Bisognerebbe chiederlo al signor Liedholm: io m'impegno, sono un professionista rispettoso al massimo del suo lavoro. Ma non esiste solo il calcio nella mia esistenza. Non riesco a vivere isolato, come dentro un acquario. E mi piace sciare in montagna, mi piace il mare di scoglio. Così, quando a febbraio si decise d'andare a Roccaraso per una settimana d'ossigenazione, fecero scandalo certe mie foto da sciatore sulle nevi. I tifosi dissero che non avevano bisogno di uno Stenmark, il presidente Viola ordinò il silenzio stampa e che non ci esibissimo più in nessuna discesa lungo gli impianti. Io certe esagerazioni non le capisco, ma disciplinatamente mi sono sempre adeguato. Io mi alleno come può il mio fisico tozzo e potente. Io posso scattare soltanto a passi brevi e fare gol chiudendo il triangolo, o di testa, o in un determinato modo dentro l'area.
Non vedo in attività chi ci sia meglio dì me».

ALTRUISTA - A che le serve aver vinto la classifica dei cannonieri?
«E' strano scoprire che serve a poco, forse a niente. Prima di riuscirci ci tenevo tanto, pensavo che per un centravanti fosse il titolo più prestigioso, la consacrazione ufficiale del suo valore, delle sue capacità. Vero niente. O almeno con la rabbia che ho, in questo momento, mi convinco che non è vero. Avevo già segnato 18 reti in altre due stagioni e se non sbaglio, mi ero ritrovato più orgoglioso di me, più appagato. Mi capitò col Genoa nel torneo di B nel 1974-75 in 33 partite, e l'anno successivo in A sempre col Genoa. In quell'anno lì, fui preceduto da Graziani e tutti elencavano le doti fenomenali di Graziani, e i miei gol passarono quasi senza lasciare traccia. Ma a me non importava, era contento egualmente, pensavo che in futuro, chissà, avrei fatto ancora meglio, avrei conquistato il titolo di capocannoniere e avrebbero smesso di chiamarmi ironicamente "mister due miliardi". Ecco, ci sono riuscito, ma non provo niente. Avrei ceduto volentieri questa prerogativa in cambio dello scudetto della Roma... Liedholm mi ha insegnato ad essere sempre più altruista. Io finora, tra serie A e B, ho messo a segno 78 gol su 229 partite. Ma è come se i miei gol fossero meno importanti, meno pesanti, menò gol, di quelli degli altri. E' il mio destino. Io sono nato il primo aprile e il mio segno zodiacale è l'ariete. Fossi nato il 2 aprile 1955».
- I conti si fanno alla svelta: diciotto gol con due triplette in mezzo a sette rigori... ecco perché forse i tifosi non sono rimasti abbagliati... I gol di Pruzzo sono, mancati nelle partite in teoria facili, e la Roma ha perso lo scudetto con tutti quei pareggi in casa...
«Ma in casa abbiamo fatto gli stessi punti della Juve! Noi lo scudetto lo abbiamo perso ingiustamente a Torino contro la Juventus. Non riesco a rassegnarmi... Quel gol di Turone a Torino era sacrosanto, ci avrebbe permesso dopo 40 anni di avere quanto meritavamo. Invece abbiamo perso per una differenza minima, che il campo non ha mai stabilito. E presto la gente dimenticherà: viva la Juventus campione per l'ennesima volta, il resto non, conta. Poi purtroppo io mi sono fermato a quota diciotto. Potevo e dovevo arrivare perlomeno a quota ventidue... Nei momenti decisivi mi manca quel po' di fortuna che serve. Io credo d'aver migliorato grazie al mister la mia personalità atletica e tecnica, ma non è stato sufficiente. Si diventa Boninsegna o Bettega anche con un po' di fortuna e magari con un carattere diverso dal mio. Io brontolo ma al dunque mi faccio troppo gli affari miei. Non sono sufficientemente ambizioso: quando non giocherò più vorrei vivere in una fattoria di campagna e darmi al "tresette". Quando non giocherò più, smetterò di mangiarmi le unghie».

NEMBO KID - Il dott. Alicicco ha spesso ripetuto che i suoi dolori muscolari e le sue contratture sono stati amplificati da problemi di carattere psicologico. Il primo a convincersi d'essere a posto doveva essere proprio lei... Come dire che la Roma non ha mai potuto contare su un Pruzzo-Nembo Kid specie nella stretta finale...
«Siamo stati in testa ventuno giornate di seguito, poi dalla ventiduesima alla venticinquesima. Siamo stati beffati, Non lo dimenticherò più. Né riesco a consolarmi coi primati che abbiamo stabilito: l'imbattibilità interna, la miglior serie positiva, il record d'incasso con cinque miliardi e trecento milioni tra biglietti venduti e abbonamenti. Nel calcio conta esclusivamente chi vince e noi lo strameritavamo. I nostri risultati sono scaturiti dalla nuova mentalità, dalla convinzione di valere. Quando segnai quel gol all'Inter, negli ultimi minuti d'una partita indimenticabile all'Olimpico, credevo proprio che nessuno avrebbe potuto impedirci di catturare lo scudetto. E' stato il più bel gol della mia carriera. E che m'importa, se da 40 anni la Roma non andava tanto bene?».
- Pruzzo resta antipatico. Pruzzo resta chiuso in Nazionale e senza titoli da mettere tra i ricordi...
«E' tutto concatenato: se avessimo vinto lo scudetto, sarei arrivato perfino prima o poi a conquistare una maglia da titolare nel club Italia, invece...».
- Invece gli idoli di Roma restano Falcao, Liedholm... E l'immagine del grande centravanti a Roma si è persa dopo l'addio di Chinaglia e le disgrazie di Giordano... Eppure anche lei è nella corporazione giocatori di calcio miliardari...
«Ma io a Roma, nei primi anni, non ho avuto niente facile. La squadra non andava, Giagnoni fu esonerato. E i tifosi volevano che promettessi qualcosa, che fossi degno di quanto ero costato. Ma che era colpa mia? Io dovevo andare al Milan e mi sono ritrovato a cercar casa a Roma. Grandi problemi d' ambientamento, una fatica terribile, nessuno riusciva a trovarmi casa. A Falcao l'hanno trovata in quattro giorni. Ma è pure giusto, io capisco la differenze! Falcao ha permesso alla Roma il salto di qualità, è un fuoriclasse. Io poi sono convinto che abbia reso solo al cinquanta per cento, per cui nella prossima stagione saranno dolori per le squadre concorrenti. Solo che io per risaltare meglio nel ruolo, avrei bisogno d'un Rivera. E di Rivera non ne esistono più. Io nel Genoa ho giocato alcune partite con l'ultimo Corso e mi sentivo già in paradiso. Peccato che non ho potuto mai giocare con Rivera. ecco: nella Roma, se fosse possibile un altro straniero, ci vedrei bene esclusivamente Maradona».

FRUTTI DI MARE - Diventerebbe tutto maledettamente facile...
«E sarebbe ora, visto che non ho mai avuto niente di facile e ho sempre trovato il gol soltanto perché lo cerco di rabbia, lo sradico, lo rubo... Io quando le cose vanno bene mi esalto, mi aumenta lo spirito di sacrificio, mi convinco d' avere più messi di quelli che ho. Io vorrei avere un tiro preciso e magari vorrei saper collaborare meglio coi compagni in campo e fuori. Mi odio quando mi sorprendo isolato, fuori del gruppo, solo. Io non mi piaccio mica. Io vorrei avere la comicità d'un Walter Chiari per sdrammatizzare oppure la faccia d'un Warren Beatty. E allora sono convinto che saprei vendere meglio la mia merce e risulterei più gradito ai giornalisti, ai tifosi, ai compagni, agli avversari. A me mi hanno picchiato come a nessun altro, i difensori d'annata. E io zitto! Non sono nemmeno capace di restituire la scorrettezza, quando l'arbitro non vede. Non sono un furbo. Sono di Crocefieschi, non di Trastevere. Ma non sono nemmeno parsimonioso come i genovesi, io non bado ai soldi. Io gioco perché mia moglie Brunella abbia la pelliccia e tutto quello che le piace; perché mio figlio possa avere tutto quello che non ho avuto io. Altrimenti, a che servirebbe essere il centravanti della Roma dal 1978, dopo cinque stagioni al Genoa... Mio padre rattoppava strade a 724 metri sul mare. Nel paese sono cresciuto senza campo sportivo».
- Dicono di lei: è goloso, non rispetta le diete, tende a ingrassare è vero?
«Mi meraviglierei se non avessi neppure un difetto, una debolezza. Però mi controllo; so trattenermi a costo di soffrire. Mi piacciono molto i frutti di mare e un bicchiere di barbera».
- A ventisei anni si sente realizzato?
«Per un punto, ancora no. Sono sempre ad un passo dal realizzarmi».
- Teme d'essere ceduto?
«Non ho paura che capiti, non escludo niente. Mi piacerebbe restare nella grande Roma ma se decidessero... vuol dir che andrò altrove, cercando di dare il meglio. Qui sono sempre stato Pruzzo e basta. Non mi sono illuso, neppure una domenica, d'essere diventato l'ottavo Re di Roma».


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12/02/2014 18:50
 
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beh Pruzzo rimane IL centravanti della Roma per me..con tutto il bene che ho voluto a Voeller,l'ammirazione per bomber come Batisuta e Montella, però Pruzzo rimane Pruzzo.
Oltre alla rovesciata con la Juve che citi nell'altro topic posso ricordare quel gol alla Fiorentina su assist di tacco di Falcao, la cinquina all'Avellino che ricordo ancora come fosse ieri con l'annuncio alle radioline durante la sfilata dei carri di carnevale e gente impazzita a ogni gol del bomber o lo stesso gol in finale di Coppa dei Campioni. Stamo a parlà di uno che ha fatto 100 gol in serie A con la Roma nei campionati a 16 squadre contro difese che t'azzannavano a uomo..altri che i falletti intimidatori del 2014..annavi a giocà a Cesena, Avellino, Ascoli e trovavi dei veri cani..roba che poi quando affrontavi uno come Brio era una passeggiata di salute.
Di Pruzzo io credo non sia mai stata esaltata troppo la tecnica, certe giocate in area di rigore le poteva fare solo lui.
Certo, il gol con la fiorentina e l'esultanza sotto il settore della Roma sono stati belli pesanti da digerire..però lui era così, fece lo stesso pure contro il Genoa quando stava alla Roma.
Adesso mi pare un pò troppo infastidito,astioso, irritato quando parla della Roma..ha sempre avuto un carattere particolare, scorbutico, in controtendenza e ci sta..però al posto suo certe emozioni continuerei a godermele ancora adesso. Quelle gliele ha date solo la Roma.
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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13/02/2014 16:57
 
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sottoscrivo. e anzi come ho scritto qui sopra ti ringrazio pure :D perchè in seguito a quel tuo post e poi luca e jandi, mi sonoa ndato a fare una ricerca, e ho "riscoperto2 proprio quel tipo di carattere che lui aveva che era rimasto un pò "impolverato" nei miei ricordi, non così lucido, e che l'intervista che ho postato mi restituisce nel pieno.
la leggi e capisci tutto, il perchè dell'esultanza per il gol contro di noi... certe critiche "tuttedunpezzo" ecc. lui non è proprio il tpo che ti da la guazza, che ti dice una parola artatamente buona perchè "ti vuole bene".
era il Bomber.
lui era il BOMBER. ed è impossibile non tenere libero un pezzo di cuore sempre per lui.

ps. devo dirti che er Tedesco lo metto insieme. anche lui era "una banca", nel senso che non ti tradiva quasi mai, e quaasi sempre le gioie portavano la sua firma.
Er Tedesco poi (altro carattere tra l'altro) ha dimostrato non solo in campo, ma anche dopo andato via (dedica ai tifosi delal Roma per la Chmapions vinta a Marsiglia) senza contare quando, comodo come era, e venerato, a Leverjkusen, accorse al nostro capezzale come solo uno che ti vuole infinitamente bene può fare.


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14/02/2014 09:05
 
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Re:
giove(R), 13/02/2014 16:57:



ps. devo dirti che er Tedesco lo metto insieme. anche lui era "una banca", nel senso che non ti tradiva quasi mai, e quaasi sempre le gioie portavano la sua firma.
Er Tedesco poi (altro carattere tra l'altro) ha dimostrato non solo in campo, ma anche dopo andato via (dedica ai tifosi delal Roma per la Chmapions vinta a Marsiglia) senza contare quando, comodo come era, e venerato, a Leverjkusen, accorse al nostro capezzale come solo uno che ti vuole infinitamente bene può fare.




grande Rudi,sempre avuto un debole, pure il compleanno in comune..in coppia con Rizzitelli fece quel gol indimenticabile al Brondby..una delle emozioni piu' forti in assoluto vissute allo stadio.
Che poi il primo anno giocò insieme a Pruzzo ( e Boniek e Bruno Conti! )ma con l'infortunio al ginocchio praticamente saltò mezzo campionato.
Grandi ricordi cmq [SM=x2478842]
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14/02/2014 09:11
 
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Rudi è IL MIO centravanti: le prime gioie giallorosse me le ha date lui, era il mio idolo incontrastato, con quel baffo e il capello biondo lungo. Mi ricordo di quanto piansi quando gli diedero il rosso a Italia '90 contro l'Olanda per la scaramuccia con Rijkaard, ma proprio i lacrimino. Altre grandi emozioni nella Uefa del 1991 con quella doppietta all'Anderlecht a Bruxelles, vista quasi di nascosto perché dovevo annà a letto (ma c'era nonno, meno male, che era pure laziale: quante se n'è viste!). E poi era proprio un grande giocatore.

Senza dubbio tra i due/giocatori che ho più amato: grande Rudi
[Modificato da jandileida23 14/02/2014 09:17]
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Sono la rovina della Roma


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14/02/2014 09:57
 
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Re:
jandileida23, 14/02/2014 09:11:

Rudi è IL MIO centravanti: le prime gioie giallorosse me le ha date lui, era il mio idolo incontrastato, con quel baffo e il capello biondo lungo. Mi ricordo di quanto piansi quando gli diedero il rosso a Italia '90 contro l'Olanda per la scaramuccia con Rijkaard, ma proprio i lacrimino. Altre grandi emozioni nella Uefa del 1991 con quella doppietta all'Anderlecht a Bruxelles, vista quasi di nascosto perché dovevo annà a letto (ma c'era nonno, meno male, che era pure laziale: quante se n'è viste!). E poi era proprio un grande giocatore.

Senza dubbio tra i due/giocatori che ho più amato: grande Rudi




tripletta ja'.. fece tripletta al ritorno... [SM=g27988]
anche per me voeller è stato il primo e più grande idolo dell'infanzia,
mi ricordo che presi con i punti ferrero la maglia originale della germania e ovviamente ci feci mettere subito il 9 sopra... [SM=g27988]
poi me la rubarono a scuola(educazione fisica) e i pianti se sprecarono... [SM=g28000]
comunque quella coppa uefa è stata la prima grande competizione europea che ho vissuto con piena cognizione di causa e con ricordi molto vivi e lucidi, il 90-91 fu anche il primo anno che iniziai a frequentare lo stadio(esordii in Roma-pisa 0-2 il giorno dopo la morte di viola e c'ero anche nella finale con l'inter...),
per cui sono molto affezionato un po' a tutta quella squadra...
che bei ricordi... [SM=g8865]
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Re: Re:
gianpaolo77, 14/02/2014 09:57:


tripletta ja'.. fece tripletta al ritorno... [SM=g27988]
[SM=g8865]



Grande Gianpaolo: giusto tripletta. Che serata, che giocatore [SM=g10672]
[Modificato da jandileida23 14/02/2014 12:29]
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14/02/2014 13:29
 
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ma perchè un Amedeo Carboni e un Manuel Gerolin non ve li pijereste per questa Roma?
[SM=g7302]

Rudi Voeller è stato talmente grande che anche se non ero più "infante", lo metto al livello dei grandissimi della mia vera infanzia e che sono quelli del secondo scudetto.

Voeller poi fu uno dei primi, forse il primissimo a inaugurare la zona Casalpalocco Axa (dove vivo io) come meta per le abitazioni dei nostri.
di aneddoti ne ho, avendolo incrociato tre/quattro volte.
una volta inseguimento alla Starsky e Hutch perchè stavamo andando su via di acilia a mangiare io e un paio di amici, lui ci incrocia di ritorno dagli allenamenti, inversione a U nostra, lui da gas, noi dietro, pensavamo di essere solo noi, tempo 10 secondi ci accorgiamo che lo stavano inseguendo almeno altre 4 o 5 macchine, lui corre noi dietro, l'axa diventa un circuito, lui arriva sotto casa, noi sapevamo fosse quella, ma la supera, tutti dietro, lui testacoda in una vietta interna dell'AXA, alla Sainz, alla Oriol, alla McRea, noi che te lo dico a fà... ma poi capiamo che non voleva essere disturbato gli passiamo accanto (lui si era parcheggiato davanti casa) e finisce tuto con un sorriso giusto a dì: a Rudi te seguimo in capo ar monno.

altra volta lo becchiamo alle 2 di notte a bere in una pizzeria scrausissima di zona, noi fattissimi, je famo "a Rudi ma che stai a fa qua?" e lui "ragazzi dai non disturbate sto bevendo un pò", noi "si ma domani gioamo a Rudi!!" e lui "ora ho mal di testa ragazzi. domani mi passa vedrete". fece gol.

altra volta primi di settembre io a luglio ero andato in ritiro ad Asiago (la stagione dopo Italia '90, quella dell'arrivo di Haessler e Aldair), avevo una maglietta fichissima con lui disegnato e scritto Vola Tedesco Vola, lui in ritiro me l'aveva vista.
insomma mentre vado a casa di un amico, a piedi, e avevo proprio la stessa maglietta, vedo la macchian sua che scende dalla piazza principale all'AXA (era la Roadster della mercedes, che la casa tedesca aveva regalato a tuta la rosa della Germania per la vittoria del mondiale), lui stava pure con la Bonazza con la quale si era messo da poco, quella romana.
e stavolta, dopo tante volte che ero io a provare a salutare lui, mi vede, vede la maglietta, mi riconosce, mi suona, e mentre io lo saluto luia bbassa il finestrino e mi ridice "bella maglietta!", come ad Asiago,e mi fa l'occhietto.
me ne sono venuto nelle mutande per i seguenti tre mesi.


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18/02/2014 20:00
 
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ah,la storia dell'incontro con voller me la ricordo,l'avevi raccontata nel topic di luco su pluto :)

Anche Balbo ha lasciato un bel ricordo.
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Re:
lucaDM82, 18/02/2014 20:00:



Anche Balbo ha lasciato un bel ricordo.



sì, anche se non ai livelli di Pruzzo, Voeller o Montella. Per certi versi la gente forse si ricorda di piu' pure Batistuta.
Balbo ha segnato tanto, è stato anche capitano ma per me..rispetto agli altri come dire..non ha emozionato.
Però sn stato contento per il ritorno nell'anno dello scudetto. Un titolo che si è meritato anche lui.


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19/02/2014 14:47
 
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di Balbo ho 5 ricordi principali.

il Primo: quando facevo le cover dei Doors nei primissimi anni quando su LA Woman c'era il pezzo "mr. Mojo Risin'" io lo sostituivo con "Mr. Abel Balbo" (una volta a fine concerto al Palladium mi venne sotto un laziale mezzo mbriaco mezzo incazzato tipo che avevo fatto sacrilegio 'nun le devi dì ste cose, nun le devi dì!". e io "ma guarda che Jim è sempre stato della Roma!". vennero a dividerci perchè il tipo non la prese benissimo.

poi mi ricordo il derby del 3-0 dove la mattina eravamo stati beccati con il fumo e portati in questura ma poi lasciati andare al derby. giornata estenuante ma subito gol di Abel.

poi il periodo in cui non si era fatto onore e che portò al famoso striscione "Fonseca coniglio Balcbo suo figlio"

un gol a Parma mi pare, con tiro da 40 metri e un assurdo titolo del Corsport: Roma Balbomba! [SM=g27993]

e infine (in quel momento ero stradaccordo con lui) quando dette a Zeman del Laziale.

ecco Balbo un pò ricorda Pruzzo perchè quasi sempre la Roma segnava e segnava lui.
[Modificato da giove(R) 19/02/2014 14:49]


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19/02/2014 15:19
 
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"mr. Mojo Risin'" in "Mr. Abel Balbo" ci stava benissimo!

beh il coro per Balbo era uno dei piu' gettonati ma a me piacevano molto anche quelli per Rizzitelli e Tommasino Hassler con 5 emme ahaha oltre al tormentone " per la Roma "..
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04/12/2014 15:42
 
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L'autobiografia del bomber tra gol e demoni: "Le vittorie sono volate via, sono rimaste solo le sconfitte. Mi viene a trovare l'uomo nero, poi per fortuna arrivano gli amici. Il calcio? Noioso, non mi è mai piaciuto"

www.gazzetta.it/Calcio/04-12-2014/pruzzo-autobiografia-roma-genoa-fiorentina-marcellini-italia-confessioni-suicidio-libro-1001345362...

Beh..niente scherzi!..continua a dì cazzate co Focolari e Renga, aumenta pure se è il caso.. ma l'uomo nero tienilo a distanza.
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io lui lo sento pochissimo perchè non seguo radio radio,trafiletti a parte (bastano quelli).Resta comunque uno distaccato,non mi emoziona,non lo sento legato alla roma come ad esempio i suoi ex compagni.Lo trovo un grande personaggio della storia della roma ma umanamente distante,cioè a me del pruzzo romanista,ascoltandolo,non traspare nulla.Mi dispiace.
Poi non capisco il legame storico con gente tipi quelli di radio radio.Mah.
Spero cmq non faccia come di bartolomei,anche se non mi sembra il tipo.
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veramente io vedo più border lui di quanto non vedessi Di Bartolomei.


05/12/2014 11:13
 
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Re:
lucaDM82, 12/4/2014 5:30 PM:

io lui lo sento pochissimo perchè non seguo radio radio,trafiletti a parte (bastano quelli).Resta comunque uno distaccato,non mi emoziona,non lo sento legato alla roma come ad esempio i suoi ex compagni.Lo trovo un grande personaggio della storia della roma ma umanamente distante,cioè a me del pruzzo romanista,ascoltandolo,non traspare nulla.Mi dispiace.
Poi non capisco il legame storico con gente tipi quelli di radio radio.Mah.
Spero cmq non faccia come di bartolomei,anche se non mi sembra il tipo.




perfettamente d'accordo



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01/04/2015 11:00
 
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Auguri e sempre Lode al Bomber

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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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106 volte grazie...
ma pure de più.
La torsione di testa più bella da vedere nella storia del calcio moderno. Per tacere del resto.
Dio te l'accresca, Bomber.
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LODE A TE! ROBERTO PRU-UZZO!
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Su Rai Sport Roberto Pruzzo story.

Per me rimane sempre il bomber n. 1 .
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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