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Alessio Romagnoli

Ultimo Aggiornamento: 05/11/2018 09:15
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Post: 29.690
Città: ROMA
Età: 52
Sesso: Maschile
05/03/2014 10:42
 
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“Grazie a Garcia ho ritrovato la fiducia”

(L.Valdiserri) - Da niente a tutto. Quasi un anno a guardare gli altri giocare e poi tre partite di fila in serie A e la convocazione in nazionale Under 21 per giocare, stasera, contro l’Irlanda del Nord.
E adesso, Alessio Romagnoli?
«Ora sta a me sfruttare questo momento. Devo cercare di giocare bene e convincere».
Il 3 marzo 2013, allenatore Andreazzoli, il suo primo gol in serie A, contro il Genoa. Poi solo panchina o tribuna fino al 16 febbraio 2014. Cosa era successo?
«L’allenatore di allora ha fatto altre scelte (Burdisso; ndr), non sta a me giudicarle. Garcia mi ha parlato e dato fiducia anche quando non giocavo. Mi diceva: vedrai che arriverà il tuo momento. Del resto, con la stagione eccezionale che hanno fatto Benatia e Castan, cosa potevo pretendere?».
Già, i migliori centrali del campionato. Così lei si è dovuto spostare fuori ruolo, da terzino. Come si trova?
«Non è il mio posto naturale ma non è nemmeno un problema. Il mister spiega e non ti fa mai mancare il suo appoggio».
Vale anche per il «desaparecido » Jedvaj?
«Certo, vale anche per Tin. Arriverà il suo momento».
Ma con Benatia e Castan non è meglio andare altrove?
«Guardando giocare Mehdi e leo e allenarsi, impari molte cose. Ma quello che conta di più è che sono persone altrettanto brave: danno consigli, ti fanno sentire parte del gruppo».
Hanno sempre parlato di lei come di un predestinato: è un peso difficile da portare?
«No, perché ho sempre ascoltato la mia famiglia, i dirigenti della Roma e il mister. Non ho cambiato gli amici che avevo, sono rimasto sempre lo stesso. L’importante è non cambiare abitudini e sentirsi arrivati. Non ho mai preteso di giocare a tutti i costi, cerco di imparare».
Ma l’anno prossimo?
«Penso al presente, giorno per giorno, lavorando duro. Mi piacerebbe restare a Roma, ma non è il momento di fare piani».
L’Under 21 è un premio o un punto di partenza?
«Un premio per quello che ho fatto, un punto di partenza per quello che devo ancora fare».
Da Icardi e Palacio agli sconosciuti irlandesi, c’è il rischio di perdere concentrazione?
«Sarebbe l’errore peggiore. Hanno fisico, sarà una battaglia. E all’Italia serve solo la vittoria».
Lo scudetto è ormai della Juventus?
«Fino a che non lo dice l’aritmetica, no».
Suo malgrado, perché il pugno l’ha preso da Juan Jesus e non l’ha dato, è entrato nella prova tv del giudice sportivo. È d’accordo o no con l’uso della moviola in campo?
«Mi lasci rispondere con una battuta: se è a nostro favore, sì; se è contro di noi, no. È un problema complesso, meglio che ne parli chi ha più esperienza di me».
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“La curva sud ci ha dato una lezione, si può anche perdere, si possono anche subire amare sconfitte, ma con quegli striscioni che hanno esposto ci hanno fatto capire che nei momenti sfavorevoli bisogna aumentare le energie. Loro ci danno la fede noi gli dobbiamo dare il carattere”. Dino Viola
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